IL MUSEO ETNOLOGICO PIU’ GRANDE AL MONDO –pare — SIA IL MUSEO ETNOLOGICO ANIMA MUNDI CHE APPARTIENE AI MUSEI VATICANI

 

 

 

 

VIDEO, 2.29

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© Musei Vaticani

MUSEI VATICANI

 

 

Expo Missionaria, Vaticano 1925

 

Il primo nucleo risale ad una donazione di opere precolombiane avvenuta oltre trecento anni fa, ma a dare il vero avvio alla collezione fu la visitatissima Esposizione Universale Missionaria voluta da Pio XI nel 1925 in Vaticano. In un momento in cui l’Europa era funestata dallo spettro del nazionalismo, un milione di persone ebbe la possibilità di ammirare in Vaticano oltre 100mila oggetti provenienti da tutto il mondo, anche da quelle terre considerate pregiudizialmente “selvagge”: fu una potente testimonianza di Chiesa dalle porte aperte. 40mila di quei reperti rimasero nella Città Eterna dove, sugellato dal motu proprio Quoniam tam praeclara, il 12 novembre 1926, nacque il Museo Missionario Etnologico: diretto inizialmente dal padre verbita Wilhalem Schmidt e ospitato nel Palazzo Lateranense, fu trasferito, sotto Paolo VI, negli anni Settanta del 19mo secolo all’interno dei Musei Vaticani.

 

 

© Musei Vaticani

 

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Oggetti, ambasciatori dei popoli

 

 

Oggi il Museo Anima Mundi conta circa 80mila tra oggetti ed opere d’arte, provenienti da Africa, Americhe, Oceania, Australia, Asia, mondo islamico oltre che civiltà preistoriche e precolombiane. “Gli oggetti – spiega padre Nicola Mapelli, missionario del Pime, curatore del Museo Anima Mundi – sono ambasciatori culturali, parlano dei popoli da cui provengono: dalla Papua Nuova Guinea all’Alaska, dall’Australia al Deserto del Sahara fino all’Asia. Dinamismo e vitalità caratterizzano la storia dei reperti. Quest’arte infatti non è mai morta e non è statica: continua a nutrirsi ancora oggi della relazione con i luoghi e i popoli d’origine, con le loro credenze e visioni della vita”. È una collezione inclusiva, manifesto e voce di popolazioni i cui diritti basilari sono spesso messi in pericolo o violati.

 

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Riconnessioni

Padre Mapelli si è recato nei Paesi di provenienza delle opere, ha incontrato le popolazioni locali.  “Per noi è importante il confronto con i popoli. Per esempio per l’allestimento della sezione dedicata all’Australia, la prima finora aperta al pubblico, siamo andati nei villaggi da cui provengono i manufatti da noi custoditi, abbiamo chiesto agli aborigeni il significato che attribuiscono alle loro creazioni e come desiderano siano offerte alla vista dei nostri visitatori. E così cerchiamo di fare, quando possibile, per ogni singolo oggetto”.

 

 

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Doni fatti al Papa

La maggior parte dei reperti del Museo Anima Mundi è costituita da doni ricevuti dai pontefici nei secoli passati o giunti sempre come omaggi in Vaticano da terre lontane. Alcuni sono stati “rimpatriati”: è il caso ad esempio di una tsansa, testa umana ridotta di dimensioni, usata a scopo rituale dalla tribù amazzonica degli Jivaro, rimpatriata recentemente dai Musei Vaticani all’Ecuador.

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Storie

Dietro ogni oggetto c’è una storia: commovente l’incontro di padre Mapelli nei territori aborigeni, a cavallo tra Australia ed Indonesia, con una discendente dell’autore di uno dei pali scolpiti e dipinti nelle isole Tiwi. “Ad 80 anni questa donna ricordava il nonno che, quando era bambina, la prendeva sulle ginocchia mentre scolpiva questi pali raccontandole che li stava realizzando per una persona molto lontana e importante: era il Papa! Questa donna mi ha abbracciato perché in qualche modo io le stavo riportando a casa la sua storia e suo nonno”.

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La maschera e il cestino

 

Isola di Navarino- Terra del Fuoco– Patagonia
Geo Swan, pauk (Ruslan V.Albitsky), Epp (traduzione
da:   https://commons.wikimedia.org/wik

 

Dall’arcipelago della Terra del Fuoco in Patagonia arriva invece la vicenda delle maschere rituali dell’isola di Navarino inviate a Roma negli anni Venti dal padre missionario Martin Gusinde. “Siamo riusciti a trovare la discendente dell’interprete del padre Gusinde. L’anziana donna, in segno di gratitudine, ha realizzato per me un cestino mentre mi trovavo in visita da lei. Lo abbiamo esposto qui ai Musei Vaticani accanto alla maschera rituale di Navarino”.

 

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Emozionante e suggestivo anche l’invio in Polinesia, in occasione di una mostra, di una statua conservata in Vaticano. Al momento di ripartire per Roma dall’isola è salita una fitta nebbia: “i locali l’hanno attribuita al saluto malinconico che la loro terra tributava a quel manufatto”.

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Senza barriere

Anima Mundi è un luogo senza barriere. “Chi entra – ha detto Papa Francesco inaugurandone le sale il 18 ottobre 2019 – dovrebbe sentire che in questa casa c’è posto anche per lui, per il suo popolo, la sua tradizione, la sua cultura”. Tutti i popoli sono qui, all’ombra della cupola di san Pietro, vicini al cuore della Chiesa e del Papa”.

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Il Laboratorio trasparente

Trasparenti come le vetrine che espongono gli oggetti sono anche le pareti che delimitano la sede, ancora provvisoria, del Laboratorio di Restauro Materiali Polimaterici. Anche il futuro spazio permanente, una volta terminati i lavori del Museo, permetterà ai visitatori di osservare il lavoro delle restauratrici per condividere l’esperienza della conservazione.

© Musei Vaticani

 

 

 

“Il nostro sogno è quello di aprire, in Vaticano, una scuola internazionale per l’educazione delle nuove generazioni di restauratori per la conservazione di saperi e tecniche che altrimenti corrono il rischio di perdersi”. L’impegno a favore della realizzazione di questo nuovo approccio alla conservazione è condiviso da molti laboratori di restauro di tutto il mondo. “Abbiamo avuto modo di sperimentare questa realtà, anche recandoci nei luoghi d’origine come nel caso del Portamessale di Cristoforo Colombo, rimasto esposto presso il Palazzo dei Capitani Generali de L’Avana a Cuba nel 2012. E’ stata una grande opportunità di confronto con l’esperienza e le professionalità dei Laboratori di Restauro del Gabinete de Conservaciòn y Restauraciòn de La Habana”.

 

 

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“Comprendere che dietro una casacca dei Sioux non c’è solo un indumento, ma la vita di un popolo, le mani delle donne che l’hanno intessuta, il rituale di purificazione, il suono dei tamburi, la danza del Sole, – conclude ancora padre Nicola Mapelli – vuol dire andare oltre il proprio sapere, porsi in movimento”.

 

 

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“Sharing Conservation” ( CONDIVISIONE DEL RESTAURO )

Esempio di “Sharing Conservation” è invece il lavoro svolto dal Laboratorio assieme ad un esperto ornitologo chiamato in occasione del restauro di uno straordinario copricapo Mekeo, appartenuto agli indigeni della Papua Nuova Guinea, il più antico al mondo. Il riconoscimento delle specie ornitiche e lo studio delle penne utilizzate ha reso possibile la raccolta di una campionatura tipo, rappresentativa di tutte le colorazioni di piume e penne presenti in natura e rappresentate nelle collezioni del Museo. Questa preziosa raccolta è stata utilizzata per avviare, insieme ai Laboratori scientifici dei Musei Vaticani, una sperimentazione all’avanguardia sull’uso della tecnologia laser per la pulitura delle piume.

 

 

 

Questa attitudine continua a ispirare la vocazione missionaria e il presente del Museo Anima Mundi anche attraverso memorabili mostre internazionali: a Cuba nel 2012; negli Emirati Arabi nel 2014, la prima nel suo genere realizzata dai Musei Vaticani in un paese islamico; a Canberra nel 2018, dove, caso senza precedenti, i Musei Vaticani hanno collaborato insieme ad altre due istituzioni museali – lo Sharjah Museum of Islamic Civilisation e il National Museum of Australia – alla realizzazione di un’esposizione  congiunta sull’arte islamica, testimonianza di dialogo e comprensione reciproca tra culture e religioni; in Cina, a Pechino, nella Città Proibita, nel 2019. Un impegno nel segno della bellezza, una bellezza diversa, bellezza che unisce.

 

 

Il Museo "Anima Mundi" - Foto di Anna Poce © Musei Vaticani

 

 

DA :

ANIMA-MUNDI- MUSEO ETNOLOGICO – MUSEO VATICANO

https://www.vaticannews.va/it/vaticano/news/2021-12/museo-etnologico-segreti-musei-vaticani-anima-mundi.html

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1 risposta a IL MUSEO ETNOLOGICO PIU’ GRANDE AL MONDO –pare — SIA IL MUSEO ETNOLOGICO ANIMA MUNDI CHE APPARTIENE AI MUSEI VATICANI

  1. DONATELLA scrive:

    Che cose magnifiche!

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