LUIZ VIERA –PRELUDIO PER ” NINNARE ” GENTE GIA’ GRANDE– Prelùdio para ninar gente grande di LUIZ VIERA +++ Estaçao Primeira de Mangueira, História pra ninar gente grande – segue…

 

 

 

 

 

 

traduz. approssimata -chiara

 

Quando estou nos braços teus
—-quando sono nelle tue braccia
Sinto o mundo bocejar
—–sento il mondo che sbadiglia
Quando estás nos braços meus
—–quando stai nelle mie braccia
Sinto a vida descansar
—–sento che la vita si riposa.
No calor do teu carinho
—–nel  calore della tua tenerezza
Sou menino passarinho
—sono un passerottino
Com vontade de voar
—–con la voglia di volare

 

 

 

segue da:

CANZONI CONTRO LA GUERRA

https://www.antiwarsongs.org/canzone.php/commentocat.php?id=59150&cat=14&lang=it

 

Manifestazione per Marielle Franco, Rio de Janeiro, 15 marzo 2018 (AP Photo/Leo Correa)–DA :   IL POST

 

 

 

 

ANDREA BARDELLI –LA MIA QUASI POESIA PER MARIELLE

 

Quem matou Marielle?
Por que mataram Marielle?
Prenderam dois que se declararam inocentes.
Somente uma incerta tatuagem acusa um deles
Um tal de Ferreirinha acusou o vereador Siciliano e o Curicica, chefe de susposto escritório do crime.
Mas Ferreirinha e sua advogada Camila foram acusados de falso testemunho.
Mas por que a mataram então? Qual a verdade?
Por pura maldade ?
Ser ou não ser eis a questão.
Ser morta por nada ou por um palavrão.
Ser morta para ajudar a salvação
das favelas da Cidade Maravilhosa
cantada em verso e prosa
onde se morre por um tostão.
Virá a chuva e se esquecerá de Marielle
Virá o vendaval e levará Marielle atrás de si;
Mas quero lembrar quando a vi
Mulher de pele sedosa e cheirosa, de cabelo
revolto, envolto num turbante, alvo sorriso e olhar flamejante.
Fique com seu povo, fique com os seus
Adeus Marielle Adeus
Fique com Deus..

 

 

 

TRADUZIONE DELL’AUTORE

 

 

Risultati immagini per marielle franco

 

 

 

Chi ha ucciso Marielle?
Perché hanno ucciso Marielle?
Hanno arrestato due che si sono dichiarati innocenti.
Solo un tatuaggio incerto accusa uno di loro.
Un tale di Ferreirinha ha accusato il consigliere Siciliano e il Curicica, capo d’ufficio del crimine.
Ma Ferreirinha e il suo avvocato Camila sono stati accusati di falsa testimonianza.
Ma perché l’hanno uccisa allora? Qual è la verità?
Per pura cattiveria?
Essere o non essere questo è il punto.
Essere uccisa per niente o per una parolaccia.
Essere uccisa per aiutare la salvezza
Delle favelas della città meravigliosa
Cantata in verso e in prosa
Dove si muore per un centesimo.
Verrà la pioggia e si dimenticherà di Marielle
Verrà la tempesta e porterà Marielle dietro di sé;
Ma voglio ricordare quando l’ho vista
Donna di pelle setosa e profumata, di capelli
Tempestosi, avvolti in un turbante, luminoso sorriso e sguardo fiammeggiante.
Resta con il tuo popolo, prendi i tuoi
Addii Marielle addio
Resta con Dio…

 

 

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Manifestazione per Marielle Franco, Rio de Janeiro, 15 marzo 2018 (AP Photo/Leo Correa
da : IL POST

 

 

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AMNESTY  30 OTTOBRE 2024

https://www.amnesty.it/brasile-inizia-il-processo-agli-autori-dellomicidio-di-marielle-franco-e-anderson-gomez/

 

 

Brasile: inizia il processo agli autori dell’omicidio di Marielle Franco e Anderson Gomez

 

A oltre sei anni dall’omicidio di Marielle Franco, difensora dei diritti umani e consigliera municipale di Rio de Janeiro, e del suo autista Anderson Gomez, è iniziato il processo nei confronti dei due ex agenti della polizia militare rei confessi Ronnie Lessa ed Elcio Queiroz.

Questo processo è una tappa importante del percorso verso la giustizia iniziato il 14 marzo 2018, giorno del duplice assassinio, cui Amnesty International ha contribuito con oltre un milione di firme. Ma il percorso potrà dirsi completato solo quando tutti i responsabili, compresi gli ideatori e coloro che hanno ostacolato e depistato le indagini, finiranno davanti a un tribunale.

Il Brasile è uno degli stati più pericolosi al mondo per coloro che difendono i diritti umani. Negli ultimi anni, Amnesty International Brasile ha denunciato almeno 12 casi di omicidi di difensore e difensori dei diritti umani che restano impuniti. Dal 2012 al 2023 il totale è stato di 401 omicidi.

 

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2019   CARNEVALE DI RIO   

 

“História pra ninar gente grande “_ Storia per cullare persone adulte –

 

MARIELLE 

(Rio de Janeiro1979 – Rio de Janeiro14 marzo 2018

 

 

«Mio caro/nero Brasile lascia che ti racconti / La storia che la storia non racconta / Il rovescio dello stesso luogo / È nella lotta che ci troviamo».

 

Comincia con queste parole il nuovo samba vincitore del titolo di campione del Carnevale di Rio 2019 e che già metà ottobre dell’anno scorso ( 2018 ) la Estação Primeira de Mangueira aveva deciso che avrebbe presentato a febbraio e marzo 2019 nel Sambódromo “Marquês de Sapucaí“ di Rio de Janeiro.

 

 

 

Manifestazione per Marielle Franco, Rio de Janeiro, 15 marzo 2018 (Diego Herculano- AP Images) – da IL POST

 

 

 

 

Il titolo è significativo: “História pra ninar gente grande”, ossia “Storia per cullare persone grandi” ed ha visto la collaborazione di sei autori: Danilo Firmino, Deivid Domênico, Mamá, Márcio Bola, Ronie Oliveira, Tomaz Miranda. Quest’ultimo aveva presentato il samba con queste parole:

 

 

Manifestazione per Marielle Franco, Rio de Janeiro, 15 marzo 2018 (AP Photo/Leo Correa)– da : IL POST

 

 

 

 

«Siamo stati scelti a Mangueira per onorare la memoria di Marielle Franco e dell’autista Anderson Gomes e per cantare tutta la lotta che deve ancora venire».

 

 

 

Rio de Janeiro, 15 marzo 2018 (AP Photo/Leo Correa)

Rio de Janeiro, 15 marzo 2018 (AP Photo/Leo Correa)
da : IL POST – 16 marzo 2018

 

 

 

 

La notte del 14 marzo 2018, Marielle Franco e Anderson Gomes erano stati assassinati da uomini armati che avevano assaltato l’auto della consigliera comunale di Rio incaricata proprio dal Consiglio comunale di relazionare sulle violenze nelle zone più povere di Rio.

Fondatrice e partecipante di un gruppo di samba, Se Benze que Dá, con ritrovo nel Bar Lilás (Maré), Marielle Franco era molto conosciuta per il suo attivismo in difesa dei più poveri e dei diritti delle donne, della popolazione nera e LGBTQ, Marielle è anche l’esempio di chi, nata nella favela Maré, è riuscita, nel 2014, a completare una laurea magistrale presso l’Università Federale Fluminense e a lavorare in modo coraggioso e costruttivo per le comunità discriminate di Rio.

 

 

 

Manifestazione per Marielle Franco, Rio de Janeiro, 15 marzo 2018 (AP Photo/Leo Correa)--DA:  IL POST

 

 

 

 

La sua tesi affronta proprio l’impatto delle cosiddette “unità di pacificazione” sulle “favelas” di Rio: “UPP a redução da favela a três letras: uma análise da política de segurança pública do Estado do Rio de Janeiro”, scaricabile gratuitamente da uno dei più prestigiosi portali delle scienze sociali latinoamericane, oggi pubblicato in italiano.

UPP ( = Unidades  de Polícia Pacificadora )

 

 

IL LIBRO IN ITALIANO

Laboratorio favela. Violenza e politica a Rio de Janeiro

 

 

 

Questo libro è un atto di omaggio, un racconto a cui ispirarsi, e allo stesso tempo una fotografia, ricca di speranze e di amarezze, del mondo visto con gli occhi di chi lotta per cambiarlo

 

 

 

 

 

 

Manifestazione per Marielle Franco, Rio de Janeiro, 15 marzo 2018 (AP Photo/Leo Correa)-DA:IL POST

 

 

L’ASSASSINIO  DI MARIELLE E DI ANDERSON GOMES

 

Il fatto che i quattro colpi di mitragliatrice HK MP5 che l’hanno assassinata indichino armi in dotazione alle forze speciali di Polizia e che, a quasi un anno di distanza, l’inchiesta ufficiale non abbia identificato né mandanti né esecutori.

 

Ben venga, quindi, il samba, allegro nella musica e di chiara denuncia nel testo, da Mangueira porta a Sapucaí e all’attenzione generale questi omicidi e più in generale il clima di repressione che sta vivendo Rio de Janeiro con il sindaco evangelico Marcelo Crivella e il Brasile con il governo a guida militarista, razzista ed omofobica di Jaír Bolsonaro.

 

 

AMNESTY  — PARLA ( 1.00 minuto )  MONICA BENICIO, COMPAGNA DI MARIELLE

 

 

 

Anche la vedova di Marielle Franco, Mônica Benício ha partecipato al lancio del brano. Nell’occasione, una delle ballerine della scuola di samba, Claudiene Esteves ha così riassunto un sentire comune: “Per la prima volta scegliamo di essere rappresentate da un bel samba che parla di donne che lottano e narra una storia che non viene narrata nei libri di storia del Brasile”.

 

 

 

 

video, 4,32  IL SAMBA CHE HA VINTO IL CARNEVALE DI RIO 2019

 

 

 

TEXTO

 

Mangueira, tira a poeira dos porões
Ô abre alas pros teus heróis de barracões
Dos Brasis que se faz um país de Lecis, Jamelões
São verde e rosa, as multidões

Brasil, meu nego
Deixa eu te contar
A história que a História não conta
O avesso do mesmo lugar
Na luta é que a gente se encontra

Brasil, meu dengo
A Mangueira chegou
Com versos que o livro apagou
Desde 1500 tem mais invasão do que descobrimento
Tem sangue retinto pisado
Atrás do herói emoldurado
Mulheres, tamoios, mulatos
Eu quero um país que não está no retrato.

Brasil, o teu nome é Dandara
E a tua cara é de Cariri
Não veio do céu
Nem das mãos de Isabel
A liberdade é um dragão no mar de Aracati

Salve os caboclos de julho
Quem foi de aço nos anos de chumbo
Brasil, chegou a vez
De ouvir as Marias, Mahins, Marielles, malês

 

da:
chrome-extension://efaidnbmnnnibpcajpcglclefindmkaj/https://mam.rio/wp-content/uploads/2021/01/38_a_41_Mundo-Codificado.pdf

 

 

Manifestazione per Marielle Franco, Rio de Janeiro, 15 marzo 2018 (AP Photo/Leo Correa)– DA  IL POST

 

 

 

NINNA NANNA PER ADULTI

traduzione di RICCARDO VENTURI :
dice di averlo trovato un testo difficilissimo da tradurre soprattutto per
i riferimenti a tutta la storia del Brasile – che ha voluto parteciparci
con delle note assai accurate- Ha fatto un magnifico lavoro ! Grazie.

 

 

Mangueira, spolvera gli scantinati
Oh, apri i porticati dei templi ai tuoi eroi da baraccone
Del multiforme Brasile [8] che diventa un paese di Leci [9], di Jamelão [10],
Sono verdi e rosa, le folle.

Brasile, tesoro mio,
Lascia che ti racconti
La storia che la Storia non racconta
L’opposto dello stesso posto
È nella lotta che ci si trova

Brasile, dolcezza mia
È arrivata la Mangueira
Con versi cancellati dai libri
Fin dal 1500
C’è più invasione che scoperta
C’è sangue negro calpestato
Dietro l’eroe incorniciato
Donne, tamoios [1], mulatti
Voglio un paese non da cartolina

Brasile, il tuo nome è Dandara [2]
Hai la faccia da cariri [3]
Non è venuta dal cielo
E né dalle mani di Isabel [4]
La libertà è un drago nel mare di Aracati [5]

Salve, Meticci di Luglio [6]
Ecco chi fu d’acciaio in quegli anni plumbei
Brasile, stavolta è ora
Di Ascoltare le Marie, le Mahin, le Marielle, i Malês [7]

 

 

Manifestazione per Marielle Franco, Rio de Janeiro, 15 marzo 2018 (Diego Herculano- AP Images)– IL POST

 

 

 

 

Manifestazione per Marielle Franco, Rio de Janeiro, 15 marzo 2018 (AP Photo/Leo Correa)- da : IL POST

 

 

 

note:

[1] I Tamoios erano la tribù indigena che abitava la costa da Santos a Espírito Santo (ci andarono giù pesi i colonizzatori portoghesi con la nuova toponomastica cattolica…) al tempo della “scoperta”, nell’esatto anno 1500. I Tamoios erano una tribù di etnia Tupi: tutte le tribù (Tupiniquim, Tupinambá, Potiguara, Tabajara, Caetés, Temiminó, Tamoios…) parlavano la medesima lingua, ma non risulta che si riconoscessero in un’identità comune. Praticavano tutte un’agricoltura piuttosto avanzata. Tra tutte le tribù, i Tamoios si facevano notare per il loro spirito bellicoso e per il valore in guerra.

 

[2] Dandara è stata una guerriera afro-brasiliana del periodo coloniale del Brasile. Faceva parte del Quilombo dos Palmares, un insediamento di afro-brasiliani liberatisi da soli dalla schiavitù nell’attuale stato di Alagoas, dopo una rivolta e una dura lotta. Dandara fu catturata il 6 febbraio 1694, e si suicidò piuttosto che tornare ad essere schiava. Rimane una figura misteriosa: non molto si sa della sua vita, nonostante si siano formate su di lei leggende che narrano tutto e il contrario di tutto. Era la sposa di Zumbi dos Palmares, l’ultimo re del Quilombo, da cui aveva avuto tre figli. La lotta di liberazione del gruppo di schiavi venne condotta da uomini e donne per difendere Palmares, il luogo dove si erano rifugiati e stabiliti nella Serra da Barriga (un’area quasi inaccessibile a causa della vegetazione impenetrabile). Padrona delle tecniche della Capoeira, combatté in parecchie battaglie; si ignora se fosse nata in Brasile o in Africa.

 

[3] Il riferimento è agli indios della famiglia linguistica cariri (diversa da quella Tupi), formata da diverse etnie che occupavano una grossa area del Nordest brasiliano. Il testo si riferisce più in particolare alla Confederação dos Cariris, nota anche come “Guerra dei Barbari” (Guerra dos Bárbaros), un movimento di resistenza indigena al dominio portoghese a cavallo tra il XVI e il XVII secolo. Furono coinvolte soprattutto etnie cariri dell’attuale stato del Ceará, ma anche del Rio Grande do Norte, del Pernambuco e del Paraíba.

Lo storico Luiz Antônio Simas li ha descritti come “valorosi combattenti contro la presenza portoghese. Furono decimati in una guerra condotta dai bandeirantes comandati da Domingo Jorge il vecchio, lo stesso che combatté a Quilombo dos Palmares” (v. nota 2). Secondo Leandro Vieira, l’autore di questo testo, “I cariri erano talmente coraggiosi e ben organizzati, che lo stato coloniale dovette richiamare le truppe che combattevano a Quilombo dos Palmares per contenere l’avanzata degli indios”.

In ultimo, da segnalare la curiosa evoluzione del termine cariri nei dialetti del Brasile settentrionale: significa “sforzo, fatica”. Un’evoluzione nata probabilmente dalle fatiche durate per sconfiggere i cariri secoli prima.

 

[4] Nel 1888, l’anno prima della fine dell’Impero Brasiliano (l’imperatore Pedro II fu deposto nel 1889, se ne andò in esilio a Parigi e fu instaurata la Repubblica), la principessa Isabel firmò la cosiddetta Lei Áurea (Legge Aurea) con la quale si aboliva la schiavitù in tutto il Brasile. Ma già quattro anni prima, nel 1884, lo stato del Ceará la aveva abolita motu proprio; rimando a questo punto alla successiva nota 5.

 

[5] Francisco José do Nascimento, noto come “Chico da Matilde”, di mestiere faceva il pilota di zatteroni ( sono dei velivoli ). Vissuto tra il 1839 e il 1914 nello stato del Ceará (v. nota 4), fu un combattente per l’abolizione della schiavitù. Si guadagnò l’appellativo di “Drago del Mare” (Dragão do Mar), cui si fa preciso riferimento nel testo, dopo aver guidato una rivolta di piloti di zattere per impedire che i porti del Ceará fossero utilizzati per l’imbarco e lo sbarco degli schiavi. La sua frase più celebre fu: “Nei porti del Ceará non si imbarcano più schiavi”. Era nato a Canoa Quebrada, nel distretto di Aracati (il “Mare di Aracati” nel testo); oltre a guidare la rivolta degli zatteristi, accolse schiavi in casa sua e agì per la diffusione del movimento abolizionista nel Ceará, facendogli acquistare una grande forza e rendendolo una figura mitica. E’ grazie a lui, e non alle “mani di Isabel” (v. sempre la nota 4) che la schiavitù fu abolita in Brasile e, primo di tutti (1884) proprio nel Ceará. Chico da Matilde è ancora oggi un simbolo di resistenza popolare. A Fortaleza, il centro artistico e culturale della città è stato chiamato Centro Dragão do Mar in suo onore.

 

[6] Con “Meticci di Luglio” si fa riferimento agli indigeni che lottarono nella guerra di indipendenza brasiliana nello stato di Bahia. Tuttora, in questo stato, il “caboclo” (propriamente: “bruno, abbronzato”, dal tupi caaboc) è il simbolo dell’indipendenza dalla corona portoghese. Il Brasile la ottenne il 2 luglio 1823 (per questo i meticci, o indigeni, sono “di Luglio”), anche se era stata proclamata un anno prima, nel 1822, da Dom Pedro I che assunse poi nientepopodimeno che il titolo di Imperatore. In quell’anno si svolsero battaglie sanguinose contro i portoghesi che non accettavano la secessione della colonia.

La storica Heloisa Starling ha affermato che “nel Bahia si trattò di un movimento molto interessante, perché ebbe una chiara partecipazione popolare. Il Bahia è orgoglioso di avere riunito indios, schiavi liberati, bianchi e vari settori della società brasiliana nella lotta che portò al 2 luglio. Il meticcio è una rappresentazione simbolica della presenza degli indios in questa lotta.”

 

[7] Prima di ogni altra cosa, è in questo verso (quasi interamente dedicato a figure femminili) che si fa l’unico reale riferimento a Marielle Franco.

Non ho reperito purtroppo nessun dato certo su “Maria”. Si tratta comunque quasi sicuramente di una schiava.

“Mahin” è Luiza Mahin, considerata come un’importante leader nei movimenti contro la schiavitù nello stato di Bahia all’inizio del XVIII secolo, e combattente nella rivolta dei Malês (v. infra), un’insurrezione di schiavi che scoppiò a Salvador de Bahia nel 1835. “Mahin” non è un cognome, ma un appellativo etnico: si riferisce ai Mahi, popolazione africana del Benin, dalla quale Luiza discendeva. Non si sa se fosse nata in Brasile o nella Costa da Mina, la regione africana sul Golfo di Guinea dalla quale proveniva la maggior parte degli schiavi deportati in Brasile e nel resto dell’America Latina.

La biografia di Luiza Mahin si confonde tra storia e leggenda. Sarebbe stata comunque una schiava che era riuscita a comprarsi la libertà pagandola con il suo commercio di specialità gastronomiche a Salvador, che lei stessa preparava con sapienza culinaria. Luiza Mahin è ritratta nel romanzo storico Um defeito de cor di Ana Maria Gonçalves, e oggetto di studi storici da parte di João José Reis, l’autore del saggio Rebelião escrava no Brasil. Il fatto è che Reis, il maggiore studioso della rivolta dei Malês, non ha reperito alcun riferimento certo su di lei, intendendo un riferimento documentale; a suo parere, Luiza Mahin può essere “un misto tra una figura realmente esistita, fantasia narrativa e mito libertario”.

Il poeta abolizionista Luiz Gama tentò di farla passare per sua madre in una lettera in cui la descriveva come una donna “dalla pelle nerissima e secca” e con “denti bianchissimi come la neve”, “superba, geniale, insofferente e vendicativa”. Ma secondo la storica Heloisa Starling, si tratterebbe di una pura invenzione di Luiz Gama. Luiza Mahin resta comunque una figura simbolica e importante per il movimento abolizionista.
Con Malês (termine derivato dalla lingua hausa málami “professore; signore”, o dallo yoruba imale “musulmano”) si indicavano, nel Brasile del XIX secolo, i negri musulmani che conoscevano la lingua araba e la sapevano scrivere. Quasi sempre erano assai più istruiti e colti dei loro padroni e, nonostante la loro condizione di schiavi, non erano affatto sottomessi. Nella storia brasiliana, sono stati i protagonisti della “Rivolta dei Malês” che ebbe luogo nel 1835 nel Bahia, dove viveva la loro maggior parte.

Tra il XVI e il XIX secolo non esistette alcuna libertà religiosa in Brasile. Chi non era cattolico, doveva convertirsi; la repressione fu durissima. In un primo momento, i Malês resistettero alla conversione forzata, cercando di mantenere la loro fede e la loro cultura. Si servivano principalmente di una resistenza spirituale (dissimulazione religiosa), già utilizzata dai musulmani sciiti: l’al’ tagiyya (“guardarsi” in arabo), così chiamata dai teologi islamici.

Malês erano stati deportati in Brasile a cominciare dalla fine del XVIII secolo, venduti dai vincitori di guerre locali. Una gran quantità arrivò in seguito alla guerra dichiarata nel 1804 dallo sceicco Usman Dan Fodio (1754-1817), leader islamico dei Ful (fulani, fulƂe nella lingua locale) contro gli Hausa. Quasi tutti erano originari del Sudan, ed appartenenti a vari gruppi etnoculturali. In Brasile furono conosciuti, oltre che come Malês, anche come Mussurumim. Si convertirono fintamente al cattolicesimo, continuando a praticare in segreto la loro fede ancestrale.

La rivolta del 1835 scoppiò durante il Ramadan. Sconfitti e massacrati per le strade di Salvador, dovettero lottare in diversi casi anche contro l’ostilità di altri schiavi. Tra i superstiti, molti riuscirono a tornare in Africa, stabilendosi nel Benin. Tra chi rimase in Brasile, alcuni se ne andarono a Rio de Janeiro, e altri rimasero a Salvador dove persero gradualmente la loro identità culturale e religiosa, e la conoscenza dell’arabo.

 

[8] Così ho reso l’originale dos Brasis, letteralmente “dei Brasili”, che però presenta un verbo al singolare (que se faz um país). E’ un Brasile veramente multiforme quello che si presenta qui davanti agli occhi; multiforme ma che è un tutt’uno inestricabile.

 

[9] Il riferimento è a Leci Brandão.

 

[10] Qui il riferimento è invece a Jamelão, vale a dire José Bispo Clementino dos Santos (1913-2008), un altro importantissimo e tradizionale interprete di sambas-enredo della scuola Mangueira. Ne fu interprete dal 1949 al 2006, e dal 1952 interprete principale. E’ morto all’età di 95 anni pur essendo diabetico grave e iperteso. In queste due figure, Leci e Jamelão, Leandro Vieira riassume il “multiforme Brasile”, la sua storia cancellata e le sue lotte, e contemporaneamente fa un omaggio al samba di scuola Mangueira visto come espressione e fabbrica di resistenza sociale e memoria storica. Non è un caso che a Jaír Bolsonaro il samba piaccia molto poco.

fine delle note

 

 

 

 

REPUBBLICA  12 MARZO 2019 

 

Omicidio di Marielle Franco, arrestati in Brasile due ex poliziotti

 

 

 

L’attivista, consigliera comunale di Rio, era nota per le sue battaglie in difesa dei diritti civili. I magistrati: “Omicidio premeditato, Franco giustiziata sommariamente a causa delle sue azioni politiche”. Il killer viveva nello stesso condominio del presidente Jair Bolsonaro, ma è un caso

 

 

E’  UNA STORIA LUNGA–

se volete fate clic sotto

REPUBBLICA.IT  12 MARZO 2019

https://www.repubblica.it/esteri/2019/03/12/news/due_poliziotti_sono_stati_arrestati_in_brasile_per_l_omicidio_di_marielle_franco-221335582/?ref=RHPPBT-BH-I0-C4-P12-S1.4-T1

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