**** I MOZABITI –Popolazione musulmana ibadita abitante la regione sahariana dello Mzab. Treccani
GLI IBADITI (ar. Ibāḍiyya) Setta musulmana, unico ramo sopravvissuto dei kharigiti (➔); fondata da ‛Abd Allāh ibn Ibāḍ al-Murrī, fiorì in Mesopotamia nell’8° secolo. In quello stesso secolo gli i. conquistarono l’Oman penetrando nell’Africa settentrionale, dove fondarono vari piccoli Stati. Oggi gli i. costituiscono la componente maggioritaria dell’islamismo in Oman. Altri nuclei importanti si trovano nella valle del Mzab in Algeria, sull’isola di Gerba in Tunisia e a Gebel Nafūsa in Libia. Rifiutano ogni forma di fanatismo e predicano la pratica rigorosa dell’Islam originario.) –(ar. Ibāḍiyya)
Ibaditi – Enciclopedia – Treccani
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Ghardaïa (in arabo ولاية غرداية, in berbero Taγerdayt) è una città dell’Algeria, capoluogo della provincia omonima.
La città è il principale insediamento della valle dello Mzab, luogo di rifugio degli appartenenti alla setta islamica degli Ibaditi dopo il crollo del regno di Tahert; conserva ancora oggi gran parte della sua architettura medievale, parte della quale è stata dichiarata Patrimonio dell’umanità UNESCO.
Si trova nella Algeria centro-settentrionale, nel deserto del Sahara e sorge lungo la riva sinistra dello Mzab. Ghardaïa è stata inserita nel Patrimonio mondiale dell’UNESCO nel 1982.
LA VALLE DEL MZAB
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Venne costruita quasi mille anni fa nella valle di Mzab dai Mozabiti, facenti parte della setta musulmana ibadita, composta da musulmani non arabi, tra cui molti berberi.
Si tratta di un importante centro di produzione di datteri e di fabbricazione di tappeti e tessuti. È una città fortificata suddivisa in tre settori circondati da mura. Al centro è la zona storica mozabita, con una moschea dal minareto piramidale ed una piazza con portici. Notevoli le case bianche, rosa e rosso, costruite con sabbia, argilla e gesso, caratterizzate da tetti a terrazza e porticati.
Nel suo libro pubblicato nel 1963, La forza delle cose, Simone de Beauvoir descrisse Ghardaïa come “un dipinto cubista splendidamente costruito”.
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Ghardaia – L’Algérie vue du ciel (extrait)
HOPE, by Yann Arthus-Bertrand
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segue dall’UNESCO :
Valle di M’Zab – Centro del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO
Valle di M’Zab
Un habitat umano tradizionale, creato nel X secolo dagli Ibaditi intorno alle loro cinque ksour (città fortificate), è stato conservato intatto nella valle di M’Zab. Semplice, funzionale e perfettamente adattata all’ambiente, l’architettura di M’Zab è stata progettata per la vita comunitaria, nel rispetto della struttura della famiglia. È una fonte di ispirazione per gli urbanisti di oggi.
Breve sintesi
Situati a 600 km a sud di Algeri, nel cuore del deserto del Sahara, i cinque ksour (villaggi fortificati) della valle di M’Zab formano un insieme straordinariamente omogeneo che costituisce, nel deserto, il segno di una civiltà sedentaria e urbana che possiede una cultura originale che, per i suoi meriti, ha conservato la sua coesione nel corso dei secoli. Composta da ksour e palmeti di El-Atteuf, Bounoura, Melika, Ghardaïa e Beni-Isguen (fondata tra il 1012 e il 1350), la valle di M’Zab ha conservato praticamente lo stesso stile di vita e le stesse tecniche di costruzione dall’XI secolo, ordinate tanto da un contesto sociale e culturale specifico, quanto dalla necessità di adattarsi a un ambiente ostile, la cui scelta rispondeva a un’esigenza storica di ritiro e a un imperativo difensivo. Ognuna di queste cittadelle in miniatura, circondata da mura, è dominata da una moschea, il cui minareto funge da torre di guardia. La moschea è concepita come una fortezza, l’ultimo baluardo di resistenza in caso di assedio, e comprende un arsenale e un deposito di grano. Intorno a questo edificio, essenziale per la vita comune, si sviluppano case costruite a cerchi concentrici fino ai bastioni. Ogni casa costituisce una cellula cubica di tipo standard, che illustra una società egualitaria fondata sul rispetto della struttura familiare, mirando alla conservazione della sua intimità e autonomia. All’inizio del primo millennio, gli Ibadis hanno creato nel M’Zab, con materiali locali, un’architettura vernacolare che, con il suo perfetto adattamento all’ambiente e la semplicità delle sue forme, è un esempio e un’influenza per l’architettura e l’urbanistica contemporanea.
Bellissima questa architettura.