Giuseppe Ciarallo
Pp. 283
Uscita: 29-11-2024
Era bello il mio ragazzo
Morti sul lavoro. Canzoniere del dolore e della rabbia
22 euro
PENDRAGON, 2024
Le morti sul lavoro diventano sempre più argomento di denuncia e di riflessione, materia di conflitto sociale e di vertenza sindacale. Ne è una ulteriore conferma il fatto che tale questione si ritrova sempre più spesso in quella che è una delle forme espressive di maggiore imapatto popolare: la canzone. E così troviamo questa materia dolente in molti testi della musica leggera italiana, riportati in questo volume in cui Giuseppe Ciarallo compone una sorta di autobiografia della classe lavoratrice italiana uccisa, ferita, resa invalida, che inizia con Lu minaturi di Domenico Modugno (1954) e si conclude con L’uomo nel lampo di Paolo Jannacci e Stefano Massini (2024).
Ogni testo di questa raccolta rappresenta un pezzetto di una grande storia, quella dell’industria italiana, dei suoi lavoratori e delle sue lavoratrici. E della salute e della sicurezza. Il libro è il prodotto di un progetto che mette insieme i nomi di artisti e di gruppi musicali, ognuno con la propria impronta e il proprio stile; e che avvia un processo collettivo di memoria e di consapevolezza: gli incidenti sul lavoro e le malattie professionali non sono qualcosa di occasionale e di imprevedibile. Sono la tragica conseguenza di un complessivo sistema produttivo che funziona a spese dei suoi ingranaggi umani.
Giuseppe Ciarallo, di famiglia molisana, è nato nel 1958 a Milano. Scrive di letteratura, musica, satira: ha collaborato con le riviste «PaginaUno», «InKroci» e «A-Rivista anarchica». Attualmente scrive per «Lapis» e ha una rubrica su «Buduàr», magazine on line di cultura umoristica. È stato uno dei fondatori e redattori di «Letteraria/Nuova Rivista Letteraria/Nuova Rivista Letteraria nuova serie» e «Zona Letteraria – studi e prove di letteratura sociale», periodico del quale è stato direttore. Ha pubblicato le raccolte di short-stories Amori a serramanico (Tranchida, 1999), Le spade non bastano mai (PaginaUno, 2016) e Le opinioni di un sax tenore e altri racconti (Calibano, 2022). Suoi sono anche un poemetto di satira politica dal titolo DanteSka Apocrifunk – HIP HOPera in sette canti (PaginaUno, 2011), una raccolta di testi in forma di poesia Dada Revolution (abrigliasciolta, 2021) e, in collaborazione con l’illustratore Manlio Truscia, Zappa – il fumetto (PaginaUno, 2022). Ha inoltre partecipato con suoi racconti a diversi libri collettivi, scritto sceneggiatura, testi e dialoghi dei graphic novel Chi ha rapito san Gennaro? e Milano visionaria (Guida Editori, 2023), e curato il catalogo L’eco del Padrone (Bliff!, 2023). Per Pendragon è autore di Era bello il mio ragazzo. Morti sul lavoro. Canzoniere del dolore e della rabbia (2024).
1956 — DOMENICO MODUGNO — LU MINATURI + TESTO
S’auza ‘u minaturi
Alla matina alli tri
Cu micci e bómmi ‘ncoddu
Va a fatiàri…
Suda suda suda suda
Sutta lu suli cucenti cucenti
Rumpe rumpe ‘a muntagna
E metti li mini, li micci, li bummi
E grida: – Ah, attenzioni a li bómbi! –
Si spacca la muntagna
La terra si sfracína
Ah
Suda suda suda suda
Sutta lu suli cucenti cucenti
Rumpe rumpe ‘a muntagna
E metti li mini, li micci, li bommi
E grida: – Ah, attenzioni a li bombi! –
Ma la muntagna è forti
E quarche jórnu amaru
A casa cchiù nun torna…
Suda suda suda suda…
TESTICANZONI ROCKOL.IT
https://testicanzoni.rockol.it/testi/domenico-modugno-lu-minaturi-125903659
ANNA IDENTICI, ERA BELLO IL MIO RAGAZZO- CANZONISSIMA, 1972/ 73
L’UOMO NEL LAMPO – di Stefano Massimi, Paolo Jannacci, Maurizio Bassi
di Stefano Massimi, Paolo Jannacci, Maurizio Bassi
L’uomo nel lampo
Ehi, ehi Michè,
Sono io Michè, questa voce lontana
Dicono, sai la vita è strana
Ma più che strana è proprio bastarda
Ed io lo so perché mi riguarda
Da quando il mio filo si è rotto
Sono una foto appesa in salotto
E in quella foto oltretutto…
Ma dai Michè son così brutto
Occhi chiusi, viso scuro…
Che se mi avessero detto giuro
Questa foto resterà di te
Accidenti Michè, mi sarei messo in posa
1,2,3, flash, perfetto
Sono io, sì, sono l’uomo di cui ti hanno detto
Che un lampo mi portò via
E di me non resta, che una fotografia
C’era una volta un uomo che vide come un lampo
sorrise e alzò le mani come per abbracciarlo
L’uomo nel lampo che non è più tornato
Lo videro in quel lampo e lì si è addormentato
Proprio quel lampo che portò via mio padre
e che da quel momento è musica nel vento
Sai Michè,
non è che sono solo in questo posto
C’è più folla che a Rimini ad agosto
Tutti come me finiti fuori pista
Tutti fuori dalla lista
Tutti con il marchio addosso di questo paradosso
Che il lavoro porta sotto terra
e l’operaio muore come in guerra
Ma io Michè, io che ridevo anche dei guai
io, che la battuta non mi mancava mai,
Quando mi dicono: “la fabbrica è una miniera”
No, piuttosto è una galera
Perché loro si fanno l’ora d’aria
e pure noi, nel senso che saltiamo in aria…
E nelle fiamme di 6 metri e via..
Passi da uomo a fotografia.
C’era una volta un uomo che vide come un lampo
sorrise e alzò le mani come per fermarlo
L’uomo nel lampo che non è più tornato
Lo videro in quel lampo
Questo lampo non ha odore ne colore
Il lampo uccide ma senza far rumore
Poi ti guardi ad uno specchio
E lì vorresti perdonare
E vabè, basta dai…
Da questa foto mi guardo intorno
E non ho smesso un solo giorno
in silenzio fotografato e muto di dirti:
“ciao Michè, sono il padre che non hai conosciuto”
TESTO DA : TG LA 7.IT
Quante cose mi fai conoscere attraverso il tuo blog! Grazie!