( TOMASO ALBINONI ( Venezia, 1671-1751 ) Il famoso Adagio è in realtà una composizione di Remo Giazotto, pubblicata nel 1958 da Ricordi

 

 

1.

adagio di Albinoni ( Remo  Giazotto ) per archi e organo in sol minore

 

 

per piano e Sax ( sassofono )

 

Chris Sullivan (Sax)

Eva Warren (Piano)

2011

 

 

Adagio in G Minor (Cello and Piano) by Remo Giazotto Edited by Henrich Lesk? | eBay

 

 

 

L’Adagio in Sol minore per archi e organo su due spunti tematici e su un basso numerato di Tomaso Albinoni (Mi 26), conosciuto come Adagio di Albinoni, è una composizione del musicologo Remo Giazotto pubblicata nel 1958 dalla Ricordi.

Giazotto dichiarò di aver “ricostruito” il presunto Adagio sulla base di una serie di frammenti di Tomaso Albinoni che sarebbero stati ritrovati tra le macerie della Sächsische Landesbibliothek di Dresda in seguito al bombardamento della città avvenuto durante la seconda guerra mondiale.

I frammenti sarebbero stati parte di un movimento lento di sonata (o di concerto) in sol minore per archi e organo, di cui purtroppo mai si sono avute certezze concrete.

In verità, a partire dal 1998, anno della morte di Remo Giazotto, l’Adagio è ritenuto un lavoro interamente originale di Giazotto, giacché nessun frammento di notazione è stato trovato in possesso della Sächsische Landesbibliothek. L’opera è stata catalogata dal musicologo Michael Talbot, massimo studioso di Tomaso Albinoni, come Mi 26 e inserita tra le composizioni non autentiche.

 

 

 

 

 

 

Albinoni

immagine di Tomaso Albinoni di:  https://www.sanbernardinosymphony.org/copy-of-williams-nimbus-2000-2

Tomaso Giovanni (Zuane) Albinoni (Venezia, 8 giugno 1671 – Venezia, 17 gennaio 1751). Di famiglia benestante ed elevata per rango sociale nella borghesia veneta, l’A., non avendo preoccupazioni di carattere economico, poté liberamente dedicarsi dapprima allo studio del violino, indi a quello del canto e del contrappunto senza ricoprire incarichi ufficiali nelle varie istituzioni cittadine.
In questo senso, e cioè perché era un musicista indipendente e non al servizio di un qualche principe o di una qualche istituzione ecclesiastica o accademica, come era costume dell’epoca, va intesa quell’insistenza con la quale egli si definisce e si firma i musico di violino o dilettante veneziano.. Dilettante, dunque, inteso non in senso moderno, ma in quanto artista libero da ogni vincolo professionale.
Nel 1705 l’A. sposò una veronese, Margherita Rimondi, e ne ebbe, tra il 1707 e il1718, sei figli.  Nel 1721 perse, assieme ai fratelli, i beni lasciati in eredità dal padre; nello stesso anno gli morì la moglie Margherita, appena trentasettenne. Un anno dopo, si recò a Monaco di Baviera in occasione delle nozze del principe.
Di ritorno a Venezia, l’A. iniziò un periodo particolarmente produttivo nel campo melodrammatico: ventisei fra opere e rifacimenti nello spazio di diciassette anni; con l’Artamene,su libretto di B. Vitturi, andata in scena nel carnevale del 1740 al teatro S. Angelo, si chiuse il ciclo produttivo dell’A., che trascorse gli ultimi dieci anni della sua vita nel più assoluto silenzio. Morì il 17 genn. 1750, dopo lunga malattia.

segue   TRECCANI

 

Remo Giazotto ( 1910 -1998 )

 

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