PRIMARIE DEMOCRATICHE PER SINDACO DI NEW YORK :: ZOHARAN MANDAMI — ” UN DEMOCRATICO SOCIALISTA “

 

 

 

 

 

 

IL MANIFESTO  26 GIUGNO 2025
https://ilmanifesto.it/rifondazione-democratica-a-new-york

 

 

 

Rifondazione democratica a New York

 

 

 

 

Zohran Mamdani

Zohran Mamdani – Ap

 

You always make it there, you make it anywhere
It’s up to you, New York, New York
In New York, New York
Theme from New York, New York

[Ce la fai sempre lì, ce la fai ovunque
Dipende da te, New York, New York
A New York, New York]

 

 

Musulmano? Socialista democratico? Immigrato? Asiatico? Africano? Newyorkese di Queens? Trentenne? Delle tante identità in cui si è via via tentato di incasellare e incastrare Zohran Kwame Mamdani, dal momento del suo ingresso nelle primarie democratiche per la carica di sindaco di New York, il 23 ottobre 2024, quale è stata la più gettonata dagli avversari, dentro e fuori del suo partito, dalla destra, e da parte dei media? Musulmano, naturalmente. «Hamas Terrorist Sympathizer», per dirla con l’iper trumpiana Elise Sefanik.

 

 

Nella seconda città, dopo Tel Aviv, per numero di abitanti ebrei, il suo incoronamento come candidato democratico a sindaco di New York nelle elezioni di novembre era considerata anche dall’establishment progressista impensabile, addirittura provocatoria, a cominciare dal giornale emblematico della metropoli, il New York Times. «Riteniamo che Mamdani non meriti un posto nella scheda elettorale dei newyorkesi», aveva sentenziato la direzione del quotidiano all’annuncio della sua candidatura.

 

 

 

 

UN SEGNALE, L’ENNESIMO, della distanza della grande stampa mainstream, compreso il più blasonato quotidiano del mondo, dalla realtà reale. Nella quale contano molto meno di quanto loro vorrebbero le etichette appiccicate per stigmatizzare e dividere. Specie se usate strumentalmente contro un candidato dalle tante identità ma apprezzato da tutte le componenti elettorali, quelle che in quelle identità si rispecchiano ma anche le altre apparentemente più distanti, compresa parte cospicua della comunità ebraica.

 

 

 

L’HANNO VOTATO 430.000 newyorkesi nella più partecipata tra le elezioni primarie di NYC, perché Zohran le riassume tutte e le sovrasta tutte, con una forte personalità e un programma che “sa parlare” a chi lavora, non importa il credo, a chi fatica, non importa il colore della pelle, a chi non ce la fa, non importa la provenienza. Sa parlare a chi chiede di voltare pagina. «È al tempo stesso persona di saldi principi e abbastanza agile e abile da affrontare bene questo tipo di giochi ben noti», dice di lui David Axelrod, lo stratega di Barack Obama.

 

 

 

 

 

Colpisce la mobilitazione che la sua candidatura ha messo in moto, ancor più rilevante perché aveva di fronte la macchina organizzativa, forte, sperimentata e riccamente sostenuta, anche da donor repubblicani, di Andrew Cuomo, il suo avversario distanziato di oltre settantamila voti. La sua sconfitta mette ancor più in luce la vittoria di Mamdani, rendendo la sfida newyorkese emblematica della situazione che vive il Partito democratico e, in generale, il campo progressista.

 

 


Comizio di Bernie Sanders a Fort Worth, 23 giugno 2025

 

IL PARTITO DELLE DINASTIE – Andrew, figlio di Mario, sostenuto dai Clinton -, il partito dei grandi donor, la machine delle clientele, da un lato, e dall’altro il partito della mobilitazione dal basso, dei tanti piccoli contributi, dei social intelligentemente usati.

«Non si vedeva una cosa del genere da quando Barack Obama si candidò alla presidenza degli Stati Uniti», ha detto al New York Times, la procuratrice generale Letitia James, celebre pubblica accusa contro Trump nel processo per aver gonfiato il valore dei suoi beni immobiliari.

 

 

Un “modello” replicabile nelle prossime elezioni? Nelle aree urbane un partito con un netto profilo di sinistra ha certamente buone chance, come a New York. Ma altrove?

 


Zohran Mamdani

 

DALL’ELEZIONE DI TRUMP in poi si è assistito a un persistente silenzio dei massimi esponenti del Partito democratico, con l’eccezione di governatori di stati importanti come Newsom ( California ), Whitmer ( Michigan ), Prtizker ( Illinois ), Hochul ( Stato di New York ), di sindaci di metropoli, ognuno nel proprio ambito amministrativo.

 

 

Nel frattempo Bernie Sanders e Alexandria Ocasio Cortez hanno percorso in lungo e in largo l’America con il loro Fighting Oligarchy Tour ( Tour per lottare contro l’oligarchia ), riempiendo stadi e arene, anche in stati e contee repubblicane, platee entusiaste, americani desiderosi di contrastare in ogni modo possibile la deriva dell’epoca trumpiana.

 

 

Sanders è stato un candidato chiave nelle ultime due corse presidenziali, diventando centrale nella dinamica democratica. Nel frattempo quel che restava del clintonismo è diventato ininfluente, come dimostra la débâcle di Cuomo. Obama continua a essere un giocatore solitario. Non ha costruito una sua corrente nel Partito democratico. Il sindacato, a sua volta, ha perso forza e nel Partito democratico conta meno che in passato, come dimostrano le recenti dimissioni dalla direzione di due importanti leader sindacali, Randi Weingarten del sindacato insegnanti e Lee Saunders del pubblico impiego, in aperta polemica con Ken Martin, il nuovo leader del partito, accusato di scarsa sensibilità verso il mondo del lavoro.

 

 

LA VITTORIA DI ZOHRAN va inquadrata in questo contesto problematico, non solo come successo che ridà speranza ma come mandato per contribuire, come democratico socialista – la sua identità più importante tra tutte -, a costruire un progetto politico di rifondazione del Partito democratico.

 

 

LE IMMAGINI, MENO LA PRIMA, SONO PRESE DALLO STESSO ARTICOLO
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New York, New York

26 GIUGNO 2025

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1 risposta a PRIMARIE DEMOCRATICHE PER SINDACO DI NEW YORK :: ZOHARAN MANDAMI — ” UN DEMOCRATICO SOCIALISTA “

  1. DONATELLA scrive:

    Un po’ di speranza non fa male!

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