IL MANIFESTO 18 GIUGNO 2025
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La Cina cambia passo: «No alla legge della jungla»
Medio oriente. Prima qualche equilibrismo, poi Trump dice di evacuare Teheran. E Pechino sbotta
Il Presidente cinese Xi Jinping – EPA
Lorenzo Lamperti ( 1984 )
È giornalista e direttore dell’agenzia editoriale China Files. Vive a Taiwan
TAIPEI– capitale di Taiwan
Marzo 2023. A Pechino, Iran e Arabia saudita firmano l’accordo che fa ripartire le relazioni bilaterali. Un successo diplomatico con pochi precedenti per la Cina, che si proietta nel Medio orientecon maggiori ambizioni. Vengono ospitate le diverse fazioni palestinesi per trovare unità, addirittura ci si propone di mediare tra Israele e Palestina. Poi arrivano gli attacchi di Hamas, le bombe su Gaza e ora la guerra lanciata da Netanyahu contro l’Iran.
La Cina osserva con sgomento il disfacimento della stabilità regionale, auspicata per motivi politici, economici e strategici. «Condanniamo la violazione da parte di Israele della sovranità, della sicurezza e dell’integrità territoriale dell’Iran, esortando a cessare immediatamente ogni avventurismo militare», ha detto subito dopo le prime bombe Fu Cong, rappresentante cinese alle Nazioni unite.
Nel fine settimana il ministro degli esteri Wang Yi ha parlato con gli omologhi dei due paesi. In un esercizio di complicata diplomazia, ha confermato il sostegno a Teheran nella difesa dei suoi diritti sovrani, pur invitando alla moderazione.
Dall’altra parte, ha detto a Israele che l’uso della forza è inaccettabile, ma ha anche riconosciuto la necessità di una stabilità regionale che garantisca a Tel Aviv di non dover convivere con l’«ansia della guerra». Una diplomazia bifronte con cui si cerca di mantenere credibilità con entrambe le parti.
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Ieri, il cambio di passo. Da Pechino il portavoce del ministero degli esteri Guo Jiakun ha accusato Donald Trump di «gettare benzina sul fuoco», dopo il post su Truth con cui il presidente americano ha avvertito gli iraniani di evacuare Teheran.
«Alimentare il fuoco e minacciare non farà che intensificare e ampliare il conflitto», ha aggiunto Guo, riprendendo diversi punti retorici usati sull’Ucraina. Poche ore dopo ecco l’intervento di Xi Jinping. Parlando da Astana, dove ha presieduto ieri il secondo summit con le cinque repubbliche ex sovietiche dell’Asia centrale, il presidente cinese si è detto «profondamente preoccupato» per l’azione militare di Israele, dicendosi contrario «a qualsiasi atto che violi sovranità, sicurezza e integrità territoriale di altri paesi».
I riferimenti agli Usa arrivano sul commercio: «La guerra sui dazi non ha vincitori. L’umanità deve svilupparsi con un destino condiviso e non con la legge della giungla», ha detto ai leader di Kazakistan, Uzbekistan, Kirghizistan, Tajikistan e Turkmenistan, prima di firmare un trattato di «amicizia permanente».
La Cina è molto preoccupata per la nuova guerra. L’Iran è un tassello importante nella Nuova Via della seta e, nel 2021, è stato firmato un accordo di cooperazione strategica ventennale da 400 miliardi di dollari.Inclusi energia, infrastrutture, trasporti, telecomunicazioni e difesa. La Cina è il principale acquirente di petrolio iraniano, spesso attraverso canali informali che aggirano le sanzioni.
Con un approccio debole, il ruolo di “portavoce dei paesi musulmani”, che Pechino si è auto-assegnata nell’insistere per la soluzione dei due stati in Palestina, potrebbe indebolirsi. Secondo il Wall Street Journal Teheran avrebbe recentemente ricevuto da aziende cinesi componenti per missili balistici come il perclorato d’ammonio. Ma è difficile immaginare un sostegno diretto: la Cina non vuole rischiare di alienarsi l’Occidente.
Sullo sfondo, però, i nazionalisti più ottimisti intravedono delle opportunità. Non solo il sostegno a Israele può essere utilizzato per smentire il presunto “pacifismo” di Trump, ma un eventuale coinvolgimento americano potrebbe ridurre l’attenzione sull’Asia orientale, garantendo maggiore libertà di manovra alla Cina. Giappone, Filippine e Taiwan temono uno spostamento di mezzi militari dal Pacifico al Medio oriente. Un processo già iniziato con delle unità missilistiche Patriot rimosse dalla Corea del sud e, da ultimo, con la portaerei Nimitz che ha abbandonato le calde acque del mar Cinese meridionale.
TAIPEI — IMMAGINI
Vista panoramica sullo skyline di Taipei di giorno
TAIPEI AL CREPUSCOLO
TAIPEI DI NOTTE
Panorama di Liberty Square guardando verso est, con la National Concert Hall (a sinistra) e il National Theater (a destra)
National Concert Hall
Luke Ma
Che belli questi teatri, così colorati.