segue da :
RIVISTA GRADO ZERO. WORDPRESS.COM- 8 marzo 2016
https://rivistagradozero.wordpress.com/2016/03/08/neruda-e-montale-la-tragica-banalita-di-unassenza/
di BEATRICE MORRA – link sotto
Pablo Neruda e Matilde Urrutia.
Poesia di Pablo Neruda a Matilde Urrutia.
Introduzione di Beatrice Morra
Tante furono anche le donne di Pablo Neruda. Nel 1927, console onorario in Birmania, sposò sull’Isola di Giava Maryka Hagenaar, dalla quale ebbe una bambina che morì in tenera età, e dalla quale divorziò nel 1943 per sposare Delia del Carril.
Fu Matilde, però, cantante cilena, sua ultima moglie, a far esplodere in fiumi di inchiostro le più belle parole d’amore mai state scritte. Ma come la relazione di Mosca con Montale, così la relazione di Pablo e Matilde fu complicata.
Quanto è difficile amare un poeta? Le inquietudini, le incertezze, i dubbi che tanto li allontanarono sono immortalati in una poesia di costernata malinconia, di vividissima assenza:
Matilde, dove sei? Ho avvertito quaggiù
tra la cravatta e il cuore, più su
una certa malinconia intercostale:
era che tu all’improvviso non c’eri.
Mi è mancata la luce della tua energia
e ho guardato divorando la speranza,
guardato il vuoto che è senza di te una casa
non restano che tragiche finestre.
Da tanto è imbronciato il tetto ascolta
cadere antiche piogge sfogliate,
piume, quanto la notte ha catturato:
e così ti aspetto come una casa deserta
e tornerai a trovarmi e ad abitarmi.
Altrimenti mi fanno male le finestre.
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AUTOBIOGRAFIA DI MATILDE URRUTIA
La mia vita con Pablo Neruda
Le memorie di Matilde Urrutia (1912-1985), la donna che ispirò Pablo Neruda un amore appassionato che rimase vivo e saldo negli anni, costituiscono un’importante testimonianza non solo sulla figura del grande poeta cileno, ma anche sugli anni difficili eppure straordinari che la coppia visse insieme in più paesi di due contintenti. Matilde racconda l’uomo Neruda e l’avventurosa storia del loro amore, sorto quando Pablo era ancora legato alla seconda moglie, Delia del Carril, dai loro incontri clandestini a Berlino, a Nyon, a Roma, a Parigi, fino al “paradiso” del loro amore, il lungo soggiorno sull’isola di Capri in una casa finalmente tutta per loro.
commento di Valentina, 14 febbraio 2012
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ALCUNE PAGINE DELL’AUTOBIOGRAFIA DI MATILDE URRUTIA -PUBBLICATE DA EBELBARAT SULLA RIVISTA ” La Revista del Siglo “– Link sotto
segue da EBELBARAT ( Rosario, Argentina, 1957 )
EbelBarat è un poeta, narratore e sceneggiatore. È nato e vive a Rosario, ma il suo legame con la campagna e la sua passione per i viaggi sono evidenti nella ricchezza di luoghi, aneddoti e nelle forti personalità dei personaggi che caratterizzano la sua scrittura.
segue:
https://www.ebelbarat.com/biografia-ebel-barat/
COLLAGE DI IMMAGINI DI ROSARIO IN ARGENTINA
– Opera propria
LA REVISTA DEL SIGLO-
” LE DONNE DEL POETA ” : MATILDE URRUTIA–
LINK SOTTO: EBELBARAT
traduzione automatica
«Las mujeres del poeta»: Matilde Urrutia – La Revista del Siglo
Era la prima volta, ma ci è voluto un po’ di tempo perché lo si sapesse.
Anche tu ti sei preso i tuoi anni migliori, tanto quanto me. E lo sapevamo allo stesso tempo, perché è così che deve andare. Me lo raccontò quando ero a Berlino, te lo ricordi? Mi hai detto che non volevi più separarti da me.
Sono stati due o tre giorni di grande felicità, sai?
Lì a Berlino, con Jorge Amado, con Nicolás, sempre innamorato della sua Cuba. Come ti sei preso cura di Nicholas. E Nazim? Che bell’uomo, Nazim. Fu lui ad avvisarmi che in camera da letto mi aspettava un piccolo regalo. E ti trovo, seduta sul letto, con quella lenta malizia che non perderai mai.
E poi mi sono sentito così spaventato, così incerto. Dover separarmi da te senza sapere cosa fare. Che ne sarebbe di noi?
Fino a quei giorni a Nyon, lì in riva al lago, dove i gabbiani ci seguivano perché davamo loro le briciole di pane che chiedevamo ogni mattina alla signora del piccolo hotel. Come abbiamo intrattenuto quella donna! Ci ha persino perdonato per aver riso sulle scale quando non riuscivamo ad arrivare in camera da letto.
Sì, ci è voluto un po’ di tempo prima che lo si sapesse. Forse mi ci sono voluti dieci anni per imparare a contemplare quella tua testa e quelle tue mani, quel tuo corpo che amo. Perché amo il tuo corpo, Pablo. Tutto ciò che dici e fai passa attraverso quel tuo corpo di cui conosco così bene il calore e il peso. Cosa farei senza quel modo affascinato di guardare le cose del mondo, gli uccelli e i segreti del mare? Per quella stessa voce che non si stanca mai di fare scherzi con me.
Quanto amore…e quanta follia, ricordi? Ti ricordi le cene sul piccolo balcone con vista sul lago? E le lunghe risate. Forse dovremmo tornare a Nyon e vedere se è ancora una cittadina così semplice e accogliente.
Dicono che Capri non sia cambiata poi tanto; anche se ormai i turisti ci vanno tutto l’anno. Eri il mio capitano. Un capitano che mi scrisse i suoi versi.
https://www.larevistadelsiglo.com/arte-y-cultura/matilde-urrutia-las-mujeres-del-poeta/
Il libro era in cinquanta copie, erano bellissime. Forse è stato allora che ho iniziato a essere la tua segretaria, a lavorare con te sulla tua parola che denunciava tutto, che denunciava l’ingiustizia, proprio come adesso. E smettetela di preoccuparvi tanto che le cose potrebbero non essere così terribili come dicono. Guarda, Panda si arrabbia se ci vede tristi.
Lui se ne è sempre preoccupato, fin da quando era bambino. Ha trascorso la sua vita con la sua angoscia per le bocche affamate, per il freddo e la pioggia in tante povere case del nostro Cile. Non agitarti, ci devono essere molti soldati fedeli a Salvador. Saprà come fare perché non “piova su Santiago”
Sull’isola non pioveva quasi mai. Quanto è bella quell’isola. A Capri ho capito che dovevo accompagnarlo, che la mia vita, che avevo costruito con cura e che credevo bella, stava perdendo senso.
La casa di Erwin era come casa nostra, con il suo focolare dove cucinavo le tortillas sulla brace, nascosto lì nella strada superiore, vicino alla piazza da cui si vedeva il mare.
Era meglio vederlo dall’alto perché le poche volte che siamo scesi non ti piaceva. Questo mare è muto, mi disse. Avresti voluto che ruggisse come fa qui.
Oggi ti preparerò anche una bella frittata e smetterai di guardarmi in quel modo, come se non ne avessi mai abbastanza di studiarmi. Penso che lui rida sempre un po’ di me. Tuttavia, è molto serio quando contempla questo mare così caratteristico di Isla Negra, sembra più un marinaio in cerca di terra.
Quando mi guardi hai sempre la stessa faccia, come se ti divertissi moltissimo. Sì, lo so, sono la sua ragazza dai capelli lunghi, con tutti i capelli in disordine.
A Capri mi chiamavano la medusa, ti ricordi? E a te “il commendatore”
Sì, lo so che ricordi tutto e basta! Smettila di guardarmi in quel modo.
FOTO DA LA HORA
Il cane di González Videla era riuscito a impedirgli di entrare in Francia, nella sua amata Francia, e andammo sull’isola. Era la nostra luna di miele. Non riuscivi a smettere di ridere. Neanche io.
Sebbene fosse molto serio quando la luna ci sposò. Sull’isola pensavano che fossimo pazzi, ma la gente ci amava. Quanto era bella l’isola senza i turisti, tutta per noi. Lei ha partecipato alla progettazione dell’abito da sposa del Commendatore Neruda, con strisce verdi e nere. La sarta ci disse di sì, ma di come ci guardava.
Quella notte hai detto alla luna con tutta serietà che non potevamo sposarci sulla terra e che lei, la musa di tutti i poeti, ci avrebbe sposati in quel momento e che noi avremmo rispettato quel matrimonio come il più sacro. Poi mi ha messo l’anello e abbiamo guardato muoversi la grande bocca della luna.
Abbiamo avuto appena il tempo di fare l’amore, il sole era già sorto quando ce ne siamo ricordati.
Alla fine, grazie al fatto che quel cane non lo lasciava entrare a Parigi, ci siamo sposati sull’isola. Quello fu il nostro vero matrimonio, quello della luna. E guarda, da allora siamo potuti andare a Parigi tantissime volte. Alla fine tutto funziona, non credi? A Parigi c’era di tutto. Quella storia di comprare animali domestici dal veterinario e poi lasciarli alle mie cure.
E i nostri viaggi in giro per il paese. Ricordo sempre quei giorni nel sud, nel sud del sud. A Punta Arenas durante la tosatura. Nessuno di quei cento lavoratori ci prestò attenzione. Volevo già andarmene. Era come se non esistessimo. Mi hai detto: “Non preoccuparti, ragazza riccia, succederà qualcosa”. E all’improvviso smettono di lavorare e si mettono in fila davanti a noi, seguendo quel rituale modesto e serio tipico delle persone dure; E senza preamboli inizi a leggere loro le tue poesie. È stato fantastico, Pablo. I volti di quelle persone erano trasfigurati. I solchi duri si trasformarono in dolce fascino. Vedi come lo dico bene. Alla fine ho dovuto imparare a dire le cose correttamente, perché ho trascorso la mia vita con te.
Profumi di tenerezza, gli dissi tanto tempo fa a Berlino, e lui mi rispose di stare attento perché suonava come poesia.
Ecco come mi piace, quando ride. Quello che dicono là fuori non può essere poi così grave.
Perché non vai a prepararti uno dei tuoi drink e poi mettiamo su i nostri tanghi preferiti e balliamo come se fossimo a Capri?
Mi hai costituito tuo erede, guarda lì, sul tavolino, c’è il tuo testamento, che tanto amo. Mi ha reso erede di molte cose, forse troppe, anche se non mi stancherò mai di ricevere i suoi doni. Dai, preparati qualcosa da bere, per le cose che mi hai lasciato, ce n’è una che per me è molto importante.
Che cosa è quale?
E sì, caro amico. È solo quello
Va’ e prendimi qualcosa di buono da bere e da ballare, così potrò realizzare la cosa più bella che mi hai lasciato, così potrò sempre realizzare quel detto: “Morte all’inferno e vita non ci separino”.
apri qui
ALCUNE IMMAGINI DELLE CASE DI MATILDE E PABLO NERUDA
1. ISLA NEGRA
La casa di ” Isla Negra ” oggi è un Museo. Il nome si riferisce ad una roccia che spunta nelle vicinanze; si chiama ” isla “, ma non è un’isola.
Isla Negra è un’area costiera nel comune di El Quisco , nel Cile centrale , a circa 70 km su strada a sud di Valparaiso e 110 km su strada a ovest di Santiago.
costa rocciosa di Isla Negra nella regione di Valparaiso
La casa di Neruda, una delle tre in Cile
– Autofotografato
da Wikipedia
2. La Chascona
è stata costruita per Matilde, Chascona era il sopranome che lui le dava per tanti capelli ( ” criniera o testa selvaggia ), una parola quechua, non spagnola.
La casa è a Santiago.
Dopo il colpo di stato del 1973 che portò alla caduta di Allende, La Chascona venne allagata e distrutta dai militari, ma fu poi rimessa in piedi e sistemata da Matilde che morì nel 1985, 12 anni dopo Neruda.
DA : SORELLE SU MARTE.IT – link sotto
3. LA SEBASTIANA A VALPARAISO
città di marinai e poeti a un centinaio di chilometri da Santiago. La Sebastiana è aggrappata sul cerro Florida, una casa super panoramica con vista privilegiata sull’oceano e sulle notti di Capodanno, famose a Valparaiso per i fuochi d’artificio. Vi si arriva dopo una faticosa salita se non si prendono i mezzi pubblici. L’arredamento ricorda l’interno di una nave con pareti curvilinee e arredi in tema. Pablo Neruda amava riempire la casa di amici e mangiare su tavole finemente apparecchiate con bicchieri di vetro colorati, “nei quali – diceva – l’acqua aveva un sapore migliore”.
In tutte e tre le case è presente un angolo bar con il bancone dove il poeta, travestito da barman preparava per gli amici il Coquelon, cocktail a base di cognac, cointreau, champagne e succo d’arancia. Anche La Sebastiana fu vandalizzata dopo il golpe militare e successivamente rimessa in ordine dalla Fondazione
LA CASA LA BASTIANA A VALPARAISO
da:
SORELLE SU MARTE.IT
https://www.sorellesumarte.it/esperienze/pablo-neruda-e-le-sue-case-in-cile/#4731-casa-neruda-2/4387