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michele giorgio @michelegiorgio2
Il quotidiano Haaretz rivela che l’esercito israeliano intende impiegare richiedenti asilo africani – fuggiti dalla guerra nei loro paesi – nell’offensiva militare contro i palestinesi a Gaza promettendo la regolarizzazione del loro status in Israele
Haaretz | 15 settembre 2024 —
Esclusiva Haaretz |
Israele sta reclutando richiedenti asilo africani per le operazioni di guerra a Gaza che mettono a rischio la vita, promettendo uno status legale permanente
I funzionari della sicurezza israeliani stanno offrendo l’incentivo dello status di residenza permanente ai richiedenti asilo che accettano di partecipare a operazioni militari a volte pericolose per la vita a Gaza. Fonti affermano che le critiche interne a questo sfruttamento sono state messe a tacere: “Questa è una questione molto problematica”
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HAARETZ.COM / ISRAEL – NEWS / 2024/ 09 / 15
qualcosa e libri di MICHELE GIORGIO
michele giorgio – giornalista, da anni vive in Medio oriente da dove è inviato del quotidiano il manifesto, di Pagine Esteri di cui è direttore ( link : https://pagineesteri.it/author /michelegiorgio/) e per Comune.info ( https://comune-info.net/autori/michele-giorgio/)
QUALCHE OPERA :
È trascorso mezzo secolo da quando le forze armate israeliane sbaragliarono con la Guerra dei sei giorni gli eserciti arabi e presero il controllo del resto della Palestina storica. Da allora innumerevoli sono state le risoluzioni internazionali e decine i “piani di pace”, tra cui gli accordi di Oslo del 1993. Ma cinquant’anni dopo la colonizzazione israeliana e le politiche economiche che impediscono lo sviluppo del popolo occupato rendono ormai lo Stato di Palestina solo un’ipotesi sulla carta perché irrealizzabile come entità territorialmente omogenea e sovrana. La mancata applicazione delle dozzine di risoluzioni delle Nazioni unite contro l’espansione coloniale e la costruzione del Muro e gli affari miliardari dell’industria militare israeliana dimostrano, secondo gli autori, come la diplomazia mondiale abbia di fatto optato per il mantenimento dello status quo. Oltre vent’anni di fittizio processo di pace hanno istituzionalizzato le pratiche di occupazione, utilizzato la stessa Autorità nazionale palestinese come ostacolo al dissenso e posto definitivamente fine alla soluzione dei due Stati promossa dalla comunità internazionale. La realtà che abbiamo oggi di fronte è un solo Stato, diseguale e non democratico, che nega il diritto del popolo palestinese alla libertà e all’autodeterminazione. Ma proprio mentre la fragile impalcatura di Oslo entra definitivamente in crisi, israeliani e palestinesi scompaiono dalle cronache dei mezzi di informazione. Con questo libro gli autori fanno un viaggio negli ultimi cinquant’anni e, intrecciando giornalismo e ricerca storica, riportano alla luce le radici del conflitto israelo-palestinese e ne esplorano le manifestazioni attuali sul terreno.
di Chiara Cruciati (Autore) Michele Giorgio (Autore)
Edizioni Alegre, 2017
di Michele Giorgio (Autore) –Chiara Cruciati (Autore)
Edizioni Alegre, 2018
Sono trascorsi settant’anni da un evento che ha trasformato il Medio oriente e il mondo intero, la fondazione dello Stato di Israele e la Nakba, la catastrofe del popolo palestinese. Questo libro ripercorre la storia e l’attualità dell’idea di Israele, ricostruendo la genesi del movimento sionista e le sue conseguenze sulla popolazione palestinese attraverso analisi, ricerche, ricorso a fonti israeliane, palestinesi e internazionali, e con il racconto diretto di studiosi, esperti e protagonisti. Gli autori mettono a fuoco alcuni concetti ideologici fondanti lo Stato ebraico e le politiche concrete che ne sono conseguite in questi decenni. Un puzzle composto di frammenti diversi, ognuno dei quali fornisce un angolo di visuale sul progetto sionista e la sua attuale realizzazione: l’uso della terra e del lavoro, i concetti di cittadinanza e nazionalità, la proprietà e la sua confisca, il concetto di ritorno, lo « Stato unico, il sionismo e il neosionismo. E anche la dimensione planetaria, culturale e politica della questione israelo-palestinese che influenza non pochi governi e mobilita tante società civili. In questi settant’anni si è passati dà un sionismo “socialista”, fondato sul mito della conquista della terra e del lavoro, a un nazionalismo religioso, con inevitabile spostamento a destra della società israeliana. Oggi a prevalere è la narrazione sionista della storia della Palestina e una costante rimozione: che nella terra promessa del racconto biblico dove i sionisti intendevano fondare uno Stato c’era un altro popolo, che sentiva quella terra come propria per il semplice fatto che ci viveva da secoli e secoli. Ed è questa l’origine della contraddizione irrisolta tra il mito di un focolare ebraico dove far tornare un popolo a lungo perseguitato, e la realtà di un progetto coloniale di insediamento.
di Michele Giorgio (Autore)
Edizioni Alegre, 2012
La cronaca dei drammi quotidiani in Palestina è il rumore sordo, di fondo, della nostra contemporaneità. Michele Giorgio, con i suoi articoli, rompe quotidianamente il silenzio crescente intorno ad un popolo costretto a vivere da decenni sotto occupazione. Un’accurata selezione delle cronache, interviste, analisi e reportage restituisce in questo libro un’unica storia che va dal 2000 al 2012. Pur seguendo un criterio principalmente cronologico, il testo riesce a cogliere prospettive analitiche, spesso taciute, in merito allo scontro israelo-palestinese, non esclusivamente ideologico, ma ancor più politico, economico e sociale. E nel loro procedere, gli articoli conferiscono ad una realtà percepita spesso come molto lontana una connotazione di quotidianità e concretezza. Dalla “passeggiata” di Ariel Sharon sulla spianata delle moschee di Gerusalemme, che sprigionò la scintilla della seconda Intifada nel 2000, alla – rioccupazione israeliana delle città autonome palestinesi; dalla condanna all’ergastolo del “comandante dell’Intifada” Marwan Barghouti alla malattia “misteriosa” che nel 2004 uccise Yasser Arafat; dall’ascesa di Hamas all’offensiva “Piombo fuso”. Fino al terribile e assurdo assassinio di Vittorio Arrigoni.
arruolano neri africani e se restano vivi gli danno la cittadinanza. Figli di puttana.
Credo che il commento di Roberto sia pienamente centrato: è difficile commentare in modo diverso.