Riccardo Noury @RiccardoNoury
Per giorni i media italiani hanno detto che il presidente di Amnesty Israele si era dimesso perché contrario al nostro rapporto sul genocidio a Gaza. Ecco, nelle sue parole, le vere motivazioni. Opposte a quelle che in Italia sono state raccontate.
https://forward.com/opinion/681370/why-i-resigned-as-chairman-of-amnesty-israel/
Di Daniil Brodsky 10 dicembre 2024
Perché mi sono dimesso da presidente di Amnesty Israele
I gruppi israeliani per i diritti umani non possono difendere i palestinesi senza i palestinesi.
Dopo che Amnesty International ha pubblicato un rapporto giovedì scorso definendo la guerra a Gaza un genocidio, la filiale israeliana di Amnesty ha rapidamente rilasciato una dichiarazione affermando che la maggior parte dei suoi membri non crede che si sia verificato un genocidio. Alcuni in Amnesty Israel hanno affermato che il rapporto era di parte, sostenendo una conclusione scontata. Altri sono andati oltre, sostenendo che il movimento internazionale ha abbandonato il suo impegno per l’uguaglianza in primo luogo.
Ma anche prima che il rapporto uscisse, una settimana prima, per essere precisi, mi sono dimesso dalla mia carica di presidente del consiglio di amministrazione di Amnesty Israel. Non mi sono dimesso a causa dell’imminente controversia sulle conclusioni del rapporto di Amnesty International. Mi sono dimesso perché non potevo più presiedere una sezione che non trattava i palestinesi come partner alla pari, e non potevo firmare una critica del rapporto di Amnesty International che finge di essere un’opinione di minoranza esperta, ma è invece poco più che l’espressione di una visione del mondo ebraico-israeliana, con l’esclusione delle voci palestinesi.
Cominciamo con il rapporto di Amnesty International stesso. È stato redatto da un gruppo eterogeneo di esperti legali ed è stato rivisto più volte per aderire a standard di prova più rigorosi. È ben lungi dall’essere il primo rapporto redatto da esperti legali a giungere alla conclusione che si è verificato un genocidio, ma è di gran lunga l’analisi legale più approfondita sulla questione. Che si condividano o meno le conclusioni del rapporto, la critica dovrebbe essere del tipo che è comandato da una seria ricerca.