video, 8 min. ca — Pietà Signore – aria sacra è cantata dal tenore armeno, Tigran Ohanyan – composta da Alessandro Stradella ( Bologna, 1643 – Genova, 1682 ) + e da : José Carreras + altro

 

 

TIGRAN HANYAN ( EREVAN, ARMENIA, 1994 )

 

Il Monte Ararat e la città di Erevan, capitale dell’Armenia-la città sorge a 990 m. slm

 

 

 

Illustrazione di Erevan eseguita dal viaggiatore Jean Chardin nel 1673

 

 

 

 

Prefrerisco José Carreras perché è più intimo e più commosso.. e voi ?

José Carreras. Pietà Signore. Stradella.  1989  Mosca Teatro Bolshoi

José Carreras è, a mio parere, un tenore particolare perché ha vissuto e superato una malattia gravissima.  I critici dicono che fin da subito il tenore aveva mostrato una  bellezza ed espressività del fraseggio e una dizione passionale. Aggiungono anche , che cantare opere ” forti ” come l’Andrea Chénier e altre, gli aveva ” consumato ” la voce. Ma questo si è enormemente aggravato con la malattia.

Nel 1987, al culmine della sua carriera, Carreras si ammala di leucemia e i medici reputano che le possibilità che possa guarirne siano di 1 a 10. L’artista non solo sopravvive, ma riprende la carriera di cantante, nonostante la malattia abbia dato alla voce, già usurata per la scelta sbagliata del repertorio, un grave colpo.

Nel 1988 crea una fondazione per sostenere finanziariamente gli studi sulla malattia e per la registrazione dei donatori volontari di midollo osseo. Nel 1988 è sostituito da Luca Canonici nel film La bohème. Nel 1990 centinaia di milioni di spettatori vedono da tutto il mondo il concerto dei Tre Tenori, che precede la finale dei mondiali di calcio a Roma, concerto concepito per raccogliere fondi per la fondazione di Carreras e per festeggiare da parte di Domingo e Pavarotti il ritorno del collega nel mondo operistico.

da: Wikipedia, José Carreras

 

Pietà, Signore, Di me dolente, Signor Pietà.
Se a te giunge il mio pregar, Se a te giunge il mio pregar.
Non mi punisca, non mi punisca,
Non mi punisca Il tuo rigor, il tuo rigor.
Pietà, Signore, pietà, Signore, Non mi punisca, non mi punisca
Non mi punisca, non mi punisca
Il tuo rigor, pietà, Signore,
Non mi punisca, non mi punisca Il tuo rigor, il tuo rigor.
Meno severi Clementi ognora,
Clementi ognora Volgi i tuoi sguardi,
Volgi i tuoi sguardi, Volgi i tuoi sguardi Sopra di me.
Non fia mai Che nell’inferno
Io sia dannato
Nel fuoco eterno Dal tuo rigor, dal tuo rigor.
Pietà, Signore, Di me dolente, Signor pietà.
Se a te giunge il mio pregar, Se a te giunge il mio pregar.
Non mi punisca, non mi punisca,
Non mi punisca Il tuo rigor, il tuo rigor.
Pietà Signore, pietà Signore, Non mi punisca,
Non mi punisca Il tuo rigor, pietà, Signore,
Non mi punisca, non mi punisca Il tuo rigor, il tuo rigor

 

 

 

da :  https://testicanzoni.rockol.it/testi/alessandro-stradella-pieta-signore-18988307

 

 

 

 

QUALCHE NOTIZIA SU ALESSANDRO STRADELLA

** insieme ad altri musicisti italiani come  Alessandro Scarlatti, Arcangelo Corelli, Antonio Vivaldi, Giovanni Battista Pergolesi, e Domenico Scarlatti, Alessandro Stradella  è stato studiato da Bach Mozart e Beethoven.

 

 

Alessandro Stradella – Absolutely Baching

 

undefined

ALESSANDRO STRADELLA
Autore Louis Denis –  dalla biblioteca digitale Gallica

 

 

Antonio Alessandro Boncompagno Stradella (Bologna3 luglio 1643 – Genova25 febbraio 1682) è stato un compositore italiano di epoca barocca.

Autore Louis Denis –  dalla biblioteca digitale Gallica

https://it.wikipedia.org/wiki/Alessandro_Stradella

 

 

LA VITA DELL’ARTISTA ALESSANDRO  STRADELLA NEL SEICENTO

 

L’esistenza rocambolesca di Alessandro Stradella, uno dei massimi compositori italiani della sua generazione, ha ispirato fin dall’Ottocento – e ispira tuttora – romanzi, film e opere in musica, che ripropongono l’ideale romantico del genio maledetto, tanto più genio quanto più maledetto e spregiudicato. Negli ultimi decenni, grazie a numerose ricerche storico-archivistiche, si è gradualmente riusciti a ricostruire una buona parte della sua reale vicenda biografica, al di là di aneddoti e leggende.

Dalla recente scoperta dell’atto di battesimo si è appreso che Stradella nacque a Bologna nel 1643 dal nepesino ( Nepi / Viterbo, Lazio )  Marc’Antonio e dall’orvietana Vittoria Bartoli, pochi mesi prima che i genitori rientrassero a Nepi dopo breve soggiorno a Vignola, dove il padre durante la guerra di Castro era stato nominato vice-marchese. Le prime testimonianze sulla vita del compositore risalgono solo agli anni cinquanta, quando, morto il padre, Alessandro si trasferì da Nepi a Roma col fratello Stefano e la madre per vivere a palazzo Lante come paggio del duca Ippolito. E’ probabilmente a Roma che avvenne la sua formazione musicale.

Attorno ai vent’anni godeva già come compositore di una certa notorietà, dato che fu incaricato dall’arciconfraternita romana del Santissimo Crocifisso di scrivere uno dei cinque oratori in latino per la Quaresima del 1667, ma dell’effettiva composizione ed esecuzione di questo oratorio, che sarebbe il suo primo lavoro datato, non si hanno prove certe. Nonostante importanti committenze private, a Roma non riuscì mai ad assicurarsi un impiego fisso e poté contare solo su ingaggi occasionali, che evidentemente non lo fecero desistere da altre possibilità di guadagno, non sempre lecite. Si prodigò a comporre musica per occasioni celebrative della nobiltà romana, scrivendo, per esempio, il Lamento del Tebro (1671) per l’unione fra una Pamphilj e un Doria, la serenata «Ecco Amore che altèro risplende» per le nozze fra un’Altieri e un Colonna, e la serenata Il duello (1674) per l’intrattenimento di Cristina di Svezia.

All’inizio degli anni settanta, con l’apertura del primo teatro pubblico romano, il Tordinona, Stradella fu coinvolto nelle sue produzioni dall’impresario Filippo Acciaioli: creò prevalentemente sezioni di cornice per repliche di opere veneziane, ovvero prologhi e intermedi, ma in qualche caso, come il Novello Giasone (1671), anche nuove arie. Agli stessi anni dovrebbe risalire anche la prima opera da lui interamente musicata e solo recentemente ritrovata, la Doriclea su versi del poeta romano Flavio Orsini. Uno dei suoi lavori oggi più celebri, l’oratorio San Giovanni Battista, fu composto per la Quaresima dell’anno giubilare 1675 ed eseguito nella chiesa romana di San Giovanni dei Fiorentini, in una rassegna che prevedeva quattordici oratori di autori diversi. La maggior parte degli oratori da lui musicati, fra cui Santa EdittaSan Giovanni Crisostomo e Ester, fu probabilmente destinata all’ambiente devozionale romano.

Nell’ottobre 1676 chiese protezione e ospitalità nella Serenissima al nobile veneziano Polo Michiel, in stretto contatto con l’ambiente artistico e aristocratico romano, dovendo lasciare Roma per «una certa disgrazia» occorsa – così disse.

Pare avesse tentato di combinare un matrimonio, facendo sposare un nipote del cardinale Cybo niente meno che con una cortigiana e suscitando così le ire della potente famiglia del primo. Di fatto, all’inizio dell’anno successivo, il 1677, era già a Venezia, dove – non pago dei precedenti – combinò l’ennesimo guaio, che poi diventerà leggendario. Fuggì a Torino con una pupilla del nobile Alvise Contarini, Agnese van Uffel, a cui dava lezioni di canto, e nella città sabauda i due amanti trovarono rifugio in conventi. Contarini, giunto a Torino per vendicare il sopruso e capire le intenzioni della sua pupilla, apprese che la donna voleva sposare Stradella e cercò di rassegnarsi, ma quando la tensione diplomatica si attenuò, nell’ottobre 1677 il musicista fu barbaramente aggredito in piazza San Carlo da due sicari, probabilmente al soldo dello stesso Contarini.

Definitivamente compromessa la sua credibilità a Torino, all’inizio dell’anno successivo, il compositore decise di trasferirsi a Genova, dove fu ben accolto e probabilmente ospitato da uno degli esponenti più in vista dell’aristocrazia locale, Franco Imperiale Lercari.

Costui, insieme ad altri, era socio del Teatro Falcone, che divenne uno dei primi sbocchi professionali di Stradella: oltre a scrivere musica sacra, da camera e a impartire lezioni private, fu infatti incaricato di produrre un’intera stagione d’opera, quella fra il 1678 e il 1679. Per l’occasione mise in musica due libretti di Nicolò Minato già intonati e rappresentati a Venezia, Seleuco e Muzio Scevola, da cui nacquero rispettivamente La forza dell’amor paterno e Le garre dell’amor eroico; e infine scrisse una nuova opera, di carattere comico, Il trespolo tutore. Il suo incarico al Falcone si concluse quello stesso anno, il 1679, per un passaggio di proprietà del teatro (dagli Adorno ai Durazzo) che ne cambiò la politica gestionale, ma Stradella continuò a comporre musica drammatica. Nel 1681 intonò il libretto del Moro per amore di Flavio Orsini, su commissione del medesimo ma mai rappresentato e la serenata marittima Il barcheggio per le nozze di una Brignole con uno Spinola. Sempre nello stesso anno fu eseguito a Modena il suo oratorio Santa Susanna. Purtroppo non poté esprimere il suo talento ancora per molto, perché all’inizio dell’anno successivo, il 25 febbraio 1682, fu assassinato in Piazza dei Banchi, senza che siano mai stati individuati i colpevoli e appurato il movente del delitto. Ora riposa nella chiesa genovese di Santa Maria delle Vigne.

 

© Andrea Garavaglia – 2019

da :

Vita di Stradella

 

Wikipedia ( link sopra ) scrive :

Il 25 febbraio 1682 Stradella fu assassinato in Piazza Banchi a Genova, forse su mandato del nobile Giovan Battista Lomellini, che sospettava una relazione tra la sorella e il compositore, che le impartiva lezioni di musica. Il nobile genovese fu poi prosciolto dall’accusa per insufficienza di prove.

 

Anche se in epoche differenti– Caravaggio ( 1571- 1610 ) e vite differenti ( Caravaggio fu segnato da un omicidio  e condannato a morte ), la vita di questi due artisti ” sregolati ” e molto audaci hanno qualche somiglianza- ch.

Condividi
Questa voce è stata pubblicata in GENERALE. Contrassegna il permalink.

1 risposta a video, 8 min. ca — Pietà Signore – aria sacra è cantata dal tenore armeno, Tigran Ohanyan – composta da Alessandro Stradella ( Bologna, 1643 – Genova, 1682 ) + e da : José Carreras + altro

  1. DONATELLA scrive:

    Una vita “spericolata”, un vero e proprio romanzo!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *