– Istituto Statale di Istruzione Secondaria Superiore “Teodosio Rossi” di Priverno: http://www.isissteodosiorossi.it/
PRIVERNO — PROV. DI LATINA
Il centro storico, il cui nucleo più antico risale a un periodo tra il X e il XII secolo, si inerpica con un tipico impianto urbanistico medioevale attorno al Colle Rosso. Nel secondo dopoguerra la città si estese fuori le mura, dapprima lungo il versante occidentale del colle, fino ad allora disabitato poiché ripido e impervio, poi, a partire dal 1960, interessando completamente il colle gemello di San Lorenzo, quindi il sottostante colle del Montanino fino alle pendici (località Caciara) e, particolarmente dopo il 1980, raggiungendo persino i fondivalle.
Priverno (LT) centro storico panorama versante Est
– Opera propria
I Colli Seiani visti dai Monti Lepini. Sullo sfondo i Monti Ausoni
– Opera propria
Priverno: piazza del comune sotto la neve il 17 dicembre 2010
– Opera propria
Priverno. Panorama verso est/sud-est sulla bassa val d’Amaseno
– Opera propria
Priverno, Province of Latina, Italia –
ph. Itto Ogami– foto sopra
ABBAZIA DI FOSSANOVA
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ABBAZIA DI FOSSANOVA
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Musei Archeologici di Priverno ( FACEBOOK )
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PRIVERNO NELLA PROVINCIA DI LATINA
– Opera propria
FOTO E TESTO DI PRIVERNO
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Dai Volsci al Medioevo
MUSEO ARCHEOLOGICO DI PRIVERNO — LATINA / LAZIO
COMPAGNIA DEI MONTI LEPINI
FACEBOOK MUSEI ARCHEOLOGICI PRIVERNO
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Quando il Museo è stato istituito, nel 1986, di Privernum ben poco si conosceva; la sua memoria sembrava non potersi affidare ad altro se non alle gesta di Camilla, la mitica eroina figlia di un re della volsca Priverno, immortalata con enfasi, e in un clima di fascino e di mistero, nei versi dell’Eneide di Virgilio.
Scavi settecenteschi condotti dal Governo Pontificio avevano portato al recupero di importanti opere d’arte e interventi del secolo passato, più o meno programmati, avevano fatto riemergere monumenti e contesti decorativi: templi, domus, terme, teatro, mosaici, decori architettonici e tanti oggetti del vivere quotidiano. Gli scavi, segnati purtroppo dal più completo disinteresse verso contesti e strutture e subito abbandonati al loro destino, non hanno lasciato segni tangibili sul territorio e i materiali, letteralmente strappati dal loro contesto di appartenenza, sono migrati a Roma per disperdersi in magazzini di musei statali; solo i pezzi “più belli” hanno avuto miglior fortuna: una statua di Tiberio e i ritratti di Claudio e Germanico confluiti nelle collezioni vaticane e capitoline a far mostra quali elementi di riferimento artistico e la cui provenienza privernate sembrava essere solo un marginale corollario identificativo.
L’avvio di un nuovo interesse verso le antichità di Privernum è segnato, intorno al 1970, da una ricerca portata avanti in ambito universitario.
Enti di ricerca e di tutela – Università e Soprintendenze – hanno permesso di trasformare quella che sembrava un’utopia in una realtà progettuale che, positivamente accolta ed economicamente supportata dalla Regione Lazio, si è presto avviata verso le sue fasi attuative. Nell’arco di quindici anni i tre Musei archeologici, a cui si è aggiunto, nel 1998, il Polo Museale Santa Chiara, hanno aperto i loro battenti per divenire patrimonio della collettività, legate da un imprescindibile filo conduttore che è il racconto del divenire storico di un territorio, quello della media valle dell’Amaseno, che ha visto, dall’antichità fino all’Altomedioevo, nei poli di Privernum, prima, e Fossanova e Priverno, poi, i suoi principali punti di riferimento.
IL PALAZZO DEL MUSEO
IL SOFFITTO
Gli interni sono impreziositi da un ciclo pittorico in tardo-Liberty che decora tutti i soffitti con un’accentuata varietà di stili. Motivi geometrici con palesi richiami di scuola viennese, stesi a olio sui soffitti lignei, si contrappongono a una pittura su intonaco più libera e ridondante, con rivisitazioni di ‘grottesche’, allegorie zodiacali, erme, cariatidi che sorreggono cornucopie neorococò ricolme di frutta e fiori oppure clipei con interessanti vedute urbane della Priverno di allora.
L’intero patrimonio pittorico è stato restaurato nell’ambito dei recenti lavori di adeguamento dell’edificio a sede museale ed è fruibile, con un percorso nel percorso, all’interno dell’allestimento espositivo che si inserisce nelle dodici sale del Palazzo, rispettandone architettura e decori.
LE REGIONI DEL LAZIO
Bellissima la sede del Museo Archeologico di Priverno. Molto bello l’intervento di Barbero, chiaro e “umano”.