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L’edizione 2024 di #AvantiPopolo si terrà il 14 e 15 settembre e affronterà quattro temi principali: guerra e pace; impatto e dinamiche del turismo di massa; crisi ambientale; giornalismo e nuovi media La partecipazione a tutti gli eventi è gratuita
Monticchiello è una frazione del comune italiano di Pienza, nella provincia di Siena, in Toscana.
È un tipico borgo medioevale immerso nella campagna senese. Monticchiello sorge a 500 metri sul livello del mare e al 2011 vi risiedevano 202 abitanti.
Il 6 aprile 1944 Monticchiello fu teatro di un importante evento della Resistenza: la cosiddetta “Battaglia di Monticchiello“. Un gruppo composto da 70 partigiani resistette combattendo a 450 soldati repubblichini, riuscendo a metterli in fuga. Durante la battaglia persero la vita Mario Mencatelli, poi onorato con la medaglia d’oro al valor militare alla memoria e Marino Cappelli, catturato dai fascisti e ucciso sul posto.
- Monticchiello è anche conosciuto per il suo teatro detto “povero” in cui tutti gli abitanti sono autori/attori che si svolge in estate, all’aperto ogni anno da oltre 50 anni.
Il Teatro Povero di Monticchiello è un progetto sociale e culturale nato negli anni ’60. Agli inizi di quel decennio il borgo toscano attraversa una profonda crisi collegata alla rapida eclissi del sistema economico e sociale, che aveva caratterizzato per secoli la sua esistenza: la mezzadria. In un paese senza un teatro viene deciso di aggregarsi attorno a un’idea di teatro in piazza: una forma di spettacolo che diverrà presto tentativo di ricostruzione collettiva e ideale del senso delle proprie vite. Una forma di resistenza alla crisi.
Tra le varie definizioni proposte per la formula teatrale che prende vita a Monticchiello va lentamente affermandosi quella avanzata da Giorgio Strehler: autodramma. La definizione viene fatta propria dalla stessa compagnia, che per anni usa come sottotitolo dei suoi spettacoli la formula: «Autodramma ideato, scritto e realizzato dalla gente di Monticchiello».
Ogni spettacolo della compagnia va in scena solo per una stagione.
Il Teatro, nella tradizone sperimentale, ogni anno produce un nuovo testo e lo spettacolo è ideato, discusso e recitato dagli abitanti attori. Ogni estate ‘in piazza’ nello splendido borgo della Val d’Orcia.
IL VELO DELLA SPOSA, 58° autodramma del Teatro Povero
Una piccola epopea familiare, còlta in tre momenti del suo sviluppo: durante la Seconda Guerra, negli anni del boom economico, infine oggi. Il punto di osservazione, come sempre capita nel Teatro Povero, è quello del piccolo borgo toscano affacciato sulla Val d’Orcia, nel sud della provincia di Siena.
Il percorso vede così svolgersi la storia del nostro Paese, avendo sullo sfondo tre matrimoni diversi, passaggi simbolici in cui l’ordine sociale si perpetua e si rinnova, snodi e bivi nei quali si coagulano scelte individuali di adesione o ribellione.
Il primo passo ha per sfondo dunque il dramma della guerra, con il suo strascico di lutti, sacrifici e voglia di ricominciare, con protagonista un’Italia contadina e povera, oppressa dai seguaci del vecchio regime ma ricca di aspirazioni al riscatto e all’equità; nel passaggio successivo, poi, quel momento di euforia a cavallo tra anni Cinquanta e Sessanta, che visto dalle campagne presenta però una natura ambigua: di riscatto e liberazione dall’oppressione secolare della marginalità, certo, ma anche di rottura, abbandono di legami e forme sociali tradizionali destinate a inabissarsi improvvisamente.
Infine, un epilogo nel contesto odierno, globale e apparentemente innovativo, dove però in trasparenza, dietro la strumentalità di forme progressive tali solo in superficie, si intravedono le oppressioni sociali, individuali e psicologiche che da sempre prevaricano gruppi e individui. Alle quali, infine, come sempre, la scelta di ciascuno può porre, se non rimedio in assoluto, almeno la speranza di un altro intendere, di un diverso modo di vivere, in cui finalmente quel velo possa liberarsi e seguire il suo volo.
Per prenotazioni online: www.teatropovero.it . Telefoniche: (+39) 0578 75 51 18, dal martedì alla domenica 10/13 – 15/18; lunedì solo mattina; contatti alternativi in caso di non funzionamento della linea principale: 0578 75 52 73; oppure: (+39) 338 76 46 516
Per mangiare, la Taverna di Bronzone, gestita dal Teatro Povero, è aperta a pranzo e a cena, dalla sera di sabato 27 luglio fino a quella di domenica 1 settembre.
immagini sopra da: TEATRO POVERO
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m’è venuta fame!
……….una volta questiluoghi li frequentavo, da 15 anni a questa parte, raramento allora, per niente ormai. Ed è uno dei dolori dell’età.
CIAO MIO CARO E BELLO – brù
Che bella questa idea di teatro che parla del vissuto e dell’attualità del proprio paese ed è rappresentata dagli abitanti stessi: un modo interessante e partecipativo per moltiplicare e attualizzare allo stesso tempo le proprie radici.