Roberto Tuminelli con la bandiera e sulla sinistra la nostra compagna Angela Minella
foto dal facebook di Roberto
ROBERTO TUMINELLI
DAL SUO fACEBOOK
Passate col rosso
Tumminelli sceglie la combinazione di tre livelli di scrittura che corrispondono alle tre parti in cui il libro si articola: un saggio storico-politico, la finzione letteraria dei suoi racconti, la testimonianza di tanti protagonisti. “Sono padre e figlio di quegli anni, allora ho iniziato la mia appassionata e dura militanza politica. Sono convinto di aver dato un contributo alla costruzione di quella rivoluzione culturale che ha tirato fuori il nostro Paese dal modello ottocentesco per proiettarlo in una moderna democrazia. La mia impostazione interpretativa è esplicitamente e totalmente di parte, quegli anni hanno cambiato la mentalità degli italiani, non meno della Resistenza e della nostra Costituzione.”
ROBERTO TUMINELLI, PASSATE COL ROSSO — PRESENTAZIONE – video, 2.27 min.
Neanche un attimo di gioia. Le buone ragioni di Valerie Solanas
Una storia dimenticata che intreccia pop art, femminismo radicale e teatro d’avanguardia: dopo un’infanzia difficile segnata da povertà e violenze, Valerie Solanas arrivò al Greenwich Village nel 1966, dove scrisse il dramma teatrale “Up your ass”, storia di una prostituta e di un vagabondo. Poco dopo incontrò Andy Warhol fuori dal suo studio, la Factory, e gli chiese di produrlo. Intrigato dal titolo, si propose di visionarlo, ma trovandolo troppo pornografico, non la ricontattò più. Nel 1967 Solanas cominciò a telefonare ossessivamente a Warhol, richiedendo la restituzione del testo di “Up your ass”. Quando Warhol ammise di averlo perso, lei chiese dei soldi come risarcimento. Sull’orlo della pazzia, il 3 giugno 1968 Valerie Solanas attentò alla vita di Andy Warhol, sparando diversi colpi di pistola. Arrestata immediatamente finì nell’oblio continuando a entrare e uscire dagli ospedali psichiatrici. Nel 1988, all’età di 52 anni, morì a San Francisco. La figura di Valerie Solanas è controversa, se la stampa “mainstream” ha concordato pressoché all’unanimità sulla sua pazzia, il femminismo moderno ha dovuto fare i conti con questo personaggio scomodo e con i suoi testi più iconoclasti, incendiari e parodistici, come lo “SCUM Manifesto”. A 50 anni dall’attentato a Andy Warhol che la rese famosa e a 30 anni dalla morte, Roberto Tumminelli, racconta la vita di questa icona del femminismo radicale americano in parte dimenticata e traduce il testo della discordia, “Up your ass”, ponendo uno sguardo nuovo sullo studio delle utopie. Introduzione di Gloria Origgi. Con Il testo integrale di “Up your ass” tradotto da Stefania De Pinto.
«Sterminate quei bruti!» Il Cuore di tenebra dell’Occidente
“Sterminate quei bruti!”, grida Kurtz nel romanzo di Joseph Conrad “Cuore di tenebra”. È la fine dell’Ottocento. E Conrad definisce attraverso queste parole l’imperialismo dell’Occidente. Oggi, Terzo Millennio, lo “sterminio di quei bruti” non è cessato. Roberto Tumminelli utilizza il romanzo di Conrad come una formula che definisce il lato oscuro del sistema nel quale viviamo, mettendo in discussione la storia e la cultura di quell’Occidente che oggi più che mai aspira a un dominio globale. Utilizzando una grande opera letteraria, “Sterminate quei bruti!” ci invita a riflettere sulla giustizia del “nostro” mondo, a non chiudere gli occhi sul prezzo del “nostro livello di consumi”.
nota :
Cuore di tenebra
Cuore di tenebra fu scritto da Conrad in due mesi, nel 1898, sotto l’influsso della biografia e del mito di Rimbaud. È anzitutto un libro sul viaggio, sulla passione della scoperta di luoghi nuovi. In seguito, la vicenda di Marlow diventa una discesa agli inferi, nel cuore dell’Africa. L’incontro con Kurtz – agente dei mercanti d’avorio, che ha reso brutalmente schiavi gli indigeni – mette il protagonista, e il lettore, a contatto con il “cuore di tenebra”: il Male, reso grottesco da quegli uomini che credono Kurtz una sorta di divinità. Ma anche lui è, a suo modo, una vittima della solitudine, della follia, della cultura occidentale che va in mille pezzi quando entra in contatto con l’Altro. La morale del polacco-inglese Conrad è una risposta polemica al russo Dostoevskij: dato che Dio non c’è, difendiamoci da soli contro noi stessi.
Un pezzo della nostra vita e della nostra storia. Il Sessantotto è stato un crogiolo di ideologie e di esperienze i cui fuochi covano ancora sotto la cenere.