IL FATTO QUOTIDIANO 4 NOVEMBRE 2024
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L’intervista
CHIARA APPENDINO (videpresidente del M5s )
Chiara Appendino (M5s): “Stare col Pd ora è dannoso, dobbiamo ridarci un’identità”
La vicepresidente pentastellata – “Troppo subalterni ai dem. Orlando non era il nome giusto in Liguria, i nostri si sono astenuti”
Niente metafore, zero giri di parole. In un momento delicatissimo per la storia dei Cinque Stelle, la vicepresidente del M5S Chiara Appendino va dritta: “Questo non è il momento per un’alleanza strutturale con il Pd. Prima di ogni altra cosa, il Movimento deve ridarsi un’identità e una visione. Non riusciamo più a parlare agli esclusi, a tante persone in difficoltà, e allora dobbiamo essere più netti e radicali nelle proposte, darci nuove battaglie identitarie”.
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chiara : vale leggerlo
Partiamo dalla Liguria. Perché siete crollati al 4,5 per cento? Colpa del video di Beppe Grillo contro le candidature calate dall’alto, o delle liste deboli?
Non siamo riusciti a costruire un progetto per una vera alternativa alla destra degli affari e degli interessi, quella dell’ex presidente regionale Toti. La stessa politica che attacca Roberto Scarpinato e Federico Cafiero de Raho, perché li teme. Ma su questo da parte nostra non ci saranno mai cedimenti.
Sta dicendo che Andrea Orlando non era il candidato giusto?
A capo della coalizione non c’era una figura innovativa e credibile per i nostri elettori, che potesse garantire discontinuità.Molti degli elettori del M5S non sono andati a votare proprio per questo, perché non riuscivano a distinguere tra i due campi. Come dimostrato dai numeri, l’astensionismo ha colpito soprattutto noi, ed è un fenomeno su cui dobbiamo ragionare per poter costruire un’alternativa seria e vincente alle destre.
Quindi avete fatto male ad allearvi con il Pd. Giusto?
Io dico che a contare deve essere il progetto, e non i tatticismi. In Piemonte ho spinto perché andassimo da soli alle Regionali, perché non c’erano le condizioni. Ma domani (oggi, ndr) sarò in campagna elettorale in Emilia Romagna, dove siamo in coalizione con il centrosinistra. E ricordo che in Sardegna abbiamo vinto in alleanza, con la nostra Alessandra Todde. Bisogna valutare in base ai percorsi territoriali. Ma di certo non è il momento di alleanze strutturali con i dem. Prima il Movimento deve ridarsi una rotta e parole d’ordine chiare.
Quali?
Noi possiamo tornare a essere la risposta ai tanti problemi del nostro Paese, ma per farlo dobbiamo tornare a parlare in primo luogo ai tanti esclusi, alla cosiddetta maggioranza invisibile: a chi vive l’incubo della cassa integrazione, a chi non riesce più a permettersi le cure, ai giovani che non vedono nessun futuro qui, a chi ha un’impresa e pur di non licenziare rischia il suo patrimonio personale, con tutto contro.
Lei accennava agli errori in Liguria, ma c’è chi ha imputato la sconfitta anche al vostro veto verso Matteo Renzi. Perché Elly Schlein insiste nel coinvolgerlo?
Non so, andrebbe chiesto a lei. Di sicuro chi fa politica con la testa agli affari non può essere in sinergia con noi, che siamo quelli del taglio dei parlamentari e delle restituzioni.
Su La Stampa il dem Goffredo Bettini ha proposto un contratto di governo attorno a cui riunire un’alleanza “a maglie larghe”.
Non è il momento di parlarne.
Cosa ha sbagliato Giuseppe Conte finora?
Conte non è certo in discussione. Ma lo ripeto, dobbiamo essere più netti nelle scelte. E in generale non dobbiamo apparire subalterni rispetto al Pd, come talvolta è sembrato.
Troppo schiacciati sui dem, lei ripete.
L’abbraccio al Pd ha dimostrato di essere dannoso per noi. Dobbiamo smetterla di parlare di campo largo, campo giusto o di campo santo e concentrarci su noi stessi.
Per certi versi Beppe Grillo sostiene cose simili.
Sono grata a Grillo per ciò che ha fatto per il Movimento negli anni scorsi, ma ciò che dice ora mi interessa fino a un certo punto. Per quanto mi riguarda non dobbiamo guardare indietro, cioè alle origini, ma in avanti. Il tema è dove vuole andare il M5S, e cosa vuole essere.
Il rischio è che il M5S diventi insignificante, e che non riesca più a incidere nel Paese, ma io non voglio arrendermi a questo. Penso che abbiamo ancora molte battaglie da fare.
chiara: non credo che il problema del M5s sia il rapporto con il Pd, ma è giusto quello che dice l’Appendino ” trovare e ridarsi un’indentità che ascolti chi non ha voce “. Non è che il rapporto con il Pd te lo possa impedire, sono stati anche al governo col Pd, così come sono stati con la Lega di Matteo Salvini. L’idea di non essere né di destra né di sinistra – di cui adesso non si parla più -. è un’idea radicalmente di destra. All’epoca magari si restava disorientati dalla novità, ma adesso è una cosa chiara a tutti, mi pare.
Mi sembra- dalla intervista- di capire che l’Appendino è la vera dirigente del M5s perché a differenza di Conte, lei ci ha vissuto fin dall’inizio e si è evoluta politicamente con loro. Mi pare suggerisca una specie di ” linea intermedia ” tra Conte e Grillo, possibile se i due si ricredessero. Forse lei ha le idee più chiare di Conte. Conte è più capace di governare gente così diversa tra loro.
Devo dire che non so perché mi sono messa a commnentare quando non ne capisco granché.. ciao
Ieri sera Bersani a Otto e mezzo ha detto che l’idea è di andare da soli fino alle elezioni e poi uniursi al momento, cosa che da lui è stata criticata perché ” se non si fa una coalizione nel tempo in cui imparare ad aggiustarsi uno all’altro, poi non si riesce a governare”. E’ quello che è successo all’Ulivo.