Casalvecchio Siculo, provincia di Messina, Sicilia — Abbazia dei Santi Pietro e Paolo d’Agrò e altro del paese.

 

 

 

CASTELVECCHIO SICULO NEL COMUNE DI MESSINA-SICILIA
Vonvikken – Opera propria

 

 

 

 

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segue da : 

Casalvecchio Siculo, Abbazia dei Santi Pietro e Paolo d’Agrò

foto di Alessandro Saffo – 23 luglio 2023

 

Casalvecchio Siculo, Abbazia dei Santi Pietro e Paolo d’Agrò

 

 

 

 

Casalvecchio Siculo, Abbazia dei Santi Pietro e Paolo d’Agrò

 

 

 

 

 

 

 

 

Casalvecchio Siculo, Abbazia dei Santi Pietro e Paolo d’Agrò

 

 

 

 

CASALVECCHIO SICULO

 

 

 

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Panorama che si vede da Castelvecchio Siculo
Antonio Casablanca – Opera propria

 

 

 

Comune di Casalvecchio Siculo

COMUNE DI CASTELVECCHIO SICULO

 

Casalvecchio è un comune italiano di 729 abitanti della città metropolitana di Messina in Sicilia. Fa parte del comprensorio della Valle d’Agrò e dell’Unione dei comuni delle Valli joniche dei Peloritani.

https://comune.casalvecchiosiculo.me.it/

 

 

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Panorama da Casalvecchio
Antonio Casablanca – Opera propria

 

 

 

CHIESA/ BASILICA DEI SANTI PIETRO E PAOLO D’AGRO’

 

 

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Chiesa dei Santi Pietro e Paolo
Ludvig14 – Opera propria

 

 

La chiesa dei Santi Pietro e Paolo d’Agrò è un’antica chiesa cristiana della Sicilia, situata presso la frazione San Pietro del comune di Casalvecchio Siculo.

E’ il più importante monumento del paese e dell’intera vallata, perché sintetizza tre stili architettonici: bizantino, arabo, normanno.

Lo stile architettonico può certamente definirsi come siculo-normanno, nato nel contesto di una nascente scuola artistica territoriale siciliana, innestando nell’arte normanna elementi di origine bizantina e musulmana. All’inizio fu costruita dai frati basiliani intorno al 560 d.C., poi fu distrutta dagli arabi e ricostruita dai normanni grazie al conte Ruggero I e a suo figlio Ruggero II nel 1172.

L’esterno è caratterizzato da una vivace policromia determinata dall’alternarsi dei mattoni in cotto, della pietra lavica di provenienza etnea, arenaria e calcarea; l’interno mostra un’austera architettura a tre navate e una cupola centrale, con il classico orientamento della parte absidale ad est. non è presente alcuna decorazione o affresco e i muri sono completamente spogli: si può ammirare solamente il gioco dei mattoni e delle pietre di costruzione. Non sappiamo se in origine fossero presenti decorazioni o altro però è difficile pensare che nel corso dei secoli non fossero stati presenti degli affreschi. Questa costruzione unisce in sè l’idea della torre e quella di chiesa.

Vicino la chiesa è possibile vedere le rovine di un grande monastero dove vivevano i frati Basiliani.

(Fonte: wikipedia, varie web)

da Michele Ungaro Fotografia

 

 

 

 

 

 

Casalvecchio è molto antico, già esisteva ai tempi dell’Impero Bizantino essendo citato in una scrittura del Regno di Sicilia del 1351 con la sua denominazione greco-sicula Palachorion cioè vecchio casale e successivamente con la traduzione latina di Rus Vetus. Nel periodo dell‘Emirato di Sicilia prese il nome di Calathabieth. Nel 1862, dopo l’unità d’Italia prese il nome definitivo di Casalvecchio Siculo per distinguerlo dal Casalvecchio di Puglia.

Durante l’Emirato di Sicilia godeva di una propria autonomia che perse nel 1139 con la fondazione di Savoca, di cui fu artefice Ruggero II Sovrano del Regno di Sicilia, che facendo costruire un castello in quel luogo, assoggettò tutti i casali circostanti (i Sarracinorum Pagi) e li riunì sotto la nuova denominazione di Terra di Savoca.

 

segue nel link
https://it.wikivoyage.org/wiki/Casalvecchio_Siculo

 

 

 

Chiesa dei Santi Pietro e Paolo
Anneli Salo – Opera propria

 

 

La chiesa fu costruita nel 1117 dai Normanni. Tale data è certa in quanto è stata dedotta da un “Atto di Donazione” di Ruggero II, datato 1116 scritto in lingua greca, conservato nel Codice Vaticano 8201, e tradotto in latino da Costantino Lascaris nel 1478.
Da tale Atto di donazione si deduce che il Re di Sicilia Ruggero II in viaggio da Messina a Palermo fa una sosta in scala S. Alexii e cioè al castello di Sant’Alessio Siculo. In tale circostanza viene avvicinato dal monaco basiliano Gerasimo, il quale chiede al sovrano la facoltà e le risorse per riedificare (erigendi et readificandi) il monastero sito in fluvio Agrilea. La richiesta venne prontamente accolta e il monaco Gerasimo di San Pietro e Paolo si adoperò immediatamente a far erigere il tempio.[1] Dalle analisi condotte sull’edificio e sul testo del diploma dall’archeologo Antonino Salinas e dall’architetto Giuseppe Patricolo, poi confermate dal Valenti, si può desumere che la struttura originaria potesse essere datata VI-VII secolo, coeva quindi ad altri edifici presenti in Sicilia e Calabria, e distrutta nella successiva invasione islamica. Non è certa la posizione originaria rispetto alla riedificazione del 1117.

Dal diploma di donazione si evince inoltre che il monastero fu dotato di alcuni redditi fissi: estesi campi di querce, di pascoli, alberi da frutto. Gli fu addirittura concessa la completa proprietà di un intero villaggio il Vicum Agrillae (l’attuale Forza d’Agrò) con assoluto potere da parte dei monaci su ogni oggetto o abitante di tale villaggio. In particolare era obbligo agli abitanti di detto villaggio di portare «due galline al monastero nelle feste di Natale e di Pasqua nonché la decima sulle capre e sui porci». Si disponeva che il monastero fosse fornito ogni anno di otto barili di tonnina della tonnara di Oliveri e che ogni merce diretta al monastero fosse libera da ogni gravame di tasse.

Prospetto principale

Era inoltre concesso all’Abate del Monastero il diritto del foro e cioè quello «di giudicare e di condannare, e la potestà sopra di quelli che, colti in delitti, potevano essere legati e flagellati e rimanere con i ceppi ai piedi, riservando la pena per l’omicidio alla Curia Regale». Per tali pene l’Abbazia pagava la locazione del carcere sito in Casalvecchio (“carcerem in Casali Veteri”) Con tali poteri si equiparava quindi la figura dell’Abate del Monastero dei SS. Pietro e Paolo a quello di un barone siciliano del tempo.

La chiesa molto probabilmente subì dei gravi danni nel 1169 a causa del fortissimo terremoto che quell’anno squassò tutta la Sicilia orientale. Fu quindi ristrutturata e rinnovata nel 1172 dal capomastro Gherardo il Franco come si può dedurre dall’iscrizione in greco antico posta sull’architrave della porta d’ingresso:

«Fu rinnovato questo tempio dei SS. Apostoli Pietro e Paolo da Teostericto Abate di Taormina, a sue spese. Possa Iddio ricordarlo. Nell’anno 6680. Il capomastro Gherardo il Franco.»

L’anno 6680 corrisponde nella cronologia greco-bizantina appunto al 1172 in quanto gli anni si computavano dall’origine del mondo che, per i greco-bizantini, risaliva a 5508 anni prima della venuta di Cristo.

Da quel restauro la chiesa non subì altre modifiche ed è giunta a noi praticamente intatta, al contrario del circostante Monastero di cui rimangono solo pochi resti e qualche edificio recentemente oggetto di un lavoro di restauro

 

 

 

Ha l’aspetto di una chiesa fortificata con il classico orientamento della parte absidale ad est. Il suo aspetto ed il coronamento merlato indicano una funzione di fortezza che in realtà non ha mai avuto nei vari secoli con caratteristiche molto simili a quelle che si possono riscontrare nelle grandi cattedrali coeve di Cefalù e Monreale.

Lo stile architettonico può certamente definirsi come siculo-normanno, nato nel contesto di una nascente scuola artistica territoriale siciliana, innestando nell’arte normanna elementi di origine bizantina e musulmana

 

 

conclusioni :

l‘aspetto che colpisce di più a una prima osservazione è la spettacolare policromia delle facciate resa possibile dal sapiente alternarsi di mattoni in cotto, pietre laviche (di provenienza etnea), pietra serena locale. Lo stesso prof. Stefano Bottari così la descrive: «La bizzarra policromia, ottenuta per mezzo del mattone, delle lava e della pietra bianca, adoperati per la costruzione ed intrecciati armoniosamente, acquista allo snello edificio una fisionomia veramente suggestiva e pittoresca…». Gli archi intrecciati sono di origine musulmana, e precocemente acquisiti nell’architettura normanna; gli archi intrecciati presenti in questa chiesa sono una rielaborazione dei Normanni, utilizzati soprattutto in Inghilterra e Sicilia.

L’interno è caratterizzato da una assoluta austerità. Non è presente alcuna decorazione o affresco e i muri sono completamente spogli: si può ammirare solamente il gioco dei mattoni e delle pietre di costruzione. Non sappiamo se in origine fossero presenti decorazioni o altro però è difficile pensare che nel corso dei secoli non fossero stati presenti degli affreschi.

 

 

SEGUE NEL LINK DI WIKIPEDIA prima delle ” conclusioni “
https://it.m.wikipedia.org/wiki/Chiesa_dei_Santi_Pietro_e_Paolo_d%27Agr%C3%B2

 

 

 

Dettaglio della costruzione
Antonino Casablanca – Trasferito da it.wikipedia a Commons.

 

 

 

 

 

Chiesa dei Santi Pietro e Paolo d’Agrò, esterno dell’abside, in cui si notano diversi filari di muratura a spina di pesce nel muro.
Anneli Salo – Opera propria

 

 

 

 

Chiesa dei Santi Pietro e Paolo d’Agrò, esterno dell’abside
Anneli Salo – Opera propria

 

 

 

 

Chiesa dei Santi Pietro e Paolo d’Agrò in Sicilia
Anneli Salo – Opera propria

 

 

 

 

 

 

Anneli Salo – Opera propria

 

 

 

 

 

Anneli Salo – Opera propria

 

 

 

particolare
Antonio Casablanca – Opera propria

 

 

 

Facciata laterale Santi Pietro e Paolo d’Agrò
Davide Mauro – Opera propria

 

 

 

 

Facciata laterale Santi Pietro e Paolo d’Agrò
Davide Mauro – Opera propria

 

 

 

Falsi archi (facciata nord e ovest)
Sibeaster – Opera propria

 

 

 

 

Croce greca e nomi dei costruttori sopra la porta
Sibeaster – Opera propria

 

 

 

 

 

iscrizione sul portone
HaguardDuNord – Opera propria

 

 

 

HaguardDuNord – Opera propria

 

 

 

 


HaguardDuNord – Opera propria

 

 

 

 

HaguardDuNord – Opera propria

 

 

 

 

 

 

 

HaguardDuNord – Opera propria

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Facciata occidentale
Sibeaster – Opera propria

 

 

 

 

 

 

INTERNO –QUALCHE FOTO

 

Messina / Casalvecchio Siculo / Chiese / Santi Pietro e Paolo d'Agrò | Sicilia Fotografica

Sicilia Fotografica

 

 

 

 

Messina / Casalvecchio Siculo / Chiese / Santi Pietro e Paolo d'Agrò | Sicilia Fotografica

Sicilia Fotografica

 

 

 

 

File:Casalvecchio Siculo - Interni della chiesa dei Santi Pietro e Paolo.jpg - Wikipedia

Wikipedia

 

 

Casalvecchio, misteri e tesori tra i muri del monastero-fortezza di San Pietro e Paolo

Messina Today

 

 

 

 

 

 

 

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VECCHIO PORTALE
Antonio Casablanca – Propria

 

 

 

 

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SCORCIO DELLA PIAZZA VECCHIA

 

 

 

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LA VALLATA DA CASTELVECCHIO
Antonino Casablanca – Trasferito da it.wikipedia su Commons.

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