Jan Lievens ( Leida, 1607 – Amsterdam, 1674 ) – Busto di una vecchia donna + altri quadri + due — l’Autore ( qualcosa in fondo )

 

 

 

 

 

 

segue da :

https://www.pubhist.com/w64

 

 

 

 

 

 

Jan Lievens - Busto di una vecchia

 

35,4 x 28,9 cm
Olio su tavola
The Leiden Collection, New York

 

 

 

 

 

Jan Lievens - Profetessa

Gen Lievens

Profetessa

81 x 69 cm
Olio su tavola
Rijksmuseum, Amsterdam

 

 

 

 

Jan Lievens - Una vecchia che legge

Gen Lievens

Una vecchia che legge

c. 1631
74,4 x 62,7 cm
Olio su tela
Collezione Conte di Pembroke, Salisbury, Wilts., Wilton House

 

 

 

 

 

Jan Lievens - Ragazzo in officina

 

Gen Lievens

Ragazzo in un laboratorio

129 x 100 cm
Olio su tela
Louvre, Parigi

 

 

 

 

Jan Lievens - Cornelia Teding van Berckhout

 

Gen Lievens

Cornelia Teding van Berckhout

134 x 105 cm
Olio su tela
Rijksmuseum, Amsterdam

 

 

 

 

 

 

 

Attribuito a Jan Lievens - Ritratto di un uomo con turbante

 

Attribuito a Jan Lievens

Ritratto di un uomo con turbante

c. 1629
90,2 x 64,5 cm
Olio su tela
Philadelphia Museum of Art, Philadelphia
Dono del reverendo Theodore Pitcairn

 

 

 

 

 

Jan Lievens - Giocatori di Tric Trac

 

Gen Lievens

Giocatori di Tric Trac

98 x 106 cm
Olio su tela
Collezione Spier, Londra

 

 

 

 

 

Ritratto di un giovane uomo in tunica gialla. 1631
99×112 cm
Galleria nazionale scozzese

da : Arthive– LINK

 

 

 

 

 

undefined

Autoritratto, olio su pannello, 1629-1630, Leiden Collection (New York)

 

 

L’AUTORE JAN LIEVENS

 

Jan Lievens (Leida24 ottobre 1607 – Amsterdam8 giugno 1674) è stato un pittore olandese.

In gioventù fu un allievo di Pieter Lastman ad Amsterdam. Dopo due anni come apprendista, all’età di dodici anni iniziò la sua carriera come artista indipendente a Leida.

Lievens collaborò e condivise una bottega con Rembrandt Harmenszoon van Rijn nel 1626. La loro collaborazione fu stretta a tal punto da rendere difficile l’attribuzione delle opere di questo periodo. Lievens mostrò il suo talento per la pittura a grandezza naturale e le sue drammatiche composizioni suggeriscono l’influenza dei Caravaggisti.  I due artisti si divisero nel 1631, quando Rembrandt si trasferì ad Amsterdam e Lievens in Inghilterra. Nel 1656 Rembrandt possedeva ancora dipinti del suo ex socio.

Durante il periodo inglese Lievens dipinse un ritratto di Thomas Howard e fu influenzato dalle opere di Antoon van Dyck.
Lievens fu attivo ad Anversa, dove sposò Susanne da Nole, all’Aia e a Berlino, fece quindi ritorno ad Amsterdam nel 1655. Dopo la morte della sua prima moglie aveva sposato una sorella di Jan de Bray nel 1648.

Negli ultimi anni della sua vita Lievens ebbe crescenti difficoltà finanziarie e la sua famiglia rinunciò ad ogni pretesa sulla sua eredità gravata da ingenti debiti.

 

 

NOTA :

Nel 2022, un disegno di Lievens, perduto da tempo (visto l’ultima volta all’asta a Francoforte nel 1888), è stato riscoperto e messo all’asta da Christopher Bishop Fine Art per 1,35 milioni di euro al TEFAF di Maastricht

 

 

 

mappa Olanda

LEIDEN – AMSTERDAM
da : 
https://www.incaravanclub.it/viaggio/nederland

 

 

ANVERSA è oggi in Belgio

File:Mappa-Belgio-it.png - Wikipedia

quasi ai confini con l’Olanda

 

 

 

 

 

ALTRI DUE QUADRI _- PARTICOLARI  ( mi pare )

 

 

Maddalena in meditazione Museo della Certosa di Douai

Maddalena in meditazione- 1625 -1631
Douai – Musée de la Chartreuse 
Didier Descouens e un altro autore –

 

 

 

The Raising of Lazarus 1631

La resurrezione di Lazzaro 1631
Padiglione reale e Museums Trust, Brighton & Hove 

Questa scena raffigura la storia di Gesù che compie il miracolo della resurrezione di Lazzaro. Gesù guarda verso l’alto con le mani giunte davanti a sé. Intorno alla sua testa c’è un alone di luce. Alla sua sinistra diversi dolenti guardano con timore reverenziale e un lungo drappo cade dalle braccia di uno di loro lungo una sponda erbosa nella tomba di Lazzaro. Si possono vedere solo le braccia tese di Lazzaro.

foto e testo da:
https://en.wikipedia.org/wiki/Jan_Lievens#/media/File:Jan_Lievens_(1607%E2%80%931674)_The_Raising_of_Lazarus_1631_oil_on_canvas_107x114_cm_(42.1_%C3%97_44.8_in)_Art_Gallery_and_Museum_Brighton.jpg

 

 

Pubblicato in GENERALE | Lascia un commento

Mauro Biani @maurobiani – 15.39 — 26 luglio 2024 — grazie, carissimo Mauro ! + Primo Levi, poesia da ” Se questo è un uomo “

 

 

#treguaolimpica

Come fate a dormire voi che mandate ad uccidere
e a farsi uccidere, che mandate a bombardare persone inermi,
che “il potere vale bene la vita
di giovani generazioni”.

Siete campioni, meritate la medaglia d’oro.

Oggi su @repubblica

 

 

 

 

 

 

 ****

 

 

Voi che vivete sicuri
Nelle vostre tiepide case,
Voi che trovate tornando a sera
Il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
Che lavora nel fango
Che non conosce pace
Che muore per un sì o per un no.
Considerate se questa è una donna,
Senza capelli e senza nome
Senza più forza di ricordare
Vuoti gli occhi e freddo il grembo
Come una rana d’inverno.
Meditate che questo è stato:
Vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
Stando in casa andando per via,
Coricandovi alzandovi;
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
La malattia vi impedisca,
I vostri nati torcano il viso da voi.

 

 

da :

Se questo è un uomo - Primo Levi - copertina

Se questo è un uomo

Pubblicato in GENERALE | Lascia un commento

Arte e spiritualità – 29 aprile Facebook ( link dopo la foto )

 

 

Al di fuori di un’abbazia a Bath, in Inghilterra si trova un angelo che sale una scala verso il cielo.👍💯 Fonte Artenauta #bath

 

 

Nessuna descrizione della foto disponibile.

 

 

da :

LINK — +++ interessante

Arte e spiritualità

 

Pubblicato in GENERALE | Lascia un commento

Chiesa di San Pietro a Tuscania -prov. di Viterbo nel Lazio- + altro

 

 

 

 

 

 

https://www.facebook.com/photo/?fbid=723120383270681&set=pcb.723122093270510

 

 

 

Costruita sull’antico colle della Civita , dove erano gli antichi templi etruschi e quelli romani di età augustea i quali , probabilmente, erano dedicati al sole, ed è orientata verso sud-est cioè verso la terra di Israele dove è nato Gesù Cristo. A fianco le torri molto alte e il Palazzo Episcopale. ( vedi foto sotto ).
La muratura è in conci di nenfro ( nota dopo la quarta foto ) e di tufo, le pietre vulcaniche di Tuscania. L’abside è impostata sulle antiche strutture delle età etrusca e romana.
E’ un capolavoro dell’arte romanica e dei cosmateschi, i marmorari romani.

Lo splendido rosone cosmatesco tricerchiato è decorato con forme marmoree geometriche, vegetali ed a mosaico con le tessere di marmo bianco, serpentino, giallo di Siena e di porfido ed i simboli dei quattro evangelisti; l’Angelo, il Vitello, il Leone e l’Aquila.

 

 

 

testo da :

La Chiesa di S. Pietro

 

 

 

 

 

undefined

La facciata
foto : AlMare

 

 

 

 

 

 

L’esterno e l’ Abside
Pap3rinik – Opera propria

 

 

 

 

 

 

undefined

La loggetta, il rosone e gli altri elementi che compongono la parte superiore della facciata
Croberto68 – Opera propria

 

 

 

nota :

Il nenfro è un’ignimbrite trachitica, ovvero una varietà di tufo grigio scuro compatto ma poco resistente tipico dell’Alto Lazio. . La sua diffusione è molto delimitata localmente, come nel caso dell’analoga ignimbrite detta peperino, tipica della zona di Viterbo.
— è roccia tufacea di origine vulcanica, di colore rossastro o grigio-cenere, già usata dagli Etruschi per opere di architettura.

https://educalingo.com/it/dic-it/nenfro

 

 

 

undefined

Interno
Claudio Domiziani – Opera propria

 

 

 

La basilica è divisa all’interno, grandioso e solenne, da tre navate con le colonne romane ed i capitelli degli antichi templi, coperte dal tetto ligneo a capriate. Le arcate hanno le dentature che rappresentano i raggi del sole. Al centro della navata principale si ammira il pavimento stupendo col mosaico cosmatesco

 

 

 

undefined

I santi protettori di Tuscania (affresco del XIV secolo)
 Campaz at it.wikipedia

cripta

 

foto da : https://comune.tuscania.vt.it/contenuti/626830/basilica-san-pietro#lg=1&slide=0

 

 

Nessuna descrizione della foto disponibile.

la cripta in una foto più grande

dal Facebook:

Before Chartres

 

 

 

scritto sulla cripta

Dalle due navate si accede alla grandiosa cripta che presenta altre nove piccole navate, con le volte a crociera, e ventotto colonne romane marmoree e di granito con i relativi capitelli, resti dell’antico tempio pagano dei primi secoli dopo Cristo . Vi è anche, nell’anticripta, l’opus reticulatum del periodo romano. Al centro dell’abside, nel catino, vi era il grande affresco dell’Ascensione di Nostro Signore Pantocratore onnipotente con gli angeli e con il globo terracqueo in mano, dipinto da artisti bizantini.

 

 

testo da :

La Chiesa di S. Pietro

Potrebbe essere un'immagine raffigurante castello

FOTO DELLa CHIESA  DI SAN PIETRO A TUSCANIA

 

Come Arrivare a Viterbo - La guida di Easytuscia.com

 LA PROVINCIA DI VITERBO NEL LAZIO: Tuscania

 

 

 

 

Tuscania – Veduta

veduta di Tuscania
NikonZ7II – Opera propria

 

 

 

 

Le mura di Tuscania e la chiesa – il castell0

 

Le Mura di Tuscania presentano un perimetro di forma poligonale irregolare, che si sviluppa interamente attorno al nucleo medievale della città, giungendo in prossimità dei resti della primordiale cerchia etrusca nella parte sud-orientale del perimetro murario.

altro: https://it.wikipedia.org/wiki/Mura_di_Tuscania

 

 

 

 

undefined

Parziale veduta delle mura e del Castello del Rivellino
Mattana – Opera propria

 

 

 

 

 

 

Le carte geografiche - Issuu

CARTINA DEL LAZIO CON LE CITTA’ PRINCIPALI
Issuu

 

 

 

 

Museo archeologico nazionale di Tuscania – Ministero della cultura

 

 

 

 

 

Terre di vulci

Museo Archeologico di Tuscania - Terre di vulci

Museo Archeologico di Tuscania  – link

 

 

 

Il Museo archeologico di Tuscania custodisce straordinarie testimonianze sepolcrali etrusche e romane rinvenute sul territorio dell’Alta Tuscia.

Nelle quattro sale a pianterreno sono esposti i reperti delle tombe etrusche della necropoli Madonna dell’Olivo e Carcarello.

Le sale del piano superiore ospitano i ritrovamenti più recenti delle Necropoli di Pian di Mola, Ara del Tufo e Scalette con una serie di reperti etruschi che vanno dal secolo VIII a.C. alla piena età romana.

In una sala del museo sono stati collocati gli elementi architettonici della tomba a portico colonnato di Pian di Mola.

Le altre sale del piano superiore sono occupate da una serie di interessanti sarcofagi fittili e di suppellettili tra cui diversi pezzi di ceramica risalenti al Medioevo.

 

 

 

da : TERRE DI VULTI, LO STESSO LINK DI SOPRA

https://terredivulci.it/visitare/museo-archeologico-di-tuscania/

 

 

 

 

Nessuna descrizione della foto disponibile.

DAL FACEBOOK –

Museo Archeologico di Tuscania

 

 

 

 

 

Tuscania, provincia Viterbo: visita guidata per scoprirne la bellezza

foto da

Tuscania

 

 

 

 

Tuscania: parla Alessandro Tizi (Gruppo archeologico), verso una rete di siti aperti e fruibili da tutti - Etruscan Times

https://etruscantimes.com/tuscania/

 

 

 

 

ARCHEOLOGIA | Necropoli di Tuscania, visite guidate per immergersi nello splendore e nel mistero delle cittadelle dei morti etrusche - Turismo Italia News

chiesa di San Pietro

 

 

 

 

Tuscania

chiesa di San Pietro a Tuscania

 

 

 

Tuscania, provincia di Viterbo, Lazio, Italia, Europa

Interno della Chiesa di San Pietro

 

 

 

ESEMPI DI SARCOFAGI ETRUSCHI A TUSCANIA ::

 

 

Tuscania

 

 

 

 

Tuscania

Museo Archeologico di Tuscania

 

Il patrimonio del Museo e della zona di Tuscania  che recentemente è stato anche protagonista di un film, La Chimera (2023), premiato al Festival di Cannes e in altre numerose kermesse internazionali: protagonisti della storia i cosiddetti “tombaroli”, i ladri di reperti storici, che per anni hanno razziato le necropoli che non erano ancora state rinvenute. Secondo gli archeologi infatti ancora oggi il territorio di Tuscania è ricco di scoperte da compiere: tanti segreti e tanti tesori si trovano ancora nel ventre della Tuscia. 

 

da :
https://www.turismoitalianews.it/

 

 

 

TRAILER DEL FILM — LA CHIMERA di

 Alice Rohrwacher– 2023

 

trama : Di ritorno in una piccola città sul mar Tirreno, Arthur ritrova la sua sciagurata banda di tombaroli, ladri di corredi etruschi e di meraviglie archeologiche. Arthur ha un dono che mette al servizio della banda: sente il vuoto. Il vuoto della terra nella quale si trovano le vestigia di un mondo passato. Lo stesso vuoto che ha lasciato in lui il ricordo del suo amore perduto, Beniamina. In un viaggio avventuroso tra vivi e morti, tra boschi e città, tra feste e solitudini, si svolgono i destini intrecciati di questi personaggi, tutti alla ricerca della Chimera.

 

 

una curiosità: FILM GIRATI A TUSCANIA   Wikipedia 

Pubblicato in GENERALE | Lascia un commento

25 luglio 2024 La pastasciutta antifascista – Manifesto di Mauro Biani — + altro

 

 

La Pastasciutta Antifascista di Casa Cervi 2024 — 25 luglio 2024

 

 

 

 

 

 

mauro biani 2024

 

 

 

*** 

 

 

Viva l'Italia antifascista, sempre

Nel Manifesto della cucina futurista del 1930 Filippo Tommaso Marinetti invocava l’abolizione della pasta, definendola assurda religione gastronomica italiana, cibo da cui derivavano fiacchezza, pessimismo, inattività nostalgica e neutralismo. Nella dieta del perfetto fascista si preferiva il riso, o la polenta.
Insomma, fu messa al bando dal regime: poco corroborante, per niente italica e inadatta a nutrire sia i soldati che la popolazione. Ecco il motivo per cui il 25 luglio del 1943 la famiglia Cervi – determinata a celebrare la destituzione e l’arresto di Mussolini, con la conseguente fine della dittatura – decise di offrire a tutto il paese – Campegine, provincia di Reggio Emilia – un piatto di pasta al burro, emblema di una libertà a lungo desiderata e apparentemente ritrovata.

Ecco, questo è un bellissimo giorno per essere felici e mettere su una pastasciutta.

 

foto e testo da :

di Maria Fioretti – 25 aprile

https://www.orticalab.it/pastasciutta-antifascista-25-aprile-liberazione-storia-italia

 

 

Campegine | Parchi Emilia Centrale - Sito Ufficiale

Campegine, Reggio Emilia

 

undefined

Casa Cervi

 

 

a chi può interessare — sotto i link

Scuola di Paesaggio «Emilio Sereni» 2024 – XVI edizione

 

 

La scuola si svolge nell’ Istituto Alcide Cervi a Gattatico (Reggio Emilia), dove è conservato anche il patrimonio librario e archivistico di Sereni. 

Pubblicato in GENERALE | 1 commento

Frank Sesek: Il Primo Partigiano Fucilato dai nazisti in Slovenia il 22 agosto 1941 + Piero Calamandrei, Cosa resta da fare

 

 

File:Talec Franc Sešek.jpg

Frank Sesek si distingue come una figura emblematica della resistenza slovena durante la Seconda Guerra Mondiale. Comunista e partigiano, Sesek è stato il primo a cadere sotto le pallottole delle truppe della Germania nazista in Slovenia, il 22 agosto 1941.

 

 

 

No, il compito degli uomini della Resistenza non è ancora finito. Bisogna che essa ancora sia in piedi. È difficile determinare i suoi compiti; ma tutti sentiamo che c’è ancora qualche cosa da fare. Intanto, c’è ancora da far conoscere, dopo dieci anni, che cosa la Resistenza fu. Gli italiani ancora non lo sanno; anche coloro che ne fecero parte non sanno appieno quanta ne fu l’estensione e la grandezza. Specialmente i giovani, i giovanetti che vengono su ora, ignorano tutto di essa. Quando furono commemorati, un mese fa, i fratelli Cervi, il sentimento generale, anche tra gli uomini della Resistenza, fu la commossa meraviglia; nessuno si immaginava la possibilità di tanta grandezza in quella famiglia di gente semplice ed oscura. E così per altri cento episodi. I ragazzi delle scuole imparano chi fu Muzio Scevola o Orazio Coclite, ma non sanno chi furono i fratelli Cervi. Non sanno chi fu quel giovanetto della Lunigiana che, crocifisso ad una pianta perché non voleva rivelare i nomi dei compagni, rispose: «Li conoscerete quando verranno a vendicarmi», e altro non disse. Non sanno chi fu quel vecchio contadino che, vedendo dal suo campo i tedeschi che si preparavano a fucilare un gruppo di giovani partigiani trovati nascosti in un fienile, lasciò la sua vanga tra le zolle e si fece avanti dicendo: «Sono io che li ho nascosti (e non era vero), fucilate me che sono vecchio e lasciate la vita a questi ragazzi».

Non sanno come si chiama colui che, imprigionato, temendo di non resistere alle torture, si tagliò con una lametta da rasoio le corde vocali per non parlare. E non parlò. Non sanno come si chiama quell’adolescente che, condannato alla fucilazione, si rivolse all’improvviso verso uno dei soldati tedeschi che stavano per fucilarlo, lo baciò sorridente dicendogli: «Muoio anche per te… viva la Germania libera!».

Tutto questo i ragazzi non lo sanno: o forse imparano, su ignobili testi di storia messi in giro da vecchi arnesi tornati in cattedra, esaltazione del fascismo ed oltraggi alla Resistenza.

Gli uomini della Resistenza devono aiutare i giovani, che saranno i governanti di domani, a diventare la nuova classe politica, consapevole del recente passato e custode dei valori che questo recente passato ha lasciato all’avvenire.

La Resistenza non è un partito: non deve essere un partito. Ma essa può essere ancora un incontro, un colloquio, una presa di contatto, un dialogo: un avviamento, fra avversari politici, ad intendersi ed a rispettarsi.

Il mondo è purtroppo diviso in compartimenti stagno, da grandi muraglie invalicabili, senza porte e senza finestre: ma queste mura non sbarrano soltanto quella linea che ormai si suol chiamare la cortina di ferro e che taglia il genere umano in due emisferi ostili. Mura altrettanto invalicabili ci attorniano, sui confini, nell’interno degli stati, spesso nell’interno della nostra coscienza:le mura del conformismo, dell’imperialismo, del colonialismo, del nazionalismo; le mura che separano la miseria dal privilegio e dalla ricchezza spudorata e corrotta.

Questo è ancora, secondo me, il compito della Resistenza. È inutile qui ricercare le colpe per le quali siamo arrivati a questa tragica visione del mondo: forse non c’è partito e popolo che non abbia la sua parte di colpa. Ma gli uomini che appartennero alla Resistenza devono fare di tutto per cercare che queste mura non diventino ancora più alte, che non diventino torri di fortilizi irte di ordigni di distruzione. Debbono ricercare i valichi sotterranei, attraverso i quali, in nome della Resistenza, combattendo in comune, si possa far passare ancora una voce, un sussurro, un richiamo. Quello che unisce, non quello che separa: rifiutarsi sempre di considerare un uomo meno di un altro solo perché appartiene ad un’altra razza, o ad un’altra religione, o ad un altro partito.

Durante la lotta clandestina, quando i prigionieri erano chiusi ognuno nella sua cella, riuscivano tuttavia a comunicare attraverso il muro con un linguaggio convenzionale di colpi battuti sulla parete: come i battiti di un cuore parlante. Separati dalle mura del carcere, riuscivano ad intendersi anche attraverso il muro. Anche noi, in questa età di nuove prigioni, bisogna cercare di intenderci, col battito del cuore, attraverso i muri che dividono il mondo.

Uomini della Resistenza, questo è il vostro compito: continuare, riaprire il dialogo della ragione e creare (ché ancora siamo in tempo) non in un solo partito ma in tutti i partiti, una nuova classe politica di giovani che porti, nella vita politica, quella serietà civica, quell’impegno religioso di sincerità e di dignità umana che fu il carattere distintivo della Resistenza: questo senso di autoresponsabilità, questa volontà di governarsi da sé: antipaternalismo, anticonformismo, antimmobilismo. Giustizia. Buonafede; bisogna che torni il tempo della buonafede!

In questo clima avvelenato di scandali giudiziari e di evasioni fiscali, di dissolutezze e di corruzioni, di persecuzione, della persecuzione della miseria e di indulgente silenzio per gli avventurieri di alto bordo, in questa atmosfera di putrefazione che accoglie il giovane appena si affaccia nella vita, apriamo le finestre e i giovani respirino l’aria pura della montagna e sentano ancora i canti della epopea partigiana.

Questo è il compito purificatore della vita politica italiana che gli uomini della Resistenza, qualunque sia il loro partito, hanno ancora il dovere di assolvere. E far comprendere a questi ridicoli vociferatori che ogni tanto si illudono – come nell’incubo carnevalesco di Arcinazzo – di rimettersi a cantare le loro lugubri canzoni esaltatrici della violenza, far comprendere a questi miserabili rottami che domani, se occorresse (se occorrerà), tutti quanti coloro che si sentirono fratelli nella Resistenza – d.c. e comunisti, liberali e socialisti, contadini ed operai, studiosi e sacerdoti – tutti quanti si troverebbero (si troveranno) ancora insieme, tutti uniti contro il mostro, tutti uniti in difesa della civiltà indivisibile. Noi lo sappiamo bene, ma è bene che tutti lo sappiano: in Italia e fuori d’Italia.

Per questo oggi noi ci ritroviamo tutti intorno a te, Ferruccio Parri; di fedi diverse, di diversi partiti, ma tutti uniti contro il nemico comune: contro il fascismo che fu, che potrebbe tornare ad esser, in Italia e in Europa, in Germania e in Spagna, il nemico comune.

Piero Calamandrei

Pubblicato su “Patria Indipendente“, n.5, 7 marzo 1954

 

 

 

Nel mio cuore finì la loro storia. Scrittori, poeti e cantautori per la memoria dei Cervi - copertina

Nel mio cuore finì la loro storia. Scrittori, poeti e cantautori per la memoria dei Cervi

 

 

***

Nel libro sopra–

 

Compagni fratelli Cervi

(Gianni Rodari, 1955)

 

Sette fratelli come sette olmi,
alti robusti come una piantata.
I poeti non sanno i loro nomi,
si sono chiusi a doppia mandata:
sul loro cuore si ammucchia la polvere
e ci vanno i pulcini a razzolare.
I libri di scuola si tappano le orecchie.
Quei sette nomi scritti con il fuoco
brucerebbero le paginette
dove dormono imbalsamate
le vecchie favolette
approvate dal ministero.
Ma tu mio popolo, tu che la polvere
ti scuoti di dosso
per camminare leggero,
tu che nel cuore lasci entrare il vento
e non temi che sbattano le imposte,
piantali nel tuo cuore
i loro nomi come sette olmi:
Gelindo,
Antenore,
Aldo,
Ovidio,
Ferdinando,
Agostino,
Ettore?
Nessuno avrà un più bel libro di storia,
il tuo sangue sarà il loro poeta
dalle vive parole,
con te crescerà
la loro leggenda
come cresce una vigna d’Emilia
aggrappata ai suoi olmi
con i grappoli colmi
di sole.

 

Nessuna descrizione della foto disponibile.

mauro biani, 2020

 

 

testo e immagine dal Facebook di

Pubblicato in GENERALE | 1 commento

maicol & mirko — 25 luglio 2024 — Il Manifesto — è carina, pensando ai tempi..

 

 

 

Pubblicato in GENERALE | 1 commento

ANSA.IT / RIO DE JANEIRO — 24 LUGLIO 2024— 18.18:: L’Onu: ‘in 733 milioni hanno sofferto la fame nel 2023’- Rapporto di 5 Agenzie specializzate dell’Onu–++ Ansa.it /25 luglio–Save the Children: ‘Oltre 12 milioni i bambini schiavi nel mondo’.

 

 

ANSA.IT — 24 LUGLIO 2024— 18.18
https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2024/07/24/lonu-in-733-milioni-hanno-sofferto-la-fame-nel-2023_b9d3e8e3-e7a7-4002-b970-d54e5c07fdd7.html

 

L’Onu: ‘in 733 milioni hanno sofferto la fame nel 2023’

Il mondo è tornato indietro di 15 anni, a livelli di malnutrizione paragonabili a quelli del 2008-2009

RIO DE JANEIRO

ANSACheck
Onu: 'in 733 milioni hanno sofferto la fame nel 2023 ' - RIPRODUZIONE RISERVATA

 Onu: ‘in 733 milioni hanno sofferto la fame nel 2023 ‘ –

In 733 milioni hanno sofferto la fame nel 2023, pari a una persona su 11 nel mondo e una su 5 in Africa.

Lo rivela l’ultimo rapporto sulla Sicurezza alimentare nel mondo, pubblicato oggi da cinque agenzie specializzate dell’Onu.

 

Il rapporto annuale, presentato alla riunione ministeriale sulla Task force per un’Alleanza Globale contro la fame del G20, a Rio de Janeiro, avverte che il mondo rischia di mancare il secondo obiettivo dello Sviluppo sostenibile (Sdg), relativo alla ‘Fame zero’ entro il 2030.

Secondo lo studio, il mondo è tornato indietro di 15 anni, con livelli di malnutrizione paragonabili a quelli del 2008-2009.

 

La geografia della popolazione afflitta dalla fame continua ad aumentare in Africa (20,4%), si è stabilizzata in Asia (8,1%)– benché la fame continui a rappresentare un problema enorme in questa area, dove vive più della metà degli affamati del mondo– e mostra segni di miglioramento in America latina (6,2%).

Dal 2022 al 2023il fenomeno della fame si è aggravato nell’Asia occidentale, nei Caraibi e nella maggior parte delle sotto-regioni africane. Se queste tendenze continueranno, nel 2030 si prevedono circa 582 milioni di sottoalimentati cronici, la metà dei quali in Africa.

A lanciare il monito sono stati l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (Fao), il Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo (Ifad), il Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia (Unicef), il Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite (Pam) e l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms).

 

Si tratta di una previsione molto simile ai livelli già registrati nel 2015, anno in cui sono stati adottati gli Obiettivi di sviluppo sostenibile, e che denota un’allarmante stagnazione dei progressi.

 

Il rapporto delle agenzie Onu rivela che miliardi di persone non hanno accesso a un’alimentazione adeguata.

Nel 2023, circa 2,33 miliardi di persone in tutto il mondohanno dovuto fare i conti con un’insicurezza alimentare da moderata a grave, un dato che non ha mostrato sviluppi positivi di rilievo dopo il picco registrato nel 2020, durante la pandemia Covid-19.

Anche il mancato accesso a una dieta sana per ragioni economiche continua a essere un grave problema, che investe oltre un terzo della popolazione globale.

Sulla scorta dei nuovi dati sui prezzi dei generi alimentari e dei miglioramenti metodologici introdotti, il rapporto rivela che, nel 2022, oltre 2,8 miliardi di persone non hanno potuto permettersi un’alimentazione sana.

Queste disuguaglianze sono particolarmente pronunciate nei paesi a basso reddito, dove il 71,5 percento della popolazione non ha accesso a una dieta sana, rispetto al 6,3 percento degli abitanti dei paesi ad alto reddito.

 

Più nello specifico, la percentuale è scesa al di sotto dei livelli pre-pandemici in Asia e in America settentrionale ed Europa, mentre è salita enormemente in Africa.

 

 

ANSA.IT/ ROMA — 25 LUGLIO 2024 –13.16

https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2024/07/25/save-the-children-oltre-12-milioni-i-bambini-schiavi-nel-mondo_079a479e-891f-4ce1-b06b-2f974f102ead.html

 

 

Save the Children: ‘Oltre 12 milioni i bambini schiavi nel mondo’.

 

Vittime dello sfruttamento lavorativo e sessuale, trend in aumento’

ANSACheck

Save the Children, oltre 12 milioni i bambini schiavi nel mondo - RIPRODUZIONE RISERVATA

 Save the Children, oltre 12 milioni i bambini schiavi nel mondo –

 

Sono quasi 50 milioni le persone vittime nel mondo di varie forme di schiavitù moderna, di cui oltre 12 milioni i minorenni, soprattutto “nelle forme di lavoro forzato che comprende quelle ai fini di sfruttamento sessuale, lavorativo e di attività illecite, e nei matrimoni forzati”, con un trend “in crescita”.

Lo dice il rapporto “Piccoli Schiavi Invisibili”, giunto alla XIV edizione, elaborato da Save the Children e diffuso in occasione della Giornata Internazionale contro la Tratta di Esseri Umani.

 

“Tra i minori – si legge nel Rapporto – 3,3 milioni sono coinvolti nel lavoro forzato, in prevalenza per sfruttamento sessuale (1,69 milioni) o per sfruttamento lavorativo (1,31 milioni), in ambiti quali il lavoro domestico, l’agricoltura, la manifattura, l’edilizia, l’accattonaggio o le attività illecite, mentre 320mila risultano sottoposti a lavoro forzato da parte degli Stati, come detenuti, dissidenti politici, o appartenenti a minoranze etniche o religiose perseguitate. I minorenni vittime di matrimoni forzati sono 9 milioni”.

 

“Il fenomeno dei matrimoni forzati – spiega anche il Dossier – geograficamente interessa maggiormente l’Asia Orientale (14,2 milioni di persone coinvolte nel 2021, più del 66% dei casi stimati), seguita a distanza dall’Africa (3,2 milioni di persone coinvolte, 14,5%), dall’Europa e Asia Centrale (2,3 milioni di persone, 10,4%). La maggior parte dei matrimoni forzati è organizzata dai genitori delle vittime (nel 73% dei casi) o da parenti stretti (16%) e spesso si lega a situazioni di forte vulnerabilità, quali servitù domestica o sfruttamento sessuale”.

 

“Non possiamo chiudere gli occhi di fronte al fenomeno della tratta e dello sfruttamento minorile, un dramma diffuso nel mondo, ma presente anche nel nostro Paese”, afferma Raffaela Milano, Direttrice ricerca e formazione di Save the Children.

“Parliamo di bambini, bambine e adolescenti traditi dal mondo degli adulti che ha abusato della loro fiducia e calpestato i loro sogni.

Questo Dossier è dedicato alle storie dei minori vittime di tratta e sfruttamento accolti nel circuito di protezione italiano. Sono solo una minima parte, la “punta dell’Iceberg”, di un fenomeno sommerso, ampio e diffuso”.

“Quello della tratta e dello sfruttamento – aggiunge – è un fenomeno che cambia molto rapidamente ed è fondamentale che la sua conoscenza e la mappatura territoriale siano costantemente alimentate dall’impegno delle istituzioni, dell’autorità di pubblica sicurezza, degli enti locali e del terzo settore. Solo un anno fa, il rapporto “Piccoli Schiavi invisibili” squarciava il velo sulla condizione dei figli e delle figlie dei braccianti che lavorano nei terreni agricoli di Ragusa e Latina, mettendo in luce una condizione di sfruttamento portata oggi alle cronache a seguito della morte di Satnam Singh.

 

SATNAM SINGH .. da :

La vera storia di Satnam Singh e della sua uccisione-

Giuliano Granato — 22 giugno 2024
https://left.it/2024/06/22/la-vera-storia-di-satnam-singh-e-della-sua-uccisione/

 

 

È necessario che alla commozione e allo sdegno per questo e per altri drammi faccia seguito una azione continuativa e capillare di contrasto al traffico e allo sfruttamento degli esseri umani, nonché un impegno deciso a sostegno delle giovani vittime accolte nel sistema di protezione affinché siano accompagnate nella costruzione di un futuro diverso e libero”.

 

 

NOTA :  +

RAFFAELLA MILANO

 

SITO: PSICOANALISI E SOCIALE –video, 11 min. ca–

9 aprile 2022

INTERVISTA A RAFFAELLA MILANO –

– 1a parte–

Cosa è Save The Children e come lavora soprattutto in Italia

Raffaela Milano-Intervista

 

a chi interessasse, seguono altre due interviste- nello stesso link

Pubblicato in GENERALE | 1 commento

” Raccogliere l’ acqua nello Yemen ” – 2017 – Getty Images – La città di Al Hudaydah, un porto sul Mar Rosso

 

 

GATHERING WATER IN YEMEN

 

 

AL HUDAYDAH, HAJJAH ROAD BRIDGE, YEMEN – 16 APRIL 2017: A man and his sons travel to collect water underneath a bridge that was hit by an airstrike in mid-2016. Over the past two years, parties to the conflict have attacked civilian targets and infrastructure, including 325 verified attacks on schools, health facilities, markets, roads and other sites. An estimated 1,572 boys have been recruited and used in the conflict. (Photo by Giles Clarke, UN OCHA / Getty Images)

 

GATHERING WATER IN YEMEN

 

AL HUDAYDAH ( al-Hudayda-  Hodeida o Hodeyda ) è un porto sul Mar Rosso. Ponte stradale sull’Hajjah, 16 aprile 2017-

Un uomo e i suoi figli si danno da fare per raccogliere l’acqua stando sotto un ponte crollato per un attacco aereo nel 2016. Da oltre due anni, le parti in conflitto hanno attaccato obbiettivi civili e infrastrutture oltre 265 verificati attacchi alle scuole, posti ospedalieri, mercati, strade e altri siti. Si ritiene che almeno 1572 ragazzi sono stati reclutati e impiegati nel conflitto. ((Photo by Giles Clarke, UN OCHA / Getty Images)

Hanno delle taniche da riempire che poi dovranno far uscire dai grovigli del ponte crollato e portarle chissà quanto lontano .. Solo per tirarsi su da sotto le macerie appendendosi a quei tubi di ferro ne verseranno un po’ .. ch.

 

 

 

 

sul Mar Rosso, sotto la Capitale Sanaa

E’ la città che qualche giorno fa è stata bombardata da Israele come risposta all’uomo che era morto da un attacco degli Youthi  a Tel Aviv.

 

 

In questa schermata del volantino diffuso dal gruppo Houthi Media Center il 20 luglio, si vede un incendio divampare dopo gli attacchi aerei effettuati dagli aerei da guerra israeliani...

Attacchi aerei nello Yemen– 20 luglio

 

 

Attacchi aerei israeliani nello Yemen

 

 

 

CONFLITTO YEMEN-SAUDI-HUTHI-HODEIDA

Il porto sul Mar Rosso

 

 

 

YEMEN-CONFLITTO-VITA QUOTIDIANA-PESCA

Pesca quotidiana

 

 

 

Al HUDAYDAH, YEMEN. Vista aerea delle reclute del movimento Houthi che prendono parte a una parata militare organizzata dal movimento nella città portuale di Al-Hudaydah, nello Yemen occidentale.

Parate militare nello Yemen

 

 

 

 

Zabid — vedi sotto

 

 

 

 

Yemen, Al Hudaydah, Zabid, Historic town, Fortified walls

Yemen, Al Hudaydah, Zabid, Città storica, Mura fortificate

da : www.mediastorehouse.com

 

 

 

 

 

Hodeidah | Yemen, Port, Location, & Map | Britannica

Al Hudaydah

Britannica

 

 

Meteo Al Hudaydah - Yemen (Al Hudaydah Governorate) : Previsioni meteo gratuite a 15 giorni - Il Canale Meteo

Al Hudaydah

meteo consult

 

 

Al Hudaydah, Yemen - 9GAG

Al Hudaydah, Yemen

 

 

 

 

La resistenza esemplare di Ansar Allah ad al-Hudaydah e la loro feroce battaglia con la coalizione saudita in questi quattro anni hanno portato alla fama di al-Hudaydah e ora la chiamano la “Stalingrado dello Yemen”

Nel novembre 2017, con la conquista della città di al-Khokhah alla coalizione saudita, le battaglie sulla costa occidentale dello Yemen entrarono nella provincia di al-Hudaydah. Dopo un anno, queste battaglie si estesero a est e a nord della città di al-Hudaydah e, ​​infine, con l’accordo di Stoccolma, il 18 dicembre 2018, gli scontri terrestri furono interrotti.

Nonostante l’accordo raggiunto da Ansar Allah e dal governo di Mansour Hadi, i bombardamenti della coalizione saudita, le diffuse violazioni del cessate il fuoco e l’assedio delle città controllate da Ansar Allah, tra cui la città di al-Durayhami, sono continuati per mesi. Ma finalmente, nell’ultima settimana, con il ritiro delle forze della coalizione saudita dalla maggior parte della provincia di al-Hudaydah il 12 novembre 2021, la battaglia di al-Hudaydah è terminata.

da : https://english.iswnews.com/21406/al-hudaydah-yemens-stalingrad/

 

Pubblicato in GENERALE | Lascia un commento

Gerard @GerardDalbon – 20.06 — 24 luglio 2024 – grazie di condividere !

La polizia di Washington ha appena spruzzata di peperoncino

@EugenePuryear

con il distintivo della stampa addosso insieme ad altre persone durante la protesta mentre la folla iniziava a marciare verso il Campidoglio. La polizia è stata massicciamente dispiegata nel tentativo di impedire che la marcia continuasse.

 

 

se vuoi vedere, apri qui

https://x.com/i/status/1816173139790872946

Pubblicato in GENERALE | 1 commento

Angelo Guarnieri @AngeloGuarnier2 – 7.30 – 24 luglio — link sotto con auto-presentazione– davvero bella e spiritosa ! ciao caro, grazie !

 

 

X  ANGELO GUARNIERI, POETA SICULO-GENOVESE

( ha fatto l’Unità d’Italia..)

 

 

Siciliano ficodindia dolce nel cuore.
Poi in Liguria. Contento nel ’68.
Per il male di vivere fui psichiatra.
Marito, padre e nonno.
Amo il mondo e la poesia

https://x.com/AngeloGuarnier2/status/1816164016315592991

 

 

 

 

Pensieri caldi

 

Le zanzare sono morte
di caldo.
I pinguini sono morti
di freddo .
Non si incontreranno più
nel corso del tempo.
Le stagioni di una volta
si sono fermate.
E non abbiamo volte di ricambio.

 

 

 

 

Pubblicato in GENERALE | 1 commento

Roberta Rododendro 12 luglio 2021 ( link Facebook sotto ) · le foto del suo ” papo – papino ” amato, ma non solo da lei –+ altro per i due fantastici roberti !

 

 

 

La farfalla di novembre - Roberto Rododendro - copertina

La farfalla di novembre

 

 

 

Donatella :: Che bel titolo !  “La farfalla di novembre”: fa pensare a qualcosa di inaspettatamente bello.

 

 

*****

 

 

Facebook Roberta — figlia del poeta – scrittore


https://www.facebook.com/roberta.rododendro

 

Il nostro Duca e il mio papone

 

E NIENTE HA TROVATO IL SUO CUSCINO.. IL MIO PAPO Roberto Rododendro ❤️

 

 

Roberto Rododendro

sembro un vecchio disastrato! Effettivamente : lo sono! 🙁

 

Roberta Rododendro

ma sei rilassato e beato e poi fa caldo su un po’ che barba! 

 

 

Nessuna descrizione della foto disponibile.

come si chiama questa meraviglia tutta nera ? Ho visto : il Duca —  L’altra.. lo so già!

 

 

 

 

Nessuna descrizione della foto disponibile.

 

 

 

 

 

 Roberto Rododendro — ” Qualche volta nella mia vita… ” – — Magritte, 1964

 

 

 

Qualche volta nella mia vita
Mi sono incontrato
E ho sempre finto di non conoscermi
Eravamo in due ad evitarci.

 

 

Revealed and obscured — Le lieu commun by René Magritte | Christie's

 

 

 

****

 

 

Seduti sulle panche

sotto il sole

Aspettano pazienti

il giorno dopo.

 

( gennaio 2024 )

 

 

 

Un po’ di pace

 

 

Il cesso è il luogo ideale
Ti siedi lì con un libro o un giornale
O anche senza niente
L’importante per pensare
Sono le mutande calate, altrimenti non vale
E se poi, in casa hai due o tre bagni stai tranquillo
Nessuno avrà necessità di disturbarti

L’alternativa potrebbe essere
Una panchina al parco, sotto un albero
Preferibilmente una quercia
La sua maestosità dà sicurezza
Ma c’è sempre il rischio che
Qualche cialtrone nullafacente ti si sieda accanto
ed anche in silenzio, ti rompa le scatole

Non abbiamo più un luogo dove stare
Dove fumare una cicca in santa pace
Le gambe penzoloni sopra al mare
Col sole che ci scalda sulla testa
Bere un goccio di quello buono
E raccontarci le nostre storie
Quelle che conosciamo bene entrambi
E non ci procurano sorprese solo ricordi

 

 

 

 

 

 

 

Viene sempre un momento in cui
Guardando il cielo o un fiore
O semplicemente chiudendo gli occhi
Ci scoppia dentro il desiderio
Di poter Credere
E’ un dolore.
E forse è questo che ci permette di vivere.

( 2023 )

Pubblicato in GENERALE | 1 commento

— Discorso intero ( 22 min. ca ) alla Cerimonia di consegna del Ventaglio – oggi 24 luglio 2024 // ) + ANSA.IT — + più riassunto — IL FATTO QUOTIDIANO

 

 

— al min. 8.45 parla il Presidente Mattarella

–prima di Mattarella parla un responsabile della stampa del Quirinale ( 8 minuti ca )

 

 

apri qui per vedere

QUIRINALE.IT
https://www.quirinale.it/elementi/118749

 

 

****

 

 

 

TESTO CON PICCOLI VIDEO

 

ANSA.IT — 24 LUGLIO 2024 –16.25
https://www.ansa.it/sito/notizie/politica/2024/07/24/la-cerimonia-del-ventaglio-mattarella-gli-atti-contro-linformazione-sono-eversivi_22ce08ff-09a5-4fd9-8a21-adb848f25d28.html

 

 

La cerimonia del Ventaglio, Mattarella: ‘Gli atti contro l’informazione sono eversivi’

 

Il tradizionale scambio di saluti con la stampa parlamentare in vista della pausa estiva: ‘I giornalisti contrastino le adulterazioni della realtà’

Sergio Mattarella e Ilaria Caracciolo - RIPRODUZIONE RISERVATA

Sergio Mattarella e Ilaria Caracciolo – 

“Alla libertà di opinione si affianca la libertà di informazione, cioè di critica, di illustrazione di fatti e di realtà.

Si affianca, in democrazia, anche il diritto a essere informati in maniera corretta. Informazione, cioè, anche come anticorpo contro le adulterazioni della realtà. Operare contro le adulterazioni della realtà costituisce una responsabilità, e un dovere, affidati anzitutto ai giornalisti”. Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, alla cerimonia di consegna del “Ventaglio” da parte dell’Associazione stampa parlamentare.

 

VIDEO, 0.32

Il discorso del Ventaglio del presidente Mattarella

 

“Ogni atto rivolto contro la libera informazione, ogni sua riduzione a fake news, è un atto eversivo rivolto contro la Repubblica”, ha sottolineato Mattarella.
“La legge Gonella che ha istituito l’Ordine dei giornalisti – ha aggiunto Mattarella – ne dà una rappresentazione pregevole: ‘È diritto insopprimibile dei giornalisti la libertà di informazione e di critica, limitata dall’osservanza delle norme di legge dettate a tutela della personalità altrui ed è loro obbligo inderogabile il rispetto della verità sostanziale dei fatti, osservati sempre i doveri imposti dalla lealtà e dalla buona fede’”.

 

“Va sempre rammentato che i giornalisti si trovano ad esercitare una funzione di carattere costituzionale che si collega all’articolo 21 della nostra Carta fondamentale, con un ruolo democratico decisivo. Si vanno infittendo, negli ultimi tempi, contestazioni, intimidazioni, quando non aggressioni, nei confronti di giornalisti, che si trovano a documentare fatti. Ma l’informazione è esattamente questo, come anche a Torino nei giorni scorsi: documentazione di ciò che avviene, senza obbligo di sconti”, ha aggiunto il presidente della Repubblica.

“Alla Nato la Federazione Russa ha regalato un rilancio imprevedibile di ruolo e di protagonismo. Chi non ricorda le parole di più di uno, tra capi di stato e di governo della Nato che, appena tre anni fa, la definivano in stato di accantonamento, per usare un termine davvero riduttivo rispetto alle espressioni adoperate?”. Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, alla cerimonia di consegna del “Ventaglio” da parte dell’Associazione stampa parlamentare.

 

 

Video, 1.31 —Mattarella: ‘Gli atti contro la libera informazione sono eversivi’

 

 

“L’Italia è impegnata, con convinzione, a sostegno dell’Ucraina. Insieme alla quasi totalità dei Paesi dell’Unione e insieme a quelli dell’Alleanza Atlantica”.

“C’è un altro aspetto inquietante: il diffondersi di una sub cultura che si ispira all’odio. Una violenza che, come lei ha detto, da verbale diventa frequentemente fisica”. Lo ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella alla cerimonia del “Ventaglio. Il Capo dello Stato ha citato “il tentativo di grave attentato a Trump”, oltre a quelli subiti dallo slovacco Fico, dall’ex sindaca di Berlino Giffey, dal marito di Nancy Pelosi. “E’ fondamentale e doveroso ribadire la condanna ferma e intransigente nei confronti di questa drammatica deriva di violenza contro esponenti politici di schieramenti avversi trasformati in nemico

 

 

 

Video, 1 min. Mattarella: ‘Spero si possa ancora dire ‘sindaca”

 

 

Spero si possa ancora dire”. Questo l’inciso del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, alla cerimonia di consegna del “Ventaglio” quando, nell’elencare le personalità colpite da attentati, ha citato la “sindaca di Berlino”, usando il femminile. La frase arriva dopo le polemiche suscitate dalla pdl della Lega, poi ritirata, che avrebbe voluto vietare negli atti pubblici il genere femminile per neologismi applicati ai titoli istituzionali dello Stato.

“Occorre adoperarsi sul piano culturale contro la pretesa di elevare l’odio a ingrediente, a elemento legittimo della vita: una spinta per retrocedere nell’inciviltà. Si registrano anche un crescente antisemitismo, l’aumento dell’intolleranza religiosa e razziale, che hanno superato il livello di guardia. Un odio che viene spesso alimentato sul web, che va non soltanto condannato ma concretamente contrastato con rigore e severità”. “Vi sono, in giro per il mondo, – ha aggiunto Mattarella – molti apprendisti stregoni, incauti nel maneggiare, pericolosamente, gli strumenti che generano odio e violenza”.

“Spinge a grande tristezza vedere che il mondo getta in armamenti immani risorse finanziarie, che andrebbero, ben più opportunamente, destinate a fini di valore sociale”, ha affermato il capo dello Stato. “Ma chi ne ha la responsabilità? Chi difende la propria libertà – e chi l’aiuta a difenderla – o chi aggredisce la libertà altrui?”,ha sottolineato ricordando che la Seconda guerra mondiale “non sarebbe scoppiata senza il cedimento per i Sudeti” da parte delle “cosiddette potenze europee” che “diedero a Hilter il via libera”: “Historia magistra vitae”.

“I vincoli di condivisione di valori dei nostri due popoli rafforzano i rapporti tra gli Stati e ne consentiranno la costante crescita. Al presidente Biden va il ringraziamento della comunità internazionale per il suo apprezzato servizio e la sua leadership”, ha detto il presidente della Repubblica parlando delle elezioni negli Stati Uniti.

“Se proprio vuole uno spunto di attualità, non glielo nego. Riguarda la lunga attesa della Corte Costituzionale per il suo quindicesimo giudice. Si tratta di un vulnus alla Costituzione compiuto dal Parlamento, proprio l’istituzione che la Costituzione considera al centro della vita della nostra democrazia. Non so come lo si vorrà chiamare: monito, esortazione, suggerimento, invito. Ecco, invito, con garbo ma con determinazione, a eleggere subito questo giudice”.

“Ai giornali, alla stampa, alla radio e alle tv, si sono affiancate oggi le piattaforme digitali, divenute principali responsabili della veicolazione di contenuti informativi. Appare singolare che a un ruolo così significativo corrisponda una convinzione di minori obblighi che ne derivano, con una tendenza, del tutto inaccettabile dei protagonisti a sottrarvisi”, ha detto Mattarella.

“Vi è un tema che sempre più richiede vera attenzione: quello della situazione nelle carceri. Basta ricordare le decine di suicidi, in poco più dei sei mesi, quest’anno. Condivido con voi una lettera che ho ricevuto da alcuni detenuti di un carcere di Brescia: la descrizione è straziante. Condizioni angosciose agli occhi di chiunque abbia sensibilità e coscienza. Indecorose per un Paese civile, qual è, e deve essere, l’Italia. Il carcere non può essere il luogo in cui si perde ogni speranza, non va trasformato in palestra criminale”.

 

 

 

 

SE VOLETE   IL FATTO E’  PIU’  SINTETICO

 

IL FATTO QUOTIDIANO  24 LUGLIO 2024
https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/07/24/mattarella-ogni-atto-contro-la-libera-informazione-e-un-atto-eversivo-contro-la-repubblica/7634727/

 

 

Mattarella: “Intimidazioni e aggressioni ai cronisti sono atti eversivi. Documentare senza sconti è la funzione costituzionale dei giornalisti

 

 

Mattarella: “Intimidazioni e aggressioni ai cronisti sono atti eversivi. Documentare senza sconti è la funzione costituzionale dei giornalisti”
 

 

 

“Ogni atto rivolto contro la libera informazione, ogni sua riduzione a fake news, è un atto eversivo rivolto contro la Repubblica“. Intervento durissimo del presidente della Repubblica Sergio Mattarella alla tradizionale cerimonia di consegna del “Ventaglio” da parte dell’Associazione stampa parlamentare. Parole nette in difesa dei giornalisti che arrivano dopo l’aggressione a Torino di un cronista de la Stampa da parte di militanti di Casapound e dopo che il presidente del Senato Ignazio La Russa, solo ieri, ha condannato l’episodio mettendo in dubbio che il giornalista “si fosse qualificato”. “Documentare senza sconti è la funzione costituzionale dei giornalisti”, ha detto.

 

La difesa del ruolo costituzionale dei giornalisti – “Va sempre rammentato”, ha detto Mattarella, “che i giornalisti si trovano ad esercitare una funzione di carattere costituzionale che si collega all’articolo 21 della nostra Carta fondamentale, con un ruolo democratico decisivo. Si vanno infittendo, negli ultimi tempi, contestazioni, intimidazioni, quando non aggressioni, nei confronti di giornalisti, che si trovano a documentare fatti. Ma l’informazione è esattamente questo, come anche a Torino nei giorni scorsi: documentazione di ciò che avviene, senza obbligo di sconti“. L’intervento del capo dello Stato, arrivato a meno di 24 ore da quello di La Russa, sembra essere una risposta diretta alla seconda carica dello Stato che ieri, parlando dell’aggressione di Torino, ha detto “non credo che il giornalista passasse lì per caso”. A fine giugno, dopo l’inchiesta di Fanpage sulla giovanile di Fdi, la stessa presidente del Consiglio Giorgia Meloni aveva invocato l’intervento di Mattarella per contestare il fatto che “i giornalisti possano infiltrarsi nei partiti politici”.

 

Il presidente della Repubblica ha deciso di parlare, ma andando nella direzione opposta rispetto a quanto auspicato dal governo. “La legge Gonella che ha istituito l’Ordine dei giornalisti”, ha detto ancora, “dà una rappresentazione pregevole” del ruolo dei giornalisti: “‘È diritto insopprimibile dei giornalisti la libertà di informazione e di critica, limitata dall’osservanza delle norme di legge dettate a tutela della personalità altrui ed è loro obbligo inderogabile il rispetto della verità sostanziale dei fatti, osservati sempre i doveri imposti dalla lealtà e dalla buona fede’”. Fondamentale dunque, ha ribadito il capo dello Stato, che i giornalisti possano svolgere il proprio compito: “Alla libertà di opinione si affianca la libertà di informazione, cioè di critica, di illustrazione di fatti e di realtà. Si affianca, in democrazia, anche il diritto a essere informati in maniera corretta. Informazione, cioè, anche come anticorpo contro le adulterazioni della realtà. Operare contro le adulterazioni della realtà costituisce una responsabilità, e un dovere, affidati anzitutto ai giornalisti”.

 

Mattarella ha anche ricordato l’approvazione della legge Ue per la libertà di stampa che impone, anche all’Italia, interventi normativi. Per il capo dello Stato, “come si vede”, è “un cantiere e un percorso impegnativo per la Ue e per gli Stati membri, coscienti del valore che questo tema ha per la libertà del nostro continente. Tema, aggiungo io, impegnativo per tutti coloro che del mondo dell’informazione sono parte”.

 

Pubblicato in GENERALE | 1 commento

Linguafranca. Blog collettivo di traduzione poetica ( nota sotto ) — Il Fatto Quotidiano, 14 giugno 2024 :: Taras Ševčenko, il bardo ucraino, geniale autodidatta (traduzione di Paolo Galvagni) + altro

 

 

Nota :

Il blog di traduzione poetica LINGUAFRANCA nasce dall’esigenza di presentare in italiano le voci più interessanti della poesia del mondo, nella traduzione di autorevoli traduttori riuniti in un collettivo, a loro volta disponibili a ospitare altri contributi.
Il blog è emanazione dell’agenzia letteraria transnazionale omonima (www.linguafrancaonline.org) di sede a Parigi.
Ne fanno parte–
nomi vedi 
https://www.ilfattoquotidiano.it/blog/linguafranca/

 

 

 

IL FATTO QUOTIDIANO — 14 GIUGNO 2024


h

 

 

 

 

Taras Ševčenko, il bardo ucraino, geniale autodidatta (traduzione di Paolo Galvagni)

 

Taras Ševčenko, il bardo ucraino, geniale autodidatta (traduzione di Paolo Galvagni)

 

Taras Ševčenko nasce nel 1814 nei pressi di Kyïv in una famiglia di servi della gleba. Rimasto orfano in giovane età, comincia a peregrinare da un villaggio all’altro, svolgendo i lavori più vari. Intanto frequenta per brevi periodi le scuole di campagna, rette da diaconi e chierici: impara a leggere e a scrivere, si appassiona al disegno. Entrato a servizio presso il nobile Pavlo Enhel’hardt, lo segue prima a Kyïv, poi a Vilnius. Nel 1831 arriva a Pietroburgo, allora capitale dell’impero zarista, dove viene collocato in uno studio artistico perché diventi un servo-artista (1). Qui avviene il fatto che cambierà la sua vita: Ivan Sošenko, un artista suo conterraneo, si entusiasma delle sue doti artistiche e lo presenta a illustri personaggi del tempo, tra cui il pittore Karl Brjullov e il poeta Vasilij Žukovskij, che nel 1838 riescono a riscattarlo dalla servitù: la somma necessaria per il riscatto si raggiunge grazie alla vendita di un quadro di Brjullov.

 

Come uomo libero, nel maggio del 1839 Ševčenko può iscriversi all’Accademia di Belle Arti, che frequenta con profitto. Inoltre, si dedica alla lettura con spirito da autodidatta. Spazia dalla storia dell’arte (Vasari) alla storia antica (Plutarco), ai maestri delle letterature europee (Dante, Shakespeare, Goethe, Hugo).

 

Il soggiorno pietroburghese è assai fecondo per la formazione del giovane. Frequenta i salotti più alla moda, i circoli più rinomati, incontra le personalità del tempo. Può assimilare lo spirito democratico e libertario, che aleggia nella società russa di quegli anni. La servitù della gleba (2), tristemente nota al giovane ucraino, è la questione che agita gran parte dell’intelligencija russa. Egli rivela doti letterarie e si dedica anche alla poesia. Nel 1840 esce la sua prima raccolta poetica Kobzar [Il menestrello(3). L’anno seguente escono altre sue liriche sull’almanacco «Lastivka» [La rondine]. Le opere che segnano l’esordio ševčenkiano vengono unanimemente salutate come la genuina espressione di un raro talento poetico. Però la maggioranza dei critici pietroburghesi deplora che siano scritte in ucraino.

 

Nel 1845 Ševčenko termina l’Accademia, specializzandosi nell’incisione e nell’acquaforte. Tra i quadri più famosi spiccano “La zingara – maga” (1841, acquerello), “Kateryna” (1842, olio), “Famiglia contadina” (1843, olio), la serie di acqueforti “Ucraina pittorica” (1844).

Tornato nella terra natia, trova impiego presso la Commissione Archeografica. Questa attività lo porta a viaggiare per tutta l’Ucraina: deve individuare oggetti, monumenti e palazzi di particolare valore artistico. Nel 1846 conosce lo storico Kostomarov, che lo introduce nella società Cirillo e Metodio, gruppo politico segreto, che lotta per un’unione spirituale e politica dei popoli slavi, tutti ugualmente liberi e indipendenti, per il riconoscimento dell’Ucraina come nazione autonoma. Nel 1847, in seguito a una perquisizione della polizia, la società viene sciolta. Ševčenko viene arrestato e trasportato a San Pietroburgo, dove rimane in carcere per due mesi. Ispirandosi a questa esperienza, scrive il ciclo “V kazemati” [Nella casamatta]. Condannato al servizio militare obbligatorio in Siberia, il poeta viene mandato sotto scorta prima a Orenburg, poi nella fortezza di Orsk. Sono anni tremendi: può sopportare il gelo e il lavoro pesante grazie alla tempra robusta. Nonostante il divieto di scrivere e dipingere, Ševčenko continua a dedicarsi alla poesia: porta, nascosto in uno stivale, un quadernetto di versi.

 

Nel 1857, dopo la morte dello zar Nicola II, grazie anche agli influenti amici pietroburghesi, l’esilio decennale del poeta ucraino può terminare. Egli ritorna nella capitale russa, dove trascorre gli ultimi anni di vita. Frequenta l’ambiente letterario, incontra i romanzieri Turgenev, Gončarov, il critico democratico Černyševskij. Nel 1860 esce Kobzar in una nuova edizione. Stroncato da una lunga malattia, si spegne nel marzo 1861.

 

Taras Ševčenko da umile servo della gleba si innalza alla dignità di poeta nazionale, segna la rinascita letteraria e culturale di tutto il suo popolo. È un geniale autodidatta, la cui poesia è l’espressione più genuina della cultura popolare, che certamente egli ha modo di conoscere nell’infanzia trascorsa nei campi e nei villaggi. Rappresenta quindi il passaggio dalla tradizione orale alla letteratura scritta.

 

1) Nell’impero zarista è normale che un nobile istruisca uno o più servi per avere a disposizione attori o artisti. 2) Lo zar Alessandro II abolisce la servitù della gleba nel 1861. 3) Kobzar, menestrello che accompagna il canto con la kobza, sorta di liuto ucraino a otto corde.

 

P. G.

***

 

È gravosa la prigionia, anche se,

in verità, non ho avuto la libertà.
Comunque si viveva in qualche modo,
sia pure in un campo estraneo…
Adesso occorre attendere
quella mala sorte, come un dio,
e l’attendo, sto in guardia,
maledico il mio malvagio intelletto,
che ha ingannato gli stolti,
soffoca la libertà in una pozza.
Mi si gela il cuore a ricordare che
non in Ucraina sarò sepolto,
che non in Ucraina vivrò,
amerò la gente e il Signore.

[Tra il 19 e il 30 maggio 1847, San Pietroburgo]

***

Pensieri miei, pensieri miei,

voi miei soli,
non abbandonatemi almeno voi
nell’ora malvagia.
Arrivate, colombi miei
con le ali grigie,
dall’ampio Dnipro
alla steppa per passeggiare
con i miseri kirghizi,
sono ormai miseri,
ormai spogli… E in libertà
pregano ancora Dio.
Arrivate, miei cari,
con discorsi quieti
vi saluterò, come bimbi,
e piangerò con voi.

[Seconda metà del 1847, Fortezza di Orsk]

***

Il sole tramonta, neri sono i monti,
un uccellino si quieta, muto è il campo,
liete sono le persone per il riposo,
E io guardo… volo col cuore
a un buio giardinetto, in Ucraina,
volo, volo, penso un pensiero,
e il cuore sembra riposare.
Nero il campo, il bosco, i monti,
esce nel cielo azzurro una stella.
Oh stella! Stella! – e le lacrime scorrono.
Forse sei già sorta anche in Ucraina?
Forse gli occhi castani ti cercano
nel cielo azzurro? Forse ti dimenticano?
Se hanno dimenticato, possano assopirsi,
per non sentire della mia sorte.

[Seconda metà del 1847, Fortezza di Orsk]

***

 

 

 

Autoritratto 1843

 

 

Ognuno ha il proprio destino

  E la sua larga strada,

  Chi costruisce, chi distrugge,

  C’è chi avido 

  Guarda al confine del mondo,

  Se c’è un paese

  Da prendere e

  Portare con se alla tomba.

  “Il sogno”

 

 

A me è indifferente 

se vivrò in Ucraina o no.
Che qualcuno mi ricorderà o mi dimenticherà
nella neve in una terra straniera,

A me è indifferente.

Nella servitù sono cresciuto tra gli estranei,
E, non rimpianto dai suoi,
Nella servitù, piangendo, morirò,
E porterò tutto con me,
Non lascerò una piccola traccia
Nella nostra gloriosa Ucraina,
Sulla nostra – non è nostra terra.
E il padre con il figlio non si ricorderanno,
Non dirà al figlio: “Prega,
Prega, mio figlio: per l’Ucraina
È stato torturato”.

A me è indifferente se pregherà
Quel figlio o no… 

Ma non mi è indifferente

Quando la gente malvagia addormenterà l’Ucraina,
E i disonesti la sveglieranno derubata e in fiamme,
Oh, non mi è indifferente!

 

 

 La mia stella serale,
Scendi sulla montagna,
Parleremo serenamente
Nella servitù con te.

 

Raccontami come dietro il monte

Il sole tramonta,

Come nel Dnipro l’arcobaleno

Sta prestando l’acqua.

 

 

 

“Caterina”, 1842

 

 

 

 

 

ucrainistica.blogspot.com

marzo 2020

https://ucrainistica.blogspot.com/2020/03/taras-shevchenko-sevcenko.html

Pubblicato in GENERALE | Lascia un commento

Gio @gifebe – 8.21 — 24 luglio 2024 — Buongiorno a tutti da Giò — grazie, scoiattolini carinissimi, ciao, ch-.

 

 

X link di Giò
https://x.com/gifebe

 

 

video, 0.31 –apri qui

https://x.com/i/status/1815995736984617248

 

Pubblicato in GENERALE | Lascia un commento

Liguria — di Vincenzo Cardarelli — per Donatella

 

 

Liguria

 

È la Liguria una terra leggiadra.
Il sasso ardente, l’argilla pulita,
s’avvivano di pampini al sole.
E’ gigante l’ulivo. A primavera
appar dovunque la mimosa effimera.
Ombra e sole s’alternano
per quelle fondi valli
che si celano al mare,
per le vie lastricate
che vanno in su, fra i campi di rose,
pozzi e terre spaccate,
costeggiando poderi e vigne chiuse.
In quell’arida terra il sole striscia
sulle pietre come un serpe.
Il mare in certi giorni
è un giardino fiorito.
reca messaggi il vento.
Venere torna a nascere
ai soffi del maestrale.
O chiese di Liguria, come navi
disposte a esser varate!
O aperti ai venti e all’onde
liguri cimiteri!
Una rosea tristezza vi colora
quando di sera, simile ad un fiore
che marcisce, la grande luce
si va sfacendo e muore.

 

 

(Vincenzo Cardarelli)

 

 

da : 
https://www.poetare.it/luoghi.html

 

 

 

 

Pubblicato in GENERALE | Lascia un commento

Un artista a noi sconosciuto : Adriano Cecioni ( Fontebuona, Vaglia — Firenze, 1836 – Firenze, 1886 ) – Vi presentiamo qualche opera di pittura e due sculture ( è più noto come scultore )

 

 

L’autore, Adriano Cecioni, che fa parte del gruppo ” I Macchiaioli “,
si specializzò nella pittura di interni   sotto );
queste pitture di semplici interni  vengono tuttavia “elevate” da Cecioni grazie a un’attenta semplificazione delle forme che conferisce anche una certa intonazione lirica alle sue opere ( — ( Finestra sull’arte – link  )

 

 

 

 

undefined

Adriano Cecioni, Interno con figura,  (1867-1870),
olio su tela,
Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma

 

 

 

undefined

Adriano Cecioni — foto degli inizi del secolo ( 1900-1903 )
da :  I macchiaioli e la fotografia, Biblioteca Marucelliana, Firenze – fotografo sconosciuto

 

 

 

 

 

 

ADRIANO CECIONI pittore biografia opere

Le faccende di casa – 1869

 

 

 

 

 

adriano cecioni Le ricamatrici (1866)

Le ricamatrici, 1866

 

 

 

 

 

 

Bambino col gallo (1868)

Bambino col gallo, 1968

 

 

 

immagini sopra da:

Settemuse.it
https://www.settemuse.it/pittori_scultori_italiani/adriano_cecioni.htm

 

 

 

 

 

La zia Erminia di Adriano Cecioni

La zia Erminia, 1867-70
Arezzo, Museo Nazionale d’Arte Medievale e Moderna

 

 

 

 

 

Adriano Cecioni (It, 1836-1886) – Ragazzi mascherati da grandi –
olio su tavola, 32,5 x 24,3 cm –
Firenze, Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti

Pinterest

 

 

 

Carlo Ludovico Ragghianti, il fine critico della modernità di tradizione

Adriano Cecioni, Primi passi. Bambino con le braccia alzate, 1868, Firenze, Galleria d’Arte Moderna, Palazzo Pitti

 

 

 

Interno (Gioco interrotto), scena d'interno (dipinto, opera isolata) di Cecioni Adriano (XIX) <br>Condizioni d'uso: <a class='link-esterno' href='https://docs.italia.it/italia/icdp/icdp-pnd-circolazione-riuso-docs/it/v1.0-giugno-2022/testo-etichetta-BCS.html' target='_bcs'>Beni Culturali Standard (BCS)</a>

Interno (Gioco interrotto), scena d’interno (dipinto, opera isolata) di Cecioni Adriano (XIX)
da : https://catalogo.beniculturali.it/detail/HistoricOrArtisticProperty/1200827456#lg=1&slide=0

 

 

 

Ragazzi che lavorano l’alabastro-  Pinacoteca di Brera
https://macchiaioli.wordpress.com/2014/12/03/adriano-cecioni/#jp-carousel-2721

Pubblicato in GENERALE | 1 commento

Leivi – San Rufino fino al 1934 –città metropolitana di Genova– una facciata, da vedere insieme al pavimento, che mi pare ” straordinaria ” — un paese che nel 2022 aveva quasi 2400 abitanti.

 

Il territorio comunale si colloca a est di Genova, alle pendici dell’Appennino ligure, nell’anfiteatro collinare formato dalla valle del torrente Rupinaro, alle spalle della città di Chiavari.

Tra le vette del territorio il monte Carmelo (567 m), il monte Anchetta (544 m), il monte Castello (340 m).

 

undefinedCHIESA DI SAN BARTOLOMEO

 

 

Il territorio non fu mai assoggettato ai conti Fieschi, e il territorio rimase pertanto indipendente fino alla caduta della Repubblica di Genova per mano di Napoleone Bonaparte nel 1797.
Nel 1815 fu inglobato nel Regno di Sardegna, secondo le decisioni del congresso di Vienna del 1814, rimanendo sempre entro il circndario di Chiavari.

 

 

undefined

anche LA CHIESA DI SAN RUFINO  mi sembra da guardare per l’accostamento brillante dei colori
Davide Papalini – Opera propria

 

 

 

Leivi – VedutaIl paese in mezzo al verde soprattuttoi degli ulivi il cui olio ( ” nettare d’oro ” ) entra nel-
la DOP “Riviera Ligure di Levante

 

 

 

 

il municipio — sono colori dovete pensarli con un cielo quasi sempre azzurro azzuro

 

 

 

 

 

Leivi nella provincia di Genova

 

 

 

 

San Rufino, una frazione di Leivi

 

 

 

 

 

Il 21,22 e 23 luglio a Leivi la 28° Festa dell'Olio — Italiano

Il 21,22 e 23 luglio a Leivi la 28° Festa dell’Olio — Italiano– quest’anno ha vinto la Coldiretti

 

 

 

 

 

www.ladigetto.it - Maltempo in Liguria: Chiavari sott'acqua, a Leivi due dispersi

cartina da : L’adigetto

Pubblicato in GENERALE | 1 commento

Facebook di Cristina Franceschi, sorella di Roberto ( link sotto ) che ringraziamo di cuore per aver pubblicato questo scritto di suo fratello per ricordarlo con più amore e perché la sua domanda finale vale ancora di più oggi : ” Cosa faccio ? Cosa fai ? “

 

 

*** video 4.53 min. al fondo

 

Cristina Franceschi

 

 

Il 23 luglio 1952 nasceva a Milano #RobertoFranceschi. Nel giorno del suo compleanno vogliamo ricordare Roberto con alcuni versi da lui scritti che possono offrire un’immagine della sua personalità e degli ideali che animavano la sua giovane vita.

 

«Ma perché devo spendere gli anni della mia vita

in una continua mera ricerca di una falsa felicità

perché devo lottare con i miei compagni per essere più di loro

devo continuamente mostrarmi ipocrita per essere sempre di più, di più, devo correre per vie ignote

per arrivare ad una meta non voluta,

devo abbandonare i miei migliori istinti per una continua ricerca verso qualcosa che non afferro

non comprendo, non amo, non capisco.

Se non vesto all’ultima moda le ragazze non mi guardano

devo comprare una cosa più grande per essere all’altezza della mia posizione.

Devo guadagnare di più, sempre di più, per avere di più

per essere ammirato dai miei amici, dal mondo,

ma io amo ancora gli incontaminati ghiacciai,

il limpido mare e i piccoli aspetti della natura.

Il mio cuore è ancora aperto ad un vero amore

i miei occhi sono ancora in una continua ricerca della bellezza

le mie orecchie aspettano ancora la musica liberatrice

tutto il mio corpo è proteso verso un mondo

dove pace e amore trionferanno.

Ma io sono osteggiato, sono allontanato, sono tacciato

di imbecillità, di mancanza di realismo, sono messo in disparte solo perché non capisco

come sia possibile che gli uomini vivano schiavi di altri uomini

non capisco perché una creatura come me debba vivere peggio di me o meglio di me;

non capisco perché ci sono bambini che muoiono di fame

mentre altri gettano sazi l’ultima tavoletta di cioccolato,

non capisco perché ci sono uomini che uccidono altri uomini per un ideale imperialistico.

[…]

È forse colpa procreare un figlio?

È forse colpa non avere cibo per un piccolo?

È forse colpa essere nati in una sperduta e povera regione?

Non è forse colpa nostra parlare, parlare, parlare!

Sì parlare promettere, parlare ma per fare che cosa?

Sì che cosa facciamo? Cosa facciamo per tutte quelle schifezze che ci circondano?

Che cosa faccio? Che cosa fai?»

Potrebbe essere un'immagine raffigurante 1 persona

Aggiungo il link della Fondazione Franceschi:

 

La Fondazione Roberto Franceschi Onlus si è costituita nel 1996 per ricordare Roberto, studente ventenne dell’Università Bocconi di Milano, colpito a morte il 23 gennaio 1973 da un proiettile di pistola in dotazione alla polizia, che quella sera presidiava la sua Università per impedire una assemblea aperta agli studenti delle altre Università milanesi.

La Fondazione svolge attività nel settore della ricerca scientifica di particolare interesse sociale principalmente nell’ambito della prevenzione, diagnosi e cura di patologie sociali e forme di emarginazione sociale.

 

La nostra storia raccontata dai ragazzi

Partecipando al nostro progetto Diritto al Lavoro, gli studenti di cinema dell’ITSOS Albe Steiner di Milano si sono appassionati alla storia di Roberto Franceschi e della Fondazione e ci hanno proposto di raccontarla dal loro punto di vista, realizzando un video con immagini di archivio e interviste realizzate per l’occasione a Cristina Franceschi, Nando dalla Chiesa e al loro docente Niccolò Leotta. Ecco il risultato del loro lavoro.

 

 

video, 4.53 min. 

vale vederlo, a chi ha vissuto quel tempo, soprattutto, è fatto bene, non sapevo che il processo avesse avuto una conclusione.

Pubblicato in GENERALE | 1 commento

ASSOCIAZIONE ANTIGONE – PATRIZIO GONNELLA – presentazione del Dossier sulle carceri _ 2024 – 23 luglio 2024 + altri interventi di coordinatori dell’Ass. Antigone – sotto qualche notizia

 

 

video, 46.oo  ca —

 

silenzio fino a:

2.03  Patrizio Gonnella, Presidente Associazione Antigone

13.36 — Susanna Marietti, coordinatrice nazionale   Associaz. Antigone

23.38 –  Alessio Scandurra

33. 45 — Sofia Antonelli

44.38 — conclusioni di Patrizio Gonnella

 

 

 

La Cassazione su Riina, Gonnella: "Così lo Stato è più forte" - Giornale di Sicilia

PATRIZIO GONNELLLA

Presidente dell’Associazione Antigone e della Coalizione Italiana per le Libertà e i Diritti Civili

 

foto da : 

FACEBOOK  PATRIZIO GONNELLA
https://www.facebook.com/GonnellaPatrizio/?locale=it_IT

 

 

Patrizio Gonnella, nato a Bari nel 1966, si è laureato in Giurisprudenza con specializzazione post laurea in Istituzioni e Tecniche di tutela dei diritti umani. Dal 1999 collabora con varie testate giornalistiche, scrive sui temi della cittadinanza, dei diritti umani, della giustizia, della partecipazione. Presidente nazionale di Antigone, associazione italiana politico-culturale che lotta per i diritti e le garanzie nel sistema penale, vi aderiscono prevalentemente magistrati, operatori penitenziari, studiosi, parlamentari, insegnanti e cittadini che a diverso titolo si interessano di giustizia penale. È inoltre direttore di Innocenti Evasioni, (innocentievasioni.net), portale internet che si occupa della privazione della libertà e delle libertà possibili.

 

 

 

SUSANNA MARIETTI 

DA : IL SUO  SITO
https://susannamarietti.wordpress.com/chi-sono/

 

Mi sono avvicinata ad Antigone nel 1996.

I temi della giustizia mi apparivano come temi fondanti della nostra convivenza. Federico Aldrovandi era morto ammazzato a calci da quattro poliziotti su un marciapiede della sua città. E poi Aldo Bianzino, Stefano Cucchi, Giuseppe Uva, Michele Ferulli. Uno Stato impunito e arrogante di fronte alla vita delle persone. Quello stesso Stato che riempiva le galere di umanità trattata in maniera disumana.

Per molti anni ho coordinato l’Osservatorio nazionale sulle condizioni di detenzione di Antigone, una struttura di circa cinquanta persone autorizzate dal Ministero della Giustizia a visitare le carceri. È sulla base della nostra osservazione diretta che abbiamo pubblicato nove Rapporti sulle carceri, facendo conoscere all’opinione pubblica la vita penitenziaria.

Ho scritto articoli e libri sul carcere e la pena. In uno di essi mi rivolgevo ai più giovani (“Il carcere spiegato ai ragazzi”, con Patrizio Gonnella, Manifestolibri 2010), coloro che vanno a costruire la sensibilità del futuro. Da cinque anni sono impegnata anche nel giornalismo radiofonico, attraverso due trasmissioni settimanali in onda su Radio Popolare. In una di esse, che curo e conduco con Patrizio Gonnella, racconto dei problemi delle nostre carceri lungo le note di grandi artisti rock. “Jailhouse rock. Suoni, suonatori e suonati dal mondo delle prigioni”, che da qualche mese è diventato anche un libro, raccoglie storie di musicisti finiti dietro le sbarre

 

 

Interventi di Alessio Scandurra | Radio Radicale

Alessio Scandurra
foto Radio Radicale

è coordinatore dell’osservatorio nazionale sulle condizioni
di detenzione degli adulti.

 

 

 

Sofia Antonelli - Association Antigone | LinkedIn

SOFIA ANTONELLI

foto Linkedln

 

laureata in Human Rights and Multi-level Governance presso l’Università di Padova. Ha conseguito un master in “Diritto Penitenziario e Costituzione” presso l’Università degli Studi di Roma Tre. Da novembre 2020 è ricercatrice di Antigone e coordinatrice dell’ufficio del Difensore Civico.

Pubblicato in GENERALE | Lascia un commento

Un eroe per fortuna nostra longevo : GIOVANNI BATTISTA CANEPA ( Chiavari, 18 luglio 1996 — Milazzo ( ME ), il 13 febbraio 1994 — ) – scrittore e giornalista — prima guerra mondiale, ferito a Caporetto -1926 direttore Il Lavoro–meglio leggerla / – troppi avvenimenti eroici !

 

ANPPIA

 

 

Canepa Giovanni Battista

 

 

Marzo. Cronache di una vita

 

 

Nato a Chiavari (GE) il 18 luglio 1896, muore a Milazzo (ME) il 13 febbraio 1994)

 

Nome di battaglia “Marzo” nella Resistenza .

Finiti gli studi a Genova, viene arruolato come sottotenente del IX Bersaglieri nella Prima guerra mondiale e rimane ferito durante la battaglia di Caporetto. In seguito al ferimento, viene insignito della Medaglia di Bronzo al Valor Militare.

Al termine della guerra emigra in Sudamerica e negli Stati Uniti d’America. Rientra nel 1924 in Italia. Si iscrive alla facoltà di legge dell’Università di Genova e aderisce al Partito Socialista Italiano, diventando negli stessi anni direttore del quotidiano socialista genovese “Il Lavoro”. Arrestato più volte per reati politici, viene amnistiato una prima volta nel 1925.

Nel 1926 viene condannato per reato di stampa (offese alla Casa Reale) ed è costretto quindi a lasciare la direzione de “Il Lavoro”. Emigrato clandestinamente, rientra in Italia nell’ottobre del 1926 per partecipare al Congresso nazionale del Partito socialista ma viene arrestato e, dopo le leggi eccezionali di novembre, condannato a cinque anni di confino politico.

Inviato a Ponza, qui conosce la futura moglie, Maria Vitiello, figlia di un farmacista che aveva affittato il retrobottega ad antifascisti. Nel primo anno di confino viene trasferito da Ponza a Lipari, dove insieme ad altri confinati aderisce e partecipa alla ricostituzione del disciolto Partito Comunista d’Italia. Le attività di Canepa e degli altri attivisti vengono scoperte in seguito ad alcune denunce anonime e al rinvenimento di due criptogrammi sospetti a Milano. Incarcerato nel dicembre 1927, viene prosciolto da ogni accusa insieme ai compagni di prigionia nell’agosto 1928.

Di nuovo al confino, evade dal carcere di Lipari nell’agosto 1929 ma viene ripreso e condannato a 13 mesi di reclusione. Nel 1930 viene nuovamente condannato per aver violato le regole del confino, prima di essere definitivamente liberato il 27 luglio 1932. Arrestato nuovamente a Torino nel 1934 per attività comunista clandestina, viene prosciolto per insufficienza di prove dal Tribunale Speciale.

 

Nel dicembre 1936 si imbarca clandestinamente e raggiunge la Spagna per combattere a fianco della Seconda Repubblica Spagnola nel corso della Guerra civile spagnola. Arruolato come ufficiale di Stato Maggiore nella Brigata Garibaldi sin dal 7 dicembre 1936, viene ferito pochi mesi dopo durante la battaglia di Guadalajara. Impossibilitato a combattere, collabora come giornalista, insieme a Teresa Noce, alla redazione del periodico “Il volontario”. Non ancora guarito, viene rimpatriato in Francia il 12 settembre 1937, dove viene ricoverato e inizia a collaborare al quotidiano antifascista “Voce degli Italiani”, diretto da Giuseppe Di Vittorio.

Durante il periodo in Francia stringe rapporti con Pablo Picasso, Sandro Pertini ed i fratelli Rosselli. Arrestato una prima volta nel 1941 a Marsiglia, nel 1942 viene definitivamente catturato dalle truppe di occupazione italiane e rinchiuso in uno dei Forti dell’Esseillon, da cui evade l’8 settembre 1943.

Rientrato in Italia, crea insieme ad altri ex detenuti politici e militari sbandati uno dei primi gruppi partigiani della guerra di Liberazione, a Favale di Malvaro, nell’entroterra di Chiavari. Da quel gruppo nasce la divisione garibaldina Divisione Garibaldi “Cichero”, di cui diventa dapprima Capo di Stato Maggiore nel giugno 1944 e in seguito Commissario Politico, con il nome di battaglia di “Marzo” (in ricordo del suo ferimento durante la battaglia di Guadalajara, nel marzo 1937).

Come commissario politico, svolge un ruolo importante nel curare i rapporti tra formazioni partigiane e popolazioni contadine, svolgendo inoltre un ruolo decisivo nel passaggio del battaglione Vestone della 4ª Divisione alpina “Monterosa” nelle file della divisione Cichero, avvenuto il 4 novembre 1944 dopo un’intensa opera di convincimento e di trattative svolte insieme ad Aldo Gastaldi, il comandante della Cichero.

Il 24 aprile 1945 la divisione “Cichero” scende a Genova e partecipa alla liberazione della città.

Nel secondo dopoguerra viene nominato vicesindaco di Genova dal Comitato di Liberazione Nazionale e pubblica tre libri, ripubblicati più volte negli anni successivi, in cui ripercorre le principali vicende autobiografiche e della guerra di liberazione partigiana:

“Storia della Cichero” (1945), “Grand-mère était génoise” (1946) e “La Repubblica di Torriglia” (1955)”.

Entra a far parte della redazione genovese del quotidiano L’Unità, di cui diventerà vicedirettore per l’edizione locale ligure e corrispondente da Belgrado durante il regime di Tito.

Muore in Sicilia, a Milazzo, all’età di 97 anni il 13 febbraio 1994, dopo essere diventato per un breve periodo il più anziano giornalista d’Italia e aver fondato il periodico “La Voce di Milazzo”.

 

 

 

 

Canepa Giovanni Battista - ANPPIA

 

 

 

Con la moglie

 

Pubblicato in GENERALE | Lascia un commento

andrea cherchi @cherchiandrea / link dopo la foto – 18.42 — 22 luglio 2024 _ una Brera speciale ! grazie caro Andrea

 

 

Volti lo sguardo e appare la bellezza. (Brera Milano,
via Mercato – foto andrea cherchi)

 

 

 

 

 

 

 

X ANDREA CHERCHI

https://x.com/cherchiandrea/status/1815427308838174907/photo/1

Pubblicato in GENERALE | Lascia un commento

Ugo Ramella @RamellaUgo- Edward Hopper nasceva il 22 Luglio 1882. — grazie !

 

 

 

Edward Hopper nasceva il 22 Luglio 1882.

 

 

 

 

 

 

 

Pubblicato in GENERALE | Lascia un commento

ALESSANDRO PORTELLI, L’orecchio del sovrano Trump e la violenza di massa negli Stati Uniti — IL MANIFESTO  16 LUGLIO 2024

 

 

IL MANIFESTO  16 LUGLIO 2024
https://ilmanifesto.it/lorecchio-del-sovrano-trump-e-la-violenza-di-massa-negli-stati-uniti

 

 

L’orecchio del sovrano Trump e la violenza di massa negli Stati Uniti

 

 

 

Donald Trump non accetterà mai la sconfitta - Anne Applebaum - Internazionale

Sostenitori di Trump a Huntington Beach, California, domenica 14 luglio. – Ap

 

 

 

UN MASS SHOOTING PARTICOLARE ( = sparatoria di massa ). Chi sta sul trono attira lo sguardo di tutti e perciò diventa anche bersaglio: non si passa alla storia sparando a una scuola piena di bambini, ma sparando a un monarca sì

 

 

Alessandro Portelli – Imperial & Global Forum

foto Imperial & Globalk Forum

ha insegnato Letteratura americana all’Università di Roma “La Sapienza”. È fondatore e presidente del Circolo Gianni Bosio per lo studio critico delle culture dei popoli. È stato consulente per la memoria storica del Sindaco di Roma (2005-2008)-
(+ 2 nota – al fondo )

 

 

A Butler, Pennsylvania, Thomas Matthew Crooks ha ucciso una persona e ferito altre tre, fra cui l’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump. I media lo descrivono come il solito frustrato ed emarginato, più o meno di destra, appassionato di armi; ma di lui, di che cosa voleva fare e perché, non sapremo mai abbastanza: come sempre, la rapidità con cui l’attentatore viene “abbattuto” chiude il caso prima che si possa aprirlo.

Però possiamo provare a ragionare sul significato del suo gesto

Il mondo intero si preoccupa del proiettile che ha sfiorato l’orecchio di Trump, e tratta quelli che hanno colpito il povero Corey Comperatore e ferito altre due persone come meri effetti collaterali. Ma il fatto che abbia colpito anche bersagli a caso dimostra che Matthew Crooks ha sparato non solo a Donald Trump ma anche su tutta la folla.

 

LA REDAZIONE CONSIGLIA:

Un ragazzo qualunque, l’attentatore aveva 20 anni

 

Tecnicamente, con un morto e tre feriti, questo attentato di Butler rientra nel catalogo dei mass shootings (sparatorie con almeno quattro vittime) che

 

dall’inizio dell’anno ha fatto 390 morti e 1216 feriti in 302 “episodi”. ( meno di 7 mesi )

 

Matthew Crooks – bianco, maschio, giovane – rientra allora nella dinastia di Dylan Roof, il massacratore della chiesa afroamericana di Charleston, South Carolina, di Omar Maheen che ha ammazzato 43 persone in un locale gay a Orlando, Florida, Jason Aldean, che fece 59 morti e 500 feriti in un concerto country a Las Vegas: la strage di massa, tentata o compiuta, come culmine di una rabbia repressa e senza nome.

Il dato diverso però è che una delle vittime (la più leggera e la più conclamata) è un ex presidente e candidato presidenziale. Più che in ogni altro paese, negli Stati Uniti i presidenti sono stati oggetto di attentati:

il catalogo include le uccisioni di Abraham Lincoln (1865), James Garfield (1881), William McKinley (1901), John Kennedy (1963),

e gli attentati ai presidenti Andrew Jackson (1935), Theodore Roosevelt (1912), Franklin D. Roosevelt (1933), a Harry S. Truman (1950), Richard Nixon (1972), Gerald Ford (due volte nel 1975), Ronald Reagan (1981), fino a un futile tentativo contro Barack Obama (2011).

e ai candidati presidenziali – Huey Long (1935), Robert Kennedy (1968), George Wallace (1972).

 

 

 

Questo è dovuto almeno in parte alla figura istituzionale e simbolica del Presidente degli Stati Uniti. Fin da quando, con un atto di audacia politica straordinaria, l’America abolisce la monarchia e si proclama Repubblica, i “padri fondatori” sentono il bisogno di garantire una figura di autorità che rappresenti il centro (il “capo”, “il cuore”) dello stato e prevenga il disordine che ancora accompagnava l’idea di “repubblica”.

 

In Rip Van Winkle (1809), Washington Irving racconta che nell’osteria del villaggio il ritratto di Re Giorgio è sostituito da quello di George Washington. Anche nell’immaginario, il Presidente prende il posto del Re: da un lato “rappresenta” politicamente il paese, dall’altro incarna la sacralità del corpo mistico della nazione.

 

Pensiamo all’aura da Camelot e Artù che circondava la presidenza Kennedy, evocata da Bob Dylan in Murder Most Foul; ma anche alla scoperta allusione trumpiana di Bruce Springsteen in Rainmaker: «Il buffone si è seduto sul trono».

 

Chi sta sul trono attira lo sguardo di tutti e perciò diventa anche bersaglio: non si passa alla storia sparando a una scuola piena di bambini, ma sparando a un sovrano sì.

 

Recentemente la Corte Suprema ha persino sancito che il Presidente non è imputabile per atti ufficiali commessi nell’esercizio delle sue funzioni: un capo di stato democraticamente eletto si avvicina così alla figura di un sovrano al di sopra della legge.

Nei regimi costituzionali il re «regna ma non governa»; come lo immagina Trump e come lo delinea la Corte Suprema oggi, il Presidente degli Stati Uniti si avvicina a un sovrano che regna e governa, come in certe visioni presidenzialistiche nostrane.

 

 

Una foto già iconica: Donald Trump circondato dagli agenti dei servizi segreti pochi istanti dopo l'attentato a Butler in Pennsylvania il 13 luglio 2024

Una foto già iconica: Donald Trump circondato dagli agenti dei servizi segreti pochi istanti dopo l’attentato a Butler in Pennsylvania, il 13 luglio 2024, foto di Evan Vucci /Ap

 

Giustamente, Corrado Augias accosta l’orecchio di Trump al sedicente «unto del Signore» Silvio Berlusconi ferito da una statuetta a Milano. Si leggeva allora sul sito di Rai News: «Il Presidente del Consiglio mostra il viso insanguinato mentre cresce la rabbia dei suoi sostenitori» – proprio come Trump adesso.

 

Il martirio esibito del corpo sacro del re come ricomposizione della nazione: alle spalle di entrambi sta l’iconografia del volto insanguinato di Cristo e Trump dice che è stato Dio in persona a salvarlo.

 

Il gesto di Thomas Matthew Crooks, allora, è il momento illuminante in cui due forme distinte ma non separate di violenza politica – l’assassinio di massa e l’assassinio mirato al «cuore dello stato» (da noi potremmo: dire la strage di Bologna e Aldo Moro) – si sovrappongono e ci lasciano intravedere il loro sostrato comune.

 

Modalità diverse, soggetti diversi, ma l’aggressione al “corpo sociale” è la stessa: sparare a tutti o sparare a chi rappresenta tutti. Le forme cambiano, ma la violenza è una.

 

 

NOTA 1 —

WASHINGTON IRVING 

Rip Van Winkle - Washington Irving - copertina

Rip Van Winkle

Rip Van Winkle vive in un piccolo villaggio ai piedi delle Kaatskill Mountains, lungo il corso del fiume Hudson. Pigro e avverso a qualsiasi lavoro utile, è amato da tutti per il suo carattere gioviale. Un giorno, per sfuggire ai rimproveri della moglie, si reca a caccia con il suo fedele cane Wolf: dopo essersi inerpicato su un difficile sentiero incontra alcuni curiosi personaggi, beve dell’ottimo gin e finisce per addormentarsi sotto un grande albero. Quando si sveglia e torna al villaggio sono passati vent’anni e l’America si è resa indipendente dalla Corona inglese. Rip riprende le sue “sane” abitudini ma tutto ormai è profondamente cambiato… Nel giudicare questo racconto Italo Calvino scrisse che “Rip Van Winkle ben merita di essere considerato il testo inaugurale della letteratura degli Stati Uniti”. Completa il volume il breve racconto “L’arte di fabbricare libri”.

 

NEL LINK TROVATE UNA LISTA DI LIBRI DELL’AUTORE, WASHINGTON IRVING,  PUBBLICATI IN ITALIANO

 

 

 

 

2 nota_ 

 

ULTIMO LIBRO DI  ALESSANDRO PORTELLI — 2022

 

Alessandro Portelli

Dal rosso al nero

La svolta a destra di una città operaia
Terni, laboratorio d’Italia

Collana: Saggi. Storia e scienze sociali
2023, pp. 288

 

 

 

 

SCHEDA LIBRO

Cosa è successo alla classe operaia nel nostro paese? Perché non è più la sinistra il suo «naturale» punto di riferimento e sempre più spesso il suo orizzonte politico si tinge di nero? Alessandro Portelli indaga questa vera e propria «mutazione antropologica» andando sul campo di una realtà emblematica, raccogliendo decine di storie e testimonianze di una città storicamente rossa, sede di una delle industrie più rilevanti del nostro territorio, con una lunga tradizione di scioperi e battaglie operaie, che decide di allontanarsi dalla sua storia e passare «dall’altra parte», consegnandosi prima nelle mani di un’amministrazione di estrema destra e, cinque anni dopo, di un tycoon di provincia che aspira ad essere il nuovo Berlusconi. La città è Terni, a cui Portelli ha dedicato decenni di ricerche nell’ambito della storia orale, intervistando centinaia di persone, studiandone l’anima più profonda; in queste pagine prova ora a tracciarne l’itinerario degli ultimi dieci anni, «dal rosso al nero».

Terni è stata la prima città importante fuori del Nord a scegliere un’amministrazione leghista, ma anche la prima a sconfiggere in modo inopinato una coalizione di destra guidata da Fratelli d’Italia che sembrava destinata a un facile trionfo: in questo senso, si configura come una sorta di laboratorio, in cui la storia nazionale si manifesta in forme più estreme e clamorose. Processi di deindustrializzazione, crisi della sinistra, disorientamento culturale e identitario, crisi ambientale e sanitaria – ma anche debolezza di una destra senza spessore, litigiosa, culturalmente inadeguata, campanilista ma sospinta al potere da paure e insicurezze (criminalità, droga, immigrazione, revisionismo storico): la storia di questa città che invecchia, ma che ha perso il suo fulcro («Terni è una città che ha dichiarato guerra alla propria storia», denuncia uno degli intervistati) e fatica a immaginarsi un futuro, rischia di essere sempre di più la storia dell’intero paese.

 

QUALCOSA IN PIU’ SU ALESSANDRO PORTELLI

Alessandro Portelli,tra i fondatori della storia orale, ha insegnato letteratura angloamericana all’Università «La Sapienza» di Roma ed è presidente del Circolo Gianni Bosio. Tra i volumi pubblicati per la Donzelli ricordiamo: L’ordine è già stato eseguito. Roma, le Fosse Ardeatine, la memoria (1999, Premio Viareggio; 2019), Badlands (2015; 2020), La città dell’acciaio (2017), Dal rosso al nero (2023). Ha ideato e curato il volume collettivo Calendario civile. Per una memoria laica, popolare e democratica degli italiani (2017).

 

 

 

ALCUNI DEI LIBRI PUBBLICATI  DI ALESSANDRO PORTELLI

 

 

 

Carole Beebe Tarantelli

Sotto un sole metallico

La mia vita raccontata a Alessandro Portelli
Gli anni di Cambridge
L’incontro con Ezio Tarantelli
L’omicidio delle Br
Le battaglie civili

 

 

 

L’America, il razzismo, la violenza tra presente,
storia e immaginari

 

 

Springsteen e l’America: il lavoro e i sogni

 

 

«Hard Rain», una ballata fra tradizione e modernità

 

 

 

Racconto, immaginazione, dialogo

 

Due secoli di storia operaia

 

 

Memoria in forma di articoli

 

 

Due secoli raccontati da Harlan County,
Kentucky

 

 

Alessandro PORTELLI, Bruno BONOMO, Alice SOTGIA, Ulrike VICCARO

Città di parole
Storia orale di una periferia romana

 

 

Oralità, letteratura, cinema, musica

 

 

Immaginario e immaginazione dall’11 settembre
alla guerra irachena

 

Roma, le Fosse Ardeatine, la memoria

 

DA:

DONZELLI, CATALOGO AUTORE : ALESSANDRO PORTELLI

https://www.donzelli.it/catalogo/autore/307/alessandro-portelli

 

 

 

BLOG DI ALESSANDRO PORTELLI

l’ ultimo post che risulta è  del 29 aprile 2019

i titoli però sono intereessanti

https://alessandroportelli.blogspot.com/

 

Pubblicato in GENERALE | Lascia un commento

+++ PEPPE DELL’ACQUA :: Salute mentale, la legge Basaglia e il cambiamento tradito –REPUBBLICA DEL 28 MAGGIO 2021

 

 

 

Potrebbe essere un disegno raffigurante testo

dal Facebook Peppe dell’Acqua   link 14 giugno

 

 

 

 

REPUBBLICA DEL 28 MAGGIO 2021

https://www.repubblica.it/salute/2021/05/28/news/il_cambiamento_tradito-303050734/?rss&ref=twhr

 

Salute mentale, la legge Basaglia e il cambiamento tradito

INTERVISTA A PEPPE DELL'ACQUA SUL “RIORDINO” DELLA PSICHIATRIA PIEMONTESE

di Peppe Dell’Acqua  ( Solofra, Avellino, 1947 )-
Ex Direttore dei servizi psichiatrici
di Trieste. 

Solofra ( Avellino, Campania )

 

 

 

 

 

La legge 180 ha aperto le porte dei luoghi di cura. Il paziente trova spazio come individuo. Viene chiamato per nome. Ma oggi questa grande rivoluzione è a rischio

28 MAGGIO 2021

 

Potrebbe essere un'immagine raffigurante 1 persona e folla

 

guardate la bellezza del cavallo azzurro e dei bimbi – da Peppe dell’Acqua –31 maggio link

 

 

LUIGI Manconi torna sulla questione del deterioramento delle pratiche di salute mentale con un suo articolo su La Stampa. La lista delle cattive pratiche riscontrabili in molti servizi di salute mentale riesce davvero impressionante. E dolorosa per chi, come tanti di noi, non hanno mai smesso di pensare le persone, i cittadini con l’esperienza del disturbo mentale, al centro delle cure “umane e gentili” che il cambiamento legislativo di quasi mezzo secolo fa voleva garantire.

 

 

Potrebbe essere un'immagine raffigurante il seguente testo "Vuoi partecipare alla campagna? "Se in tanti saremo, qualcosa nel cielo salire vedremo" Info per partecipare all'incontro di organizzazione: forumsalutementale@gmail.com #18obenecomune"

facebook Peppe Dell’Acqua — 13 maggio–link
insieme al Forum Salute Mentale un incontro online il 21 maggio

 

 

 

Negata l’istituzione, com’è accaduto in tutto il nostro paese, e meglio, nella concretezza delle pratiche territoriali, in tante realtà locali, bisognava da subito interrogarsi sul che fare, su che cosa poteva voler dire dare continuità al lavoro di critica e di distruzione del manicomio. Sta qui il nodo cruciale che non abbiamo potuto evitare e che non finirà mai di interrogarci: come, negata l’istituzione della psichiatria, pensare, progettare, montare le nuove istituzioni della salute mentale. Ecco il compito, direi l’urgenza, che, impreparati, abbiamo dovuto affrontare.

 

Potrebbe essere un'immagine raffigurante 2 persone, rinoceronte e cervo

foto dal

Forum Salute Mentale

incontro di Vigheffio ( Parma ) ::
🐴 La campagna #180benecomune galoppa in tutta Italia!

I giovani di Basaglia

 

«Non mi resta il tempo necessario per cambiare la testa agli psichiatri. Meglio formare una squadra di giovani », Franco Basaglia

 

 

Ero un ragazzino in quegli anni, uno dei giovani di Basaglia arrivati a Trieste da mezza Italia. Un ragazzino che capiva poco di manicomi e ancor meno di istituzioni totali e, tuttavia, ero entusiasta, avvertivo nelle quotidiane assemblee l’ansia del che fare, la paura di trovarsi in mezzo al guado, il pensiero di un mondo nuovo possibile (Il sogno di una cosa?). Ogni indecisione, ogni errore poteva segnare il fallimento. Il gruppo che si andava riconoscendo veniva messo alla prova ogni giorno. Avvertivamo voci di sfida: è facile – dicevano – buttare giù una rete, un muro, aprire una porta. E poi?

Non si può negare che rompere è più facile che costruire. Questo vale certamente per le cose, ma quando ci si riferisce alla vita dell’uomo, come stava accadendo, allora il distruggere e il costruire assumono tutta un’altra dimensione: rimandano a scelte di campo profonde, rigorose, difficili da frequentar

 

 

Salute mentale, la riabilitazione psichiatrica da sola non basta
https://www.repubblica.it/salute/2020/11/09/news/il_ruolo_della_psicoterapia_nella_riabilitazione_psichiatrica-273722390/

09 Novembre 2020

 

 

 

 

Così Basaglia conclude nella bella intervista di Ernesto Venturini ne‘Il giardino dei gelsi’, Einaudi 1979:“Della malattia mentale, sulla sua in/consistenza “scientifica”, sulla ragione delle istituzioni totali. Forse bisognerà non stancarsi mai di tornare a rivedere quei percorsi, riascoltare quelle storie.”

 

Covid: il trauma da pandemia può lasciare segni sulla psiche fino a 30 mesi
https://www.repubblica.it/salute/2021/02/15/news/covid_il_trauma_da_pandemia_puo_lasciare_segni_sulla_psiche_fino_a_30_mesi-287694121/

15 Febbraio 2021

 

 

La trasformazione di Basaglia

Da dove ha potuto avere origine la trasformazione che Basaglia cerca faticosamente di realizzare? Non riesco a pensare ad altro se non ai primi giorni goriziani. È il novembre del 1961. Un giovane medico, non ancora quarantenne, mandato via dall’università di Padova perché troppo filosofo entra nell’ospedale psichiatrico di Gorizia. Sarà il nuovo direttore. Vede la violenza delle porte chiuse, delle contenzioni, delle divise. Vede “con gli occhi del filosofo” una violenza più grande: gli uomini e le donne non ci sono più. Avverte la vertigine del vuoto, la solitudine dell’assenza. È questa la dolorosa condizione che senza tregua lo interroga.

Cosa fare per far tornare i corpi vivi, le voci, le memorie di tutta quella dolente umanità? Deve interrogarsi su cosa è quella psichiatria figlia del positivismo scientifico che costringe ogni respiro a oggetto.

La malattia nascondeva ogni cosa. I nomi e le passioni, le storie e i sentimenti, i bisogni e le emozioni non hanno mai abitato quel luogo. E la cura, neanche a pensarci.

 

People in mind, l’arte per abbattere lo stigma sulla salute mentale
https://www.repubblica.it/salute/2021/03/09/news/people_in_mind_l_arte_per_abbattere_lo_stigma_sulla_salute_mentale-291369032/

di Valeria Pini0

9 Marzo 2021

 

 

 

 

Pazienti chiamati per nome

 

Così, messa tra parentesi la malattia, come svegliandosi da un lungo sonno, tutti cominciarono per incanto a chiamarsi per nome, a raccontare una storia, a ricordare un villaggio, a riprendersi il proprio tempo. A Gorizia si cominciò allora ad aprire le porte, ad abolire tutte le forme di contenzione, i trattamenti più crudeli. Gli internati divennero cittadini, persone, individui. Da allora fu possibile curare e cercare un altro modo per ascoltare, per esserci, per riconoscersi. Fu possibile vedere il malato e non la malattia, le storie singolari e non le diagnosi, vivere la propria vita malgrado tutto. Fu possibile denunciare per la prima volta le torture e la vergogna di due secoli di istituzioni totali.

 

Con la legge 180 moltissimi pensarono, e continuano a pensare, che una storia anche se eroica ed entusiasmante, si era conclusa. Chiusi i manicomi, dissero, la psichiatria sarebbe stata accreditata nel mondo certo della clinica, avrebbe guadagnato il candore del camice bianco, le promesse della moderna medicina e gli orizzonti miracolosi dei farmaci, delle psicoterapie senza fine. La pericolosità, la deriva sociale, i diritti negati finalmente avrebbero interessato i carabinieri, i servizi sociali, la politica. Finalmente una psichiatria pulita!: così i tanti psichiatri che plaudivano alla nuova legge.

 

Covid: suicidi in aumento, si studia il legame con la pandemia non è chiaro
https://www.repubblica.it/salute/2021/03/14/news/suicidi-291318922/

di Elisa Manacorda 14 Marzo 2021

 

 

 

 

L’arte di restare umani — da:
Facebook Peppe Dell’Acqua  /  6 luglio – link

 

 

 

La legge 180

 

Si andava marcando una frattura (una paradossale continuità, in realtà) tra un prima, il manicomio, e un dopo, le psichiatrie delle diagnosi e del manuale diagnostico statistico. Non era stato il manicomio l’oggetto del lavoro di deistituzionalizzazione ma la sofferenza, la follia che diventa malattia, la negazione dei soggetti e dei diritti, l’esclusione.

Potrebbe essere un'immagine raffigurante testo

Peppe Dell’Acqua
5 luglio – link sopra

 

 

L’approvazione della Legge 180 del 1978 dava finalmente inizio al lavoro di deistituzionalizzazione. In molte regioni l’inerzia e la corsa verso i servizi ospedalieri, i fragilissimi e freddi ambulatori e le liste di attesa, la ricerca affannosa di posti dove mettere i matti rallentarono non poco la chiusura (i manicomi chiuderanno 20 anni dopo!) e contribuirono a disperdere le ragioni di quella faticosa trasformazione appena avviata, perdendo di vista la comunità, i contesti e le reti che andavano progettate e ordite.

 

Potrebbe essere un'immagine raffigurante 4 persone, la Basilica del Santuario Nazionale dell'Immacolata Concezione e testo
Forum salute mentale
12 luglio- link sopra
Ecco la foto del momento in cui Marco Cavallo ha nitrito a papa Francesco al termine della Settimana sociale a Trieste.

 

 

 

Fu chiaro allora che bisognava pensare alla cura, al riconoscimento ostinato dell’altro, ai nuovi luoghi dell’incontro che rispondessero a quelle premesse. Abbandonato il manicomio la cura poteva realizzarsi nei contesti, nelle relazioni, nella quotidianità. Potevamo immaginare di incontrare la sofferenza e il bisogno prima che diventi malattia. Un nuovo spazio dove le persone, senza la paura della porta che si chiude alle loro spalle, possono entrare per chiedere aiuto, per dire il proprio male, condividerlo. Un confine aperto che garantisce sempre il ritorno.

 

 

 

Lorenzin: “Quando il Covid finirà, dovremo occuparci di un’altra pandemia, il disagio mentale”
https://www.repubblica.it/salute/2021/04/12/news/lorenzin_quando_il_covid_finira_dovremo_occuparci_di_un_altra_pandemia_il_disagio_mentale_-296102322/

di Francesco Semprini  12 Aprile 2021

 

Nessuna descrizione della foto disponibile.

9 luglio — Marco Cavallo
Forum Salute Mentale
Facebook – link sopra

Luoghi organizzati

 

Cominciamo a immaginare e a organizzare luoghi che dovevano accogliere le voci, le identità molteplici, i conflitti: condomini, piazze, mercati, stazioni. Un luogo, penso al centro di salute mentale 24h nella mia esperienza triestina, che vuole vedersi abitato non (soltanto) dai folli. Tra questi luoghi che andiamo immaginando e il fuori (il territorio) si disegna una soglia che definisce lo spazio dell’incontro,dell’ascolto, dell’aiuto, della terapia; che contrasta il rischio della sottomissione e dell’assoggettamento così presente quando ricorre l’esperienza della malattia, della fragilità, del bisogno.

Potrebbe essere un'immagine raffigurante 7 persone, folla e testo

 

In questi anni è stato possibile dimostrare che possiamo aver cura del folle, del diverso, del vecchio, del bambino in un altro modo. I Centri di salute mentale e i tanti e diversi luoghi di accoglienza, di cura,quando sono attivi, presenti e prossimi quotidianamente a sostegno della vita delle persone; le cooperative sociali,quando veramente sono in grado di stare sul mercato e piegarsi al bisogno singolare;

le associazioni delle persone che vivono l’esperienza della fragilità, quando fanno crescere protagonismo e partecipazione; i luoghi dell’abitare e i laboratori, lì dove davvero si coltiva il valore della relazione, la bellezza degli spazi e degli oggetti, la qualità dei lavori e delle produzioni, dimostrano che è possibile curare senza contenzioni, con le porte aperte, con il sostegno puntuale, anche economico, della vita quotidiana, con la possibilità per le persone di abitare diverse e plurali identità. Con la possibilità di guarire.

 

Porte aperte

 

Questi luoghi, e le buone pratiche che li abitano, non riescono neanche a immaginare le “porte chiuse” e gli abbandoni colpevoli, contrastano quotidianamente la psichiatria delle distanze, diventano il momento privilegiato dell’ascolto, dell’accoglienza silenziosa e non perdono mai di vista il fuori. Anzi è la attenta valorizzazione di quel fuori (quel territorio di cui oggi tanto si parla) che pretende la cura in una sorta di contiguità tra la casa delle persone, gli spazi del rione, i luoghi collettivi, il centro di salute mentale, il distretto, il centro diurno. Progettare e costruire la cura significa rendere concreta, praticabile, abitabile la soglia.

Depressione: la terapia su misura con un esame del sangue
https://www.repubblica.it/salute/2021/05/18/news/un_esame_del_sangue_per_diagnosticare_la_depressione_e_il_disturbo_bipolare-300601382
di Matteo Grittani 18 Maggio 2021

 

 

 

Abitare la soglia ci costringe a incontrare l’altro nella sua realtà. Prima che il passaggio del confine salute/malattia avvenga. Prima che il disagio, l’isolamento, un profondissimo dolore, una inguaribile ferita si strutturi in malattia. Incontrare la sofferenza nella realtà dove essa accade. La trasformazione di cui vuole parlare Basaglia si muove da qui.

Il punto è che la buona volontà di tanti operatori, giovani e meno giovani, per tenere vivo l’orizzonte del cambiamento viene ostacolata da forme organizzative e dispositivi, leggi regionali e regolamenti aziendali che impediscono singolarità, creatività e complicità.

Le culture e le pratiche preziosissime che in questi 40 anni si sono realizzate non riescono più a interrogare sul senso, sulle radici, sulla dimensione etica e politica del lavoro. La dimensione critica dei saperi e delle pratiche della psichiatria va scomparendo dal lessico di tutti gli operatori.

Questo mestiere pretende una radicale e rischiosa scelta di campo, esige di prendere parte, di accettare l’incertezza e di vivere quotidianamente il conflitto. Nella solitudine e nella frammentazione è difficile, specie per i più giovani, scegliere, resistere all’omologazione, al richiamo dell’indifferenza. Infinite volte, alla fine delle assemblee con familiari, operatori, cittadini volenterosi, ci siamo detti, sconsolati, che senza luoghi adeguati e dignitosi, con una endemica carenza di personale e di fronte all’evidente povertà di mezzi e di danari, non si va da nessuna parte.

 

 

L’Italia spende troppo poco

Il nostro Paese spende poco meno del 3% del budget nazionale della Sanità per la salute mentale (con differenze notevoli tra le 20 regioni), a fronte del 10-15% di altri Paesi come Francia, Inghilterra, Finlandia.

Aspettando le risorse, molti operatori entusiasti invecchiano e, delusi, prendono strade diverse. E ognuno si ritrova a difendere, timoroso, il proprio misero spazio dalla presenza dell’altro, mentre i territori delle aziende sanitarie diventano sconfinati e i dipartimenti e le organizzazioni tra accorpamenti e fusioni si trovano spaesati in circoscrizioni sconosciute, segnate con un tratto di matita sulla carta da amministratori di “alta formazione manageriale”.

Come abbiamo potuto non vedere nei fatti gli ostacoli insormontabili allo sviluppo di luoghi di relazioni e di vicinanza, dove sia possibile sostenere visibilità, appartenenza, protagonismo dei soggetti, dei più vulnerabili?

Cominciammo a progettare e lavorare privilegiando la “piccola scala”, in circoscritte aree territoriali, anche con la finalità di riconoscere i bisogni, denunciare le diseguaglianze, promuovere malgrado la “malattia” una vita buona. Perché altrimenti, continuiamo a pensare Centro di salute mentale 24 ore? A gruppi di lavoro multidisciplinari dove l’incontro ravvicinato e quotidiano degli operatori garantisse conoscenza, condivisione, reciprocità? La dimensione affettiva, dicemmo! Oggi nelle smisurate terre dei Dipartimenti accade che infermieri, riabilitatori, cooperatori sociali, assistenti sociali, psichiatri, psicologi non si conoscano nemmeno, e ognuno arrangi nella solitudine la sua crescita culturale, le scelte formative o la fine di ogni interesse, impedito a ogni salutare confronto, inchiuso in un’impenetrabile autoreferenzialità.

 

 

 

L’indifferenza

 

La dimensione amorosa, soggettiva, utopica e un po’ sognante si è andata perdendo. E con essa non c’è più traccia del senso di appartenenza di quell’attenzione etica, politica e umana che avrebbe dovuto essere l’interrogazione dominante nei luoghi di questi mestieri.

A nulla serve credere che i fondi europei mobilizzeranno l’apatia e l’indifferenza dominante.

La pandemia, che invochiamo a causa e giustificazione di ogni cosa, poco condiziona le questioni di cui cerco di parlare, che vengono da molto più lontano. La distanza e lo sguardo raggelante delle psichiatrie e delle psicologie che condizionano le scelte culturali e operative di tutto il mondo degli operatori domina il campo, e le persone che vivono l’esperienza continuano a essere obbligate a trattamenti, stupidi se non dannosi.

La pratica della contenzione non è mai stata abbandonata, anzi i “legatori” vengono allo scoperto e rivendicano con parole gentili dignità alle loro orrende pratiche.

La presa in carico delle singole persone e delle vastità dei loro bisogni, che pure abbiamo sperimentato con successo, dovrebbe rappresentare la potente alternativa alle modalità burocratiche e de-soggettivanti che dominano le (cattive) pratiche nella quasi totalità dei dipartimenti di salute mentale.

 

 

 

Droghe e farmaci: Il bello degli psichedelici
https://www.repubblica.it/salute/2021/04/04/news/il_bello_degli_psichedelici-294405709

di Agnese Codignola 03 Aprile 2021

 

 

Non c’è più tempo

 

Basterà continuare a parlare di budget di salute, di Lea, di fondi europei e così via? Penso che non basterebbe. Non c’è più tempo. È il momento di denunciare con parole chiare, anche se dolorose, le distorsioni, le regressioni e i crimini di pace quotidiani che continuano ad accadere. La ingovernabilità delle differenti e contrastanti politiche regionali, delle inutili formazioni accademiche, delle povertà di cultura e di risorse delle aziende sanitarie in ordine alla salute mentale, sono evidenti.

 

Un gruppo di operatori, del quale ho fatto parte, ha compilato un progetto di legge, con l’intenzione di dare unitarietà alle politiche di salute mentale, portato in Parlamento dalla Senatrice Nerina Dirindin e ripreso in questa legislatura alla Camera dall’On. Elena Carnevale e al Senato da Paola Boldrini (DDL 11 luglio 2018,). Forse bisognerebbe ricominciare da lì.

 

 

Pubblicato in GENERALE | 1 commento

NICOLO’ MIANA — Vi presentiamo un fotografo molto bravo e , forse, molto famoso che si dedica ” quasi ” solo a Venezia… ma non solo– E’ su X ( Twitter )- link sotto

X

Nicolò Miana @NicoloMiana

 

Immagine

 

link di X
https://x.com/nicolomiana

 

 

link di Instagram:
instagram.com/nikkkkkkk/

 

 

 

da X

 

 

Immagine

Riuscite a vedere le guglie dei campanili ? Venezia nella nebbia

X – 15 gennaio 2024

 

 

 

Immagine

11 marzo

 

 

Laguna di Venezia al tramonto

3 febbraio — Ieri sera nebbia sulla laguna

 

 

 

 

Immagine

Venezia avvolta dalla nebbia- 20 dic. 2022

 

 

 

L’isola di San Giorgio Maggiore nella nebbia- 1 novembre 2022


nicolomiana.com/nebbia-venezia/ ( sito )

 

 

 

vi consiglio di aprire dal titolo  o dal W dopo lo scritto– sono foto speciali, ma non riesco a riprodurle, così le vedete nella misura giusta — sono 5-6

 

il suo sito

Venezia nella nebbia

 

 

se volete, qui i temi sono diversi …

il blog di Nicolò Miana

Blog

 

 

 

 

Pubblicato in GENERALE | 1 commento

Gio @gifebe – 8.15 — 22 luglio 2024 — grazie !

 

 

X gio @ gifebe
https://x.com/gifebe

Buon giorno a tutti !
#22luglio

 

apri qui

https://x.com/i/status/1815269496111743348

 

Pubblicato in GENERALE | 1 commento

video, 1.27 — Tox Ale @ToxMagato – 12.50 — 20 luglio 2024 — grazie di avere condiviso ! Sentiamolo detto ancora una volta.. Barbero: differenza tra Fascismo e Comunismo

 

 

 

 

 

apri qui

https://x.com/i/status/1814613885317530011

 

 

 

video, 58 min. ca

ANPI “Natale Betelli” di Dalmine (Bergamo)

Modera Cristiano Poluzzi (ANPI Dalmine)

Sito web ANPI : https://www.anpidalmine.it/​​

Facebook ANPI :   / anpidalmine  

Pubblicato in GENERALE | Lascia un commento

Masuleh, quasi sulle rive del Mar Caspio è il villaggio più famoso dell’Iran — dove camminare sopra i tetti è obbligatorio perché il tetto della inferiore rappresenta il cortile e marciapiede di quella superiore–.

 

 

la distanza stradale  da Teheran è di 367 km – Si pouò andare anche in aereo
(1h e qualcosa )

 

MASULEH, un villaggio iraniano che ha più di mille anni di storia..

Si trova vicino alla città di Fulan nel distretto di Gilan di cui capoluogo è la città di Rasht, la più grande di quelle vicino al Caspio.

La popolazione nativa di Masuleh parla Talysh . (  Il talysh è parzialmente, ma non completamente, intelligibile con il persiano;  è una lingua iraniana nordoccidentale parlata nelle regioni settentrionali delle province iraniane di Gilan e Ardabil e nelle regioni meridionali della Repubblica dell’Azerbaigian

 

notizie e alcune foto da :  wikipedia

 

 

undefined

cartina : Kmusser

 

 

 

foto da : i viaggi del genio

 

 

foto da : teherantimes.com – 22 luglio 2024

 

Le case costruite con una combinazione di mattoni, legname, adobe e pietra si ergono risolutamente su un pendio di 60 gradi. Con roccia naturale alle fondamenta e un robusto “koh divar” o “muro di montagna” sostenuto dal pendio della montagna sul retro di ogni struttura, si prevede che il villaggio a gradini sia antisismico.

 

 

 

 

Finestra di un edificio a Masuleh

 

 

 

 

 

Sbfi
commons.wikimedia

 

 

 

Lovely village

 

 

 

Il villaggio più bello dell'Iran, consiglio di visitare questo posto

https://www.tripadvisor.com/

 

 

 

Masouleh Village

https://www.tripadvisor.com/

 

 

 

Masouleh Village

https://www.tripadvisor.com/

 

 

Masouleh Village

link sopra

 

 

 

Masouleh Village

link sopra

 

 

 

Masuleh in 2015

 

 

 

Masuleh in 2015

 

 

 

 

Der Ortskern von Masuleh

 

 

 

le foto che seguono sono del link TRIPAVISOR  sotto:

https://www.tripadvisor.com/

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

da qui in fondo link sotto la foto

 

If you are interested about a very brilliant place on earth, visit this magnificently beautiful destination!

Tripadvisor

 

 

 

 

 

il villaggio di Masuleh sotto la neve
DA __ Iran Front Page

 

 

 

Masuleh, Iran - Foto di Masouleh Village, Masuleh - Tripadvisor

TRIPADVISOR

 

Pubblicato in GENERALE | Lascia un commento

CHIARA CRUCIATI, ISRAELE/PALESTINA. Usa e Ue non reagiscono al parere della Corte internazionale. E nei Territori palestinesi gli abusi continuano: Demolizioni, uccisioni e raid: giorno di ordinaria occupazione –IL MANIFESTO  21 LUGLIO 2024

 

 

39.000 morti e più di 10.000 dispersi: sono i morti palestinesi o i palestinesi dispersi dal 7 ottobre-

 

 

IL MANIFESTO  21 LUGLIO 2024
https://ilmanifesto.it/demolizioni-uccisioni-e-raid-giorno-di-ordinaria-occupazione

 

 

Demolizioni, uccisioni e raid: giorno di ordinaria occupazione

 

ISRAELE/PALESTINA. Usa e Ue non reagiscono al parere della Corte internazionale. E nei Territori palestinesi gli abusi continuano. Israele risponde al drone Houthi su Tel Aviv: bombardato ieri il porto yemenita di Hodeidah

 

 

 

 

Deir al-Balah, il dolore dei sopravvissuti a un raid israeliano – Getty Images/Ali Jadallah

 

Non hanno parlato nemmeno per condannarlo: il parere consultivo della Corte internazionale di Giustizia, massimo tribunale del pianeta, ha lasciato indifferente un pezzo di mondo, quello occidentale.

Da Unione europea e Stati uniti non sono arrivati commenti di sorta sulla pesante, pesantissima accusa mossa dalla Cig: l’occupazione israeliana di Cisgiordania, Gaza e Gerusalemme est è illegale, è un’annessione di fatto ed è un regime di apartheid. Tra venerdì e ieri gli interventi di Antony Blinken, segretario di Stato Usa, e di Sven Koopmans, inviato Ue per il Medio Oriente, guardavano altrove.

Il primo è tornato sul negoziato-fantasma per il cessate il fuoco a Gaza e lo scambio di prigionieri israeliani e palestinesi: accordo «vicino alla meta» ma persistono «dettagli critici».

Il secondo ha sgridato il premier israeliano Netanyahu per «il rigetto della soluzione a due stati». Chissà, forse era un modo molto obliquo, marchio di fabbrica Ue, per richiamare al parere del tribunale dell’Aja.

 

NEI TERRITORI non cambia nulla. A Gerusalemme est la famiglia al-Qunbar è stata costretta a demolire la propria casa nel quartiere di Jabal al-Mukaber, era stata costruita senza permessi israeliani, di fatto impossibili da ottenere: o si paga il bulldozer o si fa da soli, con la crudeltà insita nel dover fare a pezzi il proprio tetto.

In Cisgiordania un ragazzo di vent’anni, Ibrahim Zaqeq, è stato ammazzato dall’esercito israeliano a Beit Ummar, tra Betlemme e Hebron. Una pallottola lo ha colpito alla testa durante un raid militare.

Era stato liberato dalle prigioni israeliane appena un mese fa, racconta la sorella Adala all’agenzia palestinese Wafa.

«I raid giornalieri (nella Cisgiordania occupata) sono più che triplicati negli ultimi mesi. Abbiamo assistito anche a un’escalation negli attacchi dei coloni israeliani – racconta da Ramallah la giornalista Nour Odeh
( X – https://x.com/nour_odeh
– )

Mentre la Corte internazionale di Giustizia leggeva la sua sentenza sull’occupazione, i coloni attaccavano i palestinesi a Huwwara, bruciando negozi e campi. Nelle colline a sud di Hebron hanno attaccato una famiglia, una donna è stata ricoverata in ospedale».

E poi c’è Gaza che ieri sfiorava i 39mila uccisi accertati dal 7 ottobre 2023. Almeno altri 10mila sono i dispersi, ma se ne temono molti di più: con il sistema sanitario al collasso, trovare e identificare i morti è diventata un’impresa impossibile.

 

Dopo una notte di devastazione con almeno 37 palestinesi uccisi, ieri i raid israeliani hanno colpito ovunque. Nel campo di Nuseirat, particolarmente preso di mira in queste settimane, il bombardamento della casa della famiglia Siyam ha provocato la morte di tre persone e il ferimento di otto.

I reporter sul posto hanno riportato della distruzione con l’esplosivo di alcune piazze a Tal al-Hawa, a sud-ovest di Gaza City.

Sempre qui, su al-Jalaa Street, è stato colpito un raduno di persone, forse per la distribuzione di acqua o cibo, al momento non ci sono dettagli.

A Jabaliya a morire è stato il giornalista Mohammed Abu Jasser, insieme alla moglie e ai due figli.

 

Dal 7 ottobre sono almeno 161 i lavoratori dell’informazione massacrati a Gaza.

 

IN UN SIMILE livello di distruzione e annichilimento, i dottori dell’Al-Awda Hospital che hanno tirato fuori un neonato vivo dal corpo della madre uccisa non hanno potuto fare altro che parlare di un miracolo, scrive la giornalista Hind Khoudary da Deir al-Balah: Ola al-Kurdera stata uccisa in un bombardamento israeliano venerdì, era stata colpita la sua casa nel campo profughi di Nuseirat. «Ancora il bambino non ha un nome, ha perso sua madre e il padre è gravemente ferito».

 

E mentre l’esercito israeliano annuncia il prosieguo dell’offensiva militare su Rafah dicendo di aver «eliminato un certo numero di terroristi in diversi confronti», nelle principali città israeliane sono tornate le proteste delle famiglie degli ostaggi e di migliaia di loro sostenitori che chiedono, inascoltati dal governo di Benyamin Netanyahu, un accordo di scambio con Hamas.

 

Intanto ieri è giunta la risposta israeliana al drone lanciato su Tel Aviv dallo Yemen, venerdì (un morto e dieci feriti). Un viaggio di duemila chilometri senza che nessuno, né la difesa Usa né quella israeliana lo intercettassero. ù+

 

Subito rivendicato dal movimento Houthi, governo de facto del paese, al drone ieri è seguito il bombardamento del porto yemenita di Hodeidah. Il portavoce dell’esercito israeliano Hagari rivendica il raid «in risposta alle centinaia di attacchi contro Israele». Nel bombardamento di cisterne petrolifere e di un impianto elettrico, a cui avrebbero partecipato Stati uniti e Gran Bretagna, sarebbero morte alcune persone.

Gli Houthi minacciano: risponderemo.

Chiara Cruciati Archivi - OGzeroFOTO

 

Pubblicato in GENERALE | Lascia un commento