Mauro Biani @maurobiani · 5 ottobre 2033 — sì è così, un mondo in prima pagina- grazie di condividere il modo che hai tu di vedere il mondo nel momento, ciao caro, chiara

 

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Barbara passaro @Barbarapassaro2 — 20.53 — 4 ottobre 2023 – grazie anima bella !

 

Buonanotte anime belle

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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+++ SANDRO SPINSANTI, PREFAZIONE AL LIBRO DI LUCIANO FONTANA :  Di verità solo l’ombra. Storie di sanità pubblica, ed. Il Pensiero Scientifico, 2023)

https://sandrospinsanti.eu/la-medicina-racconta/?fbclid=IwAR0DRqh-pNVbrfMaxTxHy9AZDTjvCWp2FgibJ58TvXyZI0i2Iqq887okpLg

 

verità solo ombra

 

(Prefazione a: Luciano Fontana:Di verità solo l’ombra. Storie di sanità pubblicaed. Il Pensiero Scientifico, 2023– p.136)

Una raccolta di racconti, frutto dell’esperienza pluridecennale di un medico geriatra impegnato inizialmente in una RSA e poi in un pronto soccorso alla periferia di Milano.

Luoghi pieni di storie, pazienti che passano veloci, che è facile confondere come se fossero tutti la stessa persona e poi dimenticare. Per impedire questo, per “riconoscere l’essere umano tutte le volte che ce lo troviamo davanti”, l’autore fotografa quello che vede, con testi brevi, a volte brevissimi, scritti per rendere giustizia a quelle vite, ma anche per onorare l’impegno di chi in quei luoghi ci lavora ogni giorno.

I primi testi, ambientati in RSA, sono racconti di anziani, di fuga dalla vecchiaia, una specie di ribellione all’inesorabile declino della vita, imprevedibile e surreale: una finestra, una bolla di immaginazione, una rivoluzione, un viaggio nel tempo. Quindi l’ambientazione si sposta nel pronto soccorso di un ospedale, al confine con Milano, e alle storie dei pazienti si aggiungono storie di vita professionale che, a volte realisticamente, a volte in chiave immaginaria, ritraggono l’impegno dell’autore e la sua appassionata fedeltà alla dimensione pubblica della sanità.

Una sorta di misery report ironico, fantastico e commovente, scritto non dai pazienti, ma da chi “tutti i santi giorni prova a curare facendo i conti con i propri limiti e con gli ostacoli posti di fronte a una professione sempre più difficile da amare, ma anche da abbandonare”. ( Presentazione dell’Editore)

 

PREFAZIONE DI SANDRO PISANTI

 

La medicina ha dei conti in sospeso con la narrazione. Il più pesante ha a che fare con il modello di una medicina muta, che nel rapporto di cura fa a meno della parola, di quella detta come di quella ascoltata. L’archetipo è presente nell’Eneide di Virgilio. Il medico Iàpige, chiamato a curare Enea, ferito in battaglia, si dimostra incapace. La medicina che esercita è qualificata da Virgilio come muta ars (Eneide, XII, 396). Nonostante il suo massimo impegno, Iàpige non riesce a estrarre la freccia dall’eroe ferito, che scalpita per tornare a combattere. Dovrà intervenire la madre stessa di Enea, la dea Venere, cogliendo sul monte Ida, a Creta, l’erba appropriata; il liquido che ne estrae favorisce la miracolosa guarigione. Anche fuori dalla mitologia abbiamo conosciuto una pratica della medicina che riteneva la parola un’appendice superflua della cura. “Lei è in ospedale per guarire, non per far domande”: è la risposta che era solito dare un medico alle richieste dei malati di sapere qualcosa circa la loro malattia e la relativa prognosi. C’è stata un’epoca di medici silenti, anche se efficaci nella cura.

Oltre che dalla medicina che fa a meno della parola dobbiamo distanziarci anche dalla pratica che ha dato diritto di cittadinanza alle comunicazioni menzognere. A fin di bene, naturalmente; quando il medico – e i familiari del malato conniventi – riteneva che le informazioni veritiere potessero incidere negativamente sulla serenità del malato, da proteggere a ogni costo, era autorizzato a mettere in atto la congiura del silenzio o del nascondimento. Una prognosi grave o infausta poteva essere tenuta nascosta al malato o attenuata, dichiarava esplicitamente il Codice deontologico dei medici italiani, fino alla revisione del 1995. Di verità neppure l’ombra, si potrebbe dire parafrasando il titolo di questo libro.

Un libro che accogliamo con gioia, perché ci porta l’ennesima conferma che lo scenario della pratica medica è cambiato. La narrazione è considerata a pieno titolo parte della buona medicina. La cura stessa è vestita di parole e il curante non appare più autorevole se si avvolge nel silenzio. Ancor più: la “competenza comunicativa” – definita come “lo strumento fondamentale per acquisire, comprendere e integrare i diversi punti di vista di quanti intervengono nella malattia e nel processo di cura”:

è la definizione di Medicina Narrativa fornita dal documento prodotto dalla conferenza di consenso dell’Istituto Superiore di Sanità per identificare il suo ruolo in ambito clinico-assistenziale – è un elemento essenziale dello strumentario terapeutico dei nostri giorni, a complemento della “scienza e coscienza” del passato.

Oggi i bravi terapeuti ascoltano e parlano con coloro ai quali rivolgono le cure. E raccontano la loro professione. Non solo quando questa li porta a valicare le frontiere più audaci del progresso bio-medico, ma anche nella prosaica realtà quotidiana. Il dottor Luciano Fontana è consapevole di non avere conquiste stupefacenti da raccontare: non è di queste che è intessuta la sua pratica di geriatra, esercitata in un ospedale che non fa parte del circuito delle istituzioni sanitarie “stellate”. La sua narrazione non è finalizzata a farci spalancare la bocca per la meraviglia, ascoltando i progressi della tecnologia su cui fa leva la medicina. Serve anzitutto a lui stesso: per fargli consolidare un’identità nuova. Non più quella eroica di chi si orienta alla professione sanitaria per salvare vite, ma quella che nasce dalla scoperta che curare significa anche saper accompagnare chi procede faticosamente nella palude della cronicità, verso vette di età sempre più alte e più scivolose dal punto di vista dell’autogestione, ma con la volontà di conservare la propria dignità fino all’ultima soglia.

Un narrare che, oltre che al narrante, serve a chi presta orecchio, con interesse e rispetto, alla sua narrazione. Perché è un racconto che aiuta ad aprire gli occhi. Passando attraverso lo scanner della scienza medica, le nostre patologie acquistano un nome e, sperabilmente, dei rimedi appropriati. Ma non è tutto; forse non è neppure la parte più importante. Della verità – la verità piena – le cartelle cliniche riflettono solo l’ombra, ci assicura il dottor Fontana. Non ci parlano della persona in cura nella sua totalità e pienezza, delle sue emozioni, delle relazioni familiari soggette a strappi, di ciò che la spinge a volersi alzare sulla punta dei piedi o ad accasciarsi esausta. Ciò che il terapeuta scrive nella cartella non parla neppure della collocazione della persona nel tessuto sociale: di quanto si senta sostenuto o tradito dalla sanità pubblica, della precarietà della condizione di anziano in una società che cancella senza scrupoli chi rimane indietro nella corsa. Sì, certo: non siamo (ancora) nello scenario distopico immaginato da Stephen King nel romanzo La lunga marcia, in cui coloro che si iscrivono alla gara accettano la sfida mortale di venir eliminati con un colpo di fucile alla prima caduta o malore, sotto lo sguardo indifferente della società dello spettacolo. Ma la sensazione di non poter contare su una solidarietà diffusa raggela la nostra convivenza e colloca la medicina stessa in un contesto di competizione che incombe sugli svantaggiati.

È quanto mai opportuno che qualcuno ci aiuti a educare il nostro sguardo verso la verità piena, senza accontentarci della sua ombra. Anche se è quella autorevolmente offerta dalla scienza medica. Ci vuole coraggio per affermare che ciò che in grado di cogliere la pratica della medicina, caratterizzata da un riduzionismo sistemico, è solo una parte, e neppure quella decisiva, della salute. Poco più che un’ombra. Questo aiuto a raggiungere la piena consapevolezza ci viene offerto proprio dalla narrazione di un medico, ostinatamente orientato a considerare la cura un’impresa più ampia che fornire la guarigione di una patologia. E se per i successori di Iàpige del nostro tempo la risorsa prodigiosa che conferisce efficacia alla cura fosse proprio la parola, che scioglie la rigidità della muta ars?  Benvenga, allora, la narrazione, nelle sue diverse articolazioni, figlia della dea Cura, a pieno diritto.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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ANNI ’20-’30 -’40 -.–Jazz Café Lounge- Music with Louis Armstrong, Count Basie, Fats Waller -durata : 1h 17 ca + altro

 

vi consiglio di dare un’occhiata anche attenta alle foto e al poco testo, ma avendo la musica di questi alti musici e – anche – potervela suonare alta o meno alta  quando piace a voi; solo così anche l’articolo  diventa piacevole perché la musica è ” perfetta, meravigliosa “, è lei che ci porta un poco in quei tempi ormai leggenda- ch

 

 

LOS ANGELES NEL 1920

Underwood & Underwood – The New York Times

 

JAZZ ANNI VENTI / TRENTA / QUARANTA7

 

VIDEO, 1h 17 minuti ca

https://www.youtube.com/watch?v=i3Eo5WnLr04

 

SONO ANCHE GLI ANNI DELLA  perfetta flapper girl  ( ” la ragazza emancipata  ” ):: usa tessuti leggeri e morbidi come il jersey, lo chiffon e la seta che, cuciti in abiti senza maniche, dalle linee dritte e con l’orlo al ginocchio, lasciano libero il corpo, senza fasciarlo.

Per quanto riguarda gli accessori, invece, sono senza dubbio da privilegiare lunghe collane di perle (vere o finte che siano) che, abbandonate larghe sul decolleté, seguono le linee morbide del vestito.

A completare l’outfit ( a completare l’effetto ), poi, non può assolutamente mancare il cloche, il tipico cappellino a campana le cui linee, scendendo a coprire la fronte, facevano risaltare gli occhi tipicamente truccati.

 

REPUBBLICA.IT/ DOSSIER–26 FEBBRAIO 2020

https://www.repubblica.it/dossier/le-guide/mercante-in-fiera/2020/02/26/news/le_flapper_ladies_libere_e_belle_negli_anni_venti-249606931/

 

Le Flapper Ladies libere e belle negli anni Venti

 

Fumano, bevono e ballano il charleston, i cui movimenti ricordano il “flapping”, lo sbattere d’ali degli uccellini al primo volo Sono le donne della prima emancipazione. Di cui dal 18 aprile a Parma una mostra racconta moda e costume Intanto, da giovedi, per buyer e collezionisti l’esposizione è online

CONTNIUA NEL LINK

https://www.repubblica.it/dossier/le-guide/mercante-in-fiera/2020/02/26/news/le_flapper_ladies_libere_e_belle_negli_anni_venti-249606931/

 

Le scarpe, rigorosamente con un tacco medio, non possono fare a meno del cinturino stretto alla caviglia: sono scarpe nate per ballare a ritmo veloce!

 

 

Moda Anni '20. Quando tutto ebbe inizio - Giovanna Vitacca

 

 

 

trucco del viso : ombretto ombroso com molto mascara e la bocca ben disegnata a cuore e  rosso

 

Make up anni 20 | Trucco anni 20, Stile charleston, Capelli anni 20

 

 

DA:

https://sites.google.com/site/fashionisinsideus/gli-anni-venti-e-trenta

 

 

 

INDICE DEI BRANI

 

1. 00:00:00 Louis Armstrong St. Louis Blues

2. 00:03:05 The Charleston Chasers Someday Sweetheart

3. 00:06:19 Frankie Trumbauer Singin’ The Blues

4. 00:09:22 Johnny Dodds 29th And Dearborn

5. 00:12:37 Cab Calloway Minnie The Moocher

6. 00:15:50 Duke Ellington Clarinet Lament

7. 00:18:59 Benny Carter Royal Garden Blues

8. 00:22:03 Art Tatum Stormy Weather

9. 00:25:19 Count Basie One O’clock Jump

10. 00:28:25 Bunny Berigan I Can’t Get Started

11. 00:33:16 Tommy Dorsey What Is This Thing Called Love?

12. 00:36:09 Benny Goodman Flying Home

13. 00:39:29 Ella Fitzgerald Taint What You Do (Its the Way That Cha Do It)

14. 00:42:34 Coleman Hawkins Body And Soul

15. 00:45:39 Duke Ellington Sidewalks Of New York

16. 00:48:57 Billie Holiday When A Woman Loves A Man

17. 00:51:27 Bob Crosby & His Orchestra King Porter Stomp

18. 00:54:13 Fats Waller Cheatin’ On Me

19. 00:57:29 Jimmie Lunceford Frisco Fog

20. 01:00:41 Benny Goodman & His Sextet On The Alamo

21. 01:04:13 Billie Holiday A Fine Romance

22. 01:07:10 Benny Carter All Of Me

23. 01:10:34 Louis Jordan Doug The Jitterbug

24. 01:13:12 Fats Waller Ain’t Misbehavin’ (band)

 

 

 

I ruggenti anni Venti: la necessità di ripetere il decennio d'oro - Nazione Futura

AL JOLSON

 

 

Storie e curiosità su New York: la Tavola Rotonda dell'Algonquin Hotel

TIME SQUARE, ANNI VENTI

 

FOTO DA INTERNET DI :  https://www.simonasacri.com/emozioni/ricette-halloween-muffins-alla-zucca-usa.php

 

 

 

 

Storie e curiosità su New York: la Tavola Rotonda dell'Algonquin Hotel

TIME SQUARE ANNI VENTI — NOTTE

 

 

By: John Wisniewski

HOTEL ALGONCHIN

By: John Wisniewski

 

 

Algonquin Blue Bar (3033554732).jpg

IL BAR BLUE DELL’ALGONCHIN

 

 

Algonquin, albergo in stile liberty di New York (Stati Uniti d’America) nel centro del borough di Manhattan. Si trova sulla Quarantaquattresima Ovest, tra la Quinta e la Sesta Strada.

Il proprietario era Frank Case. Dal 1919 il ristorante dell’albergo divenne il luogo di ritrovo abituale di un gruppo di intellettuali noto come “Tavola Rotonda dell’Algonquin” (Algonquin Round Table). Tra di essi i più famosi erano Dorothy Parker, Alexander Woollcott, George S. Kaufman, Robert Benchley, Marc Connelly, Robert E. Sherwood, Heywood Broun, Neysa McMein, Jane Grant, Ruth Hale, Deems Taylor ed Edna Ferber. Il gruppo si riunì in quel posto per una decina d’anni.

 

Nel 1996 l’Associazione americana “Amici delle Biblioteche” donò una targa ricordo posta all’Algonquin che riporta una citazione del critico teatrale Brooks Atkinson:

 

«I membri della Tavola Rotonda con la forza del carattere cambiarono la natura della commedia americana e fissarono nuovi canoni estetici di una nuova stagione delle arti e del teatro».

 

 

Il film Mrs. Parker e il circolo vizioso (Mrs. Parker and the Vicious Circle), 1994) tratta il gruppo che si riuniva negli anni venti all’Algonquin.

Il soggetto del film è tratto dal romanzo The Vicious Circle (1950) scritto dalla figlia di Frank Case, Margaret.

 

 

DA :

https://it.wikipedia.org/wiki/Hotel_Algonquin

 

 

Algonquin Hotel sign.jpg

Dorothy Parker woz ‘ere. The Blue Bar in this hotel is very chill.

Will from New York, USA – Algonquin Hotel

 

 

DOROTHY PARKER 

 

Dorothy Parker - Wikipedia

 

Dorothy Parker - Anarcopedia

 

 

Frasi di Dorothy Parker

 

Dorothy Parker, nata Dorothy Rothschild (Long Branch, 22 agosto 1893 – New York, 7 giugno 1967), è stata una scrittrice, poetessa e giornalista statunitense, nota anche con i diminutivi di Dot o Dottie.

Fu tra le più argute e caustiche commentatrici dei fenomeni di costume americano dell’epoca, capace di fustigare con cinismo le debolezze i vizi e le virtù della società del XX secolo.

 

Orfana di madre fin dalla primissima infanzia, Dot crebbe nell’Upper West Side di New York. A dispetto della sua origine ebraica da parte di padre, e dell’estrazione protestante della sua matrigna, fu mandata al collegio cattolico del Santissimo Sacramento. A 9 anni perse la matrigna e nel 1912 morì anche suo zio, Martin Rothschild, nell’affondamento del Titanic. Infine, perse anche il padre nel 1913. Nonostante il cognome, non v’era parentela alcuna con i famosi banchieri Rothschild e la stessa Dorothy ammise sempre di sentirsi a disagio nel portare un cognome ebreo in un periodo in cui persino l’America non era immune dall’antisemitismo. Talora, scherzando, sosteneva il matrimonio esserle servito unicamente per tenere il cognome Parker anche dopo il divorzio e, ogni volta che le veniva chiesto se ci fosse un signor Parker, lei rispondeva: «Una volta c’era»

frasi -tradotte

(EN)

«Razors pain you; Rivers are damp;Acids stain you; And drugs cause cramp.Guns aren’t lawful; Nooses give;Gas smells awful; You might as well live»

(IT)- traduzione

«I rasoi fanno male;/ i fiumi sono umidi; /l’acido macchia; /i farmaci danno i crampi. /Le pistole sono illegali; /i cappi cedono;/ il gas ha un odore terribile. /Tanto vale vivere…»

(Dorothy Parker, Résumé)

 


Muore di attacco cardiaco nel 1967.

Nel suo testamento Dorothy Parker lasciò le sue proprietà alla fondazione di Martin Luther King, del quale era simpatizzante. Alla morte di King avvenuta nel 1968 tali proprietà andarono alla NAACP (National Association for the Advancement of Coloured People, Associazione Nazionale per la Promozione della Gente di Colore), a sua volta erede designata dello stesso King.

Per 21 anni nessuno reclamò le ceneri di Dot, finché la NAACP costruì un giardino apposito nella sua sede di Baltimora allo scopo di custodirle. Il giardino reca una targa che recita:

«Qui giacciono le ceneri di Dorothy Parker (1893 – 1967), umorista, scrittrice, critica. Ha difeso i diritti umani e civili. Come epitaffio suggerì “Scusatemi se faccio polvere”. Questo giardino è dedicato alla sua memoria, al suo nobile spirito che ha celebrato l’unicità dell’umanità e i legami dell’eterna amicizia tra il popolo nero e quello ebraico. La NAACP pose il 28 ottobre 1988.»

 

Dorothy Parker ha notevolmente influenzato la cultura americana del suo periodo, e la sua eredità si sente ancora ai giorni nostri. A titolo d’esempio, il suo nome appare su una canzone di Prince (The Ballad of Dorothy Parker) e nel 1994 uscì un film ispirato alla vita di Dot e dei suoi amici dell’Algonquin, Mrs. Parker e il circolo vizioso (Mrs. Parker and The Vicious Circle, diretto da Alan Rudolph).

Nel 2006, la commediografa romana Valeria e Moretti e la regista francese Rachel Salik le hanno dedicato una brillante commedia “Hotel Dorothy Parker”, andato in scena al Théâtre les Déchargeurs, che è rimasto in cartellone sei mesi. Protagoniste, sei attrici: Geneviève Mnich, Susanne Schmidt, Sylvie Jobert Yvette Caldas, Betty Bussmann E Gonzague Phélip.

 

SEGUE:

https://it.wikipedia.org/wiki/Dorothy_Parker

 

 

UNA PRESENTAZIONE DEL FILM DEL ’94 DI DUE MINUTI: PARLATO IN INGLESE, MA RENDE UN’ATMOSFERA ANCHE NON CAPENDO COSA DICONO

 

 

Mrs. Parker e il circolo vizioso (Mrs. Parker and the Vicious Circle) è un film del 1994 diretto da Alan Rudolph, ispirato alla vita della scrittrice newyorkese Dorothy Parker.

È stato presentato in concorso al 47º Festival di Cannes.

 

Trama

Negli Stati Uniti nel periodo del proibizionismo, nell’hotel Algonquin avvengono gli incontri di un gruppo di intellettuali (gruppo denominato il “Circolo vizioso”) nel quale emerge Dorothy Parker, scrittrice di buon successo. Separata da un marito tossicomane, trova consolazione nell’amicizia disinteressata di Robert Benchley, collega alla redazione della rivista “Vanity Fair”. Dopo che il “Circolo vizioso” ha realizzato, con successo, uno spettacolo teatrale all’insegna della pura improvvisazione, Dorothy conosce Charles Mac Arthur con il quale inizia una relazione che le costerà un abbandono ed un aborto, inacidendo ancor di più il suo carattere pungente e scettico. In preda alla depressione, Dorothy tenta il suicidio, ma Robert la salva rinunciando però a cimentarsi in una storia d’amore con lei, temendo una sconfitta che non potrebbe sopportare. Poiché l’amore sembra a loro negato la donna passa da un amante all’altro e l’uomo frequenta case di tolleranza. Vari anni dopo, nel 1945, Dorothy mentre è impegnata in una sceneggiatura cinematografica apprende che Robert è morto di cirrosi epatica: è un altro colpo per lei che tenta di riprendersi anche tramite la psicoanalisi, ma non trova cure al male oscuro che la divora. Nel 1958 a New York, invecchiata e più sola che mai, riceve un importante premio letterario.

LE DONNE  SI EMANCIPANO CON QUALCHE DIFFICOLTA’

 

Vintage American Car 1920's Immagini e Fotos Stock - Alamy

LE DONNE E GLI ANNI VENTI / TRENTA

 

 

Vintage American Car 1920's Immagini e Fotos Stock - Alamy

LE MACCHINE

 

 

Ford 1926 T di modello fotografia stock. Immagine di rotella - 7418534

FORD 1926

 

 

 

Henry Ford: biografia e storia dell'inventore della catena di montaggio | Studenti.it

HENRY FORD

 

 

Dalla prima rivoluzione all'automazione industriale (visita a MECSPE 2019)

IL FORDISMO

 

 

 

 

L’AUTO ELETTRICHE

 

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Mauro Biani @maurobiani — 17.27 –4 ottobre 2023 — ” non li curare, e basta — “grazie infinite ! +++ un articolo di Valerio Miselli, Fine della sanità pubblica- Doppiozero, 4 ottobre 2023

 

#Sanitàpubblica #distruzione #GovernoMeloni

#SalviamoSSN

Cura.

Oggi su  @repubblica

 

 

 

 

SEGUE DA :

4 OTTOBRE 2023

https://www.doppiozero.com/fine-della-sanita-pubblica

 

Fine della sanità pubblica

 

In copertina, fotografia di Brandon Holmes- https://unsplash.com/it/@brankotsu

 

Il Servizio Sanitario Nazionale potrà continuare a garantire cure gratuite a tutti? Il nostro sistema universalistico, basato sull’articolo 32 della Costituzione («La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti»), regge ancora e potrà essere sostenibile nel prossimo futuro? Sotto finanziato, minato dalla crisi degli organici medici e infermieristici, alle prese con mille difficoltà malgrado la prova straordinaria che ha dato durante le fasi più acute della pandemia, il SSN è a rischio implosione. Aumentano le liste di attesa, anche per interventi importanti, i Pronto Soccorso esplodono, il territorio non risponde mentre i medici di famiglia sono sempre meno, così il ricorso al privato diventa una via spesso obbligata.

Salviamo il SSN è il grido che viene dalla sinistra, ma il sistema sanitario è già annegato nei debiti di chi ha deciso di affrontare il mare aperto senza strumenti adeguati; è vero, mancano i finanziamenti per elargire giusti salari e ogni avanzamento tecnologico, ogni nuova cura fa saltare il banco. Ma non è tutto qui: sarebbe troppo facile imputare a chi ci governa tutte le colpe del fallimento. Ci sono molte variabili impazzite: ci siamo trovati a costruire un modello di sistema delle cure non potendo, per una volta, copiarlo da quello americano che ha fallito fin dall’inizio come sistema universale; anzi gli Stati Uniti non hanno neppure un articolo nella loro costituzione che garantisce il diritto alla salute (mentre il diritto alla felicità sì!). Eravamo riusciti, negli anni ‘70, a costruire un buon modello, tanto da farcelo invidiare da altri Paesi. Ma il modello non era basato solo sulle leggi, certamente buone, ma soprattutto sulla professionalità e senso del dovere di tutti coloro che vi partecipavano. Le nuove medicine oltre alle nuove tecnologie penalizzano i bilanci: una iniezione endo-oculare per una cura della maculopatìa (non sempre efficace) costa più di 1000 € e quanti anziani (cioè le categorie più colpite da questa malattia) possono permetterselo? Quanto costano le cure? E quali riusciamo a garantire? Certamente tutte quelle costosissime legate alla cura dei tumori e qui è già un punto a favore del nostro SSN. Allora dobbiamo forse costruire un progetto partendo dal fine vita, dalla cura dei tumori, dalla cura delle malattie croniche?

Alcuni punti da toccare per una nuova visione volta a salvare il salvabile del SSN sono: la governance e le tecnologie sanitarie; come si riducono gli sprechi in sanità; come misurare l’appropriatezza; dalla gestione del rischio alla sicurezza dei pazienti. Bisogna inoltre trovare strategie per modificare i comportamenti dei professionisti, mantenere alta la loro motivazione, acquisire modelli, teorie, metodi e strumenti per promuovere e mantenere il cambiamento professionale nelle organizzazioni sanitarie. Bisogna lavorare di più sul team working e sul team training.

Questi sono solo alcuni suggerimenti concreti.

Invece che fa la stampa (soprattutto quella dichiaratamente schierata a sinistra)? Pubblica settimanalmente articoli volti a individuare i responsabili di questo annunciato fallimento del SSN e il più delle volte questi sono i medici, ritenuti responsabili delle lunghe liste d’attesa, della mancanza di personale idoneo, della programmazione inefficiente. A titolo di esempio, sul quotidiano “la Repubblica”, agosto 2023, appare un articolo con questo titolo: “Io, dottore a gettone, guadagno più di un primario”. Pochi giorni dopo appare un altro articolo su una inchiesta dei NAS e il titolo è: “Liste di attesa congelate ma visita nel privato, denunciati 26 medici.” Come è noto, pochi hanno la pazienza di leggere con attenzione il testo e dal titolo si evince la responsabilità dei medici nel fallimento del SSN alla ricerca di facili guadagni

In realtà è la storia di chi si è stancato di lavorare nel Pronto Soccorso di un Ospedale pubblico, stipendio fermo al contratto del ’93 (dunque congelato da quasi trent’anni), molte ore di straordinario mai pagate, turni incompatibili con una serena vita sociale, frustrazioni continue. Ha fatto una scelta di vita che la Legge permette. Paga regolarmente le tasse. Soltanto guadagna molto di più e ha tanto tempo libero.

Ma dov’è il problema? Chi ha permesso che tutto ciò potesse accadere?

Queste sarebbero le domande da fare! Chi è responsabile di una mancata programmazione, della prevedibile carenza di medici e infermieri?

Questo vale per il medico ospedaliero, per l’infermiere professionale così come per tutte le altre figure ospedaliere; non c’è scritto il numero di ore di straordinario che sono state fatte soprattutto nel periodo del covid e che non sono mai state né mai verranno pagate perché “mancano i finanziamenti”. La progressione di carriera è sistematicamente bloccata da contratti nazionali di stampo vetero-ideologico e da sindacati che trasmettono messaggi del tipo “siamo tutti uguali e tutti devono sapere fare tutto, importante è garantire la presenza e la turnazione…” Sarebbe un discorso troppo lungo, ma da lì bisogna partire: capire perché i professionisti se ne vogliono andare via. Non era mai successo prima, non con questi numeri. Vediamo qualche numero del disastro annunciato: mancano 12000 laureati all’anno nel campo medico-sanitario e contemporaneamente, secondo l’OCSE, negli ultimi tre anni sono andati a lavorare all’estero 21397 medici e 15109 infermieri. In Italia gli infermieri sono 5,7 ogni mille abitanti contro la media europea di 9,4 e i loro stipendi sono mediamente inferiori del 23% rispetto agli altri Paesi.

La Classe Politica ha grandi responsabilità: da anni interviene con parole di sostegno ma con tagli sensibili alla spesa pubblica. La spesa sanitaria pubblica del nostro Paese nel 2022 si attesta al 6,8% del PIL, sotto di 0,3 punti percentuali sia rispetto alla media OCSE del 7,1% che alla media europea del 7,1% e le previsioni sono di una ulteriore riduzione. I governi di sinistra hanno illuso e deluso: abbiamo persino avuto un super commissario alla spending review che ventilava 10 miliardi di tagli possibili alla sanità, senza più intervenire per smentire o confermare. Il patto di salute che doveva essere alla base di un rinnovato rapporto tra Stato e Regioni non è mai stato firmato. Le dichiarazioni dei protagonisti oltre delegittimare le istituzioni fomentano un conflitto fra poli indeboliti con compromessi sempre più al ribasso e inevitabilmente scaricano le conseguenze del conflitto tra Governo e Regioni su Aziende Sanitarie e professionisti, ma soprattutto su pazienti e famiglie delle fasce economiche più deboli; in altri termini, mentre la Politica continua a sbandierare un sistema sanitario tra i migliori al mondo, la realtà della sanità pubblica italiana è ben diversa e necessita di un riallineamento degli obiettivi politici economici e sociali di Governo, Parlamento e Regioni per fornire certezze sulle risorse e attuare un’adeguata riprogrammazione sanitaria in grado di disinvestire realmente da sprechi e deficienze e riallocare i servizi essenziali e le necessarie innovazioni.

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E quando si tratta di ottenere elaborare e capire informazioni sanitarie e accedere ai servizi di salute in modo da effettuare scelte consapevoli, come dice l’Organizzazione Mondiale della Sanità, ci perdiamo facilmente; sappiamo poco sulla nostra salute, sul SSN, sul sistema di cure. Questo problema rende ancora più fragile il SSN perché non abbiamo sufficienti strumenti per capire dove ci portano certe campagne sulla salute e soprattutto certe scelte politiche che sembrano voler affossare il nostro SSN. Nel 2019 l’assistenza ospedaliera in Italia si è avvalsa di 1054 istituti di cura di cui 48, 8% pubblici e del rimanente 51,2% privati accreditati. Il 63,9% delle strutture pubbliche è costituita da ospedali direttamente gestiti dalle Aziende Sanitarie Locali, circa 10% da Aziende Ospedaliere e il rimanente 26% da altre tipologie (Istituti di ricerca, fondazioni etc). Dunque si capisce che pubblico e privato si equivalgono, ma non si capisce perché lo Stato debba accreditare e quindi finanziare una così alta percentuale di strutture private, non si sa e non è chiaro quanto costano in più allo Stato rispetto a quelle pubbliche. Pur senza voler dare risposte a questi quesiti, che richiedono ben altre competenze, viene facile citare Umberto Galimberti: “prima c’era lo stato sociale, poi è subentrata una mentalità aziendale in tutte le espressioni pubbliche italiane. Al centro dell’Ospedale non è più la salute ma il profitto o il costo: tale processo ha determinato una sorta di privatizzazione della sanità, una privatizzazione molto strana, perché i profitti sono nel privato e i costi sono nel pubblico. Questo scenario è aberrante! La salute è diventata un business e siccome la salute è carica di ansia perché evoca lo spettro della morte, è tra i business più immorali”.

Le responsabilità delle Aziende Sanitarie sono molteplici e vengono raramente messe al centro di una seria discussione (sia nella gestione economica che in quella organizzativa); per fare solo un esempio, il sotto utilizzo di servizi e prestazioni sanitarie efficaci e appropriate che ritarda la diagnosi e forse la buona cura dei pazienti rischiando di aumentare le complicanze. Il sovraccarico di obblighi burocratici (che sottraggono tempo prezioso ai professionisti sanitari) in un contesto dove paradossalmente i costi del personale amministrativo rappresentano una consistente voce di spesa del SSN non si traduce in una buona collaborazione tra chi fornisce salute e chi dovrebbe supportare medici e infermieri nelle pratiche burocratiche. Spesso avviene l’opposto e la macchina amministrativa si protegge aumentando la burocrazia.

Gli sprechi sono ancor più evidenti nei setting ospedalieri e territoriali per i pazienti che hanno malattie croniche nei quali l’assistenza a livello di cure primarie va integrata con interventi specialistici e ricoveri ospedalieri. Semmai su queste teorie sono tutti d’accordo, ma in pratica queste dinamiche sono peggiorate.

Da ultimo le responsabilità dell’Università. Qui riprendo concetti cari a Sandro Spinsanti, psicologo, esperto in bio-etica ( vedi art. sg ): la Facoltà di Medicina da anni continua a fornire prestazioni formative inadeguate rispetto ai cambiamenti necessari e ai bisogni; prepara medici che non sanno lavorare insieme, non favorisce la costruzione di Team multi professionali e spesso non insegna un principio fondamentale della bioetica e cioè che la buona medicina non si può realizzare senza il coinvolgimento del malato nelle scelte che lo riguardano.

La variabilità personale complica molto le decisioni del medico e le regole deontologiche autorizzano il medico a rifiutare prestazioni professionali in contrasto con la propria coscienza; ciò implica però una complessa negoziazione sia con il malato stesso che con i suoi familiari. Qui entrano in gioco le cure palliative che dovrebbero essere il fondamento per una formazione umanistica della classe medica. L’Università, Facoltà di Medicina, invece continua a preparare medici spesso capaci dal punto di vista tecnico, ma che continuano ad essere carenti sul piano umanistico. Prendere ad esempio la medicina palliativa per rilanciare quel po’ che rimane del nostro SSN non è un assurdo ma è una provocazione. Il rapporto medico paziente è profondamente cambiato, ma sembra che l’Università non se ne sia ancora accorta. Se il Sistema Sanitario muore ha bisogno di cure palliative!

Lascio la porta aperta alla speranza anche se vedo il Galata Morente e cito le parole di un’amica, Denise Vacca, medico palliativista che lavora in Sardegna: *** vedi al fondo: ” cure palliative ”
“Prendersela con ciò che non si può cambiare immediatamente ed in prima persona risolve solo uno sfogo, che sicuramente può servire alla consolazione del momento, ma non alla risoluzione dei problemi.

Salviamo ciò che dovrebbe essere intoccabile: nei diritti alla salute o all’assistenza che spesso sono oltraggiati da mancanza di risorse economiche e umane, da orari infiniti e vuoti di materiali e farmaci incolmabili, salviamo il rispetto alla dignità dell’altro, il privilegio di avere tra le mani un altro essere umano che dobbiamo/possiamo aiutare a stare meno peggio di come ci è stato affidato.

Curiamo le parole, gli sguardi, i tempi e i modi. Non mortifichiamo la fragilità di chi suo malgrado si ammala. Non diamo per scontato l’ovvio. […] Da operatori ragioniamo sul fatto che se un giorno siamo nervosi [per qualsiasi problema personale o] sei sotto stress per una personale situazione di salute o mille altre insondabili e ingiudicabili cose, non è comunque giustificabile una ripercussione negativa più o meno esplicita su coloro che abbiamo in cura.

Da operatori ragioniamo un secondo sul fatto che chi si ammala è lì, zavorrato dai nuovi problemi di salute ma con la sua storia personale.

Bisogna correre ai ripari dai fallimenti di assistenza e cura dove la sconfitta non è la non guaribilità, ma l’assenza di cura.”

In copertina, fotografia di Brandon Holmes.

 

nota CURE PALLIATIVE —

Si tratta dell’insieme degli interventi terapeutici, diagnostici e assistenziali, rivolti sia alla persona malata sia al suo nucleo familiare, finalizzati alla cura attiva e totale dei pazienti la cui malattia di base, caratterizzata da un’inarrestabile evoluzione e da una prognosi infausta, non risponde più a trattamenti specifici.

Le cure palliative:

  • affermano la vita e considerano il morire come un evento naturale
  • non accelerano né ritardano la morte
  • provvedono al sollievo dal dolore e dagli altri disturbi
  • integrano gli aspetti psicologici e spirituali dell’assistenza
  • aiutano i pazienti a vivere in maniera attiva fino alla morte
  • sostengono la famiglia durante la malattia e durante il lutto.

 

DA :

Fedcp

https://www.fedcp.org/cure-palliative

 

 

Valerio Miselli nato a Reggio Emilia nel 1950, medico specialista in Endocrinologia, già Primario di Diabetologia, un Master in Medicina Narrativa, coeditore di importanti riviste scientifiche italiane di settore, per anni ha tenuto rubriche di viaggio per magazine medici. Appassionato di fotografia, espone da anni nel Circuito Off della Fotografia Europea di Reggio Emilia. Ha scritto per UTET Disease Management (1997) e Day Hospital (1999), ha curato l’edizione italiana di 10 suggerimenti di Tim Wysochi,(2001) e per Aliberti editore Differenti Storie di Diabete (2013).

 

 

Denise Vacca– Facebook 
14 settembre alle 13.57

Denise Vacca, medico oncologo palliativista– PUBBLICA SUL PROPRIO FACEBOOK  QUESTO ARTICOLO CHE TRA GLI ALTRI HO SCELTO IO, CHIARA

Nessuna descrizione della foto disponibile.
Scrive FRANCESCA…
“ Ospedale Sirai Carbonia
Ore 23:25 del 07/09/2022.
La donna alla destra dell’immagine è la mia Annina.
88 anni di animo nobile.
Lei come tanti altri…
Buttata in barella da stamattina in codice giallo.
Rilevato alle 12:00.
Senza una coperta.
Priva di assistenza sanitaria,
Privata della sua terapia, senza ossigeno, senza cibo, senza acqua, senza essere igienicamente assistita.
Disorientata e quasi priva di forze per poter rispondere con un semplice cenno.
Sono qui accanto a lei contro tutti gli impedimenti burocratici.
Sono qui dopo aver sfondato gli ingressi di prepotenza.
Sono qui controllata a vista dalle guardie giurate.
Attendo i carabinieri per essere portata via da questo corridoio se fosse necessario.
Perché io da qui non vado via.
Perché?
Perché questa non è sanità questo non è rispetto della costituzione Italiana e del diritto alla salute.
Io a questo trattamento disumano mi oppongo con tutte le mie forze.
Resto qui, contro tutto e tutti a tenerle la mano.
-Quando parlate di politica ricordatevi le conseguenze dei tagli sanitari e delle immense puttanata che vi uccideranno le mamme, i figli, i fratelli…
Da un sistema fallimentare nessuno è salvo.
Brutti figli di putt*na”

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IL FATTO QUOTIDIANO – 3 OTTOBRE 2023 :: Migranti, l’arcivescovo di Palermo attacca il governo: “Oggi è assente a Lampedusa, preferisce occuparsi di una giudice che ha fatto il suo lavoro” ++ ISPICA bellissima !

 

 

IL FATTO QUOTIDIANO – 3 OTTOBRE 2023
https://www.ilfattoquotidiano.it/2023/10/03/migranti-larcivescovo-di-palermo-attacca-il-governo-oggi-e-assente-a-lampedusa-preferisce-occuparsi-di-una-giudice-che-ha-fatto-il-suo-lavoro/7312296/

 

Nessuna descrizione della foto disponibile.

PADRE CORRADO LOREFICE- ARCIDIOCESI DI PALERMO, 2021 
( Ispica, RAGUSA E NOTO, 1962) è un arcivescovo cattolico italiano, dal 27 ottobre 2015 arcivescovo metropolita di Palermo, nonché primate di Sicilia.

 

 

 

Migranti, l’arcivescovo di Palermo attacca il governo: “Oggi è assente a Lampedusa, preferisce occuparsi di una giudice che ha fatto il suo lavoro”

 

 

 

 

Il memorandum con la Tunisia, lo scontro con la Germania, l’operato della giudice Iolanda Apostolico, le accuse tra partiti in campagna elettorale. Poi un messaggio di circostanza e un atto di accusa fortissimo. C’è tutto questo nel giorno del decennale del naufragio di Lampedusa, quando 368 migranti morirono a pochi metri dalle coste dell’isola siciliana. Un anniversario per cui la premier Giorgia Meloni ha pensato bene di inviare una nota di qualche riga. “Profonda commozione”, “troppe tragedie si sono ripetute”, “nostro dovere porre fine alla strage”, “orrendo business“, “impegno incessante del governo nel nome delle vittime”: parole di circostanza, di lontananza. Di assenza, almeno secondo l’arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice, che ha firmato un intervento durissimo contro l’esecutivo, accusandolo per l’appunto di essere assente in una giornata che rappresenta uno spartiacque nella complessa vicenda di chi perde la vita nel Mediterraneo per raggiungere l’Europa.

 

Già il titolo dello scritto del monsignore è emblematico del tono usato: “A cuore aperto, sul Mare nostro che si vuole sempre più sbarrare”. Dopo aver ricordato che il dolore non dipende dal ricordo di quei morti, ma dal fatto che nulla è stato fatto per evitare le successive 25mila vittime, Lorefice parla del Mediterraneo come di un mare “che si è fatto muro anziché ponte tra le sponde, che si è fatto cimitero di vite anziché incontro tra le vite”.

Un dolore che scaturisce in rabbia “per lo scenario che si apre davanti a noi: è per ciò che sembra destinato ad accadere ancora nei prossimi dieci giorni, dieci mesi, dieci anni”.

Poi l’attacco alla politica, mai così duro. Testuale: “Oggi, a Lampedusa, sono assenti i rappresentati del Governo, gli stessi che meno di due settimane fa sono andati lì a snocciolare abusati ed esausti decaloghi di buone intenzioni, in breve tempo tradotti in misure – ha continuato l’arcivescovo di Palermo – che continuano a barricarci in un mondo sempre più piccolo e miope dal quale gli altri devono essere tenuti fuori, allontananti, respinti. In una parola, per molti di loro: semplicemente condannati a morte“.

 

E ancora: “I rappresentanti del governo, anziché essere a Lampedusa a occuparsi del destino di migliaia di persone in mare e dall’altra parte del mare – ha detto ancora Lorefice – preferiscono occuparsi di una persona sola: un giudice di Catania che ha fatto il suo lavoro secondo la legge e secondo coscienza, considerando illegittime quelle previsioni del Decreto Cutro che violano sia le norme europee sia innanzitutto la nostra Costituzione”.A seguire il ricordo di don Pino Puglisi, “che se fosse stato ancora oggi tra noi lui sarebbe adesso proprio lì, sul molo di Lampedusa”.


DON PINO PUGLISI  (Palermo15 settembre 1937 – Palermo15 settembre 1993), è stato un presbitero e educatore italiano, ucciso da Cosa nostra nel giorno del suo 56º compleanno a causa del suo costante impegno evangelico e sociale. ( WIKIPEDIA )

 

Infine l’esortazione: “Come farebbe Don Pino, tutti noi dobbiamo sentirci oggi chiamati su quel molo, ancora una volta non per vuote celebrazioni di strazianti anniversari, ma per assumere un impegno che è di ordine umano ed etico, prima ancora che sociale e politico”. Perché “i migranti vanno accolti, protetti o accompagnati, promossi e integrati’, come ci ha appena esortato Papa Francesco a Marsiglia

Papa FrancescoPAPA FRANCESCO A MARSIGLIA
foto Ansa. da ” Avvenire “, https://www.avvenire.it/chiesa/pagine/l-annuncio-dell-arcidiocesiil-papa-in-settembre-an

 

 

 

se qualcuno vuol vedere  la bellissima ISPICA — 

apre qui :

ISPICA IN SICILIA, PROVINCIA DI RAGUSA, NELLA PARTE SUD-ORIENTALE DELL’ISOLA -” Divorzio all’italiana ” di Pietro Germi è ambientato qui

 

 

 

 

 

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ANSA.IT — 4 OTTOBRE 2023 — 12.38 :: Cento morti al mese sul lavoro nel 2022. Nei primi 8 mesi del 2023 le denunce sui lavoratori che hanno perso la vita sono state 657

 

 

ANSA.IT — 4 OTTOBRE 2023 — 12.38
https://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2023/10/04/lallarme-dellinail-100-morti-al-mese-sul-lavoro-nel-2022_1c3448ed-28d3-4359-b03a-5938addb071c.html

 

 

Cento morti al mese sul lavoro nel 2022

Nei primi 8 mesi del 2023 le denunce sui lavoratori che hanno perso la vita sono state 657

 

Inail, in 8 mesi 657 denunce di morti sul lavoro - RIPRODUZIONE RISERVATA

 Sono stati 1.208 i lavoratori che nel 2022 sono morti sul lavoro, circa 100 al mese.

Un numero che rimane altissimo nonostante si registri un calo del 15,2% rispetto all’anno precedente, contrazione legata interamente al forte calo dei morti legati al Covid passati da 230 a 8 casi.

Crescono invece gli infortuni sul lavoro: quelli denunciati sono stati 703.432, in aumento del 24,6%, sul quale pesa l’impatto dei contagi da Covid sul lavoro. Non considerando la pandemia, le denunce di infortunio “tradizionale” registrano un incremento di oltre il 13% rispetto al 2021.

Sono questi i principali dati del Rapporto annuale dell’Inail.

 

Nei primo 8 mesi dell’anno sono state 657 le denunce che riguardano morti sul lavoro

 

Nei primi 8 mesi del 2023, secondo la relazione annuale dell’Inail, si registrano 383.242 denunce di infortunio, in calo del 20,9% rispetto allo stesso periodo del 2022 e dell’8,1% rispetto al 2019, anno pre-pandemia. Le denunce con esito mortale sono 657, 20 in meno rispetto al periodo gennaio-agosto 2022, e 28 in meno rispetto al 2019.

 

 

 

 

 

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ANSA.IT  4 OTTOBRE 2023- 13.25 / 11.22 :: 1. Diminuiscono il potere d’acquisto e il risparmio delle famiglie; 2. La pressione fiscale è stabile al 42% nel secondo trimestre, stazionaria rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

 

ANSA.IT  4 OTTOBRE 2023- 13.25
https://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2023/10/04/diminuiscono-il-potere-dacquisto-e-il-risparmio-delle-famiglie_c6eb5519-761b-4e50-b335-cbdf377161c7.html

 

Diminuiscono il potere d’acquisto e il risparmio delle famiglie

Istat, il calo nel secondo trimestre a fronte dei prezzi stazionari

Istat, diminuiscono il potere d 'acquisto e il risparmio delle famiglie - RIPRODUZIONE RISERVATA

 Nel secondo trimestre del 2023, il reddito disponibile delle famiglie consumatrici è diminuito dello 0,1% rispetto al trimestre precedente, mentre i consumi sono cresciuti dello 0,2%.

La propensione al risparmio, che già da diversi trimestri si attesta sotto i livelli pre-Covid, è stimata al 6,3%, in diminuzione di 0,4 punti percentuali rispetto al trimestre precedente.

Lo rende noto l’Istat sottolineando che a fronte di una sostanziale stazionarietà dei prezzi, il potere d’acquisto delle famiglie è diminuito dello 0,2% rispetto al trimestre precedente.

 

 

 

 

ANSA.IT — 4 OTTOBRE 2023 –11.12
https://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2023/10/04/la-pressione-fiscale-e-stabile-al-42-nel-secondo-trimestre_6298586a-0530-42bc-b553-cd02f4f016db.html

 

 

La pressione fiscale è stabile al 42% nel secondo trimestre

Lo rilevano  i dati Istat sui conti trimestrali delle pubbliche amministrazioni 

La pressione fiscale è stabile al 42% nel secondo trimestre - RIPRODUZIONE RISERVATA

La pressione fiscale è stabile al 42% nel secondo trimestre –

 Nel secondo trimestre del 2023, la pressione fiscale in Italia è stata pari al 42,0%, stazionaria rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Lo rende noto l’Istat nel conto trimestrale delle amministrazioni pubbliche.

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ANNA SOROKINA- RUSSIA BEYOND- 10 agosto 2018 ( link sotto ) :: Otto antiche chiese in legno che meritano di essere visitate

 

 

DA : RUSSIA BEYOND- 1928 -2018

10 AGOSTO 2018

https://it.rbth.com/turismo/81249-otto-antiche-chiese-in-legno

 

Otto antiche chiese in legno che meritano di essere visitate

 

 

Gran parte dei vecchi edifici religiosi russi sono stati restaurati e conservati fino ai giorni nostri. Altri invece versano in stato di abbandono. Vi segnaliamo i più impressionanti

 

Secoli fa quasi tutti gli edifici realizzati in Russia erano fatti di legno. Alcuni sono sopravvissuti fino ai giorni nostri, altri invece avrebbero bisogno di urgenti lavori di restauro. Vi presentiamo i più impressionanti.

 

 

1 Malye Korely, regione di Arkhangelsk

 

Questo museo a cielo aperto si trova vicino all’omonimo villaggio. Qui potrete ammirare un campanile restaurato risalente al XVI secolo, due chiese di San Giorgio del XVII secolo e alcuni edifici residenziali.

 

 

2. Kizhi, Karelia

 

In passato sull’isola si contavano diversi villaggi. Oggi alcuni di questi villaggi esistono ancora, ma non fanno parte del complesso museale. Tuttavia potrete ammirare uno degli edifici in legno più alti del mondo: la Chiesa della Trasfigurazione, risalente al XVIII secolo, alta 37 metri e realizzata senza nemmeno un chiodo! Il complesso architettonico di Kizhi Pogost è stato inserito nella lista del patrimonio mondiale dell’Unesco.

 

 

 

 

3. Parco Kolomenskoye, Mosca

 

 

Andare in bicicletta e godersi una rilassante passeggiata lungo l’argine del fiume Moscova sono solamente alcune delle attività che si possono svolgere in questo parco della capitale russa. Qui potrete infatti visitare un antico tempio in legno risalente al XVII secolo. La chiesa di San Giorgio è stata trasferita qui dalla regione di Arkhangelsk ed è impreziosita con varie decorazioni interne ed esterne. Alcuni affreschi sono ancora in fase di restauro.

 

 

 

4. Kondopoga, Carelia

 

 

Costruita alla fine del XVIII secolo, la Chiesa della Dormizione è una delle poche chiese in legno fino a poco tempo fa ancora utilizzate per le funzioni religiose. Qui sono custodite iconostasi in stile barocco e antichi dipinti. La struttura del soffitto e le finestrelle sono stati realizzati in modo tale da preservare il calore all’interno dell’edificio. Ecco perché, nonostante le impressionanti dimensioni che si possono osservare dall’esterno, l’interno della chiesa risulta piuttosto piccolo. Purtroppo, nella mattina del 10 agosto 2018, questa chiesa è stata colpita da un grave incendio.

 

 

 

 

 

5. Varzuga, regione di Murmansk

 

La chiesa dell’Assunzione del XVII secolo si trova in un villaggio della Penisola di Kola, frequentato in passato dagli esploratori della costa del Mar Baltico. Le antiche icone sono state preservate fino ai giorni nostri, ma lo stesso non si può dire delle campane, purtroppo andate perse. Le campane infatti erano state rimosse poco prima dell’inizio della Grande guerra patriottica (Seconda guerra mondiale). Sistemate sulla riva del fiume Varzuga, sono state portate via dalla corrente d’acqua.

 

 

 

6. Kem, Carelia

 

La magnifica Cattedrale dell’Assunzione è stata fondata all’inizio del XVIII secolo in onore della vittoria russa sugli svedesi nella Guerra del nord. Il tempio è considerato un vero e proprio capolavoro in legno: durante la sua costruzione sono infatti stati rispettati tutti i canoni in vigore all’epoca. Purtroppo solamente alcune delle icone antiche fino a prima custodite qui sono arrivate intatte fino ai giorni nostri. La cattedrale oggi è in fase di restauro.

 

 

 

7. Kimzha, regione dell’Arkhangelsk

 

L’alta chiesa di Hodegetria del 1700 è l’ultimo esempio della scuola di architettura locale di Mezen. È stata restaurata nel 2016. Se avrete la fortuna di addentrarvi nel villaggio di Kimzha, prestate attenzione ai tanti dettagli di carattere religioso che abbelliscono l’abitato, come le croci. Molte case di questo villaggio hanno più di un secolo e conferiscono a Kimzha l’aspetto di un antico insediamento del nord.

 

 

 

8. Torzhok, regione di Tver

 

La chiesa in legno dell’Icona di Tikhvin, risalente alla metà del XVII secolo, è l’unico esempio di architettura in legno della zona. L’edificio è stato più volte ricostruito e perfino spostato in un altro luogo. Ma i resti dei primi dipinti risalenti al XVIII secolo sono ancora conservati al suo interno. Purtroppo le antiche icone e le iconostasi sono invece state smarrite.

 

 

La chiesa-torre di legno di Torzhok: un capolavoro da salvare - Russia Beyond - Italia

icone della chiesa

Russia Beyond

 

 

La chiesa-torre di legno di Torzhok: un capolavoro da salvare - Russia Beyond - Italia

Russia Beyond: primi dipinti conservati. 

La chiesa è in corso di restauro

 

 

Icona, Madre di Dio di Tikhvin con Oklad – Legno, Ottone – XIX secolo

 

da : https://www.catawiki.com/it/l/74340607-icona-madre-di-dio-di-tikhvin-con-oklad-legno-ottone-xix-secolo

 

 

dettaglio — dal link subito sopra

 

 

dettaglio -.- link sopra

 

 

NOTA : OKLAD

Per riza (in russo риза, “abito”) o oklad (in russo оклад, “copertura”) s’intende una protezione in metallo (in una lega di ottone, o in argento o in argento dorato) posta su una tavola dipinta con una immagine sacra, detta icona, ma che lascia scoperti volti e mani delle figure sacre ritratte. La riza è tipica delle icone venerate nella Chiesa greco-ortodossa: il vocabolo in lingua russa infatti è utilizzato anche per le coperture metalliche delle icone greco-bizantine. Una diversa riza, detta alla veneziana, è composta da perline di vetro, prodotte a Murano ed infilate all’interno di una struttura di sottili fili metallici. Quando il rivestimento è composto da elementi staccati, cioè da strisce applicate direttamente sull’icona, la riza è detta “basma”.

 

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Immagine della Madonna di Kazan’ (XVI-XVII secolo) con riza del 1881, (Yaroslavl Museum)

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Luigi Mastrodonato @LuigiMastro_ 14.46 – 3 ottobre 2023 — grazie di aver condiviso ! + ANSA.IT / VIDEOGALLERY – 3 OTTOBRE 2023 –2 VIDEO : 13.53 / 14.02

 

“Basta, han rotto il cazzo”, dice il dirigente di polizia a sinistra con la maglia viola.
Poi dà ordine di menare i ragazzi, disarmati e perlopiù minorenni.
Colpevoli, appunto, di aver rotto il cazzo, cioè di aver contestato la visita a
#Torino di Giorgia Meloni. Italia, 2023

 

 

 

 

ANSA.IY / VIDEOGALLERY– 3 OTTOBRE 2023 –13.53 / 14,02

https://www.ansa.it/sito/videogallery/italia/2023/10/03/proteste-a-torino-contro-meloni-la-carica-della-polizia_f2fcf910-4b8b-4d1d-9c71-ac4acb8b10b7.html

Video Ansa– 2.29 minuti– 14.02 

Torino, proteste contro Meloni: tensioni studenti-polizia

 

 

 

video Ansa  /  2.51 min.– 13.53

Proteste a Torino contro Meloni, la carica della polizia

https://www.ansa.it/sito/videogallery/italia/2023/10/03/proteste-a-torino-contro-meloni-la-carica-della-polizia_f2fcf910-4b8b-4d1d-9c71-ac4acb8b10b7.html

 

 

 

 

 

 

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+++ BENEDETTA BIANCO –ANSA.IT — 3 OTTOBRE 2023 — Anche l’uomo eredita i pregiudizi dell’Intelligenza Artificiale –

 

ANSA.IT — 3 OTTOBRE 2023 —

https://www.ansa.it/canale_scienza/notizie/frontiere/2023/10/03/
anche-luomo-eredita-i-pregiudizi-dellintelligenza-artificiale-_
3af8dd80-0565-4550-bdc4-a893c77da569.html#:~:text=%C3%88%20risaputo%20che%20
l’Intelligenza,errori%20nelle%20decisioni%20che%20prendono.

 

Anche l’uomo eredita i pregiudizi dell’Intelligenza Artificiale

C’è il rischio di rimanere intrappolati in un circolo vizioso

Benedetta Bianco

 

Le informazioni distorte dall’AI possono avere un impatto negativo duraturo sulle decisioni umane (fonte: Freepik) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Le informazioni distorte dall’AI possono avere un impatto negativo duraturo sulle decisioni umane (fonte: Freepik) –

 

È risaputo che l’Intelligenza Artificiale può ereditare i pregiudizi degli esseri umani tramite i dati con cui viene addestrata, ma si è ora scoperto che avviene anche il contrario: le persone che si avvalgono di sistemi basati sull’IA ereditano a loro volta pregiudizi ed errori nelle decisioni che prendono.

Il rischio, dunque, è quello di rimanere intrappolati in un circolo vizioso senza fine: a lanciare l’allarme è uno studio della spagnola Deusto University di Bilbao, pubblicato sulla rivista Scientific Reports.

I risultati mostrano che le informazioni distorte dall’AI possono avere un impatto negativo duraturo sulle decisioni umane e indica quindi la necessità di maggiori approfondimenti sui meccanismi anche psicologici alla base delle interazioni uomo-macchina.

I progressi sorprendenti raggiunti dai sistemi di Intelligenza Artificiale, in grado ad esempio di sostenere una conversazione come farebbe un essere umano, hanno dato a questa tecnologia un’immagine di elevata affidabilità. Sempre più ambiti professionali stanno implementando strumenti di questo tipo per supportare il processo decisionale degli specialisti e ridurre al minimo gli errori, tuttavia, questo approccio non è privo di rischi, come hanno dimostrato Lucía Vicente e Helena Matute.

Le due ricercatrici hanno arruolato un gruppo di volontari per effettuare una simulazione: un gruppo doveva lavorare ad una diagnosi medica con l’aiuto di un sistema di AI caratterizzato da un errore sistematico, mentre il secondo gruppo lavorava in completa autonomia. Com’era prevedibile, i partecipanti assistiti dall’AI hanno commesso lo stesso errore contenuto nel sistema, a differenza degli altri, ma la scoperta più significativa è stata fatta nella seconda fase dell’esperimento. Quando il primo gruppo è passato a svolgere lo stesso compito senza aiuti esterni, ha continuato a imitare l’errore precedentemente commesso: in altre parole, ha ereditato la ‘falla’ contenuta nel sistema.

 

 

 

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IMMAGINI — dalla –Mostra ” Prima dell’alfabeto “, Venezia, Palazzo Loredan, Fondazione Giancarlo Ligabue +++ 2 LINK VIDEO ++VINCENZO COMITO, ECONOMISTA:: IL MANIFESTO DEL 1° AGOSTO 2018 :::: I PARADISI FISCALI DEGLI ASSIRI ::: PRIMA TAPPA DEL VIAGGIO — GLOBALIZZAZIONE DAI SUMERI A GOLDMAN SACHS

 

scusate, mi è successo un pasticcio che non so risolvere, aprite qui per l’articolo del titolo– scusate. chiara

https://l.facebook.com/l.php?u=https%3A%2F%2Fwww.neldeliriononeromaisola.it%2F2023%2F04%2Fvincenzo-comito-economista-il-manifesto-del-1-agosto-2018-i-paradisi-fiscali-degli-assiri-prima-tappa-del-viaggio-globalizzazione-dai-sumeri-a-goldman-sachs%2F%3Ffbclid%3DIwAR3_IWuoWXt26gDU1CCJ22JEb_
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Gio @gifebe — 5.28 — 3 ottobre ’23 — grazie, è tenerissimo ! + didì

 

Buon giorno a tutti !

 

 

 

IL NOSTRO DIDI’

 

2015 — foto di STE

 

2022 – forse..

 

 

chiara: anche il nostro Didì fa ogni tanto queste facce da strappar le lacrime al mondo, ma in lui è tutta una scena per avere coccole, o anche qualcosa godurioso da mettere in bocca, ma soprattutto carezze: starebbe ore a farsi dire, mentre lo accarezzi : ” povera gioia ” con tutte le diverse variazioni, tipo : ” sei il cane più bello del mondo “, ” sei fiero, ardito “, ” sei straordinario “,  e qui è quando scodinzola di più..
E’ un attore consumato, queste faccine da derelitto le fa soprattutto quando lo sgridi per qualcosa che lui sa di aver sbagliato, come adesso — è vecchietto e le sue funzioni di scarico hanno scelto la libertà – che ho appena visto che ha fatto due volte la pupu sala e la pipì in cucina:  tutto in una volta ! La faccia che mi ha fatto è proprio del cane abbandonato senza neanche un collare, l’ultimo del mondo..

 

 

 

 

 

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+++ ANSA.IT/ COMO/ LOMBARDIA — 3 OTTOBRE 2023 –8.29 :: A Como parroco invita chi non ce l’ha a occupare una casa. Il sacerdote, ‘darò loro una mano a entrare’

 

 

ANSA.IT / COMO / LOMBARDIA — 3 OTTOBRE 2023 –8.29
https://www.ansa.it/lombardia/notizie/2023/10/02/a-como-parroco-invita-chi-non-ce-lha-a-occupare-una-casa_801c5b8f-49db-4632-8074-5c675feda3c8.html

 

 

A Como parroco invita chi non ce l’ha a occupare una casa.

Il sacerdote, ‘darò loro una mano a entrare’

ANSACheck

Presidio sindacati comitati inquilini Asia davanti alla Prefettura per il diritto alla casa e blocco sfratti case popolari Aler - RIPRODUZIONE RISERVATA

Presidio sindacati comitati inquilini Asia davanti alla Prefettura per il diritto alla casa e blocco sfratti case popolari Aler –

 

 Fa discutere a Como l’invito a occupare casa per chi non ce l’ha lanciato da don Giusto Della Valle nel suo editoriale sul numero di settembre del periodico Il Focolare della parrocchia della frazione Rebbio.

Don Giusto parte analizzando la situazione comasca dove, a suo avviso, se sei migrante non trovi casa. Il parroco nota con dolore il divario che c’è sul lago tra chi dorme in alberghi a cinque stelle e chi invece dorme sotto le stelle, segnala gli spazi comunali chiusi all’accoglienza e non esita a definire “un’attitudine da Ponzio Pilato” quella di chi li amministra e se ne lava le mani perché – nota – utilizzarli toglierebbe consenso elettorale.

 

++++

Video, 3.59

Como, parroco invita chi non ce l’ha a occupare una casa

Notando che “quando non ci si unisce per raggiungere gli obiettivi, chi comanda ne trae profitto”, il prete fa alcune proposte per il diritto alla casa.

La prima è rivolta ai sindacati di Como: “Lottate, non adeguatevi al sistema capitalistico”.

La seconda è rivolta “a chi temporaneamente amministra la città di Como di affidare gli appartamenti comunali non a norma non all’Aler ma alle Associazioni della città che sono in grado di mettere a norma gli appartamenti stessi”.

Per esempio, la parrocchia di Rebbio “è in grado di mettere a norma una decina di appartamenti ogni anno e di deciderne con il Comune la destinazione”.

Infine, “come ultima opzione”– ed è questo il passaggio che ha fatto discutere a Como e non solo – “se qualche famiglia avente diritto alla casa si trovasse messa in strada, propongo di passare in casa parrocchiale a Rebbio perché le si dia la lista degli appartamenti comunali vuoti…affinché ciò che ingiustamente non viene dato venga occupato. Darò loro una mano ad entrare, presenterò loro i vicini di casa, li inviterò a rispettare le regole del condominio e se dovessero esserci sospensioni di energia elettrica chiamerò in aiuto l’elemosiniere del Papa Francesco. Saluti cari e buona lotta – si conclude l’editoriale – perché tutti abbiano casa”.

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ROBERTO VECCHIONI & ANGELO BRANDUARDI — SAMARCANDA — 1977 –qui da ” Festivalbar “, 1992

 

 

 

 

Samarcanda
Yunuskhuja Tuygunkhujaev – Opera propria

 

 

User:Patrickringgenberg –

 

 

Faqscl – Opera propria

 

 

 

 

 

upyernoz from Haverford, USA –

 

 

Jabez aka Dmitriy A. Pitirimov

 

 

 

 

Shuhrataxmedov – Opera propria

 

 

 

Faqsci

 

 

 

 

Faqsci

 

 

Mappa Uzbekistan - cartina geografica e risorse utili ...

SAMARQAND IN UZBEKISTAN –
https://www.viaggiatori.net/turismoestero/Uzbekistan/mappa/

 

 

 

 

 

dalla trasmissione Festivalbar, 1992

 

 

 

Testo

Ridere, ridere, ridere ancora,
Ora la guerra paura non fa,
Brucian nel fuoco le divise la sera,
Brucia nella gola vino a sazietà,
Musica di tamburelli fino all’aurora,
Il soldato che tutta la notte ballò
Vide tra la folla quella nera signora,
Vide che cercava lui e si spaventò
Salvami, salvami, grande sovrano,
Fammi fuggire, fuggire di qua,
Alla parata lei mi stava vicino,
E mi guardava con malignità
Dategli, dategli un animale,
Figlio del lampo, degno di un re,
Presto, più presto perché possa scappare,
Dategli la bestia più veloce che c’è
corri cavallo, corri ti prego
Fino a Samarcanda io ti guiderò,
Non ti fermare, vola ti prego
Corri come il vento che mi salverò
Oh oh cavallo, oh, oh cavallo, oh oh cavallo, oh oh, cavallo, oh oh
Fiumi poi campi, poi l’alba era viola,
Bianche le torri che infine toccò,
Ma c’era su la porta quella nera signora
Stanco di fuggire la sua testa chinò:
Eri fra la gente nella capitale,
So che mi guardavi con malignità,
Son scappato in mezzo ai grilli e alle cicale,
Son scappato via ma ti ritrovo qua!
Sbagli, t’inganni, ti sbagli soldato
Io non ti guardavo con malignità,
Era solamente uno sguardo stupito,
Cosa ci facevi l’altro ieri là?
T’aspettavo qui per oggi a Samarcanda
Eri lontanissimo due giorni fa,
Ho temuto che per ascoltar la banda
Non facessi in tempo ad arrivare qua
Non è poi così lontana Samarcanda,
Corri cavallo, corri di là
Ho cantato insieme a te tutta la notte
Corri come il vento che ci arriverà
Oh oh cavallo, oh, oh cavallo, oh oh cavallo, oh oh cavallo oh oh

 

 

 

 

segue da :

HERMESMAGAZINE

Samarcanda: la leggenda dietro la canzone

 

 

La trama di Samarcanda parla di un soldato che, festeggiando la fine della guerra tra canti e balli, si prende improvvisamente un bello spavento. Ne ha tutti i motivi: quella Nera Signora, la Morte, è in mezzo alla folla e lo sta guardando minacciosa.

A questo punto, il soldato corre dal re e gli chiede di salvarlo. Il re, quindi, gli dà il suo miglior cavallo e il soldato parte di gran carriera, correndo disperatamente verso Samarcanda in modo da evitare la Morte. Con suo grande scorno, la scoprirà ad aspettarlo proprio dov’era fuggito. Quello che la Nera signora gli dirà sarà “non ti stavo minacciando, ero solo sorpresa di vederti lì, visto che dovevo prenderti oggi a Samarcanda!”

Una sorta di crudele ironia, se vogliamo, che ci insegna l’ineluttabilità del destino.

La risposta è molto semplice: Roberto Vecchioni ha riadattato un’antica leggenda mediorientale che coinvolge nientemeno che il Re Salomone. La leggenda originale vedeva il saggio re aggirarsi per le strade della sua città e incrociare l’Angelo della Morte, che piangeva disperatamente seduto su una fontana.

Curioso, Salomone si avvicinò e gli chiese come mai stesse piangendo. La Morte lo guardò, poi disse “devo portare quei due uomini con me” e ricominciò a piangere a dirotto. Salomone guardò nella direzione indicata e vide che le persone designate erano i suoi due servi migliori. Senza chiedersi come mai l’Angelo della Morte avesse così a cuore la sorte dei due servi al punto di piangere, il re si avviò verso i suoi servi, diede loro i migliori cavalli delle sue scuderie e li inviò a Samarra – cambiato in Samarcanda nella canzone per una questione di assonanza.

Salomone sperava di riuscire così a salvare loro la vita. I servi partirono. Due giorni dopo, durante la sua consueta passeggiata, il re incontrò di nuovo l’Angelo che, sorprendentemente, sorrideva.

Perché sorridi?” gli domandò “I miei servi sono fuggiti!

Il sorriso dell’Angelo della Morte si allargò ulteriormente “sorrido perché quei servi dovevo prenderli proprio oggi a Samarra!

E sulla frase finale dell’Angelo della Morte, vi lascio con Roberto Vecchioni che dà vita a Samarcanda insieme ad Angelo Branduardi!

 

*** LA LEGGENDA DELLA MORTE CHE GIRA PER SAMARRA ( IRAQ ) O PER SAMARCANDA (  Uzbekistan ) si  origina dalla 53° sukkah del Talmud Babilonese

Amazon.it: Talmud babilonese. Trattato Sukkà - Di Segni, Riccardo Shemuel - Libri

Editore Giuntina 2022

 

 

Mappa Iraq - cartina geografica e risorse utili ...

SAMARRA — CITTA’ DELLA LEGGENDA — E’ NELL’ IRAQ CHE SI AFFACCIA SUL GOLFO PERSICO

 

UNA SOLA IMMAGINE DI  SAMARRA  — la vedremo un altro dì

 

Al-Askari Shrine in Samarra

 

due — e chiuso.

 

Traditional wall decoration in mosque

 

 

Golfo Persico - Wikivoyage, guida turistica di viaggio

IRAQ — è molto lontano da Samarcanda

 

come si vede dalla cartina dell’Asia

IRAQ  E’ A FIANCO DELL’IRAN– UZBEKISTAN E’ A FIANCO DEL LAGO D’ARAL–  SOTTO IL KAZAKISTAN

 

 

ROBERTO VECCHIONI 

Roberto Vecchioni - Samarcanda

Roberto Vecchioni nasce a Carate Brianza il 25 giugno 1943, da genitori napoletani. Fin da giovane mostra una grande attitudine per la musica, ma anche per la letteratura. Infatti, si laurea in lettere nel 1968, per poi intraprendere la carriera di insegnante l’anno successivo.
Vive a Maguzzano, vicino a Lonato del Garda.

LA CANZONE SAMARCANDA E’ DEL 1977

 

 

 

Rocca di Lonato Abbazia di Maguzzano

LONATO DEL GARDA

 

 

Video, 2.48 minuti
pubblicato da Erminio Veggio

ABBAZIA DI MAGUZZANO VICINO AL LIDO DI LONATO DEL GARDA

 

 

 

SE ARRIVATI FIN QUI, AVETE PER CASO ANCORA FIATO PER VEDERE SAMARCANDA IN FOTO BELLE CON LA SCRITTA SOTTO COSA RAPPRESENTANO —

APRITE QUI–

 SAMARCANDA, IN UZBEKISTAN, dove si sono appena incontrati Putin, Xi Jinping, il presidente iraniano Ebrahim Rai, Erdogan, Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan e Uzbekistan/ India e Pakistan dal 2017 ( membri dell’OCS, organizzaz. cooperaz. Shangai, fondata nel 2001 )

 

 

 

 

 

 

 

 

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video, 10 min. ca —- LUCIO CARACCIOLO, LIMES / 2 OTTOBRE 2023 — APPROFONDIMENTO — Guerra in Ucraina: altro che stallo!

 

Se il fronte militare sul campo sembra fermo, con la controffensiva ucraina che ha portato finora scarsi risultati, i fronti domestici in Ucraina e nei Paesi alleati sono invece in grande movimento. Le elezioni in Slovacchia e le prossime in Polonia. Le faglie europee nella guerra: cosa cambia nell’avanguardia antirussa. Il ruolo degli Stati Uniti.

In collegamento Lucio Caracciolo. Puntata registrata il 2 ottobre 2023.

 

 

 

 

 

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ANDREA FERRETTI/ MILANOEVENTS/ 27-7-2021 — Il nuovo Murales di Milano in Porta Romana che ricorda Barcellona e Gaudì. Lo street artist Cheone ha realizzato una grande opera trompe l’oeil che ricorda Casa Batllò, edificio icona dell’architetto spagnolo Antoni Gaudí . + Casa Batllò

 

da : 

MILANOEVENTS.IT –27 LUGLIO 2021

Il nuovo Murales di Milano in Porta Romana che ricorda Barcellona e Gaudì

 

 

ARTISTA — CHEONE ( COSIMO CAIFFA )Gallipoli, 1979

CORSO DI PORTA ROMANA 13

TITOLO :. THE VISION

FOTO: ANDREA CHERCHI

progetto pubblicitario, realizzato per MV Line Group,
in collaborazione con Street Art in Store.
progetto “Pubblicità per la città” ( Audioutdoor insieme a Clear Channel Italia )

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

CASA BATLLO’ DI GAUDI’ A BARCELLONA

 

 

File:Gaudí - Casa Batlló.jpg

 

FOTO : https://it.wikipedia.org/wiki/File:Gaud%C3%AD_-_Casa_Batll%C3%B3.jpg

 

 

 

PUBBLICO  QUALCHE INTERNO ( mi pare non averlo mai fatto..)::

 

 

Barcelona

 

 

Casa Batllo, Barcelone, Espagne

 

 

Antoni Gaudi Casa Batllo.

 

 

 

The 'Casa Battlo' of Gaudi on sale at Sotheby's in Barcelona, Spain in July, 1991.

 

 

 

Interior of Casa Batlló

 

 

 

 

 

 

 

 

Antoni Gaudi Casa Batllo, UNESCO World Heritage Site.

 

 

 

 

 

Staircase inside Casa Batllo a famous Modernist building by Antoni Gaudi, Barcelona, Spain, Europe

 

 

 

 

 

 

SPAIN-TOURISM-ARCHITECTURE-GAUDI

 

 

 

 

Barcelona : Ilustration

 

 

 

Casa Batlló dettaglio

 

 

 

A partial View of a Gaudi building.

anche se interno non è —

 

 

Examples of original creativity are demonstrated in this room and light fixture in Gaudi's Casa Batllo, Barcelona, Spain

 

 

 

 

Colorful tiles used to decorate Gaudi's Casa Batllo, Barcelona, Spain

sara un esterno anche questo..

 

 

 

Casa Batllo is Open To The Public For Visits

 

 

 

Casa Batllo is Open To The Public For Visits

 

 

 

Antoni Gaudi Casa Batllo, UNESCO World Heritage Site.

 

 

se volete vedere meglio Casa Battlò — anche gli interni — aprite sotto :

ANTONI GAUDI’: CASA BATLLO’–1904-1906 — BARCELLONA — La biografia di Gijs Van Hensbergen, Lindau, 2015

 

 

 

 

 

 

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andrea cherchi @cherchiandrea.– è giornalista pubblicista e grande fotografo freelance, ” amo pazzamente Milano “– grazie delle foto , anche noi

 

enzo jannacci, nustalgia de Milan

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

***** Sul  Twitter di Andrea Cherchi – da cui abbiamo preso le foto– ce ne solo molte altre: bellissime tutte !

 

Immagine

una è questa, del 1972.. avrà due anni.. è rimasto uguale ? quasi.. Stesso stupore, direi, di fronte al mondo -chiara

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

da : https://www.ecostampa.it/blog/fotografia-andrea-cherchi-milano/

 

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ROBERTO ZANINI, Julian e gli altri, i leaks di Manning e di Snowden– NOTIZIE SCOMODE. I whistleblower perseguitati dal governo Usa. –IL MANIFESTO — 18 GIUGNO 2022 ++ RAINEWS, 26 SETTEMBRE 2022 – SNOWDEN- ultime notizie

 

IL MANIFESTO — 18 GIUGNO 2022
https://ilmanifesto.it/julian-e-gli-altri-i-leaks-di-manning-e-di-snowden

 

Julian e gli altri, i leaks (= perdita- fuga di notizie ) di Manning e di Snowden

 

NOTIZIE SCOMODE. I whistleblower ( quelli che denunciano cose segrete ma utili alla popolazione ) perseguitati dal governo Usa

Julian e gli altri, i leaks di Manning e di Snowden

 

Era un paio di guerre fa, più o meno. Un felice 2010 in cui l’Afghanistan era conquistato, l’Iraq occupato, la pacificazione marciava a tappe forzate, afghani e iracheni un po’ si organizzavano per votare e un po’ per ammazzarsi. Finché, il 5 aprile, tutti vedemmo quel filmato atroce di due elicotteri Apache che macellavano di mitragliate una dozzina di iracheni a terra, tra cui due giornalisti della Reuters con una telecamera che all’elicotterista sembrò un’arma.

Quel video svegliò qualche milione di coscienze addormentate da anni di guerra non più guerreggiata ma non meno sanguinosa, fece capire cosa significava essere un civile in tempi di occupazione americana, fece partire una caccia all’uomo durata tre presidenze (Obama, Trump e Biden).

Fu il primo grande botto di Wikileaks. Che lavorava alle soffiate tecno-internazionali già da qualche anno, rivelando a destra e a manca complotti in Somalia, attività hacker in Cina, corruzione in Kenya, prigionieri senza nome o diritti a Guantanamo e altri dettagli della prassi democratica del pianeta.

Quel video di 17 minuti, presentato in una conferenza stampa a Washington da un curioso individuo coi capelli di platino chiamato Julian Assange, aveva una provenienza precisa, un militare di nome Bradley Manning, analista di intelligence durante le operazioni militari in Iraq.Manning venne arrestato, accusato di aver consegnato migliaia di documenti riservati a Wikileaks, detenuto in condizioni inumane e infine condannato a 35 anni. Il giorno della sentenza disse di riconoscersi nel genere femminile e di voler essere chiamata Chelsea Manning. Obama la graziò dopo 4 anni e mezzo – un altro anno lo fece nel 2019 per essersi rifiutata di testimoniare al grand jury contro Assange.

 

Chelsea Manning (foto www.franceinter.fr)
CHELSEA MANNING
foto da : https://www.peacelink.it/mediawatch/a/48727.html

 

Tre anni dopo il video di Manning, nel 2013, un analista della Cia si licenziò dall’ultimo incarico da 10mila dollari al mese presso un contractor della Difesa Usa, visse per qualche mese alle Hawaii covando i dubbi sull’intero lavoro dei suoi ultimi anni, poi prese un aereo per Hong Kong e da là rivelò al mondo che eravamo tutti spiati: telefoni di casa, cellulari, email e traffico internet, di comuni cittadini come di capi di stato e di governo, tutto quanto finiva sotto gli occhi e nei computer della National Security Agency americana. Quell’uomo era Edward Snowden, aveva trent’anni e 145 di quoziente di intelligenza, e lo sapeva per certo perché lo faceva lui, attraverso programmi clandestini di sorveglianza elettronica. Altro giro del mondo di scandali, altro armageddon mediatico e politico, altra caccia all’occidentale infedele che metteva in discussione la prassi dell’Ovest libero e democratico.

Snowden non finì come Manning. Riuscì a squagliarsela da Hong Kong anche grazie a Wikileaks: mentre Assange dichiarava ai quattro venti che lo avrebbero portato in Islanda, lui e un’altra dirigente di Wikileaks salivano su un volo verso Mosca. Gli americani non capirono più niente, cercarono persino di dirottare l’aereo del presidente boliviano Evo Morales, convinti che Snowden fosse a bordo. Non era lì.
Vive ancora in Russia.

 

****  

 

nota:

EDWARD SNOWDEN

Edward Joseph Snowden (Elizabeth City21 giugno 1983) è un informatico e attivista statunitense naturalizzato russo, reso famoso dalla sua attività di whistleblower.
Dal 2013 è rifugiato in Russia, che gli ha concesso la cittadinanza nel settembre 2022.

WIKIPEDIA 

RAINEWS — 26 – 09- 2022

Decreto firmato da Putin

Edward Snowden diventa cittadino russo. Sarà chiamato a combattere contro l’Ucraina?

L’ex informatico a contratto della Nsa americana, che ha rivelato documenti segreti sulla sorveglianza per poi fuggire in Russia, dopo quasi dieci anni ottiene il passaporto della Federazione. La Casa Bianca: non cambia nulla

 

–concessa la residenza permanente in Russia nel 2020. All’epoca, aveva dichiarato di voler richiedere la cittadinanza russa, senza però rinunciare a quella statunitense.

–l Dipartimento di Giustizia ha anche fatto causa per impedire a Snowden di ottenere i ricavi negli Stati Uniti dalla vendita del suo libro di memorie, “Permanent Record” (in Italia, “Errore di Sistema” ) perché ha violato gli accordi di riservatezza con l’intelligence.

 

  1. autobiografia si Snowden — 2. racconto delle rivelazione fatte da Snowden ad un gionalista che le rende pubbliche.

1.

Errore di sistema - Edward Snowden - copertina

Longanesi, 2019

«Mi chiamo Edward Joseph Snowden. Un tempo lavoravo per il governo, ora lavoro per le persone. Mi ci sono voluti quasi trent’anni per capire che c’era una differenza tra le due cose e, quando è successo, ho iniziato ad avere qualche problema sul lavoro. E così adesso passo il tempo cercando di proteggere la gente dalla persona che ero una volta – una spia della CIA e della National Security Agency. Se state leggendo questo libro è perché ho fatto qualcosa di molto pericoloso, per uno nella mia posizione: ho deciso di dire la verità.»

 

2.

No place to hide. Sotto controllo. Edward Snowden e la sorveglianza di massa - Glenn Greenwald - copertina

Rizzoli, 2014– il giornalista racconta di essere stato contattato da un certo ” Cincinnatus “, nome sotto cui si celava Snowden che lo mette al corrente..

 

 

L’ARTICOLO COMPLETO NEL LINK DI RAINEWS-

RAINEWS– 26 SETTEMBRE 2022

https://www.rainews.it/articoli/2022/09/edward-snowden-diventa-cittadino-russo-4ce9cc78-eebf-4f8a-b6c8-8395dcb7f665.html

 

 

 

 

 

 

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TVBOY @tvboy — 13.28 — 1 ottobre 2023 –un nuovo murale dedicato alla #crisi #migranti e poi, a ” Michaela Biancofiore, per la quale si propone di creare un’isola artificiale dove mettere lei e tutti i suoi colleghi. ” + intervento di Michela Biancofiore

 

Propongo di creare un’isola artificiale dove mettere la capogruppo al Senato Michaela Biancoforte e i tutti i suoi colleghi. #crisi #migranti

 

 

 

 

 

Michaela Biancofiore ‘shockata’: “Mi hanno scippato il telefonino sotto al Ministero …

Michaela Biancofiore: “Facciamo un’isola artificiale in mezzo al Mediterraneo, in acque internazionali, con la collaborazione dell’Unione Europea, dell’ONU, degli Stati Uniti e dei Paesi del Nordafrica, dove ci siano gli ospedali e dove le ONG possano trasbordare questi poveretti”.

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DUE BELLISSIMI LEOPARDI AFRICANI CHE SI COCCOLANO + uno ..

 

 

Hermosaimagen De Un Leopardo Africano

DA : https://es.wallpapers.com/imagenes/hermosaimagen-de-un-leopardo-africano-ld6h5o3m9r6fw96r.html

 

 

 

 

uno che ti guarda ..

DA : https://www.pinterest.it/pin/815784919982718300/

 

 

 

 

 

 

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Davide Dormino @davide_dormino — 12.05 — 1 ottobre 2023 –video di JULIAN ASSANGE + monumento ” itinerante ” ( vedi le foto sotto ) dello scultore italiano DAVIDE DORMINO ( Udine, 12973 )

 

PER JULIAN ASSANGE

 

 

 

Unisciti alla protesta, vuoi dire qualcosa ?

 

 

IN PIEDI SULLA SEDIA : ( da sinistra )  –SNOWDEN, ASSANGE E MANNING ad altezza naturale, in bronzo, in piedi su tre sedie, una quarta vuota vicina a loro. E’ per noi.

 

ARTISTA : DAVIDE DORMINO, SCULTORE ITALIANO ( nato a Udine nel 1973– dalla biografia del suo sito– vedi sotto )

 

 

 

Anything to say? A monument to courage 2015-2020

 

 

BERLINO
“Anything to say?”
Alexanderplatz 1 maggio 2015

“Anything to say?” é una scultura in bronzo, a grandezza naturale, che raffigura tre figure in piedi su tre sedie e una quarta sedia vuota, per noi. La quarta sedia é per noi, per chi deve dire qualcosa o per chi si vuole semplicemente mettere al fianco delle tre figure che rappresentano il coraggio di voler sapere e di rifiutare di essere controllati: sono Edward Snowden, Julian Assange e Chelsea Manning. Sono stati scelti come esempio di rivoluzionari contemporanei, eroi controversi, soggetti amati e odiati ma comunque capaci di scardinare le regole di un sistema di controllo che gestisce tutte le nostre vite.
E’ un’opera di Davide Dormino che ha colto l’idea di Charles Glass, un giornalista impegnato nelle vicende di politica internazionale, e ha tradotto artisticamente un concetto interpretando il coraggio dello spostamento con il salire sulla sedia. Quella sedia che ci permette di alzarci per vedere meglio ma che rappresenta anche il giudizio degli altri, fino alla punizione per aver osato.
E’ il primo esempio di scultura itinerante, interattiva: pur avendo tutta la tradizionale forza del monumento pubblico si muove e vuole che la gente si muova. Viaggia per il mondo, si sposta per far capire alle persone che devono spostarsi per vedere meglio, salendo su una sedia anche a rischio di cadere.
Si muove perché é il monumento di tutti, non di un credo politico o religioso, non di un paese solo: il coraggio di uomini come Snowden é per tutti. La dimensione mondiale del problema fa si che ognuno di noi sia coinvolto e che si senta “difeso” dal coraggio di chi svela il sistema con cui vengono indirizzate le nostre scelte oltre che motivate guerre inutili.
E’ un progetto che nasce dall’entusiasmo di un comitato che cura la strategia degli spostamenti e gli eventi come i Free-speech del giorno in cui l’opera si colloca in un luogo.
E’ stata realizzata nella Antica Fonderia Mariani di Pietrasanta, un luogo dov’é ancora viva e operativa la cultura artistica e artigianale italiana.

 

 

Berlino, 2020

 

 

 

Roma, piazzale Aldo Moro, 2016

 

 

 

 

Ptuj (Slovenia), Mesti TGR Square, Art Stays Festival 2016

 

 

 

 

Belgrado (Serbia), Dev9t Festival, 2016

 

 

 

 

Perugia (Italia), Piazza IV Novembre-Festival del Giornalismo 2016

 

 

 

 

Tours (Francia) Gare de Tours, Assise du Journalisme, 2015

 

 

Strasburgo (Francia), Place Klèber, Forum Mondial de la Democratie, 2015

 

 

 

 

Parigi, Place Pompidou, 2015

 

Ginevra (Svizzere), Place des Nationes, 2015

 

 

Dresda (Germania) Theaterplatz, 2015

 

 

 

SOTTO, DA CUI ABBIAMO PRESO IL VIDEO E IL RESTO,  ++++  E’ ANCHE IL SITO DELL’ARTISTA- ATTVISTA DAVIDE DORMINO

DA : https://davidedormino.com/2020/01/27/anything-to-say-a-monument-to-courage/

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Mostra alla Unione Culturale Democratica – ANPI – Bordighera

UNIONE CULTURALE DEMOCRATICA

A N P I

Via Al Mercato n. 8

BORDIGHERA

30 SETTEMBRE – 08 OTTOBRE 2023

ORE 17 – 19

ANTONELLA BANO

La S.V. à invitata a visitare la mostra di Acquerelli di

Antonella Bano,

aperta al pubblico tutti i giorni, festivi

compresi, dalle ore 17 alle ore 19. L’ingresso è libero.

 

 

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DONATELLA D’IMPORZANO, VI ASSICURO: ” NON C’ENTRA PROPRIO NIENTE ” ( un’ antica rubrica ) :::: HO PERO’ VISTO IL FILM FRANCO-TEDESCO ::: ” LE COSE CHE VERRANNO ” DI MIA HANSEN-LOVE–ORSO D’ARGENTO A BERLINO NEL 2016

 

 

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foto di Chiara, 2012

DONATELLA

 

 

Vi assicuro: non c’entra proprio niente:

 

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” Le cose che verranno”, titolo originale .”L’avenir”, Orso d’argento per la regia, Berlino 2016.

Regia e sceneggiatura: Mia Hansen Love; interpreti: Isabelle Huppert, André Marcon, Roman Kolinka, Edith Scob, Sarah Le Picard; Paese:

Francia/Germania 2016; durata 102′; distribuzione : Satine film.

 

 

 

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Il film è centrato sulla figura di una donna, Nathalie, magistralmente interpretata da Isabelle Huppert.

L’ambiente sociale è quello della buona e colta borghesia francese: Nathalie è sulla soglia dei sessant’anni, insegna filosofia in un liceo, ha un marito che insegna la stessa materia, ha due figli, una madre anziana, una bella casa piena di libri, e cura una collana della sua materia per una casa editrice accademica. Questa relativa serenità naufraga di fronte ad una serie di violenti cambiamenti: il marito va a vivere con una donna più giovane, la mamma lentamente si spegne, i figli escono di casa e persino la casa editrice non è più interessata alla collaborazione dell’insegnante perché, secondo le regole del mercato, vuole argomenti più appetibili dal pubblico. Insomma, un vero e proprio stravolgimento della vita personale.

La donna reagisce con fermezza, com’è nel suo carattere, tuttavia sente profondamente un vuoto affettivo che, in momenti privati, la fa scoppiare a piangere. Si aggrappa ai suoi studenti, a cui ha sempre voluto insegnare a ragionare con la propria testa. In particolare ha stabilito una materna amicizia con un suo ex-studente; invitata da questi in una sorta di comune, avverte però la lontananza da quegli ideali di libertà anarchica che forse da giovane erano stati anche i suoi.

Le è rimasta in eredità dalla madre una magnifica gatta nera, di cui però vuole liberarsi perché troppo impegnativa per una che, come lei, si muove spesso in viaggio.

Si sente sola, ma nello stesso tempo, pur avvertendo il vuoto che le si è creato intorno per il passare del tempo, è troppo orgogliosa e individualista per non sentirsi ovunque fuori posto. Le vite che scorrono attorno a lei sono sempre le vite degli altri. Uno spiraglio sembra aprirsi con la nascita di un nipotino. Tra la tavola imbandita per festeggiare l’arrivo di una nuova vita e il pianto del nipotino in camera,

 

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Nathalie sceglie quest’ultimo. Abbandona la festa e va a consolare il neonato.

Lascia la sua sedia vuota, mentre in colonna sonora parte Unchained Melody, canzone sullo scorrere del tempo. Il film ha come grande tema la solitudine, temuta ma anche cercata, che caratterizza la nostra epoca. Gli anziani sono messi in case di riposo e muoiono di solitudine, gli animali sono benvoluti ma creano disagi, i giovani sono troppo occupati a cercare se stessi. Gli unici con cui creare un nuovo legame sono i bambini, almeno finché dura.

 

 

 

Il testo e la traduzione di Unchained Melody – Melodia Senza Catene

Oh, my love (Oh mio amore)
my darling (mio tesoro)
I’ve hungered for your touch (ho bramato il tuo tocco)
a long lonely time (un lungo solitario periodo)
and time goes by so slowly (e il tempo passa così lentamente)
and time can do so much (e il tempo può fare così tanto)
are you still mine? (sei ancora mia?)
I need your love (Ho bisogno del tuo amore)
I need your love (Ho bisogno del tuo amore)
Godspeed your love to me (che Dio aumenti il tuo amore per me)

Lonely rivers flow to the sea (fiumi solitari scorrono verso il mare)
to the sea (verso il mare)
to the open arms of the sea (le braccia aperte del mare)
lonely rivers sigh “wait for me, wait for me (fiumi solitari sussurrano “aspettami, aspettami)
I’ll be coming home wait for me” (tornerò a casa, aspettami)

— ripete la strofa

 

 

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ANSA.IT  1 OTTOBRE 2023 — 16.14 — La Slovacchia sceglie il filorusso Fico, 4 volte premier. Duro oppositore delle armi a Kiev. Simecka: ‘Gli impediremo di formare il governo’

 

 

ANSA.IT  1 OTTOBRE 2023 — 16.14
https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/europa/2023/10/01/slovacchia-il-partito-del-filorusso-fico-vince-le-elezioni_7ee821b9-7d3d-4d54-ab39-00a83af5a492.html

 

La Slovacchia sceglie il filorusso Fico, 4 volte premier

Duro oppositore delle armi a Kiev. Simecka: ‘Gli impediremo di formare il governo’

ANSACheck

Robert Fico, il leader del partito Smer-sd vincitore delle elezioni in Slovacchia, ha detto che ci sarà bisogno di “due settimane” per condurre i negoziati sulla formazione del governo.

Fico ha parlato in una conferenza stampa a Bratislava trasmessa dalla tv Ta3. La Slovacchia ha problemi più importanti delle relazioni con l’Ucraina, ha detto ancora Fico.

Il tre volte premier Robert Fico, con simpatie putiniane e dichiaratamente contrario all’invio di armi all’Ucraina, ha vinto le elezioni in Slovacchia con il suo partito Smer-Ds ottenendo il 23% dei voti. Adesso sarà lui a formare il governo e a diventare primo ministro per la quarta volta. Il duello, che nei sondaggi fino all’ultimo minuto sembrava alla pari, si è concluso con la sconfitta dei liberali di Slovacchia progressista dell’eurodeputato Michal Simecka, che molto probabilmente finirà all’opposizione. Gli elettori si sono di nuovo fidati di Fico. Lo stesso uomo politico contro cui nel 2018 decine di migliaia di persone hanno manifestato dopo l’omicidio del giornalista d’inchiesta Jan Kuciak e della sua fidanzata ( vedi link al fondo- il fatto q. )  e che, durante i suoi tre governi, ha costruito nel Paese un intreccio con gli oligarchi, caratterizzato da legami clientelari e dal trasferimento di potere e denaro statale a persone amiche.

Nel corso di una tempestosa campagna elettorale ha attaccato l’Ue, criticato Bruxelles per le sanzioni anti-russe, spaventato i migranti, rifiutato di inviare “anche solo un proiettile” in Ucraina che sta combattendo l’invasione russa. Non solo: critica la Nato, attacca la minoranza Lgbtq, nonché la presidente Zuzana Caputova definendola “agente di Soros”, così come il premier del governo ad interim di Ludovit Odor. Adesso bisognerà vedere quali degli intenti e delle dichiarazioni preelettorali saranno davvero messi sul tavolo. Ciò che sembra reale è un certo “allontanamento mentale dall’Occidente”, come lo ha definito la presidente Caputova in un’intervista per la tv ceca ct24.

 

All’origine delle elezioni anticipate erano le discordie tra l’Olano di Igor Matovic e il capo del partito liberale Libertà e Solidarietà (Sas) dell’economista Richard Sulík, che lo scorso anno hanno portato all’uscita di Sas dalla coalizione governativa. Il gabinetto dell’allora collega di partito di Matovic, Eduard Heger, ha perso la maggioranza in Parlamento ed è stato successivamente sfiduciato. I deputati hanno poi deciso di indire elezioni anticipate. A maggio di quest’anno, il governo di Heger è stato sostituito da un governo dei tecnici guidato dall’economista Ludovit Odor.
Ieri l’affluenza alle urne è stata quasi del 67,4%, la più alta dal 2002.

 

Simecka: ‘Impediremo a Fico di formare il governo’

 

Il leader di Slovacchia progressista, arrivato secondo alle elezioni parlamentari, ha dichiarato che l’obiettivo adesso è impedire al partito vincitore Smer-Sd di Robert Fico di formare la coalizione governativa, pur rispettando che il primo tentativo spetta a loro. Simecka lo ha detto alla tv slovacca Ta3. “Abbiamo ottenuto il 18% dei voti, i voti di mezzo milione di slovacchi. Siamo il secondo più forte partito nel Consiglio nazionale. Rispettiamo la vittoria, ma è una cattiva notizia per il Paese e peggiore sarebbe se Fico riuscisse a formare il governo. Nostro obiettivo è che questo non accada”, ha detto Simecka.

 

Gli auguri di Orban a Fico, bello lavorare con un patriota

 

“Indovina chi è tornato! Congratulazioni a Robert Fico per la sua indiscutibile vittoria alle elezioni parlamentari slovacche. È sempre bello lavorare insieme a un patriota. Non vedo l’ora!”. Lo scrive in un tweet il premier ungherese Viktor Orban commentando la vittoria di Fico alle elezioni parlamentari slovacche.

 

 

IL FATTO QUOTIDIANO — 1 OTTOBRE 2023 –16.00

Elezioni Slovacchia, Fico dopo la vittoria: “Vogliamo organizzare colloqui di pace in Ucraina. Contro i migranti useremo la forza”

eurodeputato Michal Simecka, ha preso il 18% dei voti, leader di Slovacchia progressista, è il partito che ha sostenuto la Presidente attuale,  Zuzana Čaputová, eletta nel 2019

 

Elezioni Slovacchia, vince l’ex premier Fico: è contrario alle armi a Kiev. Battuti gli europeisti. E Orban si congratula

robert fico, partito Smer-Ds– sarebbe il quarto governo

foto dal giornale

apri qui, per leggere

https://www.ilfattoquotidiano.it/2023/10/01/elezioni-slovacchia-fico-dopo-la-vittoria-vogliamo-organizzare-colloqui-di-pace-in-ucraina-contro-i-migranti-useremo-la-forza/7309825/

 

 

nota :

JAN KUCIAK, giornalista,   ASSASSINATO CON LA SUA FIDANZATA

ANGELA CORICA, BLOG SU IL FATTO DEL 01-03-2018 — Jan Kuciak ucciso dalla ‘ndrangheta? La mafia esporta non solo i soldi ma anche il metodo// GRATTERI:: ” MANCA UNA PROCURA EUROPEA OMOLOGATA “

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Ospedale Bambino Gesu FanPage @PediatriaOggi — 21.29 — 30 settembre 2023 — Foto del giorno –grazie, bellissima !

 

#fotodelgiorno

Tutto in una foto..

 

 

 

 

 

 

 

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ANSA.IT/ BRATISLAVA– 1 OTTOBRE 2023 -6.15 ::: Slovacchia, il partito del filorusso Robert Fico ( SMER ) vince le elezioni + BRATISLAVA

 

 

 

 

Mappa della Slovacchia

DA : https://www.europadascoprire.net/slovacchia/cartina-slovacchia

CARTINA DELLA SLOVACCHIA – CAPITALE BRATISLAVA-

CONFINA CON:

A OVEST CON AUSTRIA E REPUBBLICA CEKA
A NORD CON LA POLONIA
A EST CON L’UCRAINA
A SUD CON L’UNGHERIA– A SUD-OVEST L’AUSTRIA

 

 

 

 

LA SLOVACCHIA DENTRO L’EUROPA

 

 

 

 

MAPPADELL’EUROPA  CON LA SLOVACCHIA
DA : https://it.maps-slovenia.com/slovenia-mappa-europa

 

 

 

ANSA.IT/BRATISLAVA  — 1 OTTOBRE 2023 -6.15
https://www.ansa.it/sito/notizie/topnews/2023/10/01/slovacchia-il-partito-del-filorusso-fico-vince-le-elezioni_572ba8ac-2ae2-43d9-844f-5c6f85ec8d0e.html

 

Slovacchia, il partito del filorusso Fico vince le elezioni

 

- RIPRODUZIONE RISERVATA

 

Lo Smer ottiene oltre il 23%, i centristi arrivano solo al 17%

Contrariamente alle previsioni iniziali, i socialdemocratici nazionalisti di sinistra dell’ex premier filorusso Robert Fico hanno vinto le elezioni parlamentari in Slovacchia.
Dopo lo spoglio di quasi il 99% dei distretti elettorali il partito d’opposizione Smer ha ottenuto il 23,3% dei voti, secondo i risultati preliminari diffusi stamattina dalla commissione elettorale di Bratislava.

Il partito populista slovacco contrario agli aiuti all’Ucraina ha superato i centristi filo-Ue del Ps, sostenuti dal 17,03% degli elettori.

 

 

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Michal Šimečka (Bratislava10 maggio 1984)
È presidente e membro fondatore del partito nazionale Slovacchia Progressista.  Nel febbraio 2020 è stato eletto vicepresidente del gruppo parlamentare europeo Renew Europe fino al 2021. Dal gennaio 2022 è vicepresidente del Parlamento europeo.

I risultati definitivi sono attesi in mattinata domenica mattina.
Il voto in questo Paese da 5,4 milioni di abitanti membro dell’Ue e della Nato è considerato decisivo per sapere se la Slovacchia resterà sulla sua strada filo-occidentale o si rivolgerà maggiormente alla Russia.

Immagine

 

Zuzana Čaputová, nata Strapáková (  Bratislava21 giugno 1973 ). È membro fondatore e vicepresidente di Slovacchia Progressista (Progresívne Slovensko), un partito, nato nel 2017, social-liberale e progressista. È di orientamento liberale ed europeista. Sostiene il matrimonio egualitario e l’adozione per le coppie omosessuali. ( WIKIPEDIA )

 

 

ANSA ( continua ):

La presidente slovacca Zuzana Caputova ha dichiarato stamattina  che affiderà la formazione del prossimo governo al leader del partito vincitore, indipendentemente dalle sue “preferenze personali” come ex membro del Ps. Smer ha detto che non commenterà il voto fino a stasera. Il partito di Fico aveva promesso durante la campagna elettorale di sospendere gli aiuti alla vicina Ucraina. L’ex premier ha attaccato Ue e Nato e si è opposto a qualsiasi ulteriore aiuto militare a Kiev.

 

 

IL FATTO QUOTIDIANO — 1 OTTOBRE 2023

 

Elezioni Slovacchia, vince il partito dell’ex premier Robert Fico: è contrario alle armi a Kiev. Battuti a sorpresa gli europeisti

Elezioni Slovacchia, vince il partito dell’ex premier Robert Fico: è contrario alle armi a Kiev. Battuti a sorpresa gli europeisti

 

LEGGI NEL LINK

https://www.ilfattoquotidiano.it/2023/10/01/elezioni-slovacchia-vince-il-partito-dellex-premier-robert-fico-e-contrario-alle-armi-a-kiev-battuti-a-sorpresa-gli-europeisti/7309606/

 

 

QUALCHE IMMAGINE DI BRATISLAVA, LA CAPITALE DELLA SLOVACCHIA::

 

 

 

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Piazza Hlavné námestie

 

 

 

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CENTRO STORICO

 

 

 

 

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PALAZZO PRIMAZIALE

 

 

 

La Città Vecchia di Bratislava

UNO SCORCIO DELLA CITTA’ VECCHIA DI BRATISLAVA, CON IL CASTELLO SULLO SFONDO

 

 

 

PARTE VECCHIA DI BRATISLAVA

 

 

 

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Il simpatico Cumil

CUMIL ( = il guardone ) :::   UNA DELLE SIMPATICHE STATUE CHE ANIMANO BRATISLAVA
è  una statua di bronzo di un operaio delle fogne che fuoriesce da un tombino e “spia” i passanti.  Nata nel 1997 dalle mani del pittore Viktor Hulík

da : https://www.visitbratislava.com/it/places/cumil-guardone/

 

 

 

Bratislava è il centro economico, politico, scientifico e culturale della Slovacchia e una città in trasformazione in seguito alla crescita economica del Paese e al suo ingresso nell’area euro. È sede del Parlamento e del Presidente della Slovacchia. Ospita università, centri di cultura, musei, teatri e gallerie d’arte. Vi hanno sede le principali attività economiche e finanziarie della Slovacchia.

La storia della città è legata alle nazionalità che vi hanno vissuto: slovacchicechitedeschi e ungheresi. La città fu capitale del Regno d’Ungheria sotto la monarchia d’Asburgo dal 1536 al 1783, quando Budapest era sotto occupazione ottomana, ed è stata la casa di personalità storiche slovacche, tedesche e ungheresi.

La città, posta nel sud-ovest della Slovacchia, si trova ai confini con AustriaUngheria e Repubblica Ceca. È l’unica capitale del mondo a confinare direttamente con due Stati, Austria ed Ungheria. Bratislava e Vienna sono anche le due capitali più vicine d’Europa, essendo distanti tra loro circa 60 km;  si estende su un colle dei Carpazi, lungo i fiumi Danubio e Morava.

I principali quartieri di Bratislava sono Staré MestoRužinovNové MestoKarlova Ves, e a sud del Danubio, Petržalka.

 

 

 

IL SOLDATO DI NAPOLEONE FERMATOSI IN CITTA’…

Lo stesso autore della statua di Schöner Naci ( Il bell’Ignazio ) ha anche realizzato un’altra presenza immancabile del centro storico, il soldato napoleonico, che indossa il bicorno, copricapo popolare tra ‘700 e ‘800 soprattutto nelle uniformi militari e usato dall’esercito.

 

 

La statua dello scultore Juraj Meliš, appoggiata su una panchina della Piazza Principale (Hlavné námestie) di Bratislava, porta il bicorno o feluca parallelo alle spalle, proprio come faceva Napoleone per distinguersi dai suoi generali, che invece l’indossavano perpendicolarmente alle spalle. Secondo alcuni la figura raffigurata potrebbe rappresentare un giovane soldato francese che si innamorò di una ragazza locale e rimase a vivere a Bratislava. Johann Evangelist Hubert — IL SOLDATO  —  era originario della regione dello Champagne, e a Bratislava divenne produttore del primo vino spumante della regione, l’Hubert. Egli rimase ferito durante la spedizione francese in Russia, e fu curato in un ospedale militare a Prešporok (Pressburg, ovvero Bratislava) prima di tornare a casa. Qui si prese cura di lui una bella infermiera, Pauline, e i due si innamorarono. Verificando la qualità del vino locale, il giovane Johann decise di avviare nel 1825 la società di spumanti Hubert-Champagner Fabrik.

 

 

 

Recentemente Bratislava è divenuta meta di una forte immigrazione delle aree rurali della Slovacchia, con una perdita del tessuto sociale tipico slovacco a vantaggio di modelli più individualistici. Grazie al poderoso boom economico, si respira in città aria di cambiamento e Bratislava è divenuta una città elegante e anche una meta turistica importante.

 

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Vicinissima a ViennaBratislava, capitale e centro economico e culturale della Slovacchia, è una meravigliosa città medievale che sorge lungo il Danubio.

 

 

Castello di Bratislava del 1953 - Sede del Parlamento

 

Nel centro storico si trovano importanti monumenti e palazzi, come il Castello di Bratislava, simbolo della città, meravigliose piazze ricche di storici caffè e importanti musei. Bratislava offre molti siti storici a prezzi altrettanto bassi. Da visitare: la città vecchia ricca di musei e il castello, che domina la città dall’alto di una collina

il castello domina dall’alto la città

 

 

 

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PARTE MODERNA DI BRATISLAVA

 

 

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EUROVEA 2 –

 

 

Foto

 

 

E CIBO —

 

Foto

DA : https://www.google.com/search?q=CENTRO+COMMERCIALE+EUROEVA&oq

 

 

Pirohy

 

 

Il piatto figura anche nella tradizione polacca ed è formato da involtini di pasta che somigliano molto ai nostri ravioli. La differenza sta nel ripieno, che non è formato da carne o formaggio, ma da una marmellata tipica slovacca dal sapore agrodolce. I Pirohy vengono serviti con un tipico formaggio di capra e noci tritate spolverate sulla loro superficie.

 

 

 Bryndzove halusky so zincicou

 

UN PIATTO TIPICO E BUONISSIMO:  gnocchi di patate arricchiti con formaggio di pecora ma non solo. Completano il piatto, infatti, lardini abbrustoliti e siero di latte di pecora.

 

 

Kapustnica

 

 

 

Si tratta di una tipica zuppa a base di carne di maiale e crauti. Tradizionalmente viene preparata e consumata durante le festività natalizie, ma è possibile trovarla nei menu dei ristoranti durante tutto l’anno. La carne di maiale utilizzata per la preparazione di questa zuppa è generalmente sotto forma di salsiccia affumicata oppure di pancetta. In base alla ricetta, può essere arricchita con spezie, prugne o mele per un tocco agrodolce e panna acida.

 

 

SEGUONO ALTRI PIATTI / CON INDIRIZZI 

https://www.travel365.it/bratislava-slovacchia-cosa-mangiare.htm

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una pausa tipo carosello — come sono belli qui i ragazzi — belli e felici, direi .. agosto 2019

 

 

Nessuna descrizione della foto disponibile.

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ANSA.IT  — 30 SETTEMBRE 2023 — 21.49 :: ‘Cane al volante’, la polizia slovacca multa il proprietario — notizia BBC

 

ANSA.IT  — 30 SETTEMBRE 2023 — 21.49
https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2023/09/30/cane-al-volante-la-polizia-slovacca-multa-il-proprietario_17a2d357-ca63-4df7-9e92-304758675437.html

 

‘Cane al volante’, la polizia slovacca multa il proprietario

 

 

'Cane al volante ', la polizia slovacca multa il proprietario FACEBOOK Policia Slovenskej Repu - RIPRODUZIONE RISERVATA

La foto dell’autovelox mostra l’animale al posto di guida

Cane al volante ‘, la polizia slovacca multa il proprietario FACEBOOK Policia Slovenskej Repu – 

 

“Multato il proprietario di un’auto il cui cane era al volante”.

La notizia, a dir poco inverosimile, è stata diffusa dai media slovacchi e ha letteralmente fatto il giro del mondo

A rivelarne i dettagli è per esempio la Bbc, che pubblica un frame dell’immagine dell’autovelox diffusa su Facebook dalla polizia slovacca: mostra un cane “sorridente”, tiene a precisare l’emittente britannica, quindi con la bocca aperta, seduto al posto di guida di un’auto Skoda. Il proprietario del mezzo si è giustificato sostenendo che il suo animale domestico, un cane da caccia di colore marrone, gli è improvvisamente saltato in grembo e dunque nella foto sembra aver preso il suo posto alla guida del mezzo.

Una versione che però non ha convinto gli agenti del villaggio di Sterusy, a nord-est della capitale slovacca Bratislava, secondo i quali le riprese mostrano che non ci sarebbe stato alcun movimento improvviso all’interno dell’auto. Il media britannico sottolinea che al momento non è chiaro se la multa sia stata comminata per eccesso di velocità o per non aver assicurato l’animale in un veicolo in movimento. Di certo – scrive ancora la Bbc – c’è il fatto che la polizia ha lanciato un appello agli automobilisti affinché proteggano i loro animali domestici durante la guida. “Anche un piccolo animale può mettere in pericolo la vita e la salute durante la guida”, hanno avvertito le forze dell’ordine.

 

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ANPI III Municipio Roma “Orlando Orlandi Posti” @ANPIRomaPosti — 10.00 — 30 settembre 2023 – grazie di ricordare anche a noi, ch.

 

#ClaraLorenzini fu uccisa dai nazifascisti il #30settembre 1944 in località #SanMartino, nel corso dell’eccidio di #Marzabotto, unitamente alla madre, alla nonna, alle zie e alle cugine.Aveva 4 anni.

 

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#MarionaLaffi fu uccisa dai nazifascisti il #30settembre 1944 in località Colulla di Sperticano, nel corso dell’eccidio di #Marzabotto, insieme con il padre, la madre, i fratelli, i nonni paterni, lo zio, la zia ed i cugini.Aveva 13 anni.

 

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#BrunaZebri militò nella brigata #StellaRossaLupo.In stato di gravidanza avanzata, nel corso dell’eccidio di #Marzabotto il #30settembre 1944, le #SS la squartarono per poi trafiggere con delle baionette il feto estratto.Aveva solo 17 anni.

 

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STRAGE DI MARZABOTTO — 29 SETTEMBRE– 5 OTTOBRE 1944

 

La strage di Marzabotto ( dal maggiore dei comuni colpiti ) o più correttamente eccidio di Monte Sole fu un insieme di stragi compiute dalle truppe nazifasciste in Italia tra il 29 settembre e il 5 ottobre 1944, nel territorio dei comuni di MarzabottoGrizzana Morandi e Monzuno che comprendono le pendici di Monte Sole in provincia di Bologna.

E’ uno dei più gravi crimini di guerra compiuti contro la popolazione civile, istigati da Albert Kesselring, il massimo responsabile della conduzione della guerra antipartigiana in Italia ed eseguiti dalla Wehrmacht, dalle SS e da militari fascisti travestiti da truppa tedesca, con funzione di guide, informatori, becchini. Le vittime, confrontando i dati dell’anagrafe, furono 1.830-

 

«La nostra pietà per loro significhi che tutti gli uomini e le donne sappiano vigilare perché mai più il nazifascismo risorga.»

 

DAhttps://it.wikipedia.org/wiki/Strage_di_Marzabotto

 

 

 

Strage di Marzabotto, 78 anni dopo la Germania risarcirà le vittime | Bolognaindiretta

 

 

 

 

NicFer

 

 

Presentazione di  Don Athos Righi – Prefazione Avv.Andrea Speranzoni

GIANNI MARCHESINI EDITORE, 2008

DA : http://www.eccidiomarzabotto.com/bambini1944.php

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