Puntata dedicata al volume di Limes “Il mondo cambia l’Ucraina”, in edicola, libreria e sul sito per gli abbonati digitali da sabato 3 agosto 2024. Riscopriamo la diplomazia per pensare il dopoguerra e ricostruire un paese distrutto.
Il numero 7/24 di Limes si intitola “Il mondo cambia l’Ucraina” e sarà disponibile dal 3 agosto in edicola e in libreria.
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Di cosa tratta
Il volume guarda al dopoguerra ucraino dall’unica prospettiva strategicamente realistica: quella della guerra. Lo fa immaginando gli esiti possibili – soprattutto, probabili – del conflitto e la situazione che lasceranno sul campo, per gli avversari diretti e per le compagini che li sostengono. Da qui prova a disegnare percorsi di consolidamento della tregua e di ricostruzione dell’Ucraina compatibili con le risorse, le volontà e i vincoli degli attori coinvolti.
A cominciare dall’Ucraina, ma con la consapevolezza che il futuro del paese – il suo benessere, la sua sicurezza e la sua effettiva sovranità politico-territoriale – dipende in larga misura da apporti e decisioni esterne. Oggi e per lungo tempo a venire. Scopo dell’esercizio è prefigurare vie d’uscita da un conflitto ormai cristallizzato in guerra d’attrito, con costi umani e materiali enormi e rischi di escalation sempre presenti.
La prima parte, “Ucraina da rifare”, è dedicata all’analisi delle distruzioni causate dalla guerra e alla capacità dello Stato ucraino di cogestire una ricostruzione che si annuncia lunga, difficile ed estremamente onerosa. Accanto alle analisi economico-demografiche e alle valutazioni sulla solidità del tessuto giuridico, politico e istituzionale del paese, trovano spazio diversi punti di vista ucraini sugli effetti del conflitto e sulle aspettative per il dopoguerra.
La seconda parte, “Piani e dubbi delle potenze”, dà invece conto delle posture geostrategiche di Stati Uniti, Cina e Russia, la cui interazione reciproca e con l’Ucraina plasmerà gli equilibri e gli assetti territoriali del dopoguerra, dunque la possibilità di una pace duratura e di una stabilizzazione del paese aggredito.
La terza parte, “Faglie europee”, evidenzia le profonde divergenze presenti tra i paesi del Vecchio Continente in merito alle ricadute geostrategiche del conflitto e alla postura da tenere con la Russia nell’ottica di un dopoguerra che si annuncia di non facile gestione.
In appendice, la consueta rubrica “La storia in carte” a cura di Edoardo Boria.
Il sommario
La guerra vista dalla pace – Editoriale (in appendice “La ricostruzione, come la corruzione, passa per le Regioni” – Giuseppe De Ruvo)
Parte 1 – L’Ucraina da rifare
Quanto, dove, chi. Il rebus della ricostruzione – Fabrizio Maronta
‘La patria che vorrei’ – Jaroslav Hrycak
L’Ucraina perde ucraini – Fulvio Scaglione
‘Stiamo diventando uno Stato guarnigione’ – Mikhail Minakov
Riedificare l’Ucraina per salvare l’Occidente – Oxana Pachlovska
C’era una volta la Rus’ di Kyiv – Olena Ponomareva
‘La nazione dispersa’ – Volodymyr Iščenko
‘Se sarò eletto, tratteremo con Putin’ – Oleksij Arestovyč
Il buio oltre la guerra – Alessandro Cassieri
Parte 2 – Piani e dubbi delle potenze
L’Ucraina senza Nato secondo Putin – Orietta Moscatelli
La Russia deve liquidare il buco nero ucraino – Vitalij Tret’jakov
L’Ucraina dopo l’Ucraina – Dmitrij Oficerov-Bel’skij
Illusioni perdute. L’Occidente al bivio della storia – John Florio (in appendice “Come Kiev finì in guerra“)
‘La lezione di Kennan: capire la Russia per negoziarci’ – Frank Costigliola
Il cuscinetto ucraino secondo l’America – Jakub Grygiel
La vittoria secondo Pechino – Giorgio Cuscito
Esiste l’asse Mosca-Pechino-P’yŏngyang? – Nicola Cristadoro
Parte 3 – Faglie europee
Machiavelli a Helsinki. Amputare l’Ucraina per contenere la Russia – Giuseppe De Ruvo
Senza un’Ucraina libera Varsavia vede già la Russia dentro casa – Łukasz Maślanka
Kiev deve vincere per sé e per noi – Fredrik Löjdquist
‘La via ungherese alla pace’ – Márton Ugrósdy
Gli Usa fuori dai piedi. Ecco l’obiettivo finale della geopolitica turca – Daniele Santoro
Ucraina e Moldova allargano insieme il buco nero balcanico – Laris Gaiser
‘Il Mar Nero è come il taschino dei blue jeans. Non serve’ – Dan Dungaciu
L’equilibrismo di Tbilisi tra Mosca, Pechino e Kiev – Fabrizio Vielmini
La credibilità della Francia è perduta – Jean-Baptiste Noé
Berlino e Mosca torneranno a parlarsi – Alexander Rahr
La storia in carte – a cura di Edoardo Boria