La canzone è tratta dall’Album ” Stagioni ” del 2000 pubblicato dalla EMI Italiana
E un giorno…
È una sorta di lettera per la figlia Teresa a cui, bambina, aveva dedicato la canzone Culodritto pubblicata in Signora Bovary. Parla della crescita della figlia che oggi vede il mondo con gli occhi di un adulto, che vede il padre invecchiare sino a quando, crescendo anche lei capirà che i sogni dei bambini, il loro modo di vedere il mondo, sono destinati ad essere travolti “dal molto d’amaro”, e che il padre è sempre lo stesso, un po’ folle e un po’ saggio, sconsideratamente ottimista.
Testi e musiche di Francesco Guccini.
- Addio (intro) – 0:53
- Stagioni – 6:08
- Autunno – 4:55
- E un giorno… – 5:25
- Ho ancora la forza – 3:24 (testo: Luciano Ligabue e Guccini – musica: Ligabue)
- Inverno ’60 – 5:17
- Don Chisciotte – 6:00 (testo: Giuseppe Dati e Guccini – musica: Dati e Goffredo Orlandi)
- Primavera ’59 – 5:59 (musica: Juan Carlos Biondini)
- Addio – 4:10
FORMAZIONE :
- Francesco Guccini – voce
- Vince Tempera – pianoforte, tastiera
- Juan Carlos Biondini – chitarra, voce in Don Chisciotte
- Ares Tavolazzi – basso, contrabbasso
- Ellade Bandini – batteria
- Antonio Marangolo – sax, percussioni
- Roberto Manuzzi – fisarmonica, sax, tastiera
- Jimmy Villotti – chitarra in Inverno ’60
- Henghel Gualdi – clarinetto in Inverno ’60
da:
da Wikipedia : Stagioni ( Album )
“E un giorno ti svegli stupita e di colpo ti accorgi
Che non sono più quei fantastici giorni all’asilo
Di giochi, di amici e se ti guardi attorno non scorgi
Le cose consuete, ma un vago e indistinto profilo
E un giorno cammini per strada e ad un tratto comprendi
Che non sei la stessa che andava al mattino alla scuola
Che il mondo là fuori ti aspetta e tu quasi ti arrendi
Capendo che a battito a battito è l’età che s’invola
E tuo padre ti sembra più vecchio e ogni giorno si fa più lontano
Non racconta più favole e ormai, non ti prende per mano
Sembra che non capisca i tuoi sogni sempre tesi fra realtà e sperare
E sospesi fra voglie alternate di andare e restare
Di andare e restare
E un giorno ripensi alla casa e non è più la stessa
In cui lento il tempo sciupavi quand’eri bambina
In cui ogni oggetto era un simbolo ed una promessa
Di cose incredibili e di caffellatte in cucina
E la stanza coi poster sul muro ed i dischi graffiati
Persi in mezzo ai tuoi libri e regali che neanche ricordi
Sembra quasi il racconto di tanti momenti passati
Come il piano studiato e lasciato anni fa su due accordi
E tuo padre ti sembra annoiato e ogni volta si fa più distratto
Non inventa più giochi e con te sta perdendo il contatto
E tua madre lontana e presente sui tuoi sogni ha da fare e da dire
Ma può darsi non riesca a sapere che sogni gestire
Che sogni gestire
Poi un giorno in un libro o in un bar si farà tutto chiaro
Capirai che altra gente si è fatta le stesse domande
Che non c’è solo il dolce ad attenderti ma molto d’amaro
E non è senza un prezzo salato diventare grande
I tuoi dischi, i tuoi poster saranno per sempre scordati
Lascerai sorridendo svanire i tuoi miti felici
Come oggetti di bimba, lontani ed impolverati
Troverai nuove strade, altri scopi ed avrai nuovi amici
Sentirai che tuo padre ti è uguale
Lo vedrai un po’ folle, un po’ saggio
Nello spendere sempre ugualmente paura e coraggio
La paura e il coraggio di vivere
Come un peso che ognuno ha portato
La paura e il coraggio di dire: “Io ho sempre tentato”
Io ho sempre tentato…”
Francesco Guccini – E un giorno…
CULODRITTO Remastered 2007 –– dall’album Bovary ( 1987 )
Ma come vorrei avere i tuoi occhi, spalancati sul mondo come carte assorbenti
e le tue risate pulite e piene, quasi senza rimorsi o pentimenti,
ma come vorrei avere da guardare ancora tutto come i libri da sfogliare
e avere ancora tutto, o quasi tutto, da provare…
Culodritto, che vai via sicura, trasformando dal vivo cromosomi corsari
di longobardi, di celti e romani dell’ antica pianura, di montanari,
reginetta dei telecomandi, di gnosi assolute che asserisci e domandi,
di sospetto e di fede nel mondo curioso dei grandi,
anche se non avrai le mie risse terrose di campi, cortile e di strade
e non saprai che sapore ha il sapore dell’ uva rubato a un filare,
presto ti accorgerai com’è facile farsi un’ inutile software di scienza
e vedrai che confuso problema è adoprare la propria esperienza…
Culodritto, cosa vuoi che ti dica? Solo che costa sempre fatica
e che il vivere è sempre quello, ma è storia antica, Culodritto…
dammi ancora la mano, anche se quello stringerla è solo un pretesto
per sentire quella tua fiducia totale che nessuno mi ha dato o mi ha mai chiesto;
vola, vola tu, dov’ io vorrei volare verso un mondo dove è ancora tutto da fare
e dove è ancora tutto, o quasi tutto…
vola, vola tu, dov’ io vorrei volare verso un mondo dove è ancora tutto da fare
e dove è ancora tutto, o quasi tutto, da sbagliare…
DA :
ANGOLO TESTI:::
tps://www.angolotesti.it/F/testi_canzoni_francesco_guccini_1655/testo_canzone_culodritto_42892.html
