CA’ REZZONICO — immagini e la storia +++ PIETRO LONGHI, Il banchetto a Casa Nani Mocenigo, dato in onore del loro ospite, Clemente Augusto, Elettore Arcivescovo di Colonia, il 9 settembre 1755

 

Facciata sul Canal Grande

La sede e la storia

 

 

Il palazzo che oggi ospita il Museo del Settecento Veneziano viene costruito per volontà della famiglia Bon, esponente dell’antica nobiltà veneziana. Alla metà del Seicento essi ne affidano l’esecuzione all’architetto più celebre del periodo: Baldassarre Longhena, cui si deve anche la realizzazione di Ca’ Pesaro e della Basilica della Salute. Il monumentale progetto si dimostra tuttavia troppo ambizioso per le fortune dei Bon. Il palazzo, infatti, non è ancora terminato alla morte dell’architetto nel 1682 e poco dopo, vista l’incapacità della famiglia di sopportare le ingenti spese del cantiere, i lavori vengono bloccati e la fabbrica rimane incompleta. Nel 1750 Giambattista Rezzonico, di recente nobiltà – acquisita nel 1687 attraverso l’esborso di denaro –, compra l’edificio e ne affida i lavori di completamento a Giorgio Massari, all’epoca l’architetto di grido. Sarà questa famiglia a dare il nome al palazzo. I lavori vengono portati a termine in soli sei anni, in tempo per festeggiare la loro inarrestabile ascesa sociale culminata nel 1758, quando Carlo, figlio di Giambattista è eletto pontefice con il nome di Clemente XIII. La parabola dei Rezzonico è tuttavia assai breve e si consuma già con la generazione successiva.

https://carezzonico.visitmuve.it/it/il-museo/sede/la-sede-e-la-storia/

 

 

 

Entrata su Fondamenta

 

 

Il Palazzo  L’accesso principale dell’edificio era originariamente quello sul Canal Grande, attraverso la monumentale porta d’acqua. Uno sguardo alle facciate degli altri palazzi consente di valutare la grande novità delle soluzioni architettoniche adottate da Baldassarre Longhena in questa circostanza. L’architetto elabora la soluzione proposta per la prima volta da Jacopo Sansovino sulla facciata di Ca’ Corner della Ca’ Granda, abbandonando il tradizionale schema del palazzo veneziano che prevedeva, per la facciata, una struttura tripartita: un’infilata di finestre nella parte centrale e due ali ai lati. Il suo progetto invece riproduce su tutta la superficie un unico modulo architettonico, in questo caso dedotto da quello delle Procuratie Nuove di Piazza San Marco, ma riletto in chiave barocca, con un accentuato rilievo dei vari elementi a creare un contrastato gioco di luce e ombra. Le novità interessano anche la planimetria dell’edificio. Il tradizionale portico chiuso che negli antichi palazzi Veneziani attraversava in senso longitudinale l’edificio, dalla porta d’acqua a quella di terra, è qui interrotto da un cortile interno, una tipologia propria del palazzo di terraferma, che non veniva applicata a Venezia. La soluzione, pur nella sua semplicità, risulta efficace. Al posto di uno spazio buio, privo di alcuna valenza architettonica e scenografica, si crea una successione di zone di luce e ombra che dilata ulteriormente lo spazio e guida lo sguardo del visitatore verso lo stemma di famiglia, posto in piena luce sopra la fontana. Nel portego è oggi collocata una gondola realizzata nel XIX secolo, che presenta al centro il tradizionale “felze” una cabina smontabile che garantiva una comoda intimità ai viaggiatori.

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Facciata sul Canal Grande

 

 

 

Androne

 

 

 

 

 

 

 

Giardino

 

 

 

Scalone

 

 

 

Salone del Ballo

 

 

 

 

Sala Longhi

 

 

 

stanza Parlatorio

 

 

 

 

Affreschi del Tiepolo

 

 

 

 

 

Farmacia

 

 

 

 

 

 

PIETRO LONGHI e l’invito a casa Nani Mocenigo alla Giudecca, 1775 ca

 

Pietro Longhi, nato Pietro Falca (Venezia15 novembre 1701 – Venezia8 maggio 1785), è stato un pittore italiano.

Longhi compie il suo apprendistato come pittore di storia e di soggetti religiosi, per dedicarsi poi alle scene di vita quotidiana. Protagonisti dei suoi dipinti sono i cittadini veneziani, in genere mercanti e borghesi, ma non mancano dottori, lavandaie e precettori. Longhi riproduce con realismo e ironia le mode correnti e le abitudini dei suoi contemporanei.

«Fortunato sarà ugualmente il nostro comune amico celebratissimo Pietro Longhi, pittore insigne, singolarissimo imitatore della natura che, ritrovata una originale maniera di esprimere in tela i caratteri e le passioni degli uomini, accresce prodigiosamente le glorie dell’arte della Pittura, che fiorì sempre nel nostro Paese.»

 

Per l’opera del Longhi bisogna tener presente i costanti riferimenti al mondo teatrale, e può essere tracciato uno sviluppo parallelo tra l’opera del pittore e quella del commediografo Goldoni, quest’ultimo, attraverso il superamento della commedia dell’arte, crea un nuovo tipo di teatro ispirato alla vita reale, allo stesso modo l’artista, pittore principalmente dell’alta borghesia mercantile veneziana, propone nella sua pittura, un’attenta osservazione e la cronaca puntuale del costume sociale di un’intera epoca.

 

«… Longhi dipinse per i veneziani appassionati di pittura la loro stessa vita, in tutte le sue fasi quotidiane, domestiche e mondane. Nelle scene riguardanti l’acconciatura e l’abbigliamento della dama, troviamo il pettegolezzo del barbiere imparruccato, le chiacchiere della cameriera; nella scuola di danza, l’amabile suono del violino. Non c’è nessuna nota tragica…Un senso di profonda cortesia di costumi, di grande raffinatezza, insieme con un onnipresente buonumore distingue i dipinti del Longhi da quelli di Hogarth, a volte così spietato e carico di presagi di mutamento.»

segue nel link:

https://it.wikipedia.org/wiki/Pietro_Longhi

 

 

 

L’INVITO —

varie riproduzioni e qualche commento

 

 

Pietro Longhi (bottega), Convitto in casa Nani alla Giudecca, 1755. Olio su tela, 130 x 97 cm. Ca’ Rezzonico, Venezia

 Convito in Casa Nani alla Giudecca (Pietro Longhi, attr., 1775)

https://www.arte.it/calendario-arte/venezia/mostra-acqua-e-cibo-a-venezia-storie-della-laguna-e-della-citt%C3%A0-18789

 

 

commento:::

 

L’opera, nome e tecnica: Convito in casa Nani, olio su tela.
La datazione: 1755 circa.
La collocazione: Venezia, Ca’ Rezzonico, Museo del Settecento Veneziano.

La descrizione dell’opera: Il banchetto si svolge all’interno di una lunga sala illuminata a sinistra da alti finestroni rettangolari. Alla mensa a ferro di cavallo ricoperta di una candida tovaglia siede un gran numero di nobildonne e nobiluomini in ricchissimi abiti. L’ospite d’onore, indicato da una stella dorata, occupa il posto a capotavola. Sulla parte di fondo, a destra, sopra un tavolo di servizio, piatti dorati e vassoi sono pronti ad accogliere le pietanze, mentre in tutta la sala i camerieri sono indaffarati a servire ai convitati cibi e bevande. Bottiglie di varie fogge e dimensioni vengono prelevate dall’ambiente che si apre nel lato opposto alle finestre. Altri nobili osservano interessati dalle grate superiori, mentre qualche cagnolino si aggira tra i tavoli.

 

https://carezzonico.visitmuve.it/wp-content/uploads/2015/02/Programma-Cibo-a-Regola-dArte-2015_Pietro-Longo

 

 

 

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1 risposta a CA’ REZZONICO — immagini e la storia +++ PIETRO LONGHI, Il banchetto a Casa Nani Mocenigo, dato in onore del loro ospite, Clemente Augusto, Elettore Arcivescovo di Colonia, il 9 settembre 1755

  1. DONATELLA scrive:

    Interessantissimo questo quadro, praticamente una fotografia.

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