5 maggio 2025 — Alberto Negri in audizione al Senato : “Non avete mai messo una sanzione a Israele. Quanti morti vi servono per muovere il c*?”. + VIDEO SU FRANZ FANON, PROF. RAMAIOLI + MASSACRO DI SETIF ( ALGERIA ) WIKIPEDIA + Università di Akhawayn University in Ifrane (AUI), in Marocco + altro

 

 

 

mi sembra che al min. 6.14 ca – riprenda quello già detto: finisce con la frase:
” Quanti morti volete per muovere il culo ? “

 

 

 

 

Copertina del libro I dannati della terra di Frantz Fanon

 

I dannati della terra
2007
Piccola Biblioteca Einaudi Ns
pp. XXXVIII – 232
€ 24,00
A cura di   Liliana Ellena
Traduzione di Carlo Cignetti
Prefazione a cura di Jean-Paul Sartre

 

 

Pubblicato per la prima volta nel 1961, a pochi giorni dalla morte del suo autore, I dannati della Terra è diventato un classico, fonte di ispirazione e modello di riferimento ancora oggi attuale.

 

Nel libro prendeva corpo la straordinaria tensione tra l’urgenza di offrire una prospettiva politica alle lotte di liberazione del Terzo Mondo e l’approfondimento dell’analisi del sistema coloniale, di cui quest’opera rimane un eccezionale documento storico. Il libro getta le sue radici nell’esperienza drammatica della rivoluzione algerina, anche se la sua prospettiva ne trascende di gran lunga i confini. Di fronte agli straordinari problemi che la società europea oggi affronta, alle prese con nuovi cittadini immigrati dal Terzo Mondo e nel tentativo di realizzare una convivenza multiculturale, la lucidità dell’analisi di Fanon sulle derive del nazionalismo e sui paradossi del postcolonialismo rimangono di grande rilevanza.

 

 

 

video, 18.35

MASSIMO RAMAIOLI E C. DE BLASI-FANON, I DANNATI DELLA TERRA

 

 

 

 

 

NOTA SU MASSIMO RAMAIOLI

 

Immagine

foto dal suo X dove è proprio carino…

 

 

Massimo Ramaioli

 

Massimo Ramaioli è Assistant Professor presso il Dipartimento di Scienze Sociali, Al-Akhawayn University in Ifrane (AUI), in Marocco. In precedenza, è stato Assistant Dean della School of Arts, Humanities and Social Sciences e Assistant Professor nel Social Development and Policy Program presso la Habib University (HU) di Karachi, in Pakistan.  Si è laureato in Scienze Sociali per la Cooperazione e lo Sviluppo e ha conseguito un Master in Studi Afro-Asiatici all’Università di Pavia.

Ha poi ottenuto un Master in Studi Mediorientali alla School of Oriental and African Studies di Londra; e successivamente un dottorato di ricerca in Science Politiche presso la Syracuse University. La sua ricerca si concentra sull’Islam politico, studi Gramsciani, e teoria di relazioni internazionali. Vanta inoltre esperienze di ricerca e insegnamento presso il Center for International Exchange and Education di Amman, e ha studiato arabo a Tunisi, Damasco, Beirut e Fez.

 

biografia DA:
https://www.liberioltreleillusioni.it/chi-siamo/la-redazione/profilo/massimo-ramaioli

 

 

 

NOTA DI :

MASSACRO DI SETIF   GUELMA  KHERRATA

 

 

Carte des massacres de mai/juin 1945 à Sétif, Guelma et Kherrata

Houmouvazine – Karim Chaïbi, Atlas historique de l’Algérie, Editions Dalimen, 2012, 164 [1] Guy Pervillé, Atlas de la guerre d’Algérie, Editions Autrement, 2003, 17 (ISBN : 2746703017)  [2] OpenStreetMap.

 

 

 

Il massacro di Sétif e Guelma è stata una violenta repressione attuata dalle forze armate francesi e dai coloni europei in seguito ai moti indipendentistinazionalisti e anticolonialisti scoppiati in alcune località del dipartimento di Costantina ( vedi cartina sopra ), nell’Algeria francese l’8 maggio 1945.

 

In risposta alla repressione effettuata dalla polizia francese sui manifestanti durante una manifestazione nazionalista, scoppiarono una serie di disordini a Sétif che furono seguiti poi da una serie di attacchi ai coloni francesi nelle campagne circostanti che provocarono complessivamente 102 morti.

Le autorità coloniali francesi e i coloni europei scatenarono così un’ondata di massacri che costò la vita a 6 000-30 000 musulmani nella regione.

Sia lo scoppio che la natura indiscriminata della sua rappresaglia segnarono un punto di non ritorno nelle relazioni franco-algerine, dando il via al percorso che avrebbe portato allo scoppio della guerra d’Algeria del 1954-1962.

 

SEGUE DA/ in :

https://it.wikipedia.org/wiki/Massacro_di_S%C3%A9tif_e_Guelma#Bibliografia

 

 

IFRANE, MAROCCO — UN’IMMAGINE DELL’UNIVERSITA’ DI AL AKHAWAY, dove insegna MASSIMO RAMAIOLI, una persona da seguire per ” competenza e onestà ” ( così è parso a me, chiara, in questo primo video ascoltato )

L’Università Al Akhawayn di Ifrane è un’università marocchina indipendente, pubblica, senza scopo di lucro e coeducativa, impegnata a formare i futuri cittadini-leader del Marocco e del mondo attraverso un curriculum di studi umanistici in lingua inglese, orientato al mondo intero e basato sul sistema americano. L’Università valorizza il Marocco e coinvolge il mondo attraverso programmi di formazione e ricerca all’avanguardia, tra cui formazione continua e per dirigenti, che rispettano i più alti standard accademici ed etici e promuovono l’equità e la responsabilità sociale.

 

foto e testo da:
https://aui.ma/about-aui

***

 

 

immagini della città di IFRAN / IFRANE

 

Zaouia D'Ifrane, Middle Atlas, Morocco, North Africa

Ifrane, vista della città dalla cascata  Zaouia D’Ifrane, il nome in berbero èIfran, ⵉⴼⵔⴰⵏ, che significa Caverne. La provincia è omonima, il distretto è nella regione di Fès-Meknès.

È soprannominata la “Piccola Svizzera” ed è considerata la città più pulita del mondo secondo MBC New.

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Ifrane, nssaw tawahd – Opera propria

È un centro turistico invernale, per la presenza di piste da sci.

 

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un bosco di cedri del Libano narti nelle montagne dell’Atlante come originalmente
Miguel González Novo from Melilla, España – Bosque de cedros, montes del Atlas, Ifran

 

 

 

Ifrane, Middle Atlas Mountains, Morocco, North Africa

Getty Images- Ifrane

 

Azrou, Middle Atlas Mountains, Morocco

 

Ifrane si trova sui monti del Medio Atlante ad oltre 1.700 metri di altitudine.

  • Ad Ifrane si è registrata la più bassa temperatura mai avuta in Africa: ben -23.9 °C. Quest’evento risale all’11 gennaio 1935.

 

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Ifrane nell’inverno del 2006,  a gennaio
Vispec – Fotografia autoprodotta

 

 

Ifrane è stata fondata durante il protettorato francese nel 1929 proprio in ragione del suo clima alpino, con nevicate e freddo durante l’inverno e temperature fresche d’estate. La città era una sorta di colonia estiva, per le famiglie francesi, e inizialmente fu progettata, secondo il gusto dell’epoca, seguendo lo stile dei paesi alpini.

 

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Bernard Gagnon – Opera propria

 

 

Fu costruito anche un palazzo reale per il sultano Muhammad ibn Yûsuf. I primi edifici pubblici costruiti in città furono una chiesa, un ufficio postale e in seguito, un penitenziario, utilizzato come campo di prigionia per i soldati nemici durante la seconda guerra mondiale.

Accanto alle abitazioni occupate dagli europei, presto furono costruite abitazioni destinate ai marocchini che lavoravano presso le abitazioni degli occupanti. Questa zona, chiamata Timdiqîn, era separata dall’altra parte della città da una profonda gola.

Dopo l’indipendenza le proprietà francesi vennero man mano acquistate da proprietari marocchini. La città si sviluppò e fu arricchita con la costruzione di una moschea, un mercato comunale e abitazioni di proprietà statale. Allo stesso tempo la zona di Timdiqîn venne ristrutturata.

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una strada di Ifrane
https://www.flickr.com/photos/ennaimi/

 

Nel 1979 Ifrane divenne il capoluogo amministrativo dell’omonima provincia. Qui, nel 1995 ha aperto la Al Akhawayn University, un’università in lingua inglese, rilanciando la località come meta del turismo intero, non solo per il periodo invernale, ma anche per quello estivo.

 

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Al Akhawyn University, Ifran, Morocco
https://www.flickr.com/photos/bryanalexander/

immagine e testo da : https://it.wikipedia.org/wiki/Ifrane

 

***

per chi volesse leggere, il ritratto di Wikipedia di Mohammed V è molto interessante

indipendenza del Marocco– intorno al 1957, quando Mohammed V assunse il titolo di re

Moḥammed V   ( Fès10 agosto 1909 – Rabat26 febbraio 1961) fu sultano del Marocco dal 1927 al 1953. Dopo un esilio tra il 1953 e il 1955, fu di nuovo riconosciuto sultano al suo rientro in patria e re del Marocco dal 1957 al 1961; apparteneva alla dinastia alawide.

Nel 1940 il governo di Vichy, sotto controllo nazista durante la Seconda guerra mondiale, emise molti decreti per escludere gli ebrei dalle funzioni pubbliche. Il sultano Mohammed V si rifiutò di far applicare le leggi antisemite in Marocco e, in segno di sfida, nel 1941 invitò tutti i rabbini del regno alle celebrazioni dell’anniversario della sua salita al trono.

Il 20 agosto 1953 la Francia obbligò Mohammed V e la sua famiglia all’esilio in Madagascar, a seguito dell’appoggio da lui dato agli indipendentisti dell’Istiqlāl che volevano l’indipendenza del Marocco. Un suo parente, Mohammed ben Arafa (nipote di Muhammad IV), fu posto sul trono.

Mohammed V e la sua famiglia furono trasferiti in Madagascar nel gennaio 1954. Mohammed V tornò dall’esilio il 16 novembre 1955, riconosciuto ancora come legittimo sultano dopo la sua opposizione attiva al Protettorato francese sul suo Paese.

Nel febbraio 1956 negoziò con la Francia e con la Spagna la piena indipendenza del Marocco. Tuttavia al Paese diventato indipendente mancavano alcuni territori (Tangeri, che gli verrà restituita a ottobre dello stesso anno, Sidi IfniTarfaya e Sahara Occidentale), lasciando deluse le aspettative degli indipendentisti dell’Istiqlāl. Nell’agosto 1957 Mohammed V assunse il titolo di re, in sostituzione del titolo di sultano.

Sin dai primi anni Mohammed V si impegnò per dare al Paese istituzioni democratiche, redigendo una prima bozza di costituzione, allo scopo di migliorare lo Stato marocchino con un particolare riguardo alla modernizzazione del Paese ed alla diffusione dell’istruzione e della cultura.

Il Marocco aderì all’ONU e alla Lega Araba, dichiarandosi solidale e dando sostegno politico agli algerini in lotta per l’indipendenza, ma questo non significò una rottura dei legami con la Francia, mentre fin da subito furono solidi e cordiali i rapporti con gli Stati Uniti.

Il Marocco provò a riconquistare Sidi Ifni, sotto occupazione spagnola, nell’ottobre 1957 con le armi, ma il conflitto fallì nel giugno 1958 per la reazione spagnola, sostenuta anche dai francesi. Ma, nonostante la sconfitta dell’intervento armato a Sidi Ifni, la Spagna, sempre nel 1958, restituì al Marocco la città di Tarfaya.

 

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Al centro il sovrano in visita al Lawrence Berkeley National Laboratory, fondato da Ernest Orlando Lawrence, negli Stati Uniti, nel 1957
autore: Marshcmb

fine nel link:  https://it.wikipedia.org/wiki/Muhammad_V_del_Marocco

 

Il Protettorato francese del Marocco  venne stabilito col trattato di Fès. Esso esistette dal 1912 quando venne formalmente istituito il protettorato, sino all’indipendenza (7 aprile 1956), e consisteva essenzialmente nell’area centrale del Marocco.

Protettorato francese del Marocco - Localizzazione

conquista francese del Marocco
LuzLuz31 – Opera propria

 

L'artiglieria francese a Rabat nel 1911

L’artiglieria francese a Rabat – Marocco- 1911
Grébert, photographer, Casablanca

 

 

Il Marocco sotto protettorati francese e spagnolo

Il Marocco sotto il protettorato spagnolo e francese/ autore: Kindime

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3 risposte a 5 maggio 2025 — Alberto Negri in audizione al Senato : “Non avete mai messo una sanzione a Israele. Quanti morti vi servono per muovere il c*?”. + VIDEO SU FRANZ FANON, PROF. RAMAIOLI + MASSACRO DI SETIF ( ALGERIA ) WIKIPEDIA + Università di Akhawayn University in Ifrane (AUI), in Marocco + altro

  1. DONATELLA scrive:

    Questo libro, che ho letto quando era ” di moda” nel ’68, rimane attualissimo per “leggere” anche il razzismo attuale.

    • Chiara Salvini scrive:

      chiara, anche solo ascoltando il prof. Ramaioli, senza risalire al libro letto.. anni fa da tutti noi, ” secondo Franz Fanon “, dovrebbe essere valutata positivamente l’aggressione di Hamas del 7 ottobre. Ripeto, secondo Franz Fanon…

  2. DONATELLA scrive:

    Non credo che muoveranno mai il c… La loro ” testa”, più che razzista, è opportunista: vai dove ti porta il tuo istinto di non avere grane con i potenti di turno.

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