LUCA CELADA – I militari assediano Los Angeles. Kristi Noem: «Città di criminali». Quinto giorno di proteste contro i rastrellamenti che seminano il panico — IL MANIFESTO 11 GIUGNO 2025 + altro + altro

 

 

 

 

IL MANIFESTO — 11 GIUGNO 2025
https://ilmanifesto.it/i-militari-assediano-los-angeles-noem-citta-di-criminali

 

 

 

I militari assediano Los Angeles. Kristi Noem: «Città di criminali»

 

 

Kristi Noem — vedi articolo al fondo di RSI

 

Gli scontri a Los Angeles tra la polizia e i manifestanti contro le retate dell’Ice ( = Agenzia federale che controlla l’immigrazione, sede: Washington )  – foto Jae Hong/Ap

 

LOS ANGELES

 

Il quinto giorno di proteste è coinciso con la mobilitazione di altri 2.000 riservisti, una decisione grottescamente sproporzionata alla realtà sul campo, soprattutto vista l’attivazione contemporanea anche di 700 Marines della vicina base di Camp Pendleton.

Un totale quindi di 4.700 soldati in assetto di guerra come figuranti di un film sceneggiato quasi interamente nella testa di Donald Trump.

Dopo aver strumentalizzato l’economia mondiale, il sistema universitario e la cooperazione internazionale in una rappresentazione conflittuale a tutto campo, il presidente degli Stati uniti sta innescando nella seconda città d’America il prossimo atto della mutazione totalitaria del paese.

 

Il discorso del governatore della California Gavin Newsom: «Il governo di Donald Trump non sta proteggendo le nostre comunità. Le sta traumatizzando. La democrazia è sotto assedio»

GAWIN NEWSOM
foto dal Corriere  –vedi sotto l’articolo

 

 

Non cessa di sottolinearlo il governatore della California, Gavin Newsom, che via social ha informato che il grosso delle truppe resta per ora acquartierato in locali di fortuna in attesa di ordini. Il governatore, sostenuto da una petizione firmata dai governatori di ogni stato democratico, ha querelato il governo federale confutando il commissariamento dei riservisti dello stato.

 

UFFICIALMENTE le truppe sono state attivate per «riportare la pace» in quella che Trump definisce «città dilaniata dalla violenza» ma, come ha scritto Newsom, il presidente «non cerca pace ma piuttosto la guerra», definendo «squilibrata» la decisione del segretario della difesa Pete Hegseth.

 

Tom Homan, nominato da Donald Trump a capo DELL’ ICE  ( CAPO DELL’IMMIGRAZIONE — US Immigration and customs enforcement (Ice)
Chip Somodevilla
 foto Getty Images pubblicata da  WIRED

 

Trump dal canto suo non ha escluso l’idea ventilata dallo «zar della deportazione» Tom Homan di arrestare il governatore.

La sottomissione della seconda città del paese alla volontà univoca del governo rientra nella narrazione dell’invasione di stranieri che stanno «scardinando il tessuto stesso della società» e nella criminalizzazione di chi non la sottoscrive. Come ha sostenuto la ministra Kristi Noem  ( vedi sotto ):«Più che una città di immigrati abbiamo a che fare con una città di criminali».

 

 

L’ESCALATION continua delle provocazioni intanto non fa che alimentare la volontà di difendere la propria città dal sopruso. Le proteste continuano quotidianamente soprattutto nel distretto del centro, un perimetro di una decina di isolati fra la vecchia missione spagnola e il complesso giudiziario federale fra Temple, Alameda, Los Angeles streets e l’autostrada 101.

È qui che sono dislocati i cordoni della guardia nazionale di fronte ai quali si congregano le folle,di solito qualche centinaia di persone, molti giovani, studenti, ispanici, ovviamente in questa città a maggioranza di latinos, ma decisamente multietniche e intergenerazionali, unite da un senso solidarietà che rimanda alle grandi manifestazione di Black Lives Matter di cinque anni fa. Le richieste sono sempre le stesse: ritiro degli agenti federali e stop ai rastrellamenti indiscriminati che mirano a seminare il panico.

KAREN BASS, SINDACA DI LOS ANGELES — foto dal suo X 

 

LA SINDACA, Karen Bass, ha nuovamente chiesto all’amministrazione di fermare i rastrellamenti. «Spero che il governo federale ascolti il nostro appello: fermate i raid», ha detto Bass. «Le incursioni stanno creando paura e caos nella nostra città, e sono inutili. Spero che verremo ascoltati perché la nostra città sta cercando di andare avanti e credo che il governo federale dovrebbe sostenerci in questo percorso». La realtà espressa da Bass è che al di là delle proteste, che verso sera vengono invariabilmente disperse dalla polizia con strascico di tafferugli e qualche arresto, non si intravede il modo di disinnescare la tensione senza un passo indietro del governo dall’insistenza di arrestare e far sparire chiunque abbia commesso il reato di «non essere in regola».

Imporre questa modalità in una città col 30% di 14 milioni nati all’estero e potenzialmente un milione e mezzo di persone senza documenti equivarrebbe ad un’insostenibile deflagrazione sociale. ( LA GRANDE LOS ANGELES )

 

 

DA WASHINGTON non si percepisce tuttavia alcun segno di compromesso. Le persone detenute, compresi minorenni, sono mantenute segregate senza accesso a legali e senza notizie sulla loro ubicazione. Sembra confermata la loro presenza anche in locali di fortuna nel Federal Building, il centro direzionale non certo preposto alla detenzione, a volte senza accesso a bagni e cibo. In altre occasioni le persone vengono spostate nottetempo verso Cpr senza notifica alle famiglie che chiedono informazioni sui propri cari. Al Metropolitan Detention Center è stato negato l’accesso anche ai parlamentari democratici Maxine Waters, Jimmy Gomez e Norma Torres che a rigor di legge ne avrebbero titolo.

 

 

DAVID HUERTA

Who Is David Huerta, the Labor Leader Arrested in Los Angeles? - The New York Times
DA https://www.nytimes.com/

 

Fra i pochi detenuti rilasciati ad oggi vi è David Huerta, il segretario del sindacato Seiu (Service Employees International Union ), aggredito e arrestato venerdì scorso quando tentava di informarsi sull’arresto di 40 operai in una fabbrica di abbigliamento. Rilasciato su cauzione, Huerta è stato denunciato per resistenza a pubblico ufficiale e rischia in teoria fino a 6 anni di carcere. La vicenda ha galvanizzato il movimento sindacale che rappresenta tra l’altro il movimento più organizzato di militanza politica ispanica, data la preponderante maggioranza di latinos nella forza lavoro e nel settore dei servizi.

 

Newspressnow.com

 

UNA MANIFESTAZIONE di solidarietà con Huerta lunedì ha di fatto allargato la resistenza al movimento sindacale, un nesso storico rappresentato dalla novantacinquenne Dolores Huerta già leader del movimento dei braccianti agricoli guidato negli anni 60 da Cesar Chavez, un mito della resistenza ispanica. Come lei gli intervenuti hanno tenuto ad inquadrare l’attuale lotta alle «grande deportazione» nel più ampio contesto della lotta di classe per l’uguaglianza economica.

«Dobbiamo allargare la protesta a un’offensiva contro il capitalismo», ha detto Cliff Smith, del sindacato degli edili. «E muoverci se necessario verso uno sciopero generale».

Manifestazioni di solidarietà con Huerta si sono tenute in dozzine di città americane, sottolineando le implicazioni nazionali della partita che si gioca a Los Angeles. È chiaro infatti, di contro, il disegno di collegare il conflitto artefatto alla promulgazione del Big Beutiful Bill, la legge omnibus che oltre a finanziare il complesso industriale della deportazione, sancirebbe col mastodontico sconto fiscale ai ricchi il progetto securitario e illiberale di Trump. Come ha postato il suo consigliere Stephen Miller: «Sostenete Ice, passate il Bbb».

 

 

NOTA SU DOLORES HUERTA

 

1.861 foto e immagini ad alta risoluzione di Dolores Huerta - Getty Images

DOLORES HUERTA

 

2025 Trail Blazers BallDOLORES HUERTA,  30 MAGGIO  2025 ARRIVA AL SIERRA CLUB DOVE SI SVOLGE LA CONVENTION DEL PARTITO DEMOCRATICO

 

 

 

 

 

La storia di Dolores Huerta: organizzazione comunitaria, movimento chicano e sfide alle norme di genere

In questa intervista del 2015 alla National Portrait Gallery, Dolores Huerta ripercorre la sua infanzia nel New Mexico e in California, il suo lavoro con César Chávez nell’organizzazione dei braccianti agricoli e le origini del grido di battaglia sindacale ” ¡Sí, se puede! “. Grazie al suo esempio come leader sindacale, Huerta è diventata un simbolo della leadership femminista  negli Stati Unitre e oltre

foto e testo da :

08.02.21 | Smithsonian
https://oursharedfuture.si.edu/stories/community-organizing-the-chicano-movement-and-challenging-gender-norms

 

 

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IL CORRIERE DELLA SERA — 11 GIUGNO 2025 –ore 12.00

 

Il discorso del governatore della California Gavin Newsom: «Il governo di Donald Trump sta traumatizzando le nostre comunità. La democrazia è sotto assedio»

di redazione Esteri

In un discorso rivolto a tutto il popolo statunitense il 10 giugno ha condannato la militarizzazione illegale di Los Angeles da parte del presidente: «Non ci sono più controlli e contrappesi. Il Congresso è scomparso. La sua è debolezza mascherata da forza»

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https://www.corriere.it/esteri/25_giugno_11/il-discorso-del-governatore-della-california-gavin-newsom-il-governo-di-donald-trump-sta-traumatizzando-le-nostre-comunita-la-583dd6a0-630f-44be-b4cd-1afde13b7xlk.shtml

 

 

 

 

RSI — RADIO TELEVISIONE SVIZZERA

rsi.ch./ info/ mondo / migrazione

29 MARZO – 31 MARZO 2025

https://www.rsi.ch/info/mondo/Migrazione-e-crimine-il-viaggio-di-Kristi-Noem–2710040.html

 

Migrazione e crimine: il viaggio di Kristi Noem

La Segretaria per la sicurezza USA punta a rafforzare il messaggio della Casa Bianca in un viaggio poco più che simbolico

 

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Noem in visita al mega carcere “Cecot” e El Salvador
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Laura Daverio, collaboratrice RSI da Città del Messico

 

 

 

La prima tappa del viaggio della Segretaria per la sicurezza interna statunitense è stata El Salvador, dove due settimane fa sono stati imprigionati oltre 200 migranti espulsi dagli Stati Uniti, accusati di far parte delle bande criminali venezuelane Tren de Aragua e quella transnazionale M-13. Rimangono rinchiusi nella mega carcere “Cecot” voluta dal presidente Nayib Bukele, un simbolo della sua battaglia contro la criminalità, ma anche un luogo noto per le gravi violazioni dei diritti umani e per le immagini umilianti dei prigionieri che vengono periodicamente diffuse.

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Guardie del Centro di Confinamento per il Terrorismo (Cecot) che trasferiscono i presunti membri della banda criminale conosciuta come Tren de Aragua
@keystone

 

Per giustificare l’eccezionale espulsione, l’amministrazione Trump ha invocato una legge del 1798, che consente al governo di detenere ed espellere, in tempo di guerra, chi minaccia la sicurezza nazionale, senza garantire un giusto processo. Nonostante un giudice avesse bloccato l’ordine, questo è stato ignorato.

Tra i detenuti c’è Jerce Reyes Barrios, un calciatore professionista venezuelano. Secondo la sua avvocata, ha atteso quattro mesi per ottenere un appuntamento e presentare la sua richiesta di asilo. Senza precedenti penali, stava aspettando l’udienza. Non era il solo. Quando Kristi Noem ha visitato la mega carcere, non ha chiesto di incontrare Reyes Barrios o altri prigionieri. Davanti alle celle, con i prigionieri appoggiati alle sbarre, si è filmata dicendo: “Per prima cosa, non venite negli Stati Uniti illegalmente, sarete espulsi e perseguiti dalla legge. E sappiate che questa (la prigione) è uno strumento che useremo se commettete crimini contro il popolo americano”. Un video ad effetto, che equipara l’ingresso senza visto negli Stati Uniti a un crimine. 


nota -(Non lo posto perché penso che tutti abbiamo visto varie volte questo video o almeno  la foto con i prigionieri dietro a lei )

Tuttavia, entrare in un paese per chiedere asilo politico è un diritto umano, non un reato. Ma l’amministrazione Trump non solo ha chiuso i canali per chiedere asilo, sta rimandando anche chi era stato precedentemente accolto. È stata proprio la Segretaria Noem a comunicare che verranno revocati i permessi di soggiorno a oltre 530’000 persone provenienti da Cuba, Haiti, Nicaragua e Venezuela, che avevano beneficiato di un programma di accoglienza umanitaria promosso dall’amministrazione Biden.

 

L’amministrazione Trump verserà 6 milioni di dollari al governo salvadoregno per il “servizio” reso. Mentre la Segretaria Noem si filmava in prigione,

El Salvador segnava tre anni dall’adozione dello stato di emergenza, una misura che avrebbe dovuto durare al massimo 30 giorni. Un traguardo segnato da proteste popolari. Lo stato di emergenza ha permesso, arresti di massa senza procedura legale, con quasi 90’000 persone incarcerate, seguite da denunce di torture e omicidi. Oggi El Salvador detiene il primato mondiale per numero di persone incarcerate pro capite.

 

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Laura Sarabia, ministra degli esteri colombiana, e Kristi Noem, Segretaria per la sicurezza USA
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Dopo El Salvador, il viaggio di Kristi Noem è proseguito in Colombia, il primo paese a opporsi alla politica di espulsione di Trump, rifiutando voli militari con migranti in catene.

In risposta, Trump ha imposto dazi sulle merci colombiane, costringendo il presidente colombiano a cedere. L’incontro con Kristi Noem ha cercato di ristabilire i legami tra i due paesi. Qui ha incontrato il presidente Gustavo Petro e la ministra degli Esteri Laura Sarabia. È stato firmato un memorandum di intesa per la condivisione delle informazioni migratorie. La Colombia, oltre a essere un paese di emigrazione, è anche un punto di transito per i migranti venezuelani: quasi 8 milioni di venezuelani hanno lasciato il paese negli ultimi 10 anni, molti dei quali ora risiedono in altre nazioni dell’America Latina e dei Caraibi.

 

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In Messico Kristi Noem ha incontrato la Presidente Claudia Sheinbaum

L’ultima tappa del viaggio di Kristi Noem è stato il Messico, dove ha incontrato la Presidente Sheinbaum, a pochi giorni dall’annuncio di Trump sull’imposizione, dal 2 aprile prossimo, di dazi del 25% sulle automobili importate negli Stati Uniti.

Il Messico è il principale fornitore di automobili per il paese, con la maggior parte della produzione statunitense realizzata sul suo territorio. La visita della Segretaria Noem, incentrata su migrazione, lotta alla droga e controllo della frontiera, non ha portato a risultati concreti, ma a vaghe dichiarazioni. Claudia Sheinbaum ha definito l’incontro “produttivo”, mentre Kristi Noem ha parlato di un passo nella giusta direzione, sottolineando che resta molto da fare.

Mentre la Segretaria tornava a Washington, carri armati si posizionavano sul lato statunitense della frontiera, un’ultima mossa di cui è difficile immaginare l’utilità, se non per l’impatto visivo.

02:19

 

pochi minuti di video

Messico, fine della visita di Kristi Noem

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1 risposta a LUCA CELADA – I militari assediano Los Angeles. Kristi Noem: «Città di criminali». Quinto giorno di proteste contro i rastrellamenti che seminano il panico — IL MANIFESTO 11 GIUGNO 2025 + altro + altro

  1. DONATELLA scrive:

    Francamente non riesco a capire questa “cattiveria” e disumanità così esibite.

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