SANTE NOTARNICOLA a. — Wikipedia — b. — POESIE : ” Con quest’anima inquieta ” — + Biografia + 2 poesie recitate + nota sul gruppo ” Assalti Frontali “

 

 

 

*** la poesia d’amore di Sante Notarnicola, letta da Gian Maria Volontè, è forse la più bella che abbia letto, almeno in questo ultimi anni, dico così per evitare esagerazioni. ch

 

 

 

UN’ALTRA STORIA VISTA PER ULTIMA CHE VI PROPONGO SUBITO-– DA WIKIPEDIA- qui si usa il termine ” criminale ” per nominarlo- Nel testo che abbiamo  pubblicato in predenza, non si usa.

 

 

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foto di : Delehaye

 

Sante Notarnicola (Castellaneta15 dicembre 1938 – Bologna22 marzo 2021) è stato un rivoluzionariocriminale e poeta italiano.

Nel 1963 incontrò Pietro Cavallero, con cui formò una banda di rapinatori, che mise a segno una serie di 18 rapine. Nel gennaio 1966, si sposa con una ventinovenne sua compaesana e si trasferisce a Genova, dove inizia a svolgere il mestiere di rappresentante. Il 16 gennaio 1967, nel corso di una rapina a Cirié, la banda uccise il medico Giuseppe Gajottino.

L’ultima rapina avvenne il 25 settembre 1967, quando essi presero d’assalto il Banco di Napoli in largo Zandonai a Milano. La polizia riuscì ad intervenire nel corso della rapina e, nel tentativo di catturare i rapinatori, fu messo in atto un lungo inseguimento per le vie della città, con sparatoria in mezzo alla folla. Il risultato fu di 4 morti e l’arresto di uno dei componenti della banda, mentre gli altri due riuscirono a fuggire. Dopo otto giorni di latitanza tra le campagne della Pianura Padana, Notarnicola e Pietro Cavallero vennero arrestati il 3 ottobre vicino a Valenza.

Il processo presso la Corte di Assise di Milano iniziò il 3 giugno 1968 e durò 21 udienze; la sentenza dell’8 luglio irrogò l’ergastolo a Notarnicola, come pure a Cavallero e Rovoletto.

La carcerazione non spense il suo spirito rivoltoso. Insieme agli altri detenuti si batté contro le dure condizioni nelle quali i detenuti erano costretti a vivere, riuscendo, con queste prime rivolte, a conquistare una serie di diritti fino ad allora negati, come disporre di carta e matita per scrivere o avere più di un libro in cella. Fu attivo sulle condizioni detentive, sui decreti legge sulle carceri, nella lotta sul decreto di amnistia per i detenuti politici incarcerati durante “l’autunno caldo” o le condizioni detentive di massima sicurezza e l’introduzione delle carceri speciali e del regime carcerario detto del 41bis. Partecipò alla stagione delle rivolte in carcere, che segnarono la storia carceraria italiana e di coloro che vi furono imbrigliati per tutto il periodo antecedente e successivo alla legge Gozzini. Nel novembre 1976, con altri quattro detenuti, tentò di evadere dal carcere di Favignana attraverso un tunnel sotterraneo che venne però scoperto dagli agenti.

Nell’aprile 1978 fu il primo nella lista dei 13 nomi indicati dalle Brigate Rosse come detenuti da liberare in cambio del rilascio di Aldo Moro, scambio che poi non ebbe un seguito.

In carcere studiò, lesse e scrisse: Feltrinelli pubblicò il suo primo libro nel 1972, L’evasione impossibile, e fu autore di diversi scritti poetici. Nel 1979 inviò a Primo Levi alcune sue poesie. Levi rispose affermando che le sue poesie erano quasi tutte belle, « alcune bellissime, altre strazianti » e « miracolosa per concisione e intensità » la poesia Posto di guardia:

 

«Il guardiano più giovane
ha preso posto
davanti alla mia cella.
“Dietro quel muro” – mi ha
indicato – “il mare è azzurrissimo”.
Per farmi morire un poco
il guardiano più giovane

 

Dal 1995, in regime di semilibertà; il 21 gennaio 2000 ottenne infine la libertà.
Colpito dal COVID-19, riuscì a guarire, ma morì poco tempo dopo, nel marzo 2021, all’età di 82 anni, per le complicazioni di un’influenza.

 

wikipedia – link
https://it.wikipedia.org/wiki/Sante_Notarnicola

 

 

 

segue da:

SANTE NOTARNICOLA — POESIE : ” Con quest’anima inquieta “


https://santenotarnicola.it/opere/poesie/con-questanima-inquieta/

 

 

 

 

Milano – Edizioni Senza Galere – 1979

 

 

 

 

CON QUEST’ANIMA INQUIETA

 

Come una vecchia
Amica tornò
Ancora la pioggia
A battere il tempo
Sul selciato

E la terra
La riceve tutta
Nel grembo
Mentre sorridono
Gli alberi
Nel respiro della primavera

Anch’io m’appresto
A riceverla
Con quest’anima inquieta
Che smania
E che vuol correre
Nei prati
Appena bagnati.

Volterra 14 marzo 1971

 

 

 

LA PRIGIONE

 

Incasellai nella mente
sguardi fiori e uno spicchio di cielo.
La pianura addormenta l’anima,
ma la prigione resta ferma sulla collina.

Dopo, tentai di gettare l’anima
al di là del muro. Zelante
il guardiano me la sbattè sul muso.

S. Vittore 21 ottobre 1971

 

 

 

TRADUZIONE AL SUD

Imbrigliato
Sono sceso al sud del paese
Teoria di binari e di mare
Scorre veloce il sangue
Manette d’ira
Poi nel vento,
stanchi
si rilassano i polsi
alla malinconia.

Augusta 6 marzo 1972

 

 

 

I LIMITI

Han posto limiti
alle ore
al pianto
al sorriso
alla grandine.
Evidenti si fanno i limiti
del giorno
della luna
della ragione
della speranza.
Spaventosi limiti
dell’uomo
della vita
della giustizia
dell’onestà.
E il piacere si spezza sulla
Via Lattea
senza godere
nella notte
breve come i limiti
del vetro
che penetra
in corpi
chiusi
entro gusci
troppo fragili per sostenere
l’imperativo:
produrre
produrre
in limiti crudeli di libertà.

Lecce maggio 1972

 

 

 

DA TE

Venire da te,
liberarsi di tutti i motivi
e abbandonare
i muscoli tesi
oltre ostacoli ferrosi
e poi correre tutta la notte
portando nel pugno una stella

E tu, continuo pensiero
che lasci sgombra la mente
e impasti i colori più chiari
per dare più luce alla pelle

Ma è il verde
che domina:
un grido continuo per l’anima

fatica,
fatica d’entrarti
per essere tutt’uno con te.

Porto Azzurro 29 giugno 1972

 

 

 

CONOSCO

Conosco attimi
d’aria e di ferro
campi di papaveri
e cristi inchiodati

conosco i rumori
del cuore
i silenzi repressi
e momenti d’ira

e l’ansia
di un’atroce domanda:
“ora, adesso… dove sei?”

ma pure – qualche volta –
ho conosciuto la calma
gli scoppi di risate inutili e,

riconosco poi, il cambiare
delle stagioni, dai fiori
nati in un carcere

ma conosco pure
tutte le sfumature del verde
quando ti stringo le mani.

Procida 10 luglio 1972

 

 

 

 

A MARA

 

Fu scarno il commiato
dei compagni

poi
colonne di piombo
a lacerarti

insinuare
negli animi deboli
una fragilità
ch’è patrimonio
tutto borghese

la nostra prece
ha sfumature diverse

nella mente
precisi gli obiettivi

e nel cuore
resta fissa
la generosità tua
che

a braccia spalancate
tutto hai dato
sotto un cielo
chiaro di giugno

Favignana giugno 1975

 

 

 

 

 

“Sono nato a Castellaneta, nel tarantino, il 15 dicembre 1938. Anni tristi, anni di fame per il Sud: il fascismo, la guerra d’Africa, la guerra di Spagna non avevano risolto nulla, avevano succhiato solo uomini. E la guerra mondiale era già nell’aria. Castellaneta è nell’entroterra, a una trentina di chilometri da Taranto. Uno di quei paesoni agricoli, tipici del Sud, né villaggio né città, poverissimi, ricchi solo di bocche da sfamare. Case vecchie, una sola strada decente, in mezzo al paese, qualche villetta dei notabili: le sanguisughe. In campagna i miei nonni lavoravano ancora con l’aratro a braccia. L’unica industria era l’emigrazione. Il fascismo provò a sostituirla con la guerra: a casa invece delle rimesse degli emigranti, cominciarono ad arrivare poche lire sottratte alla “deca”. Il paese era noto nel mondo per una sola gloria: Rodolfo Valentino. Ma i dirigenti locali non seppero sfruttare neppure quella, puntando sulle americane fanatiche dell’amante latino.

 

Mio padre era figlio di contadini. I nonni conducevano a mezzadria una cascina a Lizzano, un altro paesone come Castellaneta. Di tanto in tanto anche mio padre andava a lavorare nella cascina dei vecchi.

Ho ricordi molto vaghi di quel tempo, almeno fino al giorno in cui mio padre se ne andò con una vicina di casa anche lei sposata. Tra tutti e due abbandonarono una decina di figli. Com’è costume dalle mie parti, queste cose toccano il limite della tragedia. Il disonore ricade su tutta la famiglia, figli compresi. E naturalmente è la parte più debole, la donna e i figli, che ne porta il peso maggiore. Per me fu un duro colpo. Mio padre era estremamente severo, tra lui e noi non ci fu mai confidenza, ma distacco. Nel paese era uno dei pochi che portava la camicia bianca, si dava un contegno, ci teneva a dimostrare che era un educatore rigido. Quando se ne andò non perse il mio affetto, che non aveva potuto nascere, ma il mio rispetto; tutta la sua austerità era naufragata miseramente”.*

Sante Notarnicola trascorre la prima infanzia fra miseria ed emarginazione sociale. Abbandonato dal padre, è costretto a subire lo sfascio della propria famiglia in un Istituto per l’Infanzia Abbandonata, dal quale uscirà a 13 anni per raggiungere la madre, nel frattempo emigrata a Torino. Nella capitale industriale del Nord va a vivere alla “Barriera di Milano”, nota per essere un quartiere nevralgico per tutto il mondo operaio e sede di una delle più importanti e storiche sezioni del PCI della città di Torino; la famosa sezione “Antonio Banfo” che custodiva una minuta con appunti di una riunione a cui parteciparono Gramsci, Togliatti, Tasca ed altri e questo cimelio era l’orgoglio di tutti i suoi militanti insieme agli innumerevoli racconti di chi fu testimone di eventi storici importanti. Notarnicola inizia la sua militanza politica sotto l’influenza dello zio ex partigiano; frequenta gruppi di operai e di ex partigiani e con loro milita prima nella FGCI, poi nel PCI: sono gli anni del dopoguerra, anni in cui negli ambienti della sinistra italiana si continuano a nutrire speranze rivoluzionarie e in modo particolare il sogno di continuare la lotta condotta durante la Resistenza, per portare a termine quella trasformazione che si era bruscamente interrotta con la fine della seconda guerra mondiale; sono gli anni in cui, di fronte ai sogni di una generazione, si delinea la svolta istituzionale del Partito Comunista che prende sempre più le distanze dalle idee rivoluzionarie.

È fra le quinte di questo complesso scenario che matura l’esperienza politica e umana di Notarnicola ed è da questa esperienza che bisogna partire per capire il senso della sua poesia, una poesia nutrita di storia, di umanità, di sentimenti, più che di parole.

È il ’59 quando inizia con alcuni compagni una serie di espropri, organizzando rapine in banche e gioiellerie per raccogliere denaro a favore dei movimenti di liberazione nei paesi coloniali; è durante una di queste rapine (la sanguinosa rapina di Largo Zandonai a Milano) che nel ’67 viene arrestato insieme a Piero Cavallero e altri due compagni e condannato all’ergastolo. In carcere inizia a studiare, a scrivere e soprattutto a lottare per quanto avviene in quegli anni nelle prigioni.

Da quel momento (il ’68 e le BR non erano ancora arrivati) si affanneranno ad attribuirgli etichette sempre diverse, da sobillatore a sovversivo, da nappista a brigatista, da irrecuperabile a irriducibile.

Trascorre a Bologna gli ultimi anni della sua vita. Dal 1995, in regime di semilibertà, gestisce il pub Mutenye dedicandosi ai più giovani e a numerosi progetti sociali, solidali, culturali. Dal 21 gennaio 2000 è libero.

Ci lascia a 82 anni il 22 marzo 2021 dopo aver vinto la sua ultima battaglia con il Covid.

Le sue poesie e i suoi scritti in prosa sono stati tradotti in Svizzera, Germania, Grecia, Francia, USA.

 

Biografia tratta da Versi elementari, Edizioni LYRIKS, 2020

*da L’evasione impossibile, 1972

 

L'evasione impossibile - Sante Notarnicola - copertina

Odradek, 2005

 

 

” I numeri ” di Sante Notarnicola da ” Versi elementari ” (edizioni LYRIKS, 2021)

Legge Gian Maria Volontè

 

 

 

POESIA DI SANTE NOTARNICOLA -LA NOSTALGIA E LA MEMORIA

 

 

 

—  musiche Assalti Frontali  

 

Talvolta
vorrei ripercorrere
le strade del mio quartiere.
E ritrovare vorrei
quella generazione
che si formò
sul testamento
di Julius Fucik,
colui che sotto la forca
scrisse a noi, per noi.

La generazione
che compatta correva
da Papà Cervi, a consolarlo,
a consolarsi.

Quella generazione
che, disarmata,
raccolse la bandiera
della Resistenza
prima che la borghesia
l’agitasse, oscena…

Vorrei ritrovarmi
con gli operai perseguitati
da Scelba e da Valletta,
quelli dell’officina Stella Rossa,
i licenziati che seppero tenere,
e ricordare qui vorrei,
gli anni ’50.
Tutti. Uno per uno.
Giorno dopo giorno.

Ricordare gli affanni
Ricordare la fame
Ricordare il freddo,
il carbone
comprato a 5 chili per volta,
e il baracchino
con la pasta scotta
e null’altro.

Poi gli scontri:
luglio ’60
e gli struggenti ragazzotti
di Piazza Statuto,
col selciato tra le mani.
Ripercorrere vorrei
tutta via Cuneo,
attraversare la Stura, la Dora
e tutto il quartiere mio.

Guardare vorrei
per una volta ancora
la vecchia casa
col cesso sul ballatoio,
ritrovare per un momento solo
i vent’anni miei,
colui che per primo
mi chiamò terrone
e m’insegnò poi
che fare il crumiro
era il crimine più grande.

In ultimo vorrei chinarmi
assorto
sull’elenco angoscioso
di chi non c’è più
e nascondermi vorrei
in via Chiusella
la più brutta delle strade
del quartiere mio.

Ricordare anche l’addio,
violento, feroce. L’ira…

Ma pure
ritrovare le radici
in questo quartiere,
piatto come l’anima,
vasto come l’orgoglio,
amato e vissuto
da quella generazione,

la più infelice
la più dura
la più cara.

 https://santenotarnicola.it/opere/poe…

 

****

 

NOTA DA CANZONI CONTRO LA GUERRA SU:

 

ASSALTI FRONTALI

Assalti Frontali

Gli Assalti Frontali sono di Roma e nascono quando il progetto Onda Rossa Posse e il movimento della Pantera muoiono, vale a dire nel 1990/91. All’inizio il gruppo traeva ispirazione da Radio Onda Rossa appunto, ma poi la situazione si è alquanto evoluta e con la fine dell’Onda Rossa Posse (la quale può comunque vantarsi del fatto che, tra i suoi tanti pregi, è stata la prima Posse, il primo gruppo in assoluto ad aver inciso un disco rap in italiano, facendo un po’ da faro per tutte le altre Posse che sono nate di lì a poco), i suoi storici componenti (MILITANT A, CASTRO X, NCOT, BRUTOPOP) hanno dato vita ad altri progetti, tra cui AK-47 e Assalti Frontali.

Proprio questi ultimi sono ben presto diventati un importante punto di riferimento per tutto il rap militante e il loro “Terra di Nessuno” rimane tuttora uno dei capolavori del rap/hip-hop italiano, sia per la sua originalità sia per il suo grande e importante contenuto (che dovrebbe far riflettere tanti nuovi rappers italiani). Quest’album fu prodotto con la collaborazione di numerosi altri gruppi rap di qualità nostrani, come Lou X e gli LHP ed ebbe veramente un forte impatto su tutta la scena. Tanto che numerose majors tentarono di far firmare un contratto al gruppo, il quale ha però sempre rifiutato un aggancio con ogni tipo di potere, ed ha continuato sulla strada dell’autoproduzione, fino ad arrivare a creare un vero e proprio studio di registrazione nello storico C.S.O.A. Forte Prenestino.

Da non dimenticare anche la cassettina fatta circolare durante la Guerra nel Golfo, chiamata Uniti contro la Guerra, che radunava molti rappers della scena romana e non solo e che rappresentava un importante manifesto ideale e ideologico contro la dannata Guerra in Iraq del 1991 e contro tutte le scelte belliche dei potenti in genere.

Ma gli Assalti Frontali non si fermano e, dopo 4 anni di silenzio, rimasti soltanto MILITANT A, TESTIMONE OCULARE e BRUTOPOP,

nel 1996 hanno sconvolto tutti, facendo uscire il nuovo “Conflitto”, il quale contiene forti influenze rock, con basi “dure” suonate dal vero dai BrutoPop, andando ancora una volta a colpire diritto l’ascoltatore (proprio come dice il nome del gruppo), senza mezzi termini nè pregiudizi di nessun genere.

Che cosa ci staranno preparando gli Assalti per il prossimo album??? Impossibile indovinarlo, ma se solo dovesse seguire in parte la stessa strada dei primi due (cosa molto probabile), sarebbe sicuramenteuna bomba imperdibile…

La Discografia

Onda Rossa Posse:

* “BATTI IL TUO TEMPO” (EP, 1990, Autoprodotto)
1. Batti il tuo Tempo
2. Categorie a Rischio
3. E’ quello che Siamo
4. Omaggio a Sante
5. A tempo di Rap

Uniti contro la Guerra:

* “UNITI CONTRO LA GUERRA” (EP, 1991, Autoprodotto)
1. Baghdad 1.9.9.1.
2. Baghdad 1.9.9.1. (Anti-Media)
3. Macabra Danza (Raptus)

Assalti Frontali:

* “TERRA DI NESSUNO” (Album, 1992, Autoprodotto)
1. Il Tesoro
2. Assalto Frontale (+Lou X)
3. Terra di Nessuno
4. 00199
5. Il Pendolino
6. F.O.T.T.I.T.I. (+L.H.P.)
7. Mai soli per il Mondo
8. Dobbiamo esserci
9. Una Storia Infinita
10. Questione d’Istinto
11. Sioux
12. Baghdad 1.9.9.1.
13. La Nostalgia e la Memoria
14. Gocce di Sole

* “CONFLITTO” (Album, 1996, Autoprodotto/Il Manifesto)

1. Prima Mattina
2. Devo avere una Casa per andare in giro per il Mondo
3. Dispersi nel Caos
4. In Movimento
5. Verso la grande Mareggiata
6. Sud
7. Conflitto
8. Fascisti in doppiopetto
9. Ascensore per il Patibolo
10. Sottobotta
11. Nel Giusto Posto
12. C’è Qualcuno in Casa
13. HC

* “ASSALTI FRONTALI REMIX” (EP, 1996, Autoprodotto/Il Manifesto)

1. In Movimento – Ice One Mix
2. In Movimento – Alternative Mix
3. Verso la grande Mareggiata – Ice One Mix
4. Sud Suite – BootLeg Mix

Brutopop:

* “BIENVENIDOS” (EP, 1994, Autoprodotto)
1. Il Re dei Topi
2. Bobo Merenda
3. Mediovitosi
4. Mi piace il Rap
5. Furio C. Iconoclasta
6. Baciccin
7. Pupazzi
8. Samba Patire

DOCUMENTAZIONE DI:

Riccardo Venturi

 

DA

CANZONI CONTRO LA GUERRA

https://www.antiwarsongs.org/canzone.php?id=5441&lang=it&justlyrics=1

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2 risposte a SANTE NOTARNICOLA a. — Wikipedia — b. — POESIE : ” Con quest’anima inquieta ” — + Biografia + 2 poesie recitate + nota sul gruppo ” Assalti Frontali “

  1. DONATELLA scrive:

    Molto bella la poesia di Sante Notarnicola.

  2. DONATELLA scrive:

    Come dice Chiara, è una delle poesia più belle che abbiamo letto.

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