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Il mio parto
a detta del ginecologo
è stato “un parto lampo”
perché il medico non ha fatto in tempo
a prendere i ferri
che
ero nata.
E a tutto questo c’è un perché.
Mia madre è vissuta in stato di panico dall’inizio della guerra con la Francia nel giugno del ’40
fino alla liberazione del ’45.
Per cinque anni ha dormito vestita, senza poter star fissa in un posto, una girandola con carretto e figli, facendo vivere in allarme il mondo che aveva intorno a lei, soprattutto mio padre: l’uomo più dolce e pacifico del mondo diceva che avrebbe preferito essere in guerra in prima linea!
La sua pancia
adrenalina, noradrenalina e altre sostanze lesive scoperte ancora meglio in una ricerca sui bambini nati dopo l’11 settembre.
non era
certamente
l’habitat ideale per un bambino in sviluppo.
Per questo sono scappata
appena ho visto là in fondo la luce.
Questo apprendimento
di lotta e speranza
(sapevo che c’era un’uscita, ma c’era da battagliare)
non l’ho mai dimenticato
perché
indelebilmente iscritto nel mio cervello
diventato quasi un automatismo.
Solo per questo sono viva.
iva.
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