Segretario generale
©UNRWA Un giovane uomo si trova vicino ai rifugi temporanei a Gaza.
©UNRWA Bambini nel campo profughi di Jabalya ( il più grande degli otto campi profughi a Gaza, isituito nel 1948 per l’ ” Esodo ” dei palestinesi dalle loro terre) distrutto dall’esercito israeliano
08 aprile 2025
Incontro stampa del Segretario generale su Gaza
È trascorso più di un mese senza che una goccia di aiuti arrivasse a Gaza.
Niente cibo. Niente carburante. Niente medicine. Niente rifornimenti commerciali.
Con il prosciugarsi degli aiuti, si sono riaperte le porte dell’orrore.
Gaza è un campo di sterminio e i civili sono in un circolo vizioso di morte.
Alcune verità sono emerse chiaramente dopo gli atroci attacchi terroristici del 7 ottobre perpetrati da Hamas.
Soprattutto, sappiamo che i cessate il fuoco funzionano.
Il cessate il fuoco ha consentito il rilascio degli ostaggi.
Il cessate il fuoco ha garantito la distribuzione di aiuti salvavita.
Il cessate il fuoco ha dimostrato che la comunità umanitaria è in grado di dare risultati.
Per settimane le armi hanno taciuto, gli ostacoli sono stati rimossi, i saccheggi sono cessati e siamo riusciti a consegnare rifornimenti salvavita praticamente in ogni parte della Striscia di Gaza.
Tutto ciò si concluse con la rottura del cessate il fuoco.
La speranza è venuta meno per le famiglie palestinesi a Gaza e per le famiglie degli ostaggi in Israele, e ieri me ne sono ricordato quando ho incontrato di nuovo le famiglie degli ostaggi.
Ecco perché ho sempre lottato per il rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi, per un cessate il fuoco permanente e per il pieno accesso umanitario.
In momenti come questo, dobbiamo essere estremamente chiari… chiari sulla situazione.
Con i valichi di frontiera per Gaza chiusi e gli aiuti bloccati, la sicurezza è allo sbando e la nostra capacità di fornire aiuti è stata strangolata.
E come hanno dichiarato ieri i responsabili delle organizzazioni umanitarie delle Nazioni Unite in una dichiarazione congiunta: “le affermazioni secondo cui ora ci sarebbe abbastanza cibo per sfamare tutti i palestinesi a Gaza sono ben lontane dalla realtà sul campo, e le materie prime stanno scarseggiando”.
Dobbiamo essere chiari anche sugli obblighi.
In quanto potenza occupante, Israele ha obblighi inequivocabili ai sensi del diritto internazionale, tra cui il diritto internazionale umanitario e il diritto internazionale dei diritti umani.
L’articolo 55, paragrafo 1 ( nota in fondo ), della Quarta Convenzione di Ginevra stabilisce che “la Potenza occupante ha il dovere di assicurare il rifornimento alimentare e medico della popolazione”.
L’articolo 56, paragrafo 1, della Quarta Convenzione di Ginevra stabilisce che “la Potenza occupante ha il dovere di assicurare e mantenere… gli stabilimenti e i servizi medici ed ospedalieri, la sanità pubblica e l’igiene nel territorio occupato”.
Stabilisce inoltre che il personale medico di tutte le categorie potrà svolgere le proprie mansioni.
E l’articolo 59, paragrafo 1, della Quarta Convenzione di Ginevra stabilisce che “se la popolazione di un territorio occupato, o parte di essa, è inadeguatamente rifornita, la Potenza occupante accetterà piani di soccorso a favore di detta popolazione e li faciliterà con tutti i mezzi a sua disposizione”.
Niente di tutto ciò sta accadendo oggi.
Nessun aiuto umanitario può entrare a Gaza.
Nel frattempo, ai punti di attraversamento, cibo, medicine e scorte di riparo si stanno accumulando, e attrezzature vitali sono bloccate.
Il diritto internazionale umanitario comprende anche l’obbligo di rispettare il personale addetto ai soccorsi umanitari.
Vorrei spendere una parola speciale per gli eroi umanitari di Gaza. Sono sotto attacco, eppure fanno tutto il possibile per seguire la strada che hanno scelto: aiutare la gente.
Le agenzie delle Nazioni Unite e i nostri partner sono pronti e determinati a portare a termine il loro compito.
Ma i “meccanismi di autorizzazione” recentemente proposti dalle autorità israeliane per la distribuzione degli aiuti rischiano di controllare ulteriormente e di limitare in modo spietato gli aiuti fino all’ultima caloria e all’ultimo granello di farina.
Voglio essere chiaro: non parteciperemo ad alcun accordo che non rispetti pienamente i principi umanitari: umanità, imparzialità, indipendenza e neutralità.
Deve essere garantito l’accesso umanitario senza ostacoli.
E al personale umanitario deve essere garantita la protezione che gli è accordata dal diritto internazionale.
Deve essere rispettata l’inviolabilità dei locali e dei beni delle Nazioni Unite.
Chiedo ancora una volta che venga avviata un’indagine indipendente sull’uccisione di operatori umanitari, tra cui il personale delle Nazioni Unite.
Dobbiamo attenerci ai nostri principi fondamentali. Gli Stati membri delle Nazioni Unite devono rispettare i propri obblighi previsti dal diritto internazionale. E giustizia e responsabilità devono essere garantite quando non lo fanno.
Il mondo potrebbe essere a corto di parole per descrivere la situazione a Gaza, ma non sfuggiremo mai alla verità.
L’attuale percorso è un vicolo cieco, totalmente intollerabile agli occhi del diritto internazionale e della storia.
E il rischio che la Cisgiordania occupata si trasformi in un’altra Gaza rende la situazione ancora peggiore.
È tempo di porre fine alla disumanizzazione, proteggere i civili, liberare gli ostaggi, garantire aiuti salvavita e rinnovare il cessate il fuoco.
Grazie.
*****
NOTA _- CONCENZIONE DI GINEVRA ( qualche elemento per seguire )
Lo Stato di Israele ha ratificato le quattro Convenzioni di Ginevra il 6 luglio 1951, mentre non ha accolto i due Protocolli aggiuntivi del 1977. A nome della Palestina, l’Autorità Nazionale Palestinese ha aderito anch’essa alle quattro Convenzioni e al Primo Protocollo aggiuntivo il 2 aprile 2014. La ratifica della Quarta Convenzione di Ginevra per la protezione delle persone civili in tempo di guerra impone ad entrambe le entità l’osservanza dei principi esplicitati.
DA :
Guerra a Gaza: cosa dice il diritto umanitario internazionale
nota 1 — CONVENZIONE DI GINEVRA
la Convenzione di Ginevra ( 1949– in vigore dall’ottobre 1950 ):
DA
protezione di civili durante una guerra
Articolo 55.
La Potenza occupante ha il dovere di assicurare, nella piena misura dei suoi mezzi, il vettovagliamento della popolazione con viveri e medicinali; in particolare, essa dovrà importare viveri, medicinali e altri articoli indispensabili, qualora le risorse del territorio occupato fossero insufficienti.
La Potenza occupante non potrà requisire viveri, articoli indispensabili o medicinali che si trovano nel territorio occupato, se non per le forze e l’amministrazione d’occupazione; essa dovrà tener conto dei bisogni della popolazione civile. Con riserva delle disposizioni di altre convenzioni internazionali, la Potenza occupante dovrà prendere le disposizioni necessarie affinché ogni requisizione sia risarcita secondo il suo giusto valore.
Le Potenze protettrici sotto riserva delle restrizioni temporanee che fossero imposte da imperiose necessità militari potranno, in ogni tempo, controllare senza ostacolo lo stato d’approvvigionamento dei territori occupati per quanto concerne i viveri e medicamenti.
Articolo 56.
La Potenza occupante ha il dovere di assicurare, nella piena misura dei suoi mezzi, e di mantenere, con il concorso delle autorità nazionali e locali, gli stabilimenti e i servizi sanitari e ospedalieri, come pure la salute e l’igiene pubbliche nel territorio occupato, specie adottando e applicando le misure profilattiche e preventive necessarie per combattere il propagarsi di malattie contagiose e di epidemie. Il personale sanitario d’ogni categoria sarà autorizzato a svolgere la sua missione.
Qualora nuovi ospedali fossero fondati in territorio occupato e gli organi competenti dello Stato occupato non fossero più in funzione, le autorità d’occupazione procederanno, occorrendo, al riconoscimento previsto dall’articolo 18. In circostanze analoghe, le autorità d’occupazione dovranno parimenti procedere al riconoscimento del personale degli ospedali e dei veicoli da trasporto, ai sensi delle disposizioni degli articoli 20 e 21.
Adottando le misure sanitarie e d’igiene, come pure mettendole in vigore, la Potenza occupante terrà conto delle esigenze morali ed etiche della popolazione del territorio occupato.
Articolo 18.
Gli ospedali civili organizzati per prestare cure ai feriti, ai malati, agli infermi e alle puerpere non potranno, in nessuna circostanza, essere fatti segno ad attacchi; essi saranno, in qualsiasi tempo, rispettati e protetti dalle Parti in conflitto.
Gli Stati partecipanti ad un conflitto dovranno rilasciare a tutti gli ospedali civili un documento che attesti il loro carattere di ospedale civile e precisi che gli edifici da essi occupati non sono utilizzati a scopi che, nel senso dell’articolo 19, potessero privarli della protezione.
SEGUE NEL LINK
Articolo 20.
Il personale regolarmente ed unicamente adibito al funzionamento o all’amministrazione degli ospedali civili, compreso quello incaricato della ricerca, della raccolta, del trasporto e della cura dei feriti e malati civili, degli infermi e delle puerpere, sarà rispettato e protetto.
SEGUE NEL LINK ALL’INIZIO
Articolo 21.
I trasporti di feriti e malati civili, di infermi e di puerpere, eseguiti su terra a mezzo di convogli di veicoli e di treni-ospedali, o per mare, a mezzo di navi destinate a tali trasporti, saranno rispettati e protetti come gli ospedali previsti dall’articolo 18 e si segnaleranno inalberando con l’autorizzazione dello Stato, l’emblema distintivo previsto dall’articolo 38 della Convenzione di Ginevra del 12 agosto 1949 per migliorare la sorte dei feriti e dei malati delle forze armate in campagna.
Ma Israele sembra al di sopra di ogni legge e così gli USA che l’appoggiano.