MUSEO CLAUDIO FAINA DI ORVIETO
Il Museo Faina è un museo archeologico collocato nel palazzo Faina ad Orvieto, in provincia di Terni.
foto Sailko
Nel 1957 venne istituita la Fondazione per il Museo “Claudio Faina”, con lo scopo di tutelare e promuovere la raccolta che fu riunita dai conti Mauro ed Eugenio tra gli anni Sessanta e Ottanta dell’Ottocento, e che era stata donata al Comune di Orvieto, nel 1954.
foto da https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Museo_civico_e_museo_faina_di_orvieto.JPG
Ad Orvieto c’è anche un Museo archeologico Nazionale, in piazza Duomo, nel Palazzo Papale
https://artsupp.com/it/orvieto/musei/manor-museo-archeologico-nazionale-di-orvieto
ED ALTRI IMPORTANTI MUSEI E ZONE ARCHEOLOGICHE
07 set 2024 – 08 dic 2024
SEGUE DA :
IL GIORNALE DELL’ARTE
7 SETTEMBRE 2024
Testa femminile da Orvieto, inizi III secolo a.C (particolare)
Foto Alfredo Valeriani-Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali
264 a.C.: un anno fatale per la storia di Roma e per la romanizzazione dell’Etruria. È l’anno della conquista di Velzna, l’odierna Orvieto, ultima città-stato etrusca a cadere in mano romana, e anno della prima guerra punica, preludio della supremazia romana del Mare Mediterraneo.
Ora la mostra «Volsinio capto 265-264 a.C.», inaugurata il 7 settembre e visibile fino all’8 dicembre presso il Museo Etrusco Claudio Faina di Orvieto, racconta quel cruciale momento, e lo fa con importanti reperti archeologici, contestualizzati nelle vicende di «Volsinii», Orvieto, in lingua latina.
È lo storico bizantino Zonara, nella prima metà del secolo XII, a narrare gli avvenimenti.
Nel 265 a.C. l’aristocrazia di Velzna, allontanata da una rivolta, chiede l’intervento dell’esercito romano, che assedia la città. Nel 264 Velzna cade, viene distrutta forse per vendicare l’uccisione di un console, e gli abitanti superstiti vengono deportati sulle alture attorno al lago di Bolsena.
«L’intervento, dice Giuseppe M. Della Fina, curatore dell’esposizione, è uno dei più duri realizzati da Roma nella penisola italiana, un vero e proprio messaggio di terrore che i vincitori volevano inviare a tutti gli Etruschi, nel momento in cui l’Urbe si accingeva ad affrontare Cartagine, una delle superpotenze mediterranee».
Al comando dell’esercito che prese Velzna era il console Marco Fulvio Flacco, che volle celebrare la vittoria con un’iscrizione incisa su blocchi di peperino: «Marco Fulvio Flacco, figlio di Quinto, console, dedicò dopo la presa di Velzna (Volsinio Capto)».
La monumentale iscrizione, in quattro frammenti, base di un donario decorato da statue, probabilmente in bronzo, fu rinvenuta nel 1937 a Roma, nell’attuale Area Sacra di Sant’Omobono, ai piedi del Campidoglio.
Il reperto, venuto alla luce nel corso di demolizioni per la costruzione dei nuovi Uffici del Governatorato, è da pochi anni esposto presso la Centrale Montemartini, e questa è la seconda occasione espositiva, dopo la mostra del 2020, «Viaggio nelle terre dei Rasna», al Museo Civico di Bologna, in cui viene presentato fuori Roma. «Qui la presenza del donario che ricorda la distruzione della città, continua Della Fina, ha un significato particolare, perché viene esposto nella medesima città, in seguito rinata.
Dopo il crollo dell’Impero romano, molti abitanti scelsero di tornare a vivere nel territorio dell’antica Velzna. Per l’insediamento, destinato a una crescita rapida, si pensò al nome “Ourbibenton”, (quindi Urbs Vetus, Orvieto): la città vecchia».
Uno dei donari di Marco Fulvio Flacco (foto: Soprintendenza Roma)
L’esposizione è organizzata dalla Fondazione per il Museo Claudio Faina, in collaborazione con Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, ed è accompagnata da un catalogo Palombi Editore, con testi di Claudio Parisi Presicce, Monica Ceci, Francesca de Caprariis, Anna Maria Rossetti e del curatore. La mostra, che si snoda attraverso tre sale, chiude il percorso museale, in modo tale da permettere al visitatore di attraversare la storia, la cultura, le relazioni commerciali della città prima della sua distruzione. Accanto al donario di Flacco, è esposta una magnifica scultura, sempre conservata a Roma, presso il Museo Barracco. Si tratta di una testa femminile in trachite (forse un’Arianna), di eccellente fattura, proveniente da Orvieto e databile agli inizi del III secolo a.C., una delle ultime testimonianze dell’alto livello raggiunto dalla produzione artistica della città di Velzna.
IMMAGINI DEL MUSEO CLAUDIO FAINA AD ORVIETO
DAL LINK –-https://museofaina.it/
senza l’appello di Dionisio non abbiamo saputo dentro
Testa di divinità maschile (fine V-inizi IV secolo a.C.) al momento della scoperta in località Campo della Fiera
Cortesia Associazione Campo della Fiera – Onlus
LOCALITA,’ CAMPO CAMPO DELLA FIERA :
VASO A TESTA UMANA RAFFIGURANTE DIONISIO ( 480 A.C. )
Cortesia Associaizone Campo della Fiera. Onlus
dal Giornale dell’Arte– Viaggio tra gli scavi d’Etruria- Orvieto

Campo della Fiera, scavo archeologico del Faunu Voltumnae
QUALCOSA SUL CAMPO DELLE FIERA AD ORVIETO, DOBBIAMO CHIUDERE NON SAPENDO IN CHIARO COSA PUO’ ESSERE .. LO AVETE INDOVINATO VOI ?
ma diccitelo !
2023 — La storia dell’acqua – Il pozzo medievale di Campo della Fiera a Orvieto”
Campo della Fiera- Orvieto
Campo della Fiera restituisce ceramiche e mosaici. “Fiore all’occhiello per la Capitale della Cultura” / LINK
di Davide Pompei
“Il Santuario Federale degli Etruschi è un luogo unico al mondo che non smette di rivelare sorprese e suscitare interesse tra studiosi e studenti, anche all’estero. Un’area archeologica più che degna di essere il fiore all’occhiello della partecipazione progettata in vista della candidatura di Orvieto a Capitale Italiana della Cultura per il 2025“. Può ben dirlo la professoressa Simonetta Stopponi, direttrice scientifica della 22esima campagna di scavo condotta, su concessione ministeriale, in località Campo della Fiera dall’omonima Onlus, grazie al contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto, sensibile al patrimonio dei beni culturali.
All’opera, su due turni di scavi – il primo, da domenica 17 luglio a sabato 6 agosto, il secondo da domenica 7 a sabato 27 agosto – numerosi allievi provenienti da atenei statunitensi, europei (Madrid, Bonn, Parigi) e italiani (Firenze, Venezia, Napoli, Perugia, Foggia, Pavia, Padova, Milano). Purtroppo il violento temporale abbattutosi su Orvieto nel pomeriggio di lunedì 8 agosto non ha risparmiato nemmeno l’area archeologica ai piedi della Rupe, provocando danni alle coperture dei mosaici e coprendoli di fanghiglia, ed allagando l’intero scavo fino a rendere impossibile la prosecuzione delle indagini per alcuni giorni.
LInK — ORVIETONEWS.IT / CULTURA / 2222/ 08 /11 — CAMPO DELLA FIERA / CERAMICGHE
una belle foto scattata al Campo dell Fiera — dintorni di Orvieto
https://www.facebook.com/photo?fbid=924787053024997&set=pcb.924786719691697&locale=it_IT
FACEBOOK CAMPO DELLE FIERA
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QUALCHE IMMAGINI DEL MUSEO ARCHEOLOGICO NAZIONALE di ORVIETO
ANFORA A FIGURE NERE VI-VI SECOLO A. C.
BUSTO DI GETA DA CAMPO DELLA FIERA — II SECOLO D. C.
BALSAMARIO PLASTICO 570 A.C.
PITTURA TOMBALE GOLINI – IV SECOLO A.C.
–ch- mi sembra una pittura molto moderna, mi fa pensare ad autori DELLA FINE OTTOCENTO COME GUSTAV KLIMT
TERRACOTTA TEMPLARE – 500- 480 A.C.
STATUA DI ERCOLE IN TERRACOTTA. DAL TEMPIO DI BELVEDERE VI-VI SEC A.C.
Museo Faina a Orvieto – Foto di Museo Claudio Faina, Orvieto – Tripadvisor
Scheda : Gorgoneion dal tempio di belvedere, orvieto, fine V sec. ac..JPG
Bellissime queste opere: viene da chiedersi come sarebbe stata la nostra storia se Roma non avesse vinto.