BARBARA BONIFACIO
Lavora all’Archivio dei Diari dal 2006, sono vent’anni !
PIEVE SANTO STEFANO
L’ingresso del Piccolo museo
– Opera propria
Nel 2017 Walter Veltroni lo ha definito, in un articolo sulla rivista Tempi, “il museo più importante del mondo”
I CASSETTI DELLA MEMORIA
– Opera propria
La terza stanza è dedicata a Terra matta, autobiografia di Vincenzo Rabito pubblicata poi da Einaudi, a cura di Luca Ricci e Evelina Santangelo. Dal suo libro è stato tratto il documentario Terramatta – Il Novecento italiano di Vincenzo Rabito analfabeta siciliano diretto da Costanza Quatriglio, oltre a delle versioni teatrali, una rappresentata da Vincenzo Pirrotta ed una da Stefano Panzeri.
La quarta stanza è dedicata a Clelia Marchi e al suo interno è esposto il lenzuolo su cui scrisse la sua autobiografia, dopo la morte del marito.
La Stanza di Clelia Marchi e del Lenzuolo- (Piccolo museo del diario, Pieve Santo Stefano
– Opera propria
DIMMI di Storie Migranti
Logo ufficiale del Piccolo museo del diario – versione ristretta
segue da:
PREMIO PIEVE SAVERIO TUTINO
domenica 15 settembre ore 16.00
PREMIO BARNABA
SAVERIO TUTINO
Le Château Edizioni, Aosta, 2016
pp. 79
I diari sono il mezzo privilegiato per conoscere le storie personali, ma anche una fonte importante e molto utilizzata dagli storici per confrontare notizie e dati “ufficiali”. Quando Saverio Tutino scrive i Diari non sa che una parte della sua vita e della sua carriera professionale sarà legata a questa forma di letteratura “degli ultimi”; non lo sa, ma la sua formazione politica e la sua sensibilità lo spingeranno a dar loro voce. Il 28 dicembre 1944, data d’inizio del diario, Tutino ha ventun’anni, un ragazzo si direbbe oggi, ma non è così; senza questa puntualizzazione anagrafica, nessuno potrebbe definire la sua scrittura quella di un giovane, devono essersene accorti anche i suoi compagni di lotta se a novembre di quell’anno era già commissario politico. L’autore, nell’utilizzare questo mezzo per fissare le sue memorie, ha una visione storica della propria esistenza e consapevolmente decide di lasciarne traccia per coloro che più avanti lo leggeranno, senza porsi il problema se esista un cortocircuito in coloro che fanno la storia e contemporaneamente la scrivono.
Nella seconda parte dei Diari, più personale e legata al difficile momento del Dopoguerra, dove è necessaria una Ricostruzione anche della vita civile, Tutino si descrive pieno di curiosità letterarie in un periodo molto importante della sua formazione culturale, ma anche foriero di pesanti delusioni legate alla politica e ai rischi di destabilizzazione del fresco sistema democratico, che egli già intravede all’orizzonte. Nuovamente gli eventi storici si incrociano con la vita dei singoli, chi in questo volume cercherà la Storia troverà una storia dove sono raccontati tre anni di un uomo “intero”, con tutti i suoi dubbi, le sue incertezze e le sue fragilità, ma che, animato da ideali di “libertà, uguaglianza e fraternità”, ha lasciato un segno importante nella vita culturale e politica italiana.
SAVERIO TUTINO
Saverio Tutino
Saverio Tutino (Milano, 7 luglio 1923 – Roma, 28 novembre 2011) è stato un giornalista e scrittore italiano.
Biografia
Iscritto alla facoltà di giurisprudenza, deve interrompere gli studi a causa della seconda guerra mondiale. Partecipa ad azioni della Resistenza in Val d’Aosta e nel Canavese.
Nel dopoguerra ha lavorato dapprima Il Politecnico di Elio Vittorini e quindi nella stampa: Vie Nuove e poi l’Unità, come corrispondente dalla Cina, da Parigi e poi da Cuba, da cui fu testimone della Rivoluzione cubana.
Nel 1975 ha partecipato alla nascita del quotidiano La Repubblica, nel quale ha lavorato fino al 1985.
Nel 1984 ebbe l’idea di creare uno spazio culturale in cui accogliere le scritture diaristiche e autobiografiche degli italiani: fonda così l’Archivio diaristico nazionale, la cui sede sarà Pieve Santo Stefano, e pensa subito di creare un concorso per diari.
Al momento della morte, era direttore culturale del Premio Pieve e della Fondazione Archivio diaristico nazionale.
Opere
Ha pubblicato diversi libri fra i quali Gollismo e lotta operaia, L’ottobre cubano e il volume di racconti La ragazza scalza per la Einaudi, Il Che in Bolivia e L’occhio del barracuda per la Feltrinelli, Gli anni di Cuba, Viaggi in Somalia, Dal Cile per le edizioni Mazzotta, Cicloneros per la Giunti e Guevara al tempo di Guevara per gli Editori Riuniti (1996).
Nel 1998 fonda ad Anghiari, insieme con Duccio Demetrio, la Libera Università dell’Autobiografia e comincia a pubblicare a Pieve Santo Stefano la rivista semestrale Primapersona della quale è stato direttore.
Nel 1999 pubblica Il mare visto dall’isola per l’editore Gamberetti e, nel 2004, per le edizioni Il Vicolo esce il suo libro Il rumore del sole.
IL MANIFESTO – 7 LUGLIO 2023
Saverio Tutino, un centenario fuori dagli schemi convenzionali
L’anniversario. Il giornalista e scrittore, scomparso nel 2011, era nato a Milano il 7 luglio del 1923. Prima reporter in America Latina, fondò l’Archivio dei Diari di Pieve Santo Stefano
Oggi, cento anni fa, nasceva Saverio Tutino, giornalista e scrittore. Un visionario con i piedi ben piazzati per terra. Che da adolescente «balilla» durante il fascismo fugge nel Canton Ticino e a 21 anni si converte in commissario politico della Brigata partigiana e subito dopo della Divisione Garibaldi della Val d’Aosta (scriverà al riguardo La Ragazza scalza, racconti della Resistenza).
DOPO LA LIBERAZIONE entra a L’Unità che lo invia a Pechino per il primo anniversario della rivoluzione cinese. Ne diventa poi corrispondente da Parigi, con incursioni nell’Algeria in rivolta. Ma l’esperienza giornalistico/politica che lo caratterizza di più è da cronista a L’Avana durante la rivoluzione, che racconta con un taglio persino «romantico», annunciando, in piena Guerra fredda, il divenire di un terzo schieramento con il movimento dei Non Allineati.
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IL MANIFESTO – 7 LUGLIO 2023
https://ilmanifesto.it/saverio-tutino-un-centenario-fuori-dagli-schemi-convenzionali
L’iniziativa dei diari della memoria è un’intuizione geniale, cui è seguita una volontà incredibile di attuazione. In ciò che consideriamo “storia” c’è spazio per chi concretamente l’ha vissuta e quindi apre delle vie e degli arricchimenti per capire la “grande ” storia.