Statuetta etrusca in bronzo detta “Afrodite di Nemi”
Luigi Sedita
MILOCCA – MILENA LIBERA
https://milocca.wordpress.com/2024/04/07/lafrodite-di-nemi/
La cosiddetta “Afrodite” di Nemi, sud di Roma: una statuetta che mostra una figura femminile allungata, ritrovata nei pressi dell’antico santuario dedicato alla dea Diana e datata alla metà del IV secolo a.C. -Ora al Louvre di Parigi
la statuetta proveniente dalla stipe votiva di Magione, loc. Caligiana (PG), databile al III secolo a.C.
Statuette allungate etrusche al Museo Etrusco di Villa Giulia, Roma
Bronzetti conservati dal Museo Etrusco di Villa Giulia (Roma) principalmente provenienti dall’antica Velathri, l’odierna Volterra.
L’OMBRA DELLA SERA DI VOLTERRA
La famosa “Ombra della Sera” da Volterra, Museo Guarnacci
Il termine “ombra” sembra dovere la paternità al Vate, il poeta e scrittore Gabriele d’Annunzio, il quale rimase affascinato e turbato dalla figura allungata ritrovata a Volterra e rappresentante un giovane offerente (la statuetta è ora esposta nel locale Museo Guarnacci). In realtà il nome è di origine popolare e compare per la prima volta in un testo nel 1954, la Guida di Volterra del prof. Paolo Ferrini, edita dalla Casa Editrice volterrana Migliorini Gian Piero.
Essa rappresenta una figura maschile nuda, con un’altezza di 57,5 cm; ad essa si ispirò forse l’artista novecentesco Alberto Giacometti
La caratteristica principale di questa tipologia di statuette risiede nella figura e nelle proporzioni: arti e busto risultano allungati, in una distorsione che ha affascinato autori ed artisti ammaliati dalla sua “modernità” stilistica . L’unica parte ad essere proporzionata in sé risulta la testa, ovvero la parte del corpo che definisce attraverso, l’espressività del viso, la caratterizzazione e l’identità dell’individuo.
I bronzisti di Volterra erano già noti nell’antichità per le grandi capacità manifatturiere e tecnologiche, che permettevano loro di fondere i minerali di rame delle Colline Metallifere in lega con lo stagno, ottenendo il bronzo.
In questa figura viene sottolineata una bellezza che raggiunge quasi il soprannaturale, grazie ai tratti naturali del volto
notizie anche da Wikipedia
I, Sailko
da Stile Arte
due foto dettaglio
Ombra della Sera Volterra (Detail) revised.jpg
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link subito sopra-è la terza foto

Statuette allungate non sono in realtà un tema sconosciuto nella penisola italica, ma sono attestate anche presso altre culture. Già durante il periodo del I Ferro si possono ritrovare figure in piombo, bronzo o lamina, anche di metallo prezioso, che denotano un corpo allungato. A titolo di esempio citiamo quelle in lamina d’argento da Montefortino d’Arcevia (Marche) attribuite alla cultura Picena.
Figure in lamina (picene). A sinistra: da Montefortino d’Arcevia, bronzo; a destra: da Monte Giove, argento.
I ritrovamenti sono numerosi e sono avvenuti principalmente presso luoghi di culto. Le statuette allungate rappresentano infatti solitamente figure con ruoli legati all’ambito cultuale o religioso – oranti, sacerdoti e aruspici, offerenti – di sesso sia maschile che femminile. Tali ruoli sono ben riconoscibili da precisi attributi: la posizione e la gestualità delle mani, il copricapo a “tholia” per i sacerdoti, la patera o phiale per gli offerenti.
Bronzetto di orante etrusco, Parigi, Musée du Louvre
Dettaglio di bronzetto allungato con contenitore. Il copricapo a tholia lo identifica plausibilmente come un sacerdote
In alcuni casi è difficile stabilire se si tratti di rappresentazioni di comuni mortali oppure di divinità. Un esempio è costituito dalla figura femminile, conservata al Museo Etrusco di Villa Giulia, rappresentata con un’anguilla in mano, che trova confronto con l’iconografia di alcune divinità legate all’immagine anguiforme, specialmente femminili, ma che potrebbe anche rappresentare una offerente che reca in dono un’anguilla.
Dettaglio di offerente con corpo allungato e anguilla nella mano. III secolo a.C
Museo nazionale etrusco di Villa Giulia
Esempi di votum a forma di anguilla, del resto, si ritrovano ad esempio nel santuario di Colle Arsiccio, sempre nei pressi di Magione (PG).
Colle Arsiccio, Magione: Anguille in bronzo, parte dei materiali di una stipe votiva.
Proprio la citata statuetta con l’anguilla risulta, tra le varie figure allungate esistenti, una tra le più affini all’Ombra di San Gimignano: per dettagli, espressività, stile, ma soprattutto per la resa particolarmente delineata dei tratti somatici del volto, sebbene il bronzetto maschile presenti una caratterizzazione ancora più definita.
Confronto stilistico tra il bronzetto di offerente al Museo di Villa Giulia (sinistra)
e l’Ombra di San Gimignano (destra)
Risulta purtroppo assai difficile comprendere l’esatto significato della scelta iconografica del corpo allungato. Forse esso aveva una funzione simbolica legata al mondo dell’Aldilà, invocando una suggestiva similitudine tra la fine della vita e il tramonto: così come le ombre, alla luce radente del sole calante, si fanno più lunghe e sottili, anche l’uomo al termine della sua vita appare via via evanescente, come se si avvicinasse al mondo dei defunti.
Ombra dal Museo di Cleveland, Stati Uniti, 300 a.C circa.
Il corpo allungato potrebbe però anche alludere alla coscienza storica e culturale degli Etruschi. Come noto dai “Libri fatales”, essi avevano profetizzato la durata complessiva della propria civiltà in dieci saecula: forse sentivano che il terminus stesse giungendo, e con esso la loro esistenza si faceva sempre più esigua e sottile. Come un’ ombra appunto.
nel link – una fornita Bibligrafia utile
L’AUTORE DEL LAVORO QUI PUBBLICATO :
Massimiliano Visalberghi Wieselberger (1 ) è un archeologo e disegnatore archeologico che ha collaborato in scavi con varie Soprintendenze e Università. Svolge per conto della UISP il ruolo di tecnico educatore culturale ed archeologico tenendo laboratori, lezioni didattiche e conferenze sulle tipologie di archi tra Oriente e d Occidente, dalla Preistoria al Medioevo. E’ consulente archeologico per alcune Associazioni di rievocazione e/o archeologia sperimentale. per cui prepara e sostiene didattiche collaborative, in nome della cooperazione culturale.
Pubblica su Academia.edu e per la rivista online Antrocom: Journal of Anthropology. Da quasi 10 anni è attivo nella divulgazione culturale su Facebook con lo pseudonimo “Max Berger” attraverso la diffusione di articoli, album fotografici con materiali archeologici e link di libri a tema storico-archeologico e antropologico. Il suo motto è “Mai abbastanza”.