occhio giallo di un dinosauro: gli diventa così mentre dà la caccia a qualcuno da mangiare
UNA PAROLA AL GIORNO.IT
20 AGOSTO 2013
https://unaparolaalgiorno.it/significato/panico
questo è un esempio di panico più serio, sono due bimbi nello Yemen ( fa male a vederlo )
Panico
pà-ni-co
SIGNIFICATO — Relativo al dio Pan; terrore improvviso che annulla la ragione; relativo alla natura intesa come forza vitale o manifestazione divina
ETIMOLOGIA dal greco: panikos, aggettivo di Pan, divinità silvana.
Quella di Pan, il dio metà uomo e metà caprone, è una figura sfuggente della mitologia greca: qualcuno vuole che sia il figlio deforme di una semplice ninfa, qualcuno lo vuole fra le divinità più antiche e importanti del pantheon greco. Certamente, nel quadro di questa mitologia, è una figura di peso, centrale in innumerevoli racconti.
Non si tratta di una divinità olimpica: a differenza degli dei maggiori, Pan viveva nei selvaggi boschi dell’Arcadia, dove zufolava e cercava di dare sfogo alla propria esuberanza sessuale. Infatti era il terrore delle ninfe. Adorava anche spaventare i viandanti che per caso attraversavano i suoi boschi, e lo faceva lanciando ululati terribili con un vocione a dir poco poderoso. Si narra che qualche volta, da quanto erano terribili, si spaventava anche lui – e scappava a zampe levate.
È da questo suo costume che viene l’accezione di “panico” che oggi è più comune: un terrore improvviso, un’incontrollata paura che assale qualcuno – che annebbia la ragione e la risposta al suggerimento della paura stessa. Ma non è l’unica accezione; infatti Gabriele D’Annunzio ebbe il merito di introdurre un nuovo significato a questa parola.
Il panico può anche essere un sentimento di intensa partecipazione con la natura circostante, con la sua forza e con la sua vitalità. Allo stesso modo in cui, soli in mezzo a un bosco, si può essere presi da un cieco timor panico, nella stessa situazione si può anche vivere un’esperienza mistica, trovando una profonda comunione con la possente vita che ci circonda – quasi manifestazione sensibile della divinità di un panteismo.
Il panico è quindi un concetto importante e sfuggente come era il dio Pan, che ci racconta il comportarsi della disposizione d’animo lungo il sottile confine fra paura ed entusiasmo.
Testo originale pubblicato su: https://unaparolaalgiorno.it/significato/panico
ERNST KLIMT ( FRATELLO DI GUSTAV ) – PAN CONSOLA PSICHE- 1892
olio su tela— 121x 88 cm
**Dopo la morte di Ernst Klimt, suo fratello Gustav Klimt completò il lavoro.
da : ARTHIVE.COM/IT
https://arthive.com/it/artists/74906~Ernst_Klimt/works/499549~Pan_e_Psiche
Ernst Klimt (Vienna, 3 gennaio 1864 – Vienna, 9 dicembre 1892) è stato un pittore austriaco fratello minore di Gustav Klimt. Morì all’età di 28 anni, appena dopo essersi sposato con Helene Flöge, sorella di Emilie Flöge ( una famosa stilista austriaca ). Fino a quell’anno ha lavorato con il fratello, tra l’altro nei dipinti della scalinata del Kunsthistorische Museum e nella Galleria del Belvedere.
un quadro di Ernst Klimt, 1885
da : https://it.wikipedia.org/wiki/Ernst_Klimt
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Amore e Psiche. Un’interpretazione nella psicologia del profondo
Preceduto dalla famosa favola di Apuleio, questo libretto scritto intorno al 1950 è da considerare tra i classici della psicologia analitica, esemplare di un approccio interpretativo rivolto al racconto mitologico, secondo una predilezione che finirà per diffondersi fin troppo fra gli studiosi di scuola junghiana (in particolare, sull’opera di Apuleio, che da secoli attira lettori di varia intenzione, val la pena di ricordare gli studi della von Franz e di J. Hillman).
La vicenda travagliata di Psiche, principessa la cui “splendida bellezza non si poteva descrivere”, è per Neumann quella della nascita di un “nuovo principio d’amore”, a lungo contrastato dal vecchio, legato a un mondo matriarcale che vede nell’arrivo dell’uomo la violenza che spezza il rapporto di identità madre-figlia; nuovo principio per cui “da duemila anni il misterioso fenomeno dell’amore sta al centro della vita psichica e della cultura, dell’arte e della religione”, apportando “salvezza e sventure”, ma comunque segnandoci in modo indelebile in quanto donne e, anche (forse: Neumann qui è contraddittorio), uomini della cultura d’Occidente. Con Psiche, una mortale, che trionfa con nozze divine ed entra con Amore (Eros) nell’Olimpo, si proclama che, una volta accesa la capacità di “erotizzare” la propria condizione di limite – e di intermediazione – porta l’umano, lo psichico, a “fronteggiare da pari a pari il potere disgregante degli archetipi”, le potenze impersonali che tanto spesso si presentano ammaliatrici e terribili.
Forse ( ma ci capisco poco) si potrebbe dire che l’amore, in ogni sua forma ci fa entrare nel mondo del divino.