(coro): In pé! In pé! In pé! In pé!
Veronica,
amavi sol la musica sinfonica
ma la suonavi con la fisarmonica,
Veronica, perchè?
Veronica,
se non mi sbaglio stavi in via Canonica;
dicevi sempre: “voglio farmi monaca!”
ma intanto bestemmiavi contra i pré!
Ti ricordo ancora come un primo amore:
lacrime, rossore fingesti per me.
Mi lasciasti fare senza domandare
quello che pensassi di te, oh!
(coro): In pé! In pé! In pé! In pé!
Veronica,
il primo amor di tutta via Canonica:
con te, non c’era il rischio del platonico,
Veronica, con te!
Veronica,
da giovane, per noi eri l’America:
davi il tuo amore per una cifra modica
al Carcano, in pé, ma…
Ti ricordo ancora come un primo amore:
lacrime, rossore fingesti per me.
Mi lasciasti fare senza domandare
quello che pensassi di te, oh!
Veronica,
l’amor con te non era cosa comoda,
nè il luogo, forse, era il più poetico:
al Carcano, in pé; ma…
Ti ricordo ancora come un primo amore:
lacrime, rossore fingesti per me.
Mi lasciasti fare senza domandare
quello che pensassi di te,
mi lasciasti fare senza domandare…
al Carcano, in pé!
Jannacci — Soldato Nencini
TESTO
Soldato Nencini, soldato d’Italia
semianalfabeta, schedato: “terrone”,
l’han messo a Alessandria perchè c’è più nebbia;
ben presto ha capito che a volergli bene
c’è solo quel cane che mangia la stoppa
fra i vecchi autoblindo, pezzato marrone…
Due o anche tre volte ha chiesto il tenente
a un suo subalterno: “Ma questo Nencini,
cos’ha, da sorridere sempre per niente?
Sorride un po’ perso… magari a nessuno;
e mangia di gusto ‘sto rancio puzzone!…
Ma è analfabeta, e per giunta, terrone!”
E arriva anche il giorno che arriva la posta;
e piove, e di dentro c’è tante persone.
S’inganna ridendo l’odore di piedi,
e là, più di tutti, chi ride è il terrone:
gli stanno leggendo del padre a Corfù;
C’è stata una capra malata… e continua:
“Sai, tristi è aspettari: se non t’amo più,
conviene lasciarsi…” Firmato: Mariù
Soldato Nencini, soldato d’Italia
di stanza a Alessandria, schedato: “terrone”,
si è messo in disparte, sorride un po’ meno;
ma di tanto in tanto, ti ferma qualcuno
e gira e rigira quel foglio marrone:
ti legge un frase; ti dice:”c’è scritto
“Sai, tristi è aspettari: se non t’amo più,
conviene lasciarsi…” Firmato: Mariù”
sei minuti all’alba – Album 1966 — Enzo Jannacci // TESTO E MUSICA DI ENZO JANNACCI
A volte Enzo nei concerti introduceva questa canzone con le parole “Vorrei dedicare questa canzone a mio padre, è importante ricordare visto che oggi c’è chi oggi confonde la Repubblica di Salò con la Repubblica di San Marino”.
Sei minuti all’alba: el gh’è gnanca ciàr
sei minuti all’alba: il prete è pronto già;
l’è giamò mess’ura ch’el va dree a parlà…
glie l’ho detto: “Padre, debún, mi hoo giamò pregà!”
Nella cella accanto cantenn ‘na cansún…
sì, ma non è il momento! Onn pu d’educasiún!
Mi anca piangiaria, il groppo è pronto già.
Piangere. Doaccordo, perchè m’hann de fucilà:
Vott setémber sunt scapaa, ho finì de faa el suldaa.
Al paìs mi sunt turnà: “disertore” m’hann ciamaa!
De sul treno caregà, n’altra volta sunt scapaa:
in montagna sono andato, ma l’altrier
coi ribelli m’hann ciapaa!
Entra un ufficiale; m’offre da fümà…
“Grazie, ma non fumo prima di mangià”
Fa la faccia offesa… mi tocca di accettar.
Le manette ai polsi son già… e quei là vann dree a cantà!
E strascino i piedi, e mi sento mal…
sei minuti all’alba! Dio, cume l’è ciàr!
Tocca farsi forza: ci vuole un bel final!
Dai, allunga il passo, perchè ci vuole dignità!
Vott setémber sunt scapaa, ho finì de faa el suldaa.
Al paìs mi sunt turnà: “disertore” m’hann ciamaa!
De sul treno caregà, n’altra volta sunt scapaa:
in montagna sono andato, ma l’altrier
coi ribelli m’hann ciapaa!
testi da: ROCKIT.IT
SEI MINUTI ALL’ALBA
Sei minuti all’alba
e non è ancora chiaro,
sei minuti all’alba
Il prete è pronto già.
È già mezz’ora
che sta parlando.
«Gliel’ho detto, padre, davvero,
ho già pregato».
Nella cella accanto
cantano una canzone.
«Sì, ma non è il momento
un po’ d’educazione!»
Io addirittura piangerei
il groppo è pronto già;
piangere d’accordo, e perché?
Mi devono fucilare.
L’otto settembre sono scappato
ho smesso di fare il soldato,
son tornato al paese
mi han chiamato disertore.
Caricato su di un treno
son scappato un’altra volta;
in montagna sono andato, ma l’altro ieri
m’hanno preso coi partigiani.
Entra un ufficiale
mi offre da fumare:
«Grazie, ma non fumo
prima di mangiar».
Fa la faccia offesa,
mi tocca di accettar,
le manette sono già ai polsi,
e quelli continuano a cantare.
E trascino i piedi
e mi sento male;
sei minuti all’alba,
Dio com’è chiaro!
Tocca farsi forza
ci vuole un bel finale;
dai allunga il passo, perché
ci vuole dignità.
L’otto settembre sono scappato
ho smesso di fare il soldato,
son tornato al paese
mi han chiamato disertore.
Caricato su di un treno
son scappato un’altra volta;
in montagna sono andato, ma l’altro ieri
m’hanno preso coi partigiani.
versione italiana da :
CANZONI CONTRO LA GUERRA
https://www.antiwarsongs.org/canzone.php?id=346&lang=it
Lato A
- Sei minuti all’alba (testo e musica di Enzo Jannacci)
- Soldato Nencini (testo e musica di Enzo Jannacci)
- E io ho visto un uomo (testo e musica di Enzo Jannacci)
- La balilla (testo di Enzo Jannacci; musica tradizionale)
- Faceva il palo (testo di Walter Valdi; musica di Enzo Jannacci)
- Dona che te durmivet (testo e musica di Enzo Jannacci)
Lato B
- Cosa portavi bella ragazza (testo e musica di Enzo Jannacci)
- Chissà se è vero (testo e musica di Enzo Jannacci)
- L’appassionata (testo italiano di Leo Chiosso; musica di Guy Marchand)
- E savè (testo e musica di Enzo Jannacci)
- L’è tri dì (testo e musica tradizionali)
- Ho soffrito (testo di Marcello Marchesi e Cochi Ponzoni; musica di Enzo Jannacci)
Per me Milano è anche la canzone “Veronica” e molte altre di Jannacci.
Per me Milano è anche la canzone “Veronica” e molte altre di Jannacci. “con te non c’era il rischio del platonico…”: formidabile!