Bella questa poesia che racchiude come in un fiore, la turpitudine e la meraviglia della vita e della morte.- Donatella ( commento )
Letizia Battaglia — Palermo, 1976 –
courtesy Galleria Cesare Manzo, Pescara-Roma
Ti scrivo, ti scrivo!
la città ad oriente
(e il Signore Iddio piantò un giardino ad Oriente
in Eden, e laggiù pose l’uomo che aveva creato
e Caino si allontanò dalla presenza del Signore
e abitò nella terra di Nod, a Oriente di Eden)
Genesi
A un mercato delle pulci
di una città orientale
così ad oriente orientata
che non si raggiunge mai
che solo esiste all’alba
e per raggiungerla bisogna
invertire l’ordine del tempo
così che al giorno si sussegua il giorno
perché cammina cammina
incontro al sole
con le piaghe ai piedi
la gola riarsa il cervello un fuoco
ma sempre torna la notte
A quel suck
di quella città tanto orientale
che non sempre esiste
perche il sole non nasce tutti i giorni
stanco incarognito sporco debilitato
così rattristato sporco disorientato
che ormai nasce solo al tramonto
giusto per morire
Era un mercato come tanti
visto da vicino
con donne che vendono pane
bambini fatti storpi che bevono vino
ladretti che frugano le tasche
con dita leggere
e i morti lasciati nella polvere
un po’ disfatti un po’ risorti
Io ci sono stato e c’era
un negozietto sporco sporco
con perline all’ingresso tintinnanti
per le mosche che cozzano contro
tenaci organizzate come legioni
c’era un vecchio d’età indefinita
da poter essere bambino
o donna col fiore negli anni
occhi verdi e vuoti
uno sguardo vivace e limpido
un po’ turpe che guardava oltre me
oltre la porta tintinnante oltre la vita
oltre tutto se qualcosa ancora c’è
oltre nulla se più nulla avanza
con orbite vuote
come una casa da sempre disabitata
o mai costruita
Ma era lì e lì entrai
per un caso o una maledizione
come un miracolo che beatifica
o un delitto oltre l’ignobile
ma non si sa mai
in quel bazar io rovistai da solo
perchè io solo c’ero e non sapevo
quel che volevo
o non volevo trovare mai
col vecchio cieco gli occhi limpidi
forse un bambino dagli occhi vecchi
o una ragazza dagli occhi vuoti
colmi di tutto
che mi picchiava con il bastone
nodoso e antico come un albero secolare
che mi picchiava sulla testa e sulle mani
su tutto il corpo
che bestemmiava oscenità
come un angelo seduto a un crocevia
che sputava preghiere sublimi
ed in ginocchio mi supplicava
la testa nella polvere
In quel tugurio della città orientale
cosi ad oriente da non esistere mai
fatta di polvere e di sterchi
e da niente d’altro che nuguli di mosche
picchianti all’impazzata sulle perline
creando un suono un suono multiplo
sembrava un organo di chiesa
trovai due specchi concavi
di pietra dura levigata e lucida
sotto strati di polvere e di tempo
perchè quel giorno nacque un’alba
ed una sola dopo tanti anni
limpida e luminosa sulle pietre concave
D’incanto o d’incubo
mentre il bambino dagli occhi opachi
piangeva urlando
o il vecchio il capo nella polvere
mi percuoteva col bastone nodoso e millenario
o la fanciulla coi pochi giorni in fiore
rideva sguaiata
le vesti alzando sui fianchi stanchi
e le mosche entravano sciamando
come due specchi essendo
le pietre concave levigate e lucide
come in un occhio in un volto antico
mi vidi dentro da cima a fondo fin dall’inizio
dal primo giorno di tutti noi
o l’ultimo che fosse dei miei
e neanche un angolo buio
neanche un angolo
e nemmeno uno spiraglio di luce
Scappai urlando verso occidente
cosi a occidente tanto era lontano
che non raggiunsi mai il buio che cercavo
E sono ancora là
dove sono sempre stato
dove sono nato
bambino e vecchio gli occhi bianchi
e donna con gli anni in un fiore racchiusi
che percuote col nodoso bastone e duro
alla cieca le mosche
che mi scorticano l’anima nidificando
inviolata restando soltanto la memoria.
Condividi
Bella questa poesia che racchiude come in un fiore, la turpitudine e la meraviglia della vita e della morte.
ma accidenti, ma allora sono bravo!!
Avevi dubbi ? Noi MAI ! CIAO CARO CARO ROBERTO, ” DA POETA A COMMMERCIANTE DI QUADRI “– POI SCRIVERAI QUALCOSA POETICO SU QUESTO E SOPRATTUTTO DIRAI A MARIO COME SI FA A VENDERE UN QUADRO OGGI ( ai tempi ne ha venduti, soprattutto a Donatella e Marina ! ma non solo- pensa che i più venduti erano quelli che avevamo fatto insieme– io la solita custode del ciclostile del ’68 buonanima), brù
ovviamente non ho venduto neanche un quadro e chissà se lo farò. bah, pare abbia acquistato tele di buon valore , tale guidi Borelli da Caluso Piemonte, visto valutazioni di 107 15.000 euri. altri piccolini, due o tre, ha venduto da giovane a nche Regan , si quello là. ed a tanti attori e simili. e poi … a me 🙂 destino!
Ora comunque, visto che Alessandra mi ha minacciato son passato a libri rari e antichi. Ne ho beccato uno o due del ‘500 e parecchi del ‘700.
E così ora son pieno anche di libri!!
Però non era questo il motivo per cui son qui, ma una considerazione o un pezzett di nostra vita giovanile quando in testa e nel cuore avevamo Cesare Pavese ( almeno io).
oihla , insomma, quella roba lì. Io vorrei vendere quadri dopo che ne ho omprati …troppi, non tanti: troppi. Peccato che non so separarmi da nessuno o quasi e la pigrizia mi lascia solo pensare ma non decidere o fare. Così ora sto facendo una raccolta li libri rari e/ antichi ( arriviamo per alcuni anche al 1500/600.
Poi mi sono imbattuto in libretti poetici e erotici. Che fare? compro! Compro! E così ho gia riempito due libreria.
E quindi, sono io che non funziono più. Devo fare una retromarcia velocissima ( come quelle che facevo quando abitavo al villaggio dei cronisti: stradina in salita e stretta, ancora di più con le macchine posteggiate da un lato, ed io la prendevo a velocità fino alla curva in cima biforcuta con un’altra stradina sulla dx. Non pensai mai di poter urtare un’auto parcheggiata e difatti nonb urtai mai. Ora, per fare una retromarcia c’impiego ….. niente! Perchè pianto lì la macchina e vado a piedi.
Lo so che non centra niente ma va cos^. Un bell’abbraccio!
Roberto Rododendro
Quando mi capita una riga o un verso o un romanzo o “lavorare stanca” tanto per dire. Io sono un ragazzo nato nella guerra anche se non la ricordo e con me tanti amici miei ( e alcuni ancora fortunosi vivi) ma ce l’ho nell’anima che a volte penso che ci sia a volte no. Ricordo una sera e poi una notte senza soluzione di continuità, all’inter bar , via Matteotti _ avevano cambiato da poco il nome della strada da via vittorio emanuele a via Matteotti, un bel salto e sano. All’inter bar, ricordo che fu Giancarlo a cominciare le prime parole: Pavese e iol suo suicidio. non sapevamo darcene una ragione perchè le ragioni potevano essere troppe- comunque è un fatto che in quegli anno tra i miei compagni di liceo e no, ci furono un bel pò di tentativi di suicidio e molti furono tentativi riusciti, povere anime , perchè in certi casi ci sono. Troppi avvenimenti o cose incombevano su di noi ed eravamo ancora piuttosto fragili, o forse no, chi lo sa? Allora non ci pensavano. E dunque fu una lunga notte , quella all’Inter bar a parlare di paese, conosciuto e amato da tutti noi. Il suicidio era di pochi anni addietro e si diceva “per amore “. “verrà la morte e avrà i tuoi occhi” ma no, non era questa. E invece con qualche anno, perchè ci ritornammo, capimmo o pensammo che il peso di un guerra di sogni anche infranti e si, anche di un amore non corrisposto, tutto influì, ma ragazzi giovani non riuscivamo a capire se fu un atto di coraggio o di paura. Quel periodo, diversamente dai successivi, esempio il ’68, la nostra vita era presa dalla letteratura, dalla filosofia dall’amore , e si, eravamo anche giovani , e dalla politica, per noi esistevamo solo noi , strana famiglia di comunisti individualisti e gli altri, gli ancora tanti fascisti che incontravamo ovviamente, Sanremo era ( ed è) una piccola http://xn--citt-3na.si/ conviveva ,a volte nascevano perfino amicizie perchè una certa gioventù aveva molte esperienze simili e nessuno di noi e di loro visse la parte attiva ed atroce di quel periodo. Ciao.
felice che siamo ancora amici, oggi forse non riesco a risponderti, magari stasera, ciao mio bello e caro, brù
ciao oggi è la festa della Repubblica, probabilmente nel senso che fanno la festa alla repubblica. Ed ora vado a dormire poerchè domattina farà caldo ma io dovrò girellare a dir poco oltre mezzogiorno. e ciao !
felice della tua visita, ormai una delle rarissime .. ti amo sempre, ma pazienza ! me la farò durare questa visita… fino a quando ?! Perché devi girellare, per i libri antichi ?