POLTAVA NELL’UCRAINA CENTRALE — oggi in guerra — – qui è nato Nicolai Gogol –++ Museo Etnografico + altro + due video

 

 

 

 

 

NIKOLAJ GOGOL NASCE NELL’OBLAST DI POLTAVA –in Ucraina

 

 

Village Sorochintsy - panoramio.jpg

In questo villaggio, Sorochintsy

tarosys

 

 

Biografia di Nikolaj Gogol

Nikolaj Vasil’evič Gogol’-Janovskij  ( Velyki Soročynci, 31 marzo 1809,  – Mosca, 4 marzo 1852, ) è stato uno scrittore e drammaturgo russo. Gogol’ è considerato uno dei grandi della letteratura russa. 

CONTINUA :

https://it.wikipedia.org/wiki/Nikolaj_Vasil%27evi%C4%8D_Gogol%27

 

 

«Siamo tutti usciti dal Cappotto di Gogol’»

(Fëdor Dostoevskij)

 

Se volete fare un viaggio nei luoghi di Gogol, aprite questo link:

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Viaggio nei luoghi di Nikolaj Gogol’

 

 

 

La città di Poltava

 

LA CITTA’ DI POLTAVA IN UCRAINA CENTRALE

PINTEREST

 

 

Parco dell’Ottobre
FoFF4ik – Opera propria

 

Il centro della città vecchia è piazza Rotonda, una piazza neoclassica circolare con al centro la colonna Tuscanica di ferro fuso (1805-11) che ricorda il centenario della Battaglia di Poltava, forgiata con 18 cannoni svedesi catturati durante il combattimento. Pietro il Grande celebrò la sua vittoria nella chiesa del Salvatore, per questo il reliquiario ligneo del XVII secolo vi è stato gelosamente conservato fino ad oggi.

 

 

 

Trinity Church Exaltation of the Cross Monastery. Ukraine, Poltava - 94286986

MONASTERO  E CHIESA DELLA TRINITA’ A POLTAVA

 

 

 

 

Majestic orthodox church in Poltava, Ukraine - 36679087

CHIESA ORTODOSSA MAJESTIC A POLTAVA

 

 

 

 

 

ALTARE DI UNA CHIESA A POLTAVA ( non trovata )

https://www.expedia.it/Poltava.dx9428?pwaDialog=gallery-open

 

 

 

 

 

 

Convento della cattedrale della Santa Dormizione - un monumento di architettura a Poltava, Ucraina

CONVENTO E CATTEDRALE DELLA SANTA DORMIZIONE

FOTO: https://www.istockphoto.com/it/foto/convento-della-cattedrale-della-santa-dormizione-un-monumento-di-architettura-a-gm1362143249-434218024

 

 

 

 

OBLAST DI POLTAVA

 

L’oblast’ di Poltava (in ucraino: Полтавська область, traslitterato: Poltavs’ka oblast’) è una delle 24 oblast’ dell’Ucraina, con capoluogo Poltava. Altre città importanti sono: Horišni Plavni, Kremenčuk, Lubny e Myrhorod.

L’oblast’ di Poltava si trova nella parte centrale dell’Ucraina, sulla riva est del fiume Dnepr.

Questa oblast’ è il centro dell’industria ucraina del gas naturale e del petrolio, con il maggior numero di perforazioni e gas/oleodotti. Il maggiore impianto di raffinazione si trova nella città di Kremenčuk. Nella zona sono presenti anche impianti attrezzati per l’estrazione di minerali ferrosi.

La provincia produce in quantità ragguardevoli frumento, barbabietola da zucchero, semi di girasole e patate. Da menzionare anche la produzione derivante dall’allevamento di bestiame: carne, latte e uova.

 

da :  https://it.wikipedia.org/wiki/Oblast%27_di_Poltava

 

 

 

 

qualche immagine dell’oblast di Poltava

 

Hlobyns'kyi district, Poltavs'ka oblast, Ukraine - panoramio (5).jpg

 

Hlobyns'kyi district, Poltavs'ka oblast, Ukraine - panoramio (6).jpg

 

 

Hlobyns'kyi district, Poltavs'ka oblast, Ukraine - panoramio (8).jpg

 

 

Hlyboka Dolyna, Poltavs'ka oblast, Ukraine, 37800 - panoramio (1).jpg

 

Hlyboka Dolyna, Poltavs'ka oblast, Ukraine, 37800 - panoramio.jpg

 

 

 

Hrebli, Poltavs'ka oblast, Ukraine - panoramio.jpg

 

 

 

Khorol's'kyi district, Poltavs'ka oblast, Ukraine - panoramio (10).jpg

 

 

 

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Khorol's'kyi district, Poltavs'ka oblast, Ukraine - panoramio (109).jpg

 

 

Khorol's'kyi district, Poltavs'ka oblast, Ukraine - panoramio (124).jpg

 

 

Khorol's'kyi district, Poltavs'ka oblast, Ukraine - panoramio (126).jpg

 

 

 

 

immagini sopra sono di :

юра запеченко

 

 

 

 

LA CITTA’ DI POLTAVA– cartina

 

Ukraine crisis in maps - BBC News

 

Poltava (in ucraino e in russo: Полтава?) è una città di 286 649 abitanti ( DATI 2020 ) dell’Ucraina centrale, capoluogo amministrativo dell’oblast’ omonima. È situata sulla riva destra del fiume Vorskla.

L’insediamento originale è comunque molto antico: gli archeologi hanno scoperto e riportato alla luce una dimora risalente al Paleolitico; nondimeno il territorio di insediamento degli antichi Sciti comprendeva questa zona.

La tomba di Baltavar Kubrat è stata rinvenuta nelle vicinanze: il nome della città deriva dal titolo che egli, i suoi discendenti ed i suoi successori portavano: Balt-Avar letteralmente significa capo degli Avari ed è il titolo degli antichi sovrani della Bulgaria.

 

 

La regione è appartenuta al Granducato di Lituania fin dal XIV secolo. Nel 1569 è subentrata l’amministrazione polacca. Nel 1648 Poltava venne inglobata dal magnate ruteno-polacco Jeremi Michał Wiśniowiecki (1612-51). Poltava è stata la base di un distinto reggimento dell’armata dei Cosacchi ucraini.
Nel 1667  la città è passata sotto l’Impero Russo.

 

 

Marten's Poltava.jpg

Battaglia di Poltava,

dettaglio del dipinto di Michail Lomonosov, 1717

FOTO : Pierre Denis Martin – museum.ru Catherine Palace

 

 

Nella Battaglia di Poltava, 27 giugno (8 luglio per il calendario gregoriano) 1709, lo zar Pietro I di Russia alla guida di 80 000 soldati, sconfisse a Poltava un esercito svedese di
24.000 uomini condotti dal maresciallo di campo Carl Gustaf Rehnskiöld (che era passato alla guida dell’esercito dopo che il Re di Svezia Carlo XII era stato ferito in battaglia il 17 giugno). Ancora oggi l’espressione russa “essere come uno svedese a Poltava” ha il significato di essere totalmente indifeso. La battaglia segnò la fine dell’Impero svedese e l’inizio dell’Impero russo. Dal punto di vista storico la Battaglia di Poltava si colloca nel novero dei conflitti della cosiddetta Grande guerra del Nord.

 

MUSEO ETNOGRAFICO

 

 

 

LA CATTEDRALE DELL’ASSUNZIONE

 

 

 

LA CATTEDRALE DELL’ASSUNZIONE

 

 

 

 

 

 

MONASTERO DELL’ESALTAZIONE DELLA CROCE

 

 

 

 

IVANOVA GORA

 

 

IMMAGINI SOPRA DA :

https://www.codelt.nl/poltava-ukraine-guide/

 

 

 

LA STAMPA DEL 23 FEBBRAIO 2022 

 

Reportage. A Poltava, granaio d’Europa: “Ci risveglieremo nell’Urss”

 

Da qui arriva un quarto delle importazioni di grano e il 50% di quelle di mais. La popolazione sicura: «Putin non si fermerà, vuole prendersi le nostre terre»

MONICA PEROSINO

 

23 Febbraio 2022

 

 

SOLO PER ABBONATI

https://www.lastampa.it/esteri/2022/02/23/news/reportage_a_poltava_granaio_d_europa_ci_risveglieremo_nell_urss_-2860991/

 

DA QUEST’ARTICOLO ( La stampa ) SEMBRA CHE LA GUERRA SIA ARRIVATA ANCHE NELLA CITTA’ DI POLTAVA.. DEL RESTO NON E’ TANTO LONTANA DA KHARKIV : 130/ 180 km – 2 ore di viaggio.. poi con i droni !

 

Paolo Soldini, Autore presso Strisciarossa

 

 

NOTA SU :  

Baltavar Kubrat, un personaggio che mi ha decisamente affascinato, ch.

 

 

 

 

 

Monogramma di  Kubrat – si legge sia da destra che da sinistra
Scroch – Opera propria

 

 

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un quadro  che rappresenta il grandissimo  Kubrat
dell’artista  Dimitar Gyudjenov del 1926

da : https://it.wikipedia.org/wiki/Kubrat – dove si trova una storia straordinaria che non avremmo mai immaginato..per esempio, è stato educato a Bisanzio..
Vive nel VII secolo d. C.

 

 

 

 

TRAILER DEL FILM DEL 1981 :- video, 1.10
film epico storico Asparuch , diretto da Ludmil Staikov.
https://www.youtube.com/watch?v=kOSamTL2-C4

 

 

segue : LA STORIA DI

Khan Asparuh e della Bulgaria

di Roumen Boyadjieff Jr- 2019

 

*** scene di massa bellissime

 

 

 

 

DALLA TOMBA DI KUBRAT ( uso questo nome da Wikipedia, si tratta del primo grande sovrano che ha unificato la Bulgaria- 600 d. C. all’incirca –)

 

 

 

SPADA E ANELLO RITROVATI ABBASTANZA RECENTEMENTE ( 1912 ) NELLA TOMBA VICINO ALLA CITTA’ DI POLTAVA

 

 

da :  – scritto in russo, ma provate, magari per voi cambia..

 https://nova.bg/galleries/view/2019/05/24/8512/%D0%BC%D0%B5%D1%87%D1%8A%D1%82-%D0%B8-%D0%BF%D1%80%D1%8A%D1%81%D1%82%D0%B5%D0%BD%D1%8A%D1%82-%D0%BD%D0%B0-%D1%85%D0%B0%D0%BD-%D0%BA%D1%83%D0%B1%D1%80%D0%B0%D1%82-%D0%BF%D1%80%D0%B8%D1%81%D1%82%D0%B8%D0%B3%D0%B0%D1%82-%D1%83-%D0%BD%D0%B0%D1%81/

 

 

 

 

 

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MUSEO ETNOGRAFICO DI POLTAVA —

 

DONATELLA 

” Com’è colorato questo museo! La storia delle immense pianure nell’Europa orientale è affascinante per le migrazioni e per la mescolanza di etnie. Migrazioni sono avvenute un po’ in tutto il mondo, antico e moderno, ma qui mi pare che ci sia un “respiro epico”, anche se non so bene cosa voglia dire. “

 

 

Полтавський краєзнавчий музей.jpg

uk:Користувач:Turzh – Ukrainian Wikipedia

 

Fondato nel 1891; è una delle più grandi collezioni di reperti storici, archeologici, etnografici e culturali riguardanti la zona di Poltava.

Il museo venne creato nel 1891 per iniziativa dello scienziato Vasyl’ Dokučajev, che negli anni che vanno dal 1888 al 1892 effettuava ricerche sul suolo di Poltava, che si offrì di fondare un museo.

Nella collezione sono presenti numerosi campioni di suolo (circa quattromila), campioni di roccia (circa 500) e un erbario con circa 800 foglie provenienti dalle spedizioni di Dokučajev.

 

 

L’INTERNO

 

"Парадні сходи" музею.JPG

Tala tamila – Opera propria

 

 

Poltawa wnetrze muzeum 01.jpg

 

 

 

 

Poltawa wnetrze muzeum 02.jpg

FOTO SOPRA –Przemysław Wierzbowski – Opera propria

 

 

 

Будинок земства, м.Полтава, інтер'єр.jpg

Ivan Sedlovskyi – Opera propria

Будинок Полтавського губернського земства (інтер'єр зали).jpg

Dmytro Perevoznyi – Opera propria

Будинок Полтавського губернського земства 057.jpg

Kiyanka – Opera propria

Вестибюль будинку губернського земства 1909р., пл.Леніна,2, м.Полтава.JPG
Вестибюль будинку губернського земства1905-1909рр., пл.Леніна,2, м.Полтава.JPG

Denis Vitchenko – Opera propria

TUTTE LE FOTO DELL’INTERNO DEL MUSEO ETNOGRAFICO SONO DI :

https://commons.wikimedia.org/wiki/Category:Interior_of_Poltava_Natural_History_Museum?uselang=it

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Il bellissimo Lago di Molveno in Trentino Alto Adige:: La “preziosa perla in più prezioso scrigno” ( Antonio Fogazzaro )– Dolomiti ( Unesco ) + altro

 

 

 

 

 

 

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Lago di Molveno-  Il paese di Molveno, ai piedi delle Dolomiti di Brenta, visto dalle rive del suo omonimo lago
de:user:CTHOE – first uploaded to de.wikipedia by de:user:CTHOE

 

 

 

 

 

Scenic view of lake by snowcapped mountains against sky,Molveno,Italy

Getty Images

 

 

 

Il lago di Molveno è un lago del Trentino-Alto Adige.   Bagna con le sue acque il territorio di due comuni: il Comune di Molveno e il Comune di San Lorenzo Dorsino. Deve gran parte del suo fascino alla cornice naturale che lo circonda: ad ovest si erge la catena centrale del Gruppo di Brenta (Campanile Basso, Croz dell’Altissimo, Sfulmini, Cima Tosa), a sud est il massiccio del monte Gazza e della Paganella.

E’  un lago alpino di origine naturale, formatosi circa 4.000 anni fa a seguito di un’imponente frana. Risulta essere dal 2014 il “lago più bello d’Italia” per la qualità dell’acqua, della spiaggia, dei servizi e della sicurezza. È il secondo lago per estensione del Trentino-Alto Adige, dopo il lago di Caldonazzo.

Il pendio settentrionale, dove si trova l’abitato di Molveno, si distende verso il lago con prati pianeggianti e spiagge, il “Lido di Molveno”, che durante l’estate è molto frequentato da numerosi turisti.

Un ramo settentrionale del lago di Molveno, inserito tra le pendici della Paganella e del gruppo di Brenta, è chiamato “lago di Bior”. In esso si riversano le acque del rio Lambin.

Attorno al lago si trovano diversi fortini napoleonici e presso il “Ponte Romano” una cascata che riversa direttamente le acque all’interno del lago.

Dal 1957 le acque del lago alimentano la centrale idroelettrica del lago di Santa Massenza.

 

Testo da :
https://it.wikipedia.org/wiki/Lago_di_Molveno

 

 

Cima della Paganella, vista dal Monte Bondone. Il primo è il Lago di Molveno e sullo sfondo il Lago di Garda

Zoran Kurelić Rabko

 

 

 

 

Lake Molveno is nestled between mountains in the Dolomites, Italy, Europe

https://www.gettyimages.it/search/2/image?phrase=molveno&sort=best&license=rf%2Crm&page=2

 

 

 

Deciduous forest in autumn

L’autunno sul Lago di Molveno

 

 

 

Scenic view of lake by snowcapped mountains against sky,Molveno,Trento,Italy

Una vista speciale del Lago con le montagne intorno leggermente innevate

 

 

 

Sotto, al fondo, s’intravvede il paese di Molveno
Hansueli Krapf – Opera propria

 

 

Fabio Poggi

 

 

 

 

Person paragliding in Molveno Trentino Alto Adige

volare con il Parapendio..
Il parapendio è il mezzo di volo libero più semplice e leggero esistente, derivato dai paracadute da lancio pilotabili. C’è anche il parapendio biposto. ( Wikipedia )

 

 

 

 

Rooster on the farm near the fence

Gallo nella Fatto vicino alla staccionata – e l’altro ?

 

 

 

Tree with yellow leaves on blue sky background

quando è arrivato l’autunno..

 

link delle foto di Getty Images

https://www.gettyimages.it/detail/foto/tree-with-yellow-leaves-on-blue-sky-background-immagine-royalty-free/1287380819?phrase=molveno&adppopup=true

 

 

 

Una foto speciale di Fabio Poggi

 

LE FOTO CHE NON SONO GETTY IMAGES — SONO DI:

https://commons.wikimedia.org/wiki/Category:Lake_Molveno?uselang=it#/media/File:38018_Molveno,_Province_of_Trento,_Italy_-_panoramio_(2).jpg

 

*** Nel link sopra trovi altre 100 foto circa

 

ULTIMA:

 

pannocchie al sole a molveno

Una foto del Paese di Molveno, le pannochie al sole–

DA:
https://www.ilmiraggio.com/trentino-cosa-vedere-a-molveno/

 

 

UNA NOTA INTERESSANTE DA:

Cosa vedere a Molveno, la perla delle Dolomiti

 

La foresta pietrificata

Si dice che sotto il lago di Molveno si nasconda una foresta pietrificata di oltre 3.000 anni fa. E’ riemersa solo nel 1952 quando è iniziato lo svaso del lago di Molveno per permettere la realizzazione delle opere di presa della centrale.

La foresta fu coperta dalle acque causate dalla frana e furono contati bel oltre 200 tronchi faggi, pino silvestre e abete rosso (alberi che trovate tutt’ora girando per i boschi di Molveno) dell’età media di 400-500 anni.

reperti ritrovati negli anni Cinquanta ora sono esposti al MUSE, il Museo delle Scienze e situato nel quartiere delle Albere di Trento.

 

 

IL MUSE, MUSEO DI SCIENZE DI TRENTO DI RENZO PIANO-

 

Foto di trento

foto da : https://www.google.com/search?q=QUARTEIERE+DELLE+ALBERE+DI+TRENTO-+IL+MUSE+-&sca_esv=a9b651f2ccff5662&sxsrf=AE3TifPKqbWRsX0UEUBrD1fZZZ5uHppMow%3A1761622517978&ei=9TkAadm9O_qI9u8P58iW-Ao&ved=0ahUKEwiZjKaj-8WQAxV6hP0HHWekBa8Q4dUDCBE&oq=QUARTEIERE+DELLE+ALBERE+DI+TRENTO-+IL+MUSE+-&gs_lp=Egxnd3Mtd2l6LXNlcnAiLFFVQVJURUlFUkUgREVMTEUgQUxCRVJFIERJIFRSRU5UTy0gSUwgTVVTRSAtMgcQIRigARgKMgcQIRigARgKSIBAUABYhyxwAHgAkAEAmAGGAaABjgKqAQMyLjG4AQzIAQD4AQGYAgGgAo8BmAMAkgcDMC4xoAfhBLIHAzAuMbgHjwHCBwMwLjHIBwI&sclient=gws-wiz-serp#lpg=cid:CgIgAQ%3D%3D,ik:CAoSLEFGMVFpcE5YLTBXME5vcXRGaUNySXFudVhMSVJWLU9zMWRDd1dIUThRRGh6:~:text=finestra%20di%20dialogo-,MUSE%20%2D%20Museo%20delle%20Scienze,-Tutte

 

 

video 2.41

 

 

UNA FOTO DEL QUARTIERE DELLE ALBERE A TRENTO DI RENZO PIANO

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Kurtafterjim – Opera propria

 

 

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IL MUSE
foto aggiornata del Muse di
Kurtafterjim – Opera propria

 

 

 

 

un esempio di architettura sostenibile
Kurtafterjim – Opera propria

 

 

Le Albere è un quartiere di Trento progettato da Renzo Piano. È così chiamato in riferimento a populus alba, nome scientifico del pioppo bianco ripreso dal dialetto locale, che dava già il nome al vicino palazzo delle Albere. Costituisce un ambizioso progetto di riqualificazione ambientale a seguito della dismissione della fabbrica trentina Michelin, formato da 300 unità abitative, 18.000 metri quadrati di uffici, 9.000 di negozi, 28.000 di spazi aperti – viali, piazze e canali – e cinque ettari di parco.

 

 

SEGUE IN  — ( ci sono anche le critiche verso il fondo di Wikipedia )

/ E FOTO DA :

LE ALBERE, QUARTIERE DI TRENTO DI RENZO PIANO
https://it.wikipedia.org/wiki/Le_Albere#/media/File:Le_Albere_Trento_-_Ecosostenibilit%C3%A0.jpg

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video, 38 min. Dal Venezuela al Venezuela, relazione introduttiva di Lucio Caracciolo – Le Giornate del Mare ottobre 2025- Roma, Sala del Tempio di Vibia Sabina e Adriano, Piazza di Pietra

 

 

 

 

 

 

Domani vedremo – per chi non lo conosce come noi -Il tempio di Vibia Sabina, (moglie di Adriano) e di Adriano-. rinominato così recentemente in onore delle donne rimaste sconosciute..notte

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Gigi Proietti, Nun je da retta roma–musica di Armando Trovaioli- film di Luigi Magni ( 1973 ) + trama

 

 

 

 

Tosca (DVD) - DVD - Film di Luigi Magni Commedia | IBS

 

 

 

 

 

Nun je da’ retta Roma che t’hanno cojonato
‘Sto morto a pennolone è morto suicidato
Se invece poi te dicheno che un morto s’é ammazzato
Allora è segno certo che l’hanno assassinato

Vojo canta’ così fior de prato…

Che fai nun me risponni me canti ‘no stornello
Lo vedi chi è er padrone insorgi pija er cortello

Vojo canta così fiorin fiorello…

Annamo daje Roma chi sse ffa’ pecorone
Er lupo se lo magna abbasta uno scossone

Vojo canta’…

Vabbè, fior de limone…

È inutile che provochi a me nun me ce freghi
La gatta presciolosa fece li fiji ciechi
Sei troppo sbarajone co’ te nun me ce metto
Io batto n’artra strada io c’ho pazienza aspetto

Vojo canta così fior de rughetto…

 

 

testo della canzone da :
https://www.romasegreta.it/roma-nella-musica/nun-je-da-retta-roma.html

 

 

 

La Tosca" di Luigi Magni | Cinema | Rai Cultura

 

 

Disponibile su RaiPlay La Tosca di Luigi Magni, con Monica ...

 

 

Sul film di Luigi Magni – che ha composto anche le parole della musica di Trovajoli

 

Un cast stellare diretto da Luigi Magni: accanto a Monica Vitti, che interpreta Tosca, recitano Gigi Proietti , Vittorio Gassman, Umberto Orsini, Aldo Fabrizi. Parti minori affidate a Fiorenzo Fiorentini, Marisa Fabbri, Ninetto Davoli e Alvaro Vitali. Musiche di Armando Trovajoli. Magni recupera, dandone una libera versione in forma di commedia musicale ironico-grottesca, il romanzo scritto dal drammaturgo francese Victorien Sardou che ispirò anche il libretto omonimo dell’opera di Giacomo Puccini. I testi delle canzoni sono opera dello stesso Magni.

La storia è celeberrima: siamo a Roma nel 1800. Il pittore Mario Cavaradossi (Gigi Proietti) dà rifugio al patriota Cesare Angelotti (Umberto Orsini), fuggito dal carcere di Castel Sant’Angelo. La polizia Pontificia, a capo della quale c’è il barone Scarpia (Vittorio Gassman), lo cerca senza sosta, servendosi della cantante Floria Tosca (Monica Vitti), amante di Cavaradossi, facendole credere che il suo uomo la tradisca. La vicenda avrà la conclusione tragica che tutti conosciamo. Per chi ancora non la conosce, consigliamo di vedere questo film ed ascoltare le canzoni. Una per tutte: Nun je da’ retta Roma, cantata prima da Proietti e poi, nel finale, dalla flebile voce, meravigliosamente evocativa, di Monica Vitti.

 

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Andrea Bardelli ci consiglia ::: “Katyusha”, vocal e instrumental por Hvorostovsky y María Lazareva + una seconda versione + alcune notizie + Fischia il vento

 

 

 

1.

 

 

2.

 

 

Katjuša (in russo Катюша?, trascritto anche Katiuscia o Catiuscia, diminutivo confidenziale di Ekaterina, Caterina in italiano) è una canzone sovietica in lingua russa diffusa durante l’ultimo conflitto mondiale, che parla di una ragazza sofferente per la lontananza del suo amato che combatteva al fronte.

La canzone fu interpretata per la prima volta nel 1938 all’interno della monumentale Sala delle Colonne nella Casa dei sindacati di Mosca.

La musica del brano è famosa in tutto il mondo, ma non fa parte della musica popolare russa. È invece una canzone d’autore, scritta nel 1938 da Matvej Blanter; il testo è di Michail Isakovskij.

 

undefinedLa casa dei Sindacati a Mosca, chiamata anche ” Casa verde ”

 

 

La sala delle colonne nel dicembre del 1918 — si riconosce bene Lenin, altri preferisco non azzardare
Ph. Sconosciuto –

 

 

La sala delle colonne nel 2019

da : https://commons.wikimedia.org/wiki/Category:House_of_the_Unions?uselang=it#/media/File:LDPR_meeting_4_November_2019_01.jpg

 

 

 

FISCHIA IL VENTO – MUSICA DA KATIUSCIA E TESTO DI FELICE CASCIONE

La melodia di Katjuša fu utilizzata nella canzone partigiana Fischia il vento, composta nel settembre 1943 dal partigiano e medico imperiese Felice Cascione, come ricordato anche da Mario Rigoni Stern in una lettera in Aspettando l’alba e altri racconti.

 

https://www.ilsecoloxix.it/imperia/2024/01/27/news/80_anni_di_fischia_il_vento

 

 

testo originale

Расцветали яблони и груши Поплыли туманы над рекой Выходила на берег Катюша На высокий берег на крутой
Выходила, песню заводила Про степного сизого орла Про того, которого любила Про того, чьи письма берегла
Ой, ты, песня, песенка девичья Ты лети за ясным солнцем вслед И бойцу на дальнем пограничье От Катюши передай привет
Пусть он вспомнит девушку простую Пусть услышит, как она поет Пусть он землю бережет родную А любовь Катюша сбережет
Расцветали яблони и груши Поплыли туманы над рекой Выходила на берег Катюша На высокий берег на крутой

da : LA NUOVA PADANIA.IT
https://www.lanuovapadania.it/storia-territorio/ok-katiuscia-quella-russia-dellultimo-conflitto-mondiale/

 

 

TRADUZIONE DI BUDANO E BERTI

Gli autori composero questa canzone nel 1939 per incitare il popolo russo e ucraino alla resistenza contro le forze dell’Asse che avevano invaso l’Unione Sovietica. La melodia risente molto della musica Yddish, dato che il suo compositore Matvej Blanter, autore di oltre duemila canzoni, veniva da una tradizione familiare e musicale ebraica. Nel testo di Mikhail Isakovsky, poeta, giornalista e traduttore di origine russa, cui venne riconosciuto il titolo di Eroe del Lavoro Socialista, una donna Ucraina di nome Katiuscia cammina lungo il fiume pensando al suo uomo, un soldato russo che combatte il nazifascismo al fronte. Un’aquila della steppa.
La traduzione di Antonello Giovanni Budano ha rispettato il senso del testo originario, riportando l’attenzione su questi temi. L’intervento di Federico Berti si è limitato alla quadratura formale del metro poetico sulla melodia originale, per poterla cantare sull’aria composta un secolo fa da Matvej Blanter.

da : https://www.federicoberti.it/katiuscia/

 

 

«Meli e peri erano in fiore,
La nebbia scivolava lungo il fiume;
Sulla sponda camminava Katjuša,
Sull’alta, ripida sponda.

Camminava e cantava una canzone
Di un’aquila grigia della steppa,
Di colui che ella amava,
Di colui le cui lettere con cura conservava.

Oh canzone, canzone di una ragazza,
Vola seguendo il sole luminoso
E al soldato sulla frontiera lontana
Porta i saluti di Katjuša.

Fa’ che si rammenti di una semplice ragazza,
Fa’ che la senta cantare,
Possa egli proteggere la terra natia,
Come Katjuša protegge il loro amore.

Meli e peri erano in fiore,
La nebbia scivolava lungo il fiume;
Sulla sponda camminava Katjuša,
Sull’alta, ripida sponda.»

 

 

commento di

ANDREA BARDELLI ALLA CANZONE

Andrea Bardelli

Non nego che questa versione lenta e grandiloquente possa piacere. Ma io preferisco una più prossima all’originale,”Katiuscia”‘ che ha un ritmo più accelerato e parole più semplici. Si tratta credo, di una povera ragazza che ha il fidanzato che combatte al fronte, difendendo la Patria e le è rimasta sola ma fedele al suo amato. Preferisco le cose semplici. Comunque è importante anche l’altra versione. Ha un valore storico.

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Dal Facebook ” Panda Pazzo ” che ringraziamo della scoperta e testo poetico / link sotto– il Grande Caravanserraglio del Sultano Han, un monumento che ha attraversato secoli come un eco di pietra sulla Via della Seta, in provincia di Aksaray / Turchia + VIDEO 2.07 minuti + notizie Wikipedia

 

 

 

TESTO E IMMAGINE DA:

Panda Pazzo–23 luglio / LINK 

 

 

 

Nessuna descrizione della foto disponibile.

 

 

Immaginatevi nel cuore delle steppe della Turchia centrale, tra i venti antichi della provincia di Aksaray. È qui che sorge, immobile e maestoso, il Grande Caravanserraglio del Sultano Han, un monumento che ha attraversato secoli come un eco di pietra sulla Via della Seta.

 

 

La stessa foto, intera..

 

Costruito nel XIII secolo sotto il dominio dei Selgiuchidi, questo imponente rifugio fortificato offriva riparo e protezione a mercanti, viaggiatori e animali che percorrevano le rotte commerciali tra Persia e Anatolia. Dall’alto, appare come una nave di pietra arenata nel deserto del tempo: simmetrica, incastonata da mura robuste, punteggiata da stanze dove una volta si udivano il respiro dei cammelli, le contrattazioni dei mercanti, il passo vigile delle guardie.

Al centro, una sala di preghiera con volta a cupola, circondata da torri difensive che parlano di un’epoca in cui fede e pericolo viaggiavano fianco a fianco. Oggi, quel luogo è silenzioso, le sue geometrie perfette sospese tra memoria e polvere.

E allora ci si chiede: quando le strade scompaiono e i mercati si spengono, cosa rimane davvero? Il viaggio stesso, con il suo carico d’incertezza e speranza, o il santuario che, pietra su pietra, ha osato custodirlo?

Forse, nel vuoto lasciato dal passaggio dell’uomo, è proprio questo silenzio a raccontarci di più: il ricordo vivo di ciò che siamo stati, e la traccia eterna di ciò che abbiamo cercato.

 

 

 

CARTINA DELLA REGIONE DOVE SI TROVA IL GRANDIOSO MONUMENTO:

 

 

Provincia di Kayseri - Wikipedia

PROVINCIA DI KAYSERI NEL CENTRO DELLA TURCHIA

 

 

Sultan Han è un grande caravanserraglio selgiuchide del XIII secolo situato nella città di Sultanhanı, nella provincia di Aksaray, in Turchia. È uno dei tre monumentali caravanserragli nei dintorni di Aksaray e si trova a circa 40 km a ovest di Aksaray sulla strada per Konya.

Questa struttura fortificata fu costruita nel 1229 (datata da un’iscrizione), durante il regno del sultano selgiuchide Kayqubad I (r. 1220-1237), dall’architetto siriano Muhammad ibn Khalwan al-Dimashqi[1] (Dimashqi significa “da Damasco“) lungo la rotta commerciale Uzun Yolu (letteralmente strada lunga) che porta da Konya ad Aksaray e prosegue in Persia. Dopo essere stato parzialmente distrutto da un incendio, fu restaurato e ampliato nel 1278 dal governatore Seraceddin Ahmed Kerimeddin bin El Hasan durante il regno del sultano Kaykhusraw III.

Il caravanserraglio è considerato uno dei migliori esempi di architettura selgiuchide in Turchia. Con una superficie di 4.900 metri quadrati, è il più grande caravanserraglio medievale della Turchia.

Si accede a est, attraverso un pishtaq, una porta di marmo alta 13 m, che sporge dalla parete frontale (a sua volta larga 50 m). L’arco a sesto acuto che racchiude l’entrata è decorato con mensole a muqarnas e un intreccio a motivi geometrici. Questa porta principale immette in un cortile aperto di 44 x 58 m che veniva utilizzato durante l’estate. Un arco decorato in modo simile sul lato opposto del cortile aperto, con una nicchia a muqarnas, un cuneo a sbalzo e disegni geometrici ad incastro, conduce a un cortile coperto (iwan), che era adibito ad uso invernale. La navata centrale della sala coperta ha una volta a botte con costoloni trasversali, con una torre corta a cupola al centro della volta. La cupola ha un oculo che fornisce aria e luce alla sala.

Al centro del cortile aperto si trova l’esempio più antico in Turchia di una moschea quadrata in pietra (köşk mescidi). Una costruzione di quattro archi intagliati con volte a botte sostiene la moschea al secondo piano. La piccola sala da preghiera della moschea contiene un mehrab riccamente decorato (indicatore di direzione della Qibla) ed è illuminata da due finestre.] Le stalle con soprastante alloggio erano poste nei portici su entrambi i lati del cortile interno

 

DA:

https://it.wikipedia.org/wiki/Sultan_Han

 

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+++ VIDEO BELLO, UN PO’ SALTELLANTE MA FATTO BENE E DURATA : 2.07 minuti– DI CARLO MARINO – 

La luce sulle pietre è bellissima..

PUBBLICATO DA:

Carlo Marino

 

 

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da : Gabriella Truzzi – Art Vision — Una bellissima foto del Museo degli Uffizi a Firenze– grazie !

 

 

link Facebook

Art Visions 

Gabriella Truzzi

 

 

Immagine

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ANSA.IT — 26 ottobre 2025 –. 17.25 ::: Nuovo scontro Ranucci-Garante, il video del membro dell’Autorità nella sede di Fdi. Il giornalista: ‘Input politico’. Il Garante: ‘Piena indipendenza delle nostre decisioni’. Parla Federica Corsini + video

 

 

 

ANSA.IT — 26 ottobre 2025 –. 17.25
https://www.ansa.it/sito/notizie/politica/2025/10/26/nuovo-scontro-ranucci-garante-il-video-del-membro-dellautorita-nella-sede_87334a06-f775-40eb-977f-2f164c4013f8.html

 

 

Nuovo scontro Ranucci-Garante, il video del membro dell’Autorità nella sede di Fdi.

Il giornalista: ‘Input politico’. Il Garante: ‘Piena indipendenza delle nostre decisioni’. Parla Federica Corsini

VIDEO, 0.26

 

 

 

Il Garante per la privacy “si muove su input politico.

Lo dimostreremo nell’inchiesta che andrà in onda stasera”. Fa discutere quanto annunciato domenica dal giornalista Sigfrido Ranucci in un’intervista a La Stampa, a proposito della sanzione da 150mila euro notificata alla Rai per un servizio su Gennaro Sangiuliano, in particolare per la diffusione di un’audio tra l’ex ministro e la moglie Federica Corsini, in merito alla vicenda di Maria Rosaria Boccia.

“Manderemo in onda un documento importante – spiega Ranucci nell’intervista -, con il filmato di Agostino Ghiglia (componente del Garante per la protezione dei dati personali, ndr) che entra nella sede di Fratelli d’Italia poche ore prima della sanzione. Lì nella sede di partito di Fdi c’era Arianna Meloni. Sarebbe interessante sapere se hanno parlato della sanzione a Report. E se si, che cosa si sono detti? Domande, naturalmente, solo domande”. Il filmato è stato poi diffuso in giornata, prima della trasmissione.

 

 

VIDEO —

Video‘Report’ mostra le immagini con Ghiglia che entra nella sede di FdI.

https://www.ansa.it/sito/notizie/politica/2025/10/26/nuovo-scontro-ranucci-garante-il-video-del-membro-dellautorita-nella-sede_87334a06-f775-40eb-977f-2f164c4013f8.html#:~:text=Video-,%27Report%27%20mostra%20le%20immagini%20con%20Ghiglia%20che%20entra%20nella%20sede%20di%20FdI,-Non%20si%20%C3%A8

 

 

Non si è fatta attendere la replica del Garante per la privacy, che in una nota “ribadisce la piena indipendenza di giudizio e la libertà di determinazione dei suoi componenti”, dopo la diffusione del video di Report in cui si vede Ghiglia entrare nella sede di Fdi prima della sanzione. L’Autorità precisa anche che nel caso della multa irrogata al programma di Rai3 è stata “pienamente rispettata” la procedura istruttoria e che “dopo ampia discussione, il Collegio ha deliberato in linea con la proposta degli uffici”.

 

Il Garante “ritiene doveroso precisare, per la massima chiarezza, che ogni procedimento è istruito dagli uffici, che in esito a tale istruttoria predispongono uno schema di provvedimento a cui fa seguito, da parte del componente relatore, la presentazione della proposta al Collegio (art. 15 regolamento 1/2000). Tale proposta – viene spiegato – può, pertanto, essere deliberata, o meno, dal Collegio, il quale, dunque, può condividerne, o meno, il contenuto. Le deliberazioni sono adottate a maggioranza dei votanti e, ai sensi dell’art. 153 del Codice Privacy, il voto del presidente prevale in caso di parità”. “Il Garante conferma, in tutti i suoi componenti, che nel caso della sanzione irrogata a Report – conclude la nota – la predetta procedura è stata pienamente rispettata: dopo ampia discussione, il Collegio ha deliberato in linea con la proposta degli uffici”.

 

Ad intervenire sulla vicenda Report, rompendo il silenzio, è anche Federica Corsini, al centro dell’audio con l’ex ministro Sangiuliano per la cui messa in onda l’Autorità per la privacy ha sanzionato la trasmissione televisiva. È “fuorviante, e palesemente ‘difensiva’, la tesi secondo cui il Garante sarebbe stato mosso da influenze esterne o da valutazioni politiche. Le sue decisioni si fondano su fatti oggettivi ed inequivocabili, ribaditi anche nelle conclusioni della Procura di Roma”, dice Corsini in una nota.

 

“Si cerca di accreditare la tesi di presunti ‘interventi esterni’ volti a influenzare la decisione del Garante per la protezione dei dati personali. È un’ipotesi del tutto priva di fondamento, e rappresenta un nuovo, inaccettabile attacco alla mia persona. Il Garante non aveva altra scelta se non quella di intervenire, alla luce di circostanze oggettive e documentate”. L’audio della telefonata con l’ex ministro Sangiuliano “divenuto di dominio pubblico è stato illecitamente acquisito da una persona oggi imputata, con me parte offesa. La procura della Repubblica di Roma lo afferma chiaramente nelle sue conclusioni”. Di qui, spiega Corsini, la decisione di diffidare “la Rai e la trasmissione Report – non dal dare la notizia, cosa che da giornalista non avrei mai chiesto, ma dal trasmettere l’audio”. E invece “Report ha scelto di accettarlo e diffonderlo, pur conoscendone la provenienza illecita”.

 

 

Per approfondireAgenzia ANSAScontro Ranucci-Garante, arriva la multa a Report – Notizie – Ansa.itPer il caso Sangiuliano, botta e risposta con l’Autorità (ANSA)

https://www.ansa.it/sito/notizie/cronaca/2025/10/23/scontro-ranucci-garante-arriva-la-multa-a-report_9d9e09b4-707a-4435-a848-b1563c583ce8.html

 

 

Ma il video scatena inevitabilmente la polemica politica, con le opposizioni che attaccano. “Dopo la solidarietà di facciata, è ripartito l’attacco contro Report e Sigfrido Ranucci. Le belle parole e le testimonianze di circostanza di Fratelli d’Italia si sono rapidamente trasformate nell’ennesima ondata della macchina del fango e della disinformazione, tornata all’attacco con forza. È inaudito che, poche ore prima dell’avvio dell’esposto del Garante della privacy contro Ranucci, alcuni componenti di un’istituzione che dovrebbe garantire terzietà e indipendenza siano stati visti entrare nella sede del partito di Giorgia Meloni”, dice una nota dei componenti del Partito democratico in commissione di Vigilanza Rai, a proposito del filmato. “La coincidenza e la tempistica dell’incontro tra Ghiglia e Arianna Meloni non possono passare inosservate”.

“È estremamente inquietante quanto rivelato da Report e da alcuni quotidiani sul probabile incontro tra Arianna Meloni e Agostino Ghiglia, componente del Collegio del Garante della Privacy, a poche ore dalla riunione in cui la stessa Autorità teoricamente indipendente ha comminato una multa da 150mila euro alla trasmissione di Sigfrido Ranucci. È chiaro a tutti che bisogna sapere tutta la verità, per questo motivo abbiamo inviato una richiesta di audizione urgente del presidente dell’Autorità Garante della Privacy in commissione di Vigilanza Rai”, annunciano in una nota gli esponenti M5s in commissione di Vigilanza Rai

“Il Garante della Privacy è un organismo terzo e indipendente: la sua autonomia dalla politica, e in particolare dal governo e dalla maggioranza che lo sostiene, deve essere assolutamente garantita. A parole, da Palazzo Chigi esprimono solidarietà a Sigfrido Ranucci, ma nei fatti lavorano per demolirlo”, afferma Angelo Bonelli di Avs e coportavoce di Europa Verde in una nota.

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Michele Gambirasi :: Un generale per la Striscia: anche l’Italia nel comando Usa. ” Stivali sul campo “- Pur senza comunicazioni ufficiali, personale militare è arrivato in Israele per sedersi al comitato di Trump per la ricostruzione. I ministri di Germania e Gran Bretagna hanno diffuso comunicati sul ruolo nelle operazioni– IL MANIFESTO 26 ottobre 2025

 

 

IL MANIFESTO 26 ottobre 2025

https://ilmanifesto.it/un-generale-per-la-striscia-anche-litalia-nel-comando-usa

 

 

Un generale per la Striscia: anche l’Italia nel comando Usa.

 

 

Il Segretario di Stato Usa Marco Rubio visita il Cmcc - Fadel Senna/Pool Photo via AP

Il Segretario di Stato Usa Marco Rubio visita il Cmcc – Fadel Senna /Pool Photo via API

 

File:Ashdod Israel Map.png
ASHOOD SULLA COSTA

 

È arrivato anche un generale italiano con il proprio staff a prendere parte alle attività di pianificazione del Cmcc (Civili-Military Coordination Center), la struttura inaugurata dalle forze armate statunitensi lo scorso 17 ottobre a Kiryat Gat, una ventina di chilometri dalla Striscia di Gaza nei pressi di Ashdod, in Israele.

 

Sergio Cardea

Sergio Cardea

 

LA STRUTTURA è stata pensata dagli Usa come centro logistico e militare con l’obiettivo di monitorare l’implementazione del cessate il fuoco a Gaza e sorvegliare l’ingresso degli aiuti umanitari nella Striscia: a capo dell’ala militare è stato posto il generale Patrick Frank, mentre per la parte civile è stato richiamato dallo Yemen l’ambasciatore statunitense Steven Fagin. Con loro sono stati chiamati anche rappresentanti degli altri paesi partner che intendono sostenere il piano di pace presentato dal presidente Usa Trump.

Una sorta di «coalizione dei volenterosi» sul terreno israelo-palestinese, a cui attualmente avrebbero preso parte, oltre a Usa e Israele, anche Danimarca, Canada, Giordania, Germania, Regno unito, Emirati arabi, Cipro, Grecia, Australia, Spagna e, per l’appunto, Italia.

Nelle comunicazioni, affidate da «fonti qualificate» alle agenzie senza un comunicato ufficiale, si è parlato genericamente di un generale italiano arrivato a Kiryat Gat venerdì, mentre i diplomatici dell’ambasciata italiana a Tel Aviv e del consolato a Gerusalemme già stanno lavorando con il centro.

Deve trattarsi del generale di brigata Sergio Cardea, comandante dell’Italian Joint Force Headquarters (Jfhq), una struttura dell’esercito alle dipendenze del Comando operativo di vertice interforze (Covi), creata nel 2007 per intervenire nelle aree di crisi nel mondo.

 

L’ITALIA HA CONFERMATO da giorni la propria disponibilità a inviare un proprio contingente nella Striscia, dietro una mandato delle Nazioni unite e compiuti i passaggi parlamentari che l’operazione richiederebbe. Una risoluzione di questo tipo ancora non c’è e dunque l’informazione sull’arrivo del generale italiano a Kiryat Gat è ancora ufficiosa. Utile il raffronto con le informazioni rese da altri governi europei al momento di prendere parte alla missione. Il ministro della Difesa tedesco ha fatto sapere sabato scorso che tre unità militari, tra cui un generale di brigata, avrebbero preso parte al Cmcc. «Il governo federale tedesco supporta il piano in 20 punti, contribuendo alla stabilizzazione del cessate il fuoco.

In questo quadro la prossima settimana le Forze armate schiereranno due ufficiali di stato maggiore, nonché un generale di brigata», ha scritto il ministero tedesco. Che poi ha aggiunto che i tre opereranno «in uniforme ma disarmati», e che l’impiego dei soldati non è passato dal parlamento perché «non è previsto il loro coinvolgimento in un’operazione armata». +

Dichiarazioni simili sono arrivate lunedì scorso anche da parte del Segretario della Difesa britannico John Healey, che ha detto di aver nominato, su richiesta americana, «un ufficiale di prim’ordine a due stelle in qualità di vice comandante. La Gran Bretagna svolgerà un ruolo di riferimento, contribuendo con la sua esperienza e le sue competenze specialistiche laddove possibile». Poi anche Healey ha assicurato che il contingente britannico, composto da una piccola squadra di funzionari esperti in pianificazione, non opererà all’interno della Striscia.

 

AL MOMENTO lo stato della discussione al Cmcc sarebbe quello della pianificazione: le branche da dividere e mettere all’opera sarebbero diverse, dall’intelligence alla sicurezza, dalla ricostruzione alla governance. L’intento sarebbe quello di programmare il ruolo di ciascuna delegazione nei lavori del comitato, che al momento non ha ricevuto ancora nessun mandato da parte di un’istituzione internazionale per operare nell’aerea.

Quello che servirebbe è una risoluzione del Consiglio di sicurezza dell’Onu, che legittimi le operazioni della forza militare e definisca il mandato entro cui opera. Ma proprio ieri il presidente americano ha dato un’altra conferma dell’intenzione di procedere spediti con un contingente militare che aggiri ogni coinvolgimento delle organizzazioni internazionali, andando avanti con accordi privati negoziati direttamente da lui. «Presto», ha risposto Trump a chi gli chiedeva quando sarà dispiegata questa «forza di pace» nella Striscia.

E DOPO AVER incontrato l’emiro del Qatar in uno scalo del suo volo verso la Malesia, il capo della Casa bianca ha annunciato che anche al-Thani è pronto a inviare truppe a Gaza.

 

 

 

IL PORTO DI ASHOOD- VISTA AEREA

 

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Amos Meron – Opera propria

 

FOTO DA E NOTIZIE SUL PORTO

https://it.wikipedia.org/wiki/Porto_di_Ashdod

 

 

 

 

TOPSHOT-PALESTINIAN-ISRAEL-IRAN-LEBANON-CONFLICT

ASHOOT – DI NOTTE –ottobre 2024

GETTY IMAGES – 

 

 

2.600 Ashdod Israel Stock Photos, High-Res Pictures, and Images - Getty Images

GETTY IMAGES

 

 

Ashdod Immagini - Sfoglia 1,813 foto, vettoriali e video Stock | Adobe Stock

Adobe Stock

 

 

 

TOPSHOT-ISRAEL-PALESTINIAN-CONFLICT

TOPSHOT – This picture shows a battery of Israel’s Iron Dome air defence system in the southern city of Ashdod on May 13, 2023. Israeli air strikes battered Gaza again on May 13 in response to rocket fire from militants as deadly fighting resumed after a night of relative calm, despite efforts to secure a truce. (Photo by AHMAD GHARABLI / AFP) (Photo by AHMAD GHARABLI/AFP via Getty Images)

E’ una città sempre impegnata nel conflitto di Israele e Gaza e Israele ed altri vicini ( Libano, Siria ..)- In primo piano una abtteria dell’IRON DOME – il sitema di difesa dai missili che arrivano da Gaza, dal Libano, dagli Youthi..

 DA : getty images

 

 

 

chiudiamo con un’immagine — (  DUE ) della città in pace:::

 

Ashdod Beach Shoreline with hotels and Mediterranean Sea-Aerial

 

 

 

 

Amazing Landscapes of Israel, Views of the Holy Land

 

da :
ADOBE STOCK/ LINK

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ANSA.IT  / NEW YORK 25 ottobre 2025 -22.10 — Trump, ‘Hamas restituisca i corpi degli ostaggi’. ‘Vediamo cosa succede nelle prossime 48 ore. Chance pace eterna’

 

 

 

 

 

ANSA.IT  / NEW YORK 25 ottobre 2025 -22.10

https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/mediooriente/2025/10/25/trump-hamas-restituisca-i-corpi-degli-ostaggi_993a718e-f008-42e6-9b93-269284301178.html

 

 

Trump, ‘Hamas restituisca i corpi degli ostaggi’.

‘Vediamo cosa succede nelle prossime 48 ore. Chance pace eterna’

ANSACheck

© ANSA/EPA

 © ANSA/EPA

“Abbiamo una pace forte in Medio Oriente e credo ci siano chance che possa essere eterna.

Hamas deve iniziare a restituire velocemente i corpi degli ostaggi morti, inclusi due americani, o i Paesi coinvolti” nella pace “agiranno.

Alcuni dei corpi sono difficili da raggiungere ma altri possono essere restituiti ora ma per qualche ragione non lo sono”. Lo afferma Donald Trump sul suo social Truth, sottolineando che la mancata restituzione “forse è legata con il disarmo. Quando ho detto che ‘tutte le parti saranno trattate in modo giusto’ intendevo se rispettano i loro obblighi. Vediamo cosa succede nelle prossime 48 ore. Seguirò

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RETE ITALIANO PACE E DISARMO : Dai Premi Nobel per la Pace ( Hibakusha – i sopravvissuti ad Hiroschima e Nagasaki ), un appello al Parlamento: l’Italia scelga il disarmo nucleare globale. Campagna: ” Italia ripensaci .”

 

 

 

da : COORDINAMENTO CAMPAGNE RETE ITALIANO DEL DISARMO

LINK SOTTO

25 OTTOBRE 2025

Dai Premi Nobel per la Pace un appello al Parlamento: l’Italia scelga il disarmo nucleare globale

 

 

Dai Premi Nobel per la Pace un appello al Parlamento: l’Italia scelga il disarmo nucleare globale

 

Dai Premi Nobel per la Pace un appello al Parlamento: l’Italia scelga il disarmo nucleare globale

 

Si è svolta oggi, presso il Comitato per i Diritti Umani nel Mondo della Camera dei Deputati presieduto dall’On, Laura Boldrini, l’audizione di Masashi Ieshima, sopravvissuto al bombardamento atomico di Hiroshima e membro del Consiglio Direttivo di Nihon Hidankyo (Premio Nobel per la Pace 2014) e di Florian Eblenkamp, rappresentante della Campagna Internazionale per l’Abolizione delle Armi Nucleari (Premio Nobel per la Pace 2017).

Un’importante occasione di confronto resa possibile dall’azione della Campagna “Italia, ripensaci” (promossa da Rete Italiana Pace Disarmo e dal progetto Senzatomica della Fondazione Be The Hope) che ha rappresentato un momento di forte intensità umana e politica.

Con la sua voce ferma ma commossa, Masashi Ieshima ha ricordato gli orrori della bomba atomica di Hiroshima e ha rivolto ai parlamentari un appello chiaro: “Nessun essere umano dovrebbe mai più vivere ciò che noi abbiamo vissuto. Il disarmo nucleare è una scelta di umanità.”

Florian Eblenkamp, intervenuto a nome della coalizione internazionale ICAN, ha invece sottolineato come già oggi la maggioranza dei Paesi del mondo sostenga il Trattato sulla proibizione delle armi nucleari (TPNW), strada concreta per l’eliminazione totale di queste armi di distruzione di massa, già ratificato da oltre 70 Stati tra i quali non è ancora presente l’Italia, che al momento ha deciso di rimanere fuori da questo processo. “L’Italia può e deve assumere un ruolo costruttivo nel rilanciare il disarmo nucleare – ha dichiarato Eblenkamp – perché la sicurezza dei popoli non si può costruire sulla minaccia di distruzione reciproca, ma sulla cooperazione e sulla fiducia.”

La Campagna “Italia, ripensaci”, sostenuta dalla gran parte della società civile italiana e da più di 120 Comuni attraverso l’“Appello delle Città” di ICAN, ha rinnovato la richiesta a tutti i Gruppi Parlamentari (con alcuni ci sono stati incontri particolari a latere dell’Audizione) di sostenere la Risoluzione in Commissione Esteri che invita il Governo “ad adottare misure concrete in direzione del disarmo nucleare, rafforzando il Trattato di non proliferazione (Npt), facendo proprie le prescrizioni e le indicazioni contenute nel Trattato sulla proibizione delle armi nucleari (Tpnw) per quanto riguarda l’assistenza alle vittime e il risanamento ambientale, nella prospettiva di una piena adesione dell’Italia allo stesso Trattato”. Oltre che a implementare scelte che possano portare all’adozione “di politiche di «Non primo uso» e l’estensione delle garanzie negative in materia di sicurezza”.

Contestualmente, la Campagna “Italia, ripensaci” ha sollecitato l’avvio di un percorso per la rimozione delle testate nucleari statunitensi presenti nelle basi italiane e il rilancio dell’impegno dell’Italia nei regimi internazionali di disarmo e non proliferazione, oggi fortemente indeboliti. Rete Italiana Pace e Disarmo e Senzatomica hanno ribadito come la grande maggioranza dell’opinione pubblica italiana sia favorevole all’adesione al TPNW, riconoscendo il disarmo nucleare come una priorità di sicurezza umana e ambientale.

“Ringraziamo il Comitato permanente sui diritti umani nel mondo per l’ascolto e il confronto – ha affermato Alessja Trama di Senzatomica, progetto della Fondazione Be the Hope – Oggi abbiamo ascoltato le testimonianze degli hibakusha ( = voce dei sopravvissuti ), alla guerra nucleare, veri esperti di pace e dignità umana. Da anni lavoriamo per sensibilizzare la società sul disarmo nucleare, coinvolgendo oltre 90 città e 460.000 visitatori e oggi chiediamo nuovamente all’Italia di ratificare il TPNW e promuovere il principio del Non Primo Uso. Accogliamo con speranza la Risoluzione sul disarmo nucleare, questo è solo il primo passo verso un futuro in cui la pace sia il fondamento della sicurezza globale”.

“Non possiamo arrenderci al rischio esistenziale di una guerra nucleare L’Italia deve scegliere da che parte stare: dalla parte della vita, del diritto internazionale e della Pace” fa eco Francesco Vignarca, Coordinatore campagne della Rete Italiana Pace Disarmo.

L’Audizione parlamentare odierna ha concretizzato un passo importante per rilanciare, anche nelle Istituzioni italiane, la voce dei sopravvissuti (hibakusha) di Hiroshima e Nagasaki (oltre al ricordo delle vittime di tutti i test nucleari) e la richiesta globale di un mondo libero da armi nucleari, nell’ambito di una due giorni di incontri che prevede anche l’interazione con associazioni, Amministratori locali e il mondo Universitario (con un incontro con i vertici e gli studenti della Sapienza).

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Trump-Putin e le nuove sanzioni. Israele, Cisgiordania la posta in gioco – Caracciolo a Otto e mezzo-La 7- giovedì’ 23 ottobre 2025 ++ PUNTATA INTERA ( video, 33 min. ca ) – oltre a Caracciolo, ci sono *** interventi di Marco Travaglio

 

 

 

 

 

 

 

 

LA 7 – OTTO E MEZZO  — GIOVEDI’ 23 OTTOBRE 2025 

**** CI SONO IMPORTANTI INTERVENTI DI MARCO TRAVAGLIO anche con alcune differenze da Caracciolo proprio sui dati  ( evidentemente, dal suo punto di vista )

 

video, 33 min. ca 

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Hernando’s Hideaway (Adler/Ross); Clarinet Grade 4 List B + The Johnston Brothers

 

 

 

 

 

 

 

Avevamo sentito questa edizione :

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Per chi ha interesse per la sinistra in generale :: 1. Tg la 7 stasera .. + 2. Il fatto quotidiano 21 ottobre + Romano Prodi ospite a Otto e mezzo oggi, 24 ottobre; il link di un articolo sulla ” convention ” del gruppo riformista a Milano

 

 

 

è tutto interessante a cominciare dal delitto Mattarella… e ancor più l’Europa / Ucraina — ma lo metto soprattutto per chi è interessato alle sorti della sinistra:

mi sembra che il video ne parli al minuto 19.00 ca –con Lorenzo Guerini che interviene

https://www.la7.it/tgla7/rivedila7/tg-la7-24-10-2025-617377

 

*****

Questa notizia si sposa con un’altra pubblicata da Il Fatto Quotidiano martedì 21 ottobre 2025 a Pag 11-

Vi metto solo il link:

 

 

Roma, nasce il centro dei sindaci: Conte va, Renzi no e rosica. L’iniziativa di Onorato con Salis e Manfredi

 

L’iniziativa di Onorato, assessore di Gualtieri e pupillo di Bettini: con lui Manfredi di Napoli e Salis di Genova

 

Roma, nasce il centro dei sindaci: Conte va, Renzi no e rosica. L’iniziativa di Onorato con Salis e Manfredi

Arriva come la star più attesa, Giuseppe Conte, mentre parla l’organizzatore, Alessandro Onorato all’Hotel Parco dei Principi, a Roma. L’assessore ai Grandi Eventi, Sport, Turismo e Moda del comune di Roma, molto vicino a Goffredo Bettini, seduto in prima fila, si ferma, lo accoglie. La sala applaude. E Elly Schlein? “Abbiamo invitato Stefano Bonaccini,..

*** lo puoi leggere solo se hai il giornale perché è solo per abbonati, io sono abbonata ma non  sono abbonata partner, l’ho letto sul giornale.

 

 

IL FATTO QUOTIDIANO 21 OTTOBRE 2025  pag. 11

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2025/10/21/roma-nasce-il-centro-dei-sindaci-conte-va-renzi-no-e-rosica-liniziativa-di-onorato-con-salis-e-manfredi/8167447/

*******

 

+++++ OTTO E MEZZO — INTERVISTA A PRODI SU QUESTO ” MUOVERSI DELLA SINISTRA “ 

con Lina Palmerini del Il Sole 24 ore

 

video, 29 minuti ca

https://www.la7.it/otto-e-mezzo/rivedila7/otto-e-mezzo-24-10-2025-617381

 

 

per chi avesse ancora fiato o molto curioso:

LA CONVENTION:  ” CRESCERE ” A MILANO:  I RIFORMISTI DEL PD.

Non  c’è Stefano Bonaccini, vicepresidente perché troppo allineato con  Schlein

Pd, i riformisti alzano la voce: “Serve chiarezza su Europa, difesa e Ucraina. Così rischiamo di far rivincere la destra”

 

L’ARTICOLO FINISCE CON : ” con gli auguri di Buon Lavoro di Romano Prodi  ” portato dalla Picierno ( pd Europa )

 

 

 

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Goran Bregovic e Bella ciao –notizie sul musicista – famosissimo ( noi non lo conoscevamo.. ) – da wikipedia – link sotto ++ Festival di Rudolfstadt, Germania- Ciro De Rosa, Il Manifesto

 

 

 

 

 

 

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Goran Bregović & His Wedding And Funeral Band at Rudolstadt Festival 2022 ( BANDA PER MATRIMONI E FUNERALI )–  se vuoi, vedi nota sul Festival *** al fondo

 

 

Goran Bregović (Sarajevo22 marzo 1950) è un musicista e compositore bosniaco.

 

 

 

 

Goran Bregovic e la Wedding and Funeral Orchestra in concerto a Trenčín (2007) – ( ORCHESTRA PER MATRIMONI E FUNERALI )

 

 

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Goran Bregović a Tbilisi il 3 ottobre 2007.

segue in : https://it.wikipedia.org/wiki/Goran_Bregovi%C4%87

 

 

 

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NOTA: IL FESTIVAL DI RUDOLFSTADT – GERMANIA

 

SEGUE DA :

IL MANIFESTO 18 LUGLIO 2025

https://ilmanifesto.it/rudolstadt-festival-una-comunita-che-ascolta-il-mondo

 

 

Al Bilali Soudan

Al Bilali Soudan – foto Ciro De Rosa

 

 

Rudolstadt festival, una comunità che ascolta il mondo.

Ciro De Rosa

RUDOLSTADT (GERMANIA)

 

Se il pubblico del Rudolstadt Festival, inclusivo e aperto al mondo, rappresentasse l’intera Germania, non si temerebbero i rigurgiti neo-nazisti che, invece, dilagano in Turingia, dove Afd si è imposto come primo partito alle ultime elezioni regionali.

Nato nel 1991, Rudolstadt è oggi uno dei maggiori folk, roots e world music festival europei che, nel palinsesto e dai palchi, ribadisce che le culture sono da sempre in comunicazione. Ogni edizione sceglie un focus nazionale, offrendo un programma denso e variegato, «un festival di festival», rispetto al quale il visitatore traccia la propria personale traiettoria sonora. Dal 3 al 6 luglio, la cittadina è diventata una comunità musicale: 30 palchi, quasi 300 concerti, workshop, stage di danza e dibattiti. In scena oltre 120 artisti da circa 40 Paesi. Gli spettacoli sono dislocati tra centro storico e Heinepark lungo il fiume Saale. Musica ovunque, nelle strade si suona e danza fino a tarda notte. Intorno, miriadi di stand di street food e drink, abbigliamento, strumenti musicali, aree per bimbi e famiglie a disposizione delle circa 90 mila presenze, il tutto in un’atmosfera rilassata e pacifica.

30 palchi, quasi 300 concerti, live set di Sadio Sidibe, il gruppo Al Bilali Soudan e le lettoni Saucêjas

AL CENTRO della trentatreesima edizione le molte anime musicali del Mali. L’incipit tematico subsahariano è stato sancito da Sadio Sidibe, cantante e danzatrice Peul del Wassoulou. Se un’altra vocalist, Ami Yerewolo, permea il suo rap di elementi bambara, la berlinese Le Mali 70 Earkestra rivisita il sound delle big band dei ‘70. Il chitarrista e cantante Vieux Farka Touré dà vita a un set rock dalle sfumature acide, laddove Petit Goro imprime una spinta rock&blues all’universo ritmico Dogon. Da Timbuktu il gruppo familiare tuareg Al Bilali Soudan magnetizza il pubblico con l’incedere ipnotico dei liuti tehardent, sostenuti dal ritmo profondo di calabash, mentre il desert rock firmato da Kader Tarhanime assume una vena più morbida. Hunter Folk, guidato da Nfaly Diakité (voce e donso n’goni), spinge nella contemporaneità il corpus della confraternita dei cacciatori Donso. Superlativo il calabro-maliano Baba Sissoko con la sua energica band dal profilo blues-rock.

 


Il quartetto polifonico lettone Saucejas, foto Ciro De Rosa

 

IMPOSSIBILE dar conto di tutti gli scenari sonori del cartellone, in cui spicca senza dubbio la contrabbassista franco-colombiana Ëda Diaz, nella cui cifra convergono strutture poetiche e ritmiche latinoamericane, elettronica e un elegante «touche». Al Main Stage del Castello di Heidecksburg, Mauro Durante e Justin Adams impongono formidabili architetture taranta-rock-blues-punk-sahariane. Il quartetto polifonico lettone Saucojas celebra il canto a più parti, con begli incastri vocali e passaggi dissonanti. Fascino polivocale emana anche il coro georgiano Shemodzakhili. Pure, si notano le ricercatezze timbriche scandinave di Kalejdoskop Trio e Mojna. Applausi scroscianti per il duo serbo-bosniaco Daniel Lazar & Almir Mešković, dialogo virtuosistico tra violino e fisarmonica: combinazione di danze balcaniche e composizioni originali. Il nonetto britannico Shovel Dance Collective, fautori di un avant-folk che metabolizza drone music, stilemi tradizionali, impro jazz e canto a cappella di sea shanty e ballate. Dal Libano i Sanam pescano nella poesia araba con attitudine post-folk. Altro filone esplorato, quello degli incroci inclusivi: Jusur – organico da camera arabo takht – è l’incontro tra due musicisti rifugiati siriani e quattro tedeschi (qanun, saz, fiati, oud, violino, percussioni); la grammatica musicale di un tablista e suonatore di harmonium esule afghano si unisce alle melopee iberiche nel progetto Além Cabul.

TRA I NOMI di casa, occhio di riguardo per la JugendFolkOrchester, giovanissimi musicisti (12-26 anni), interpreti di inediti repertori popolari tedeschi a cui conferiscono nuova fisionomia, distante da istanze reazionarie, del passato come del presente. Indimenticabili i momenti vissuti con Abdullah Ibrahim, il cui pianismo dal fraseggio scarno e digressivo non allenta mai la tensione. La platea di Heidecksburg è pervasa da un’atmosfera di raccolta riverenza fino alla standing ovation tributata al novantenne artista sudafricano.

Conclusione domenicale a Heinepark, prima con il virtuosismo dell’orchestrina lautari del fisarmonicista Ionica Munine, poi tutti a ballare con i rutilanti bosniaci Dubioza Kolektiv. Rendez-vous al primo weekend di luglio 2026: riflettori puntati sull’Austria.

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Walt Disney, Il brutto anatroccolo — video 8.17 min. — che vita che ha fatto.. ! Fa parte delle Silly Simphonie – 1939 — dalla fiaba di Andersen + Film ( 2006 ) : ” Nome in codice: Brutto anatroccolo ” ( 1h 25 min. ca ) diretto dai registi danesi Michael Hegner e Karsten Kiilerich

 

 

 

 

 

 

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Nome in codice: Brutto anatroccolo (Den grimme ælling og mig) è un film d’animazione del 2006 diretto da Michael Hegner e Karsten Kiilerich ( Danimarca ). È la trasposizione cinematografica di una serie animata (inedita in Italia) a sua volta tratta liberamente dalla fiaba Il brutto anatroccolo di Hans Christian Andersen.

 

 

video intero, 1 h 25 minuti ca — film del 2006

 

 

notizie sopra e
LA TRAMA
NEL LINK :

https://it.wikipedia.org/wiki/Nome_in_codice:_Brutto_Anatroccolo

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Valerio Caramanti e due foto bellissime di Nicolò con il suo papà distanti 11 anni– se ho fatto il conto giusto –chissà se le lasceranno ?

 

 

Valerio Caramanti ha condiviso un post.

24 agosto 2025

 

2025

2014
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La città di Centuripe, in Sicilia, sempre più protagonista in ambito culturale. Adesso arriva anche il primo Festival Internazionale del cinema Archeologico – da FINESTRE SULL’ARTE – il 20/08/2021

 

 

 

 

 

 

 

FINESTRE SULL’ARTE  – 20 agosto 2021

https://www.finestresullarte.info/cinema-teatro-e-tv/a-centuripe-il-primo-festival-internazionale-di-cinema-archeologico

 

 

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Donatella, ” all’amica ri- tornata ” :: qualche bella foto tutta per te– e per i Donatelli di tutto il mondo..

 

 

da : PINTEREST :

 

 

 

 

 

 

 

 

l’unica differenza è che non eravamo  bionde e niente trecce.. né quell’eleganza !

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

chiudiamo con questa se vi piace ..

 

PINTEREST

 

 

ma::::

 

 

ULTIMISSIMA:::

 

 

PINTEREST 

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ANSA.IT — 23 ottobre 2025 –12.17 :: Ranucci: ” ‘C’è chi vuole armare il Garante per punire Report “–‘Solidarietà ipocrita. Si vuole dare un segnale esemplare’ ++ ANSA/EURODEPUTATI, 23 ottobre, 11.45 -Ruotolo, ritirare querele o solidarietà ai cronisti è ipocrisia. ‘Meloni lo sa che Italia ha record di minacce ai giornalisti?’

 

 

ANSA.IT — 23 ottobre 2025 –12.17
https://www.ansa.it/sito/notizie/cronaca/2025/10/23/ranucci-ce-chi-vuole-armare-il-garante-per-punire-report_9d9e09b4-707a-4435-a848-b1563c583ce8.html

 

Ranucci: ‘C’è chi vuole armare il Garante–  per punire Report’.

 

‘Solidarietà ipocrita. Si vuole dare un segnale esemplare’

Redazione ANSA

Sigfrido Ranucci - RIPRODUZIONE RISERVATA

 Sigfrido Ranucci –

“In questi giorni raccolgo solidarietà bipartisan, ma si sta rivelando ipocrita: da una parte solidarietà, dall’altra qualcuno sta armando il Garante della privacy per punire Report e dare un segnale esemplare a altre trasmissioni.

Ciò che dico lo affermo con cognizione di causa, e lo si vedrà nelle prossime ore.

Chiedo che il Garante europeo verifichi come sta operando il Garante della privacy italiano, perché sembra agire come un’ emanazione del governo”, ha detto il giornalista Sigfrido Ranucci, in collegamento con una conferenza stampa organizzata al Parlamento europeo di Strasburgo dal deputato dem Sandro Ruotolo.

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23 ottobre 2025 — 11. 55

https://www.ansa.it/europa/notizie/rubriche/voceeurodeputati/2025/10/23/ruotolo-ritirare-querele-o-solidarieta-ai-cronisti-e-ipocrisia_de2d9dc9-eee3-4d75-a992-ce2dc1b58a8d.html

 

 

Ruotolo, ritirare querele o solidarietà ai cronisti è ipocrisia.

‘Meloni lo sa che Italia ha record di minacce ai giornalisti?’

 

 

 

Napoli 23 settembre 2017
III edizione festival del giornalismo civile
“Mai più soli: l’importanza della scorta mediatica per i giornalisti minacciati”.
Ph: Stefano Renna / Roberta de Maddi
Interventi di Nello Trocchia, Sandro Ruotolo, Paolo Borrometi, e Luciana Esposito (giovani giornalisti minacciati). Dibattito sul caso Ilaria Alpi, l’inviata del TG3 uccisa in Somalia 23 anni fa, a pochi passi dall’ambasciata italiana di Mogadisco. con la partecipazione di Carlo Verna (giornalista Rai), Giuseppe Giulietti (presidente della Federazione Nazionale Stampa Italiana), e Claudio Silvestri (segretario del Sindacato Unitario dei giornalisti della Campania).

 

SANDRO RUOTOLO — foto da Articolo 21

 

 

DA WIKI

Alessandro Ruotolo, detto Sandro  (Napoli9 luglio 1955), è un giornalista e politico italiano, dal 16 luglio 2024 europarlamentare per il Partito Democratico.

 

Ruotolo con Piero Marrazzo e Giuseppe Giulietti alla manifestazione per la libertà di stampa, piazza San GiovanniRoma 14 settembre 2002

foto e notizie ( che continuano  ) in  WIKIPEDIA

 

La presidente Meloni accusa l’opposizione di gettare ombre e fango.

Meloni, lei lo sa che l’Italia è il Paese europeo con il più alto numero di minacce ai giornalisti? Lo sa che solo quest’anno si sono già registrate 116 minacce? Lo sa, presidente Meloni, che in Italia ci sono 29 giornalisti sotto protezione dello Stato per minacce di morte provenienti dalla criminalità organizzata? E lo sa che Reporter senza frontiere ci ha fatti scendere dal 46º al 49º posto nella classifica mondiale della libertà di stampa?” Lo ha dichiarato l’eurodeputato dem Sandro Ruotolo durante una conferenza stampa a Strasburgo, alla quale è intervenuto in collegamento remoto il giornalista investigativo Sigfrido Ranucci.
    “Presidente lei potrebbe compiere due gesti concreti lei, il governo, tutta la politica: uno ritirare le querele temerarie, cioè quegli atti intimidatori nei confronti dei giornalisti.
    Eppure, proprio ieri, un’esponente del suo governo ha dichiarato candidamente che non ci pensate proprio, dimostrando che in Italia la solidarietà è spesso solo di facciata.

E poi, presidente, ci deve ancora rispondere: in Europa sono stati spiati illegalmente 36 giornalisti. Alcuni di questi sono italiani. Chi li ha spiati? È stato usato il dispositivo Paragon venduto all’Italia. Allora ci vuole dire chi è stato? E se non è stata l’Italia, chi ha spiato i giornalisti italiani?” ha concluso così Ruotolo.

 

 

per chi volesse: 

l’articolo spiega molto bene i ” lapsus ” di Meloni e come stanno le cose sul punteggio della ong

Meloni si tira la zappa sui piedi con la classifica sulla libertà di stampa

Ha citato l’indice di Reporter senza frontiere per rivendicare un miglioramento, ma i dati mostrano una storia diversa

PAGELLA POLITICA22 ottobre 2025
https://pagellapolitica.it/articoli/errore-meloni-classifica-liberta-stampa

 

 

 

 

 

A cura di Giovanni ZagniCarlo Canepa

Collana: Fuori collana
2023, 200 pp.

MIMESIS

 

 

RECENSIONE DEL LIBRO SU

INTERNAZIONALE: 25 aprile 2024– apri sotto:

chromeextension://efaidnbmnnnibpcajpcglclefindmkaj/https://www.mimesisedizioni.it/download/15963/f06068afd29a/michael-braun-internazionale-19-aprile-2024-itali

 

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la dedico al mio caro Andrea che sta di là dal mare — da: nonsolobiancoenero, 13 febbraio 2022 — una straordinaria lirica di Fernando Pessoa  in  ” Un’affollata solitudine ” – 14 febbraio 1933 – Poesie eteronime, a cura di Pietro Ceccucci, Bur, 2012

 

 

 

segue da :

nonsolobiancoenero- 13 febbraio 2022

La vita è un’enorme tela: rovescia su di essa tutti i colori che puoi (Danny Kaye)

 

Per essere grande, sii intero…, Fernando Pessoa

 

 

 

 

 

Per essere grande, sii intero…, Fernando Pessoa

 

Per essere grande, sii intero:
niente di te esagera o escludi.
Sii completo in ogni cosa. Poni
quanto sei
nel minimo che fai.
Così in ogni lago la luna intera
splende, perché alta vive.

 

nota di ch. — preferirei al 3° verso : Sii tutto in ogni cosa..

14-2-1933
Fernando Pessoa, da Odi e poesie di Ricardo Reis, in Un’affollata solitudine – Poesie eteronime, a cura di Pietro Ceccucci, Bur, 2012

 

 

 

Para ser grande, sê inteiro

Para ser grande, sê inteiro: nada
Teu exagera ou exclui.
Sê todo em cada coisa. Põe quanto és
No mínimo que fazes.
Assim em cada lago a lua toda
Brilha, porque alta vive.

 

 

To be great, be whole

To be great, be whole; exclude
Nothing, exaggerate nothing that is you.
Be whole in everything. Put all you are
Into the smallest thing you do.
The whole moon gleams in every pool,
It rides so high.

From “Poems of Fernando Pessoa,” translated and edited by Edwin Honig and Susan M. Brown

 

 

 

Alexandre Kantorow plays Rachmaninov’s Sonata No. 1 in D Minor, Op. 28Verbier Festival 2021

 

 

 

SEGUE IN:

 

GOOGLE.IT

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1. video, 6.01 min. — RAI 3 — REPORT / 1 giugno 2025 –Caltagirone nel sacco di Bagnoli. Il delitto di Manfredi. – pubblicato da Luigi de Magistris il 6 giugno 2025 +++ 2. video, 13 min. ca — Sifgrido Ranucci ad Agorà di Roberto Inciocchi- RAI 3 – 20 OTTOBRE 2025

 

 

 

questo video lo pubblico per chi non avesse mai visto Report -. è corto, 6  min. -quello + importante è il secondo che è di due giorni fa- ch-

 

Il ruolo di Caltagirone nel sacco di Bagnoli. Il delitto di Manfredi. Un inquinatore che il potere trasforma in benefattore. Chi è onesto e libero deve lottare. Chi è complice va cacciato. Chi è indifferente va svegliato.

 

 

 

 

 

2. 

RAI 3 — AGORA’ — 20 ottobre 2025

 

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ARTHUR RUBINSTEIN ci suona il Valzer brillante n. 1 un flat-major n. 34 di FREDRICK CHOPIN –IL SUO LEGGENDARIO CONCERTO A MOSCA, 1964

 

 

 

 

 

 

 

PER CHI VOLESSE, IL CONCERTO COMPLETO 1 OTTOBRE 1964 A MOSCA

video, 1h 34 min. ca

 

 

Frédéric Chopin

00:00 Polonaise in F-sharp minor, Op.44
10:58 Impromptu in G-flat major, Op.51

16:11 Nocturne in D-flat major, Op.27 No.2


Piano Sonata No.2 in B-flat minor, Op.35

22:30
I. Grave – Doppio movimento
27:49 II. Scherzo
34:43 III. Marche funèbre. Lento – attacca:
43:01 IV. Finale. Presto

45:30 Barcarolle in F-sharp major, Op.60
54:56 Étude in A-flat major, Op.25 No.1
57:30 Étude in G-flat major, Op.10 No.5
59:11 Étude in E minor, Op.25 No.5
01:02:13 Étude in C-sharp minor, Op.10 No.4
01:04:54 Waltz in A minor, Op.34 No.2
01:10:37 Polonaise in A-flat major, Op.53 “Héroïque”

Encores: Robert Schumann from “Fantasiestücke, Op.12”:
01:19:23 Des Abends


Frédéric Chopin
01:23:45 Waltz in A-flat major, Op.34, No.1

Claude Debussy from “Préludes, Livre II”: 01:28:14 Ondine

Heitor Villa-Lobos from “Prole do bebê No.1”:
01:32:29 O Polichinello

Filmed live at the Great Hall of Moscow Conservatory, 1 October 1964

 

 

 

International Tchaikovsky Competition

LA GRANDE SALA DEL CONSERVATORIO DI MOSCA

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Un quadro interessante e attraente di una famosa poetessa iraniana :: ELHAM HAMED, artista ( e attivista ) : pubblica le sue poesie accompagnate da sue pitture-+ alcune poesie da ” Fatti Italiani ” / link sotto

 

immagine da :

 

LO IACONO SALVATORE — cui siamo molto grati, il blog

 

LINK  X sotto :

 

 

 

 

 

 

 

 

 

ELHAM HAMIDI - 16 poesie per dar voce alla libertà in Iran. Giornata mondiale della poesia 2023

immagine da un trasmissione su youtube il cui link è:

21 marzo 2023 – Giornata Mondiale della Poesia
https://www.youtube.com/watch?v=AHshx79Z2yg

 

 

 

 

libro di poesie in italiano di Elham Hamedi

 

 

Un colpo alla testa era uno zaqboor

 

Elham Hamedi

Un colpo alla testa era uno zaqboor

TESTO INGLESE- ITALIANO A CURA DI FERNADA FERRARESSO

 

Edizione Terra d’ulivi 2022 ( da cui l’immagine sopra )

SEGUE TESTO DA FATTI ITALIANI:

4 dicembre 2022

https://www.fattitaliani.it/2022/12/elham-hamedi-una-voce-di-liberta-in.html

abbiamo preso alcune poesie, nel link,  oltre ad altre poesie, trovate un testo sull’autrice, fatto con cura da:::

Goffredo Palmerini

UNA POESIA :  ”  PARADISO NASCOSTO  ”

È vietato il sole sulla nostra pelle/ e le ombre delle galassie passano facilmente dalla mia bocca scura./ Senza sorpresa o shock può congelare il nostro corpo./ Senza che la cella segreta turbi la mia mente/ la lama del vento mi ha trasformato in due metà del purgatorio. Dante, ma dove stai a testa in giù nella Via Lattea?/ Come l’inferno succhia l’ombra e il suo silenzio?/ I melograni insanguinati scoppiano nel Giardino dell’Eden/ e le scintille di fuoco/ tra le ceneri delle parole/ giustificano la follia delle mie mani impotenti/ per crocifiggere l’intera mia anima./ Dove sei Dante? Hidden Paradise ha molto dolore./ Il paradiso è gravido di mille feti ignoranti./ L’inferno dietro il punto interrogativo/ ha inghiottito tutte le fiamme./ Dove sei Dante?/ Beatrice per un rossetto nero/ è stata lapidata. (Paradiso nascosto)

 

 

 

Poesia : ” Nausea di essere

 

Mi ribellerò/ romperò/ tutte le leggi della convivenza con la natura inanimata/ mi ribellerò/ con le stesse imperfette braccia e gambe/ con le stesse implicazioni invertite dell’essere non essere/ nausea di essere/ e masticando costantemente la non esistenza/ mi ribellerò/ catturerò l’anima umana/ da questa palude permanente. (Nausea di essere )

 

 

Questi non sono capelli. 19 settembre 2022

 

Angeli di terre lontane!
Dio ha fatto i tuoi capelli d’oro?
I miei capelli sono stati giustiziati oggi
Si riversava sulle spalle nude di un albero
Angeli di terre lontane!
I miei capelli non possono essere la corona del mio corpo?
I capelli sulla mia testa non appartenevano a questo corpo ferito fin dall’inizio della creazione?
Angeli con i capelli biondi!
I miei capelli avrebbero potuto essere di un colore diverso
Angeli dai capelli d’oro delle terre libere!
I miei capelli sono diventati scuri durante una dittatura!
Angeli di terre lontane!
Lascia i tuoi capelli al vento oggi in memoria dei miei capelli morti
Nella mia terra i venti sono stanchi
I miei capelli sono stati giustiziati oggi
E gli uccelli non possono cantare sulle spalle degli alberi accanto al cadavere dei miei capelli
Una ciocca di capelli nella mia terra è un anello della morte sul collo di una donna.

(Questi non sono capelli. 19 settembre 2022)

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LIMESONLINE – MAPPA MUNDI – 21 ottobre 2025 :: GIUSEPPE DE RUVO E ALFONSO DESIDERIO :: Gaza, fase due: tregua violata. Chi è il vero nemico di Israele ?

 

 

Giuseppe De Ruvo ( 1998 )
Analista geopolitico

continua su:

https://www.geopop.it/author/gderuvo/

giuseppederuvo1@gmail.com

https://www.geopop.it/

 

 

La vera fase due. Hamas, epurazioni e scontri intra-palestinesi nella Striscia. Tensioni in Cisgiordania. I conflitti dentro Israele. La Turchia il vero nemico di Israele. I pericoli per l’Italia.

 

 

 

Storia e filosofia della geopolitica

Un’antologia

A cura di Giuseppe De Ruvo

CAROCCI EDITORE : 05 -2024

 

Negli ultimi anni, la geopolitica è tornata al centro del dibattito pubblico. Ma che cos’è? Quando è nata? Come si è sviluppata? Attraverso i testi di autori come Mahan, Ratzel, Haushofer, Kennan e Kissinger, questa antologia guida il lettore in un percorso storico che dalla geografia politica arriva alla geopolitica del cyberspazio e dell’intelligenza artificiale per chiarire natura, metodi e obiettivi del pensiero strategico. Il volume si divide in due parti: una storico-concettuale, in cui si illustra l’evoluzione della geopolitica come disciplina, e una più pratica, in cui si mostra come tale pensiero venga oggi applicato. Ne emerge un’immagine nuova della geopolitica: lungi dall’essere equiparabile al militarismo, infatti, essa deve essere intesa come una forma di intelligenza pratica che, pur avendo a che fare con dinamiche di potere, cerca sempre di porsi il problema dell’ordine.

 

INDICE :

Prefazione di Lucio Caracciolo
Introduzione. Governare il caos. La geopolitica come pensiero dell’ordine di Giuseppe De Ruvo
Fortuna e sfortuna della geopolitica
1899-1914. Lo sviluppo della geografia politica
1919-45. Il terrore di Mackinder e la “Zeitschrift für Geopolitik”
1946-91. Damnatio memoriae della geopolitica?
Fare geopolitica dopo la fine della storia
Questioni di metodo: oggetti e tempi di una geopolitica umanistica
Il precipizio dell’umanità: filosofia, geopolitica, caos
Nota sulla scelta dei testi
Fonti
Ringraziamenti
Parte prima
Pensare e fare l’ordine mondiale (1901-93)

1. Lo spazio vitale (di Friedrich Ratzel, 1901)
2. I fondamenti spaziali della geopolitica (di Karl Haushofer, 1927)
3. Il mondo rotondo e la vittoria della pace (di Halford John Mackinder, 1943)
4. Il Lungo telegramma (di George Frost Kennan, 1946)
5. Metafisica e filosofia della storia / Il mio viaggio in Cina (di Henry Kissinger, 1954, 1971)
6. La crescente instabilità politica sotto Gorbačëv. Analisi del problema e prospettive di risoluzione (di Central Intelligence Agency, 1989)
7. L’era della pace democratica (di The White House, con un’introduzione di George Herbert Walker Bush, 1993)
Parte seconda
Governare l’ingovernabile: mare, economia, spazio, rete, intelligenza artificiale

8. Adam Smith e il fondamento militare del potere economico (di Edward Mead Earle, 1943)
9. Discussione degli elementi del potere marittimo (di Alfred Thayer Mahan, 1899)
10. Il dominio americano dello Spazio (di Commission to Assess United States National Security Space Management and Organization, 2001)
11. Competizione asimmetrica. Una strategia tecnologica contro la Cina (di China Strategy Group, 2020)
12. Intelligenza artificiale e sicurezza nazionale (di National Security Commission on Artificial Intelligence, 2021)
Bibliografia

 DA: CAROCCI EDITORE

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*** NOTIZIE VARIE DA SITI VARI —video, 1.04 min. –ANSA.IT / 19 ottobre 2025 :: ‘I coloni e l’esercito israeliano attaccano gli agricoltori in Cisgiordania’. ‘Contro i raccoglitori di olive. Incendiata una officina a Betlemme’– + ANSA.IT / 19 ottobre 2025

 

 

 

 

ANSA.IT / 19 ottobre 2025
https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2025/10/19/media-coloni-e-idf-attaccano-agricoltori-in-cisgiordania_62312fef-090c-4e14-a8e6-7643064ed7ca.html

 

 

‘I coloni e l’esercito israeliano attaccano gli agricoltori in Cisgiordania’

 

‘Contro i raccoglitori di olive. Incendiata una officina a Betlemme’

 

 

 

 

Coloni e forze armate israeliane hanno condotto una serie di attacchi contro agricoltori e proprietà palestinesi in Cisgiordania, prendendo di mira raccoglitori di olive e terreni privati in diverse città e villaggi.

Lo riferisce l’agenzia palestinese Wafa.

 

 

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SEGUE DA :

LINK da :::  UNA 

Unione delle agenzie di stampa dell'Organizzazione per la cooperazione islamica

https://una-oic.org/it/news_agencies/palestinian-news-and-information-agency-wafa/

 

 

 

nota ::  AGENZIA WAFA 

 

Agenzia palestinese di notizie e informazione (WAFA)

Stato di Palestina – Ramallah

L’agenzia di stampa palestinese “Wafa” è stata fondata nell’aprile 1972 sulla base della decisione del Consiglio nazionale palestinese e mira a trasmettere notizie palestinesi e a rafforzare la mobilitazione dei media. Opera in modo indipendente ed è collegato al Comitato Esecutivo dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina. Si concentra sulla copertura degli eventi nazionali palestinesi e delle notizie sulla diaspora palestinese, oltre a contrastare la propaganda ostile alla questione palestinese.

sito web di WAFA

https://www.wafa.ps/

 

 

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ANSA.IT –19  ottobre 2025 –

https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2025/10/19/media-coloni-e-idf-attaccano-agricoltori-in-cisgiordania_62312fef-090c-4e14-a8e6-7643064ed7ca.html#:~:text=Video-,Cisgiordania%2C%20raccolta%20delle%20olive%20non%20consentita%20ai%20palestinesi,-Gli%20attacchi%2C%20%C3%A8

 

 

‘I coloni e l’esercito israeliano attaccano gli agricoltori in Cisgiordania’.

‘Contro i raccoglitori di olive. Incendiata una officina a Betlemme’

 

 

Gli attacchi, è spiegato, hanno incluso l’espulsione di agricoltori dalle loro terre, l’incendio di veicoli, l’arresto e l’aggressione di civili e il divieto di accesso ai terreni agricoli durante la stagione della raccolta delle olive, causando danni significativi e perdite finanziarie.

 

 

 

 

A Turmus Ayya, a nord-est di Ramallah, forze armate e coloni hanno attaccato i raccoglitori di olive nella zona di Wadi Ammar, costringendoli ad abbandonare le loro terre. In precedenza, l’esercito aveva istituito un posto di blocco temporaneo all’ingresso della città, fermando e perquisendo i veicoli.

Nel villaggio di Al-Jaba’a, vicino a Betlemme, un gruppo di coloni si è infiltrato in un’officina di riparazione veicoli di proprietà di un residente locale e ha dato fuoco a diversi veicoli, causando ingenti danni.

A Rujeib, a est di Nablus, coloni del vicino insediamento di Itamar hanno aggredito i raccoglitori di olive, tentando di impedire loro di raccogliere i loro raccolti.

Dal 7 ottobre 2023, secondo i dati in possesso della Wafa, i coloni hanno effettuato 7.154 attacchi in Cisgiordania, danneggiando 37.237 ulivi, mentre 33 palestinesi sono stati uccisi in incidenti correlati, secondo la Commissione per la Resistenza al Muro e agli Insediamenti. 

 

*******************

 

 

dalla::

COMMISSIONE PER LA RESISTENZA AL MURO E AGLI INSEDIAMENTI

 

MARTEDI’  21 ottobre 2025 

https://una-oic.org/it/palestinese/2025/10/21/Il-bilancio-delle-vittime-dell%27aggressione-nella-Striscia-di-Gaza-sale-a-68229./

 

 

Il bilancio delle vittime dell’aggressione alla Striscia di Gaza è salito a 68.229 martiri e 170.369 feriti dal 7 ottobre 2023

 

 

 

Le stesse fonti hanno spiegato che 13 martiri (di cui 7 a seguito di attacchi diretti da parte
dell’occupazione), 6 i cui corpi sono stati recuperati e 8 feriti, sono arrivati ​​negli ospedali della Striscia di Gaza nelle ultime 48 ore.

Ha spiegato che dal cessate il fuoco dell’11 ottobre, 87 palestinesi sono stati martirizzati, altri 311 sono rimasti feriti, i corpi di 432 martiri sono stati recuperati e 15 corpi, la cui identità è rimasta sconosciuta, sono stati ricevuti dall’occupazione, portando il numero totale dei corpi ricevuti dall’occupazione a 165-

 

 

se vuoi, apri qui sotto::  dallo stesso link sopra

 

Ramallah (UNA/WAFA)

 

 

dallo stesso link che ripetohttps://una-oic.org/it/palestinese/2025/10/21/

 

80 martiri tra i prigionieri palestinesi dall’inizio della guerra di sterminio

 

dallo stesso link:

 

Gaza (UNA/QNA)

 

Il portavoce del Ministero dell’Agricoltura di Gaza a QNA: il settore agricolo ha perso 2.8 miliardi di dollari durante l’aggressione israeliana.

 

 

 

RIPETO IL LINK  — CASO QUALCUNO VOLESSE VEDERLO,:: SI TROVANO TANTE NOTIZIE!

https://una-oic.org/it/palestinese/2025/10/20/Portavoce-del-Ministero-dell%27Agricoltura-a-Gaza-a-Q/

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LUCIO CARACCIOLO, IL PUNTO — Israele nel sentiero tra genocidio e suicidio. Il piano Trump non è riuscito a chiudere la questione israelo-palestinese. Nessuna delle parti rinuncerà a chiamare casa lo spazio tra fiume e mare… LIMES ONLINE — 20 ottobre 2025  . 13.57+ 2 video

 

 

LIMES ONLINE — 20 ottobre 2025  . 13.57

https://www.limesonline.com/rubriche/il-punto/piano-trump-israele-gaza-hamas-7-ottobre-turchia-20311844/

 

 

Israele nel sentiero tra genocidio e suicidio

Il piano Trump non è riuscito a chiudere la questione israelo-palestinese. Nessuna delle parti rinuncerà a chiamare casa lo spazio tra fiume e mare. Lo Stato ebraico ha perso perché ha voluto vendicarsi accettando la guerra di Hamas, che non è riuscito a eliminare. Rischiando, dentro, l’esplosione di una guerra civile fra tribù e poteri israeliani. 

Dettaglio di una carta di Laura Canali. La versione integrale alla fine dell'articolo.

Dettaglio di una carta di Laura Canali. La versione integrale alla fine dell’articolo.

di Lucio CARACCIOLO

 

 

 

Il piano Trump è come il formaggio svizzero: pieno di buchi che ognuno cerca di tappare o ignorare a modo suo. Nell’infinita e forse infinibile contesa israelo-palestinese è sempre stato così. Perché né gli israeliani né i palestinesi rinunciano all’idea che lo spazio conteso fra Mediterraneo e Giordano sia casa loro. Tutto.

Per entrambi qualsiasi concessione è provvisoria. Con buona pace degli inevitabili complottisti, che immaginano Bibi lasciar scatenare il massacro del 7 ottobre per legittimare la strage di palestinesi compiuta dall’Idf, allargare i fronti di guerre senza fine, restare al governo un altro paio d’anni e rinviare i suoi conti con la giustizia.

 

La catastrofe in corso è l’effetto imprevisto e indesiderato della rinuncia di Israele a considerare il fattore umano nell’equazione di Gaza. La ferocia esplosa il 7 ottobre, che ha sorpreso lo stesso Hamas, era certo figlia di decenni di vessazioni dei gaziani costretti in gabbia quali “bestie umane”. Ma anche molto di più: esprimeva la rivolta delle masse palestinesi che non ragionano secondo i parametri della diplomazia internazionale ma della propria storia e dei propri sentimenti.

Sull’altro fronte, altro che guerra di Netanyahu. Fino agli ultimi mesi, quando l’evidenza del genocidio è parsa innegabile anche a buona parte degli ebrei in patria e in diaspora, la maggioranza degli ebrei di Israele ha appoggiato la campagna militare voluta da Bibi anche contro l’opinione di capi dell’Idf e del Mossad.

 

Carta di Laura Canali - 2025
Carta di Laura Canali – 2025 

 

 

 

Decine di migliaia di terroristi, tra cui donne, vecchi e bambini, sono stati uccisi dall’Idf a Gaza, mentre i coloni, protetti dai militari che dovrebbero controllarli, ne hanno profittato per accelerare l’espansione degli insediamenti cisgiordani. Caso mai qualcuno ancora pensasse a uno Stato palestinese.

Eppure un sobrio bilancio evidenzia che a oggi Israele ha perso. Ha voluto perdersi. Perché ha voluto vendicarsi del 7 ottobre accettando la guerra di Hamas. Nel sentiero stretto che divide il genocidio dal suicidio, ovvero la guerra esterna contro i civili/terroristi a Gaza dalla guerra civile fra tribù e poteri israeliani.

Non si torna al pre-7 ottobre. La questione palestinese, di cui non esiste traccia di soluzione, è diventata mondiale in odio a Israele. Trump lo ha detto a Netanyahu: “Bibi, Israele non può combattere il mondo”. E il premier israeliano: “Sì, lo capisco”. Non ci scommetteremmo.

Tre punti sembrano però acquisiti.

Primo. Hamas, che Bibi voleva liquidare sapendo di non poterlo fare, esiste e resiste a Gaza. Né intende disarmare. Perfino Trump, contraddicendosi come d’abitudine, ha invitato gli orfani di Sinwar a fungere da provvisori poliziotti nella Striscia. Prossimamente affiancati dai turchi, protettori di Hamas e “alleati” degli americani (ovvero di sé stessi), che dovrebbero avere il privilegio di muoversi nei tunnel tuttora in mano ai miliziani islamisti.

Secondo. Israele ha seriamente indebolito l’“asse della resistenza” gestito da Teheran per ritrovarsi alle porte di casa un avversario ben più potente. Altro che il “caro nemico” persiano. I turchi sono a distanza di cannone dalle avanguardie israeliane penetrate in Siria. Dalla moschea damascena degli Omayyadi a Damasco i più disinibiti fra gli artefici del nuovo impero turco guardano alla gerosolimitana al-Aqsa (parola di Bilal Erdoğan, figlio del reis).

Terzo e decisivo. Israele sta cominciando a pagare il prezzo dell’errore strategico compiuto elevando Hamas a minaccia strategica. Contro ogni logica, Netanyahu ha imposto a sé stesso e alle sue Forze armate di rispondere al 7 ottobre come se fosse un super-Kippur, l’ultima volta che Israele ha davvero rischiato la pelle. Quasi Sinwar potesse conquistare lui al-Aqsa.

Quindi mano libera per trucidare tutti i gaziani (e i cisgiordani) che capitino a tiro. Così non solo ha compromesso la sua reputazione (sopportabile), ma il vitale sostegno americano (insopportabile). E lo sta pagando caro.

Articolo apparso su la Repubblica il 19 ottobre 2025

 

Carta di Laura Canali - 2025Carta di Laura Canali – 2025

 

 

 

 

 

LA CUPOLA E LA MOSCHEA DI AL-AQSA A GERUSALEMMNE

 

 

 

nota 2


MEGLIO UN VIDEO, per chi volesse, è un po’ lungo- tutto -sono 23 min. ca–però si puo’ dare un’occhiata breve e poi… ritornare
( ” NESSUNO TORNA MAI “)

E’ FATTO DA ELIA GERMANI, CORRISPONDETE DA GERUSALEMME Di MEDIASET–secondo me, è meglio di tanti altri, solo questa foga nel parlare disturba un po’..forse perché vuole dire tutto.. ! A me, vecchina, mette un po’ di agitazione, ma lo apprezzo, con affetto com e fosse i niei figli, chiara

 

 

 

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MICHELE GIORGIO, La guerra dei coloni agli ulivi ridisegna la Cisgiordania. Hanno fatto la pace. Attacchi record dei settler ( coloni ) israeliani ai palestinesi impegnati nella raccolta delle olive–IL MANIFESTO 19 ottobre 2025 + cartine

 

Cisgiordania - Wikipedia

CARTINA DELLA CISGIORDANIA ( WIKIPEDIA )

IL MANIFESTO 19 ottobre 2025
https://ilmanifesto.it/la-guerra-dei-coloni-agli-ulivi-ridisegna-la-cisgiordania

La guerra dei coloni agli ulivi ridisegna la Cisgiordania.

Hanno fatto la pace. Attacchi record dei settler ( coloni ) israeliani ai palestinesi impegnati nella raccolta delle olive

 

Cisgiordania, territori occupati: interrrotta la raccolta delle olive

 

Michele Giorgio

GERUSALEMME

 

 

Mohamed Dik non possiede un uliveto. Abita in città, a Betlemme, e la sua vita quotidiana è lontana da quella dei contadini. Eppure, la raccolta annuale delle olive per lui è un periodo speciale. È un modo per ritornare alla natura e, allo stesso tempo, per partecipare a un evento fortemente legato all’identità palestinese. «Con conoscenti e amici mi sposto tra Betlemme ed Hebron e provo a dare un aiuto volontario» ci dice, preparandosi ad appoggiare la scala a un albero. «L’ulivo – aggiunge – è parte della Terra Santa, è menzionato anche nel Corano. I nostri antenati hanno custodito questi alberi per secoli, li hanno protetti e curati. Noi facciamo lo stesso».

 

OGGI MOHAMED non protegge solo gli ulivi. Con la sua presenza, assieme a quella di una ventina di volontari palestinesi, ebrei israeliani e stranieri che fanno riferimento al gruppo Combatants for Peace (Cfp), cerca di garantire un minimo di protezione al suo amico Jamil, che da due anni prova a raggiungere l’uliveto della sua famiglia. I coloni di Neve Daniel, a sud di Betlemme,considerano quel pezzo di terra parte della «zona di sicurezza» del loro insediamento. «Non ci permettono più di entrare» ci racconta Jamil, chiedendoci di non riportare il suo cognome. «Siamo venuti due o tre volte, ma siamo stati allontanati dall’esercito perché l’area è stata dichiarata zona chiusa. Non possiamo far altro che osservare da lontano gli ulivi e la nostra terra, e ricordare com’era piena di vita, di erbe come la salvia e il timo».

La raccolta nell’uliveto di Jamil non dura molto. Dopo meno di mezz’ora di lavoro, viene interrotta una prima volta dall’arrivo di due guardie di sicurezza di Neve Daniel. Sono armate di mitra M16 di ultima generazione e portano gli immancabili occhiali da sole. Si occupa di loro Mia Biran, la coordinatrice di Cfp, per evitare che vadano direttamente dai palestinesi a interrogarli e intimidirli. «Ci parlo io, continuate la raccolta» dice al gruppo. Il tentativo non ha successo. Dopo pochi attimi arrivano anche alcuni soldati. Sono riservisti, a giudicare dai capelli grigi di alcuni di loro. Un giovane palestinese, Issa, velocizza la raccolta: sa che non andrà avanti per molto. «Quanto accade è la regola» dice «stiamo assistendo a una delle tante difficoltà che devono affrontare i nostri contadini. I coloni li aggrediscono, gli impediscono di raccogliere le olive. E se vogliono, chiamano i soldati a cacciarli via». I militari aumentano e a loro si aggiungono anche poliziotti. Jamil e i volontari hanno avuto il tempo di riempire solo qualche secchio.

 

QUEST’ANNO La raccolta delle olive in Cisgiordania sarà più rapida. Il motivo è proprio la minaccia dei coloni israeliani. Nelle campagne che circondano Kobar (Ramallah) la stagione si è aperta e continua con i boati delle granate stordenti e il fumo dei gas lacrimogeni. Ieri decine di agricoltori, con scale, secchi e teli, sono stati costretti ad abbandonare gli uliveti su ordine dell’esercito e su pressione dei coloni. Eppure, la stessa Corte Suprema israeliana ha riconosciuto il loro diritto ad accedere ai campi di Qanater e Daak, a ovest del villaggio. «Hanno aperto il fuoco per farci indietreggiare e hanno lanciato i lacrimogeni» ha detto uno di loro. Dietro c’è una storia fatta di restrizioni e violenze causate da Halamish, uno dei 150 insediamenti coloniali che punteggiano le colline della Cisgiordania. Anche in questo caso, i contadini non possono accedere a campi e frutteti per «ragioni di sicurezza». La strategia, qui e in altri distretti, è chiara: isolare le comunità agricole e spingerle ad abbandonare la terra. Sempre ieri, coloni armati hanno ordinato di allontanarsi subito ai raccoglitori di Turmus Ayya.

 

Secondo la Commissione palestinese per il monitoraggio e la resistenza alla colonizzazione, quella del 2025 è «la raccolta delle olive più pericolosa degli ultimi decenni, con danni economici molto gravi». Riferisce di 48.728 alberi danneggiati o abbattuti, di cui 37.237 ulivi. Nelle zone di Nablus, Salfit, Hebron e Masafer Yatta, le pattuglie militari, assieme ai coloni negli avamposti sorti come funghi dopo il 7 ottobre 2023, hanno imposto decine di zone chiuse intorno a interi uliveti. Organizzazioni israeliane per i diritti umani, come B’Tselem e Yesh Din, hanno più volte denunciato che l’uso delle restrizioni militari ha l’unico scopo di ridisegnare la mappa della Cisgiordania. L’Ocha (Onu) segnala che dall’inizio del 2025 sono state documentate più di mille aggressioni in circa 230 comunità della Cisgiordania. I morti per spari di coloni e soldati nelle campagne palestinesi sono almeno undici. Dal 7 ottobre 2023 in poi, 1.001 palestinesi sono stati uccisi in Cisgiordania.

 

NELL’ULIVETO di Jamil la raccolta è terminata. I militari ordinano a tutti di allontanarsi. Volontari e attivisti risalgono sul minibus che li aveva portati in Cisgiordania. Alcuni sono di Tel Aviv, come Carly Rosenthal. «Al mio ritorno a casa, come faccio sempre, racconterò quanto è accaduto oggi» ci dice. «So già che tanti, nonostante le mie spiegazioni, non riconosceranno la gravità degli abusi che subiscono i palestinesi. Piuttosto mi diranno che hanno paura per me, perché potrei essere aggredita dai palestinesi. Capito? Per loro il problema non sono i coloni o l’esercito, che pure mi creano tanti problemi, ma i palestinesi!».

 

 

 

Limes, rivista italiana di geopolitica

Facebook,  11 ottobre ore 15.01

 

LINK FACEBOOK :::

https://www.facebook.com/limesonline/posts/-la-carta-inedita-a-colori-della-settimana-%C3%A8-dedicata-alla-cisgiordaniala-mappa-/1343048043848991/

 

Carta di Laura Canali - 2025

 

La carta inedita a colori della settimana è dedicata alla Cisgiordania.

La mappa illustra i piani del ministro delle Finanze israeliano Bezalel Smotrich per annettere porzioni consistenti di territorio palestinese.

A cura di Laura Canali.

 

 

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FACEBOOK DI CHIARA APPENDINO / link sotto — 18 ottobre ORE 20.07 + articolo di REMO BODEI IL REALISMO ANTI-POPULISTA DEL MACHIAVELLI -da Il sole 24 ore del 24 marzo 2013

 

 

 

grazie a:: 

Chiara Appendino 

LINK: 
https://www.facebook.com/chiara.appendino.torino/?locale=it_IT

 

Il Movimento 5 Stelle mi ha accolta quando ero poco più di una ragazza.

È qui che ho imparato a mettermi al servizio della mia comunità.

È, e resterà sempre, la mia casa politica.

Ed è proprio per amore di questa casa che ho deciso di rimettere il mio incarico di Vicepresidente del Movimento 5 Stelle.

Non è una scelta leggera, è una scelta sofferta. Ma in una politica dove troppi restano aggrappati alla poltrona, noi del Movimento 5 Stelle ragioniamo secondo altri schemi.

Perché lo faccio? Perché voglio dare un segnale politico: dobbiamo aprire una discussione vera e invertire la rotta. E perché non sono mai scappata dalle mie responsabilità, soprattutto quando è in gioco la nostra comunità.

Dopo l’ennesimo risultato deludente alle regionali, non possiamo continuare a dirci che è tutto normale e che va tutto bene.

Il problema non è fuori da noi.

Il problema è nella nostra identità, nella direzione politica, nel modo in cui stiamo parlando – o non parlando – al Paese.

Abbiamo il dovere di guardarci dentro. Perché mentre la destra governa male, il carovita divora stipendi e pensioni, le imprese soffocano sotto il peso dei dazi e l’economia arretra, il Movimento 5 Stelle non riesce a intercettare chi si sente ai margini, a trasformare la rabbia in speranza e voglia di riscatto.

E questo non è normale. La colpa non è mai degli elettori: è nostra, quando smettiamo di rappresentarli.

Ho creduto – e credo ancora – nel progetto dei progressisti indipendenti: un Movimento libero, coerente, radicale nei valori e indipendente nelle scelte. Ma quella spinta oggi sembra essersi esaurita. Siamo diventati troppo attenti agli equilibri interni, troppo preoccupati degli accordi di palazzo, troppo distanti dalle persone e dai nostri principi.

E non è neanche una questione di alleanze in sé. È questione di come ci stiamo dentro. Perché non possiamo essere, allo stesso tempo, l’alternativa al sistema e il puntello del sistema. Se ci normalizziamo, smettiamo di essere ciò che siamo nati per essere.

Il nostro compito non è portare acqua al mulino di un sistema che siamo nati per combattere, ma dare voce e ascolto a chi vive nei mercati, nelle periferie, davanti ai cancelli delle fabbriche, ai piccoli imprenditori e alle partite IVA.

La nostra sfida non può essere snaturarci per conquistare qualche posto di potere in più. La nostra sfida è riconquistare la fiducia di chi non vota più, di chi ha smesso di credere che la politica possa servire a qualcosa.

Ogni giorno tantissimi attivisti, consiglieri e parlamentari lo fanno con dedizione. Ma dobbiamo chiederci perché chi si sente tradito dalla politica non riconosce più in noi la speranza di un cambiamento.

Forse abbiamo paura di essere radicali.

Forse ci siamo dimenticati come andare controcorrente.

Ma il Movimento 5 Stelle non è nato per adattarsi, è nato per rompere gli schemi, anche quando il mainstream prova a farci abbassare la testa.

E una cosa è certa: senza radicalità non c’è cambiamento.

Solo un Movimento 5 Stelle con le mani libere, con una forte identità, può essere davvero parte di un fronte progressista capace di cambiare le cose e battere la destra di Meloni. E solo se sapremo di nuovo rappresentare chi oggi si sente invisibile, potremo tornare a cambiare il Paese.

Ma prima dobbiamo avere il coraggio di cambiare traiettoria.

Io ci sarò, con la stessa passione e lo stesso impegno di sempre.

Insieme, nella nostra casa comune.

Viva il Movimento 5 Stelle!

Potrebbe essere un'immagine raffigurante una o più persone e folla

CHIARA APPENDINO – FOTO DAL SUO FACEBOOK SUBITO DOPO IL TESTO

 

 

 *****

 

CHIARA — timidamente suggeriamo la lettura di questo testo che per me, fornisce una parte di spiegazione a questa vicenda.

 

 

 

 

REMO BODEI, IL REALISMO DI MACHIAVELLI

  • un testo- un po’ troppo dotto per essere un articolo di giornale- ma il Professore era così negli articoli e nei suoi libri,  aveva bisogno di molti riferimenti per esprimere il suo  parere diciamo, ” circonstanziato “.

 

NICCOLO’ MACHIAVELLI
(Firenze, 3 maggio 1469 – Firenze, 21 giugno 1527) è stato uno storico, scrittore, drammaturgo, politico e filosofo italiano.

da:

Il Sole 24 Ore Domenica 24.3.13::: 

Il realismo anti-populista di Machiavelli

Niente a che vedere con l’uso spregiudicato dell’astuzia e della violenza a vantaggio di chi comanda: essere realisti, per il segretario fiorentino, è saper comprendere le cose nei particolari e quindi agire con responsabilità. Quando uno del «popolo», ribelle verso i «signori» corrotti, assume una carica pubblica, agisce sempre in maniera meno radicale di quanto avrebbe immaginato. E i suoi compagni gli danno del traditore.

Remo Bodei

 


remo bodei (Cagliari, 3 agosto 1938– Pisa7  novembre 2019 ) è stato un filosofo italiano
 

Nei Discorsi Machiavelli descrive una situazione che ricorda, per analogia, quella che stiamo vivendo in Italia. A Firenze – scrive – dopo la cacciata dei Medici, venuto meno un governo ordinato e peggiorando di giorno in giorno le condizioni della città, i “popolari” ne attribuivano la colpa alle ambizioni e alla corruzione dei “signori”. Non appena, tuttavia, uno di loro giungeva a occupare un’alta magistratura e cominciava a procurarsi gradualmente idee più adeguate sulla realtà, finiva per abbandonare i pregiudizi e le astrazioni con cui si era affacciato alla vita pubblica.

Agli occhi dei popolari, tale mutamento lo rendeva però un traditore:

«E come egli era salito in quel luogo e che ei vedeva le cose più da presso, conosceva i disordini donde nascevano ed i pericoli che soprastavano e la difficultà del rimediarvi. E veduto come i tempi e non gli uomini causavano il disordine, diventava subito d’un altro animo e d’un altra fatta: perché la cognizione delle cose particulari gli toglieva via quello inganno che nel considerarle generalmente si aveva presupposto. Dimodoché quelli che lo avevano prima, quando era privato, sentito parlare, e vedutolo poi nel supremo magistrato stare quieto, credevono che nascessi, non per più vera cognizione delle cose, ma perché fusse stato aggirato e corrotto dai grandi» (1,47).

Chi, eletto nel partito più giovane di questa legislatura, si è comportato nel Senato come il nostro “popolare” fiorentino e, appellandosi alla libertà di coscienza, è andato contro le direttive della maggioranza del suo movimento, ha rischiato e forse rischierà ancora di passare per traditore. È intuibile la preoccupazione di impedire che i gruppi parlamentari si sfaldino e di consolidare la disciplina, specie all’esordio. Eppure, una volta che i singoli siano entrati nelle istituzioni e abbiano trascorso un certo periodo in una sorta di camera di decompressione per abituarsi al nuovo clima politico, diventa alla lunga controproducente, specie nelle emergenze, negare loro la capacità di decidere sulla base di una «più vera cognizione delle cose».

 

Quanti fanno attivamente politica non possono appoggiarsi sull’esclusiva e indiscutibile autorità di un “capobastone”. Se è disposto a ragionare con lungimiranza, anche chi li guida dovrà alla fine riconoscere i vantaggi della relativa autonomia degli eletti, perché, come osserva Max Weberoltre a seguire «un minimo di interesse personale», gli uomini ubbidiscono sulla base della «fede nel “prestigio” di colui o di coloro che detengono il potere».
E, dunque, solo finché dura il prestigio di chi comanda e non è scalfita la fede di chi ubbidisce.

Machiavelli sarebbe stato d’accordo su questa diagnosi weberiana. Il suo “realismo” non è sinonimo di spregiudicato uso della violenza e dell’astuzia a vantaggio unicamente di chi comanda. Questa è un’interpretazione riduttiva che deriva, fra l’altro, dal giudicare il Principe un libro di politica, mentre si tratta – in maniera per noi paradossale – di un’opera che s’inserisce in un genere letterario diffuso e che contiene precetti indirizzati a un privato per conquistare, espandere o recuperare il potere.

Sebbene conosca benissimo i modi crudeli e scaltri con cui spesso il potere si esercita, la politica è ancora da Machiavelli classicamente intesa quale arte di governare secondo ragione e giustizia o di contemperare, come nei Discorsi, conflitto e ordine.

Solo con il Guicciardini del dialogo Del reggimento di Firenze si procede, in nome della «ragione degli Stati», a trasformarla in una tecnica simile a quella esposta nel Principe.

 

Per Machiavelli ciò che chiamiamo realismo, consiste soprattutto nella conoscenza delle«cose particulari» (la «verità effettuale della cosa»), ossia nel non basarsi né su idee generiche e preconcette, né su aspettative inconsistenti, né su singoli eventi che perdono di vista la complessità dei processi in corso.

Lo aveva già compreso Spinoza, definendo Machiavelli acutissimus vir e ponendo – su un altro piano – la conoscenza delle res singula-res come la più alta di tutte.

L’invito ad attenersi alla «verità effettuale della cosa» assume un senso più perspicuo se scomponiamo l’espressione nei suoi elementi costitutivi.

Intanto, la parola “cosa”, non va confusa con l’”oggetto”. Nell’italiano di Machiavelli conserva ancora il sapore del latino causada cui deriva per contrazione,ossia di ciò che riteniamo talmente importante e coinvolgente da mobilitarci in sua difesa (come mostra l’espressione “combattere per la causa”).


Seguire le «verità effettuale della cosa», piuttosto che «andar drieto all’immaginazione di essa», vuol dire capire la direzione dei vettori di forza in atto e inserirvisi, nei limiti del possibile, per orientarli, depurandoli dai nostri desideri, ma mantenendo in tensione virtù e fortuna, ragione e passione, pensiero e azione.

La «verità effettuale» non è, poi, un dato immobile, un semplice fotogramma isolato di una serie, bensì un flusso di energie storiche in atto.

Va capita così anche la famigerata, ma fraintesa proposizione hegeliana della Filosofia del diritto«ciò che è razionale (vernùnftig) è reale (wirklich) e ciò che è reale è razionale».

La ragione non implica affatto un’accettazione passiva della realtà empirica (Realitàt), bensì la presa di coscienza della Wirklichkeit (realtà), di qualcosa che wirkt, agisce, producendo effetti nel tempo e nel mondo, almeno finché non perde la sua energia.

Ad esempio, la famiglia, lo Stato, l’esercito o la religione sono Wirklichkeiten (Realtà in azione ), istituzioni nate migliaia di anni fa, ma che, pur modificandosi, continuano a esistere, producendo i loro effetti.

 

Peraltro, sia Machiavelli che Hegel (ammiratore del Segretario fiorentino) riprendono, approfondendola, la tematica aristotelica dell’effettualità (energheia, opposta alla dynamis, semplice potenzialità), vale a dire di quanto continua ad agire e rinnovarsi senza esaurirsi perché esiste solo in forma, non congelata, di

Anche il realismo presuppone, di conseguenza, un progetto che si innesti nella realtà effettuale, non concepita come qualcosa di istantaneo e immodificabile:

«Essere realisti, che utopia!», affermava provocatoriamente il grande storico Bernard Groethuysen.

Tornando al nostro presente, oggi il termine “populismo” viene spesso evocato non solo per designare il movimento politico di cui si è detto, ma anche fenomeni diversissimi. Di norma, è associato all’idea di una degenerazione della democrazia e visto come uno spettro o, al contrario, come una calamita che attrae tutti gli scontenti e gli indignati.

Ma è sufficiente demonizzarlo, esaltarlo o banalizzarlo?

Non sarebbe meglio esaminarlo più a fondo, tenendo conto della linea di faglia che si è aperta tra il “popolo” e le élite,della crisi della rappresentanza tradizionale e della connessa, tormentata transizione da una democrazia dei partiti a una democrazia del pubblico? Anche questa analisi sarebbe realismo

 

oggi niente note sui personaggi citati, sollevati ? con grande simpatia, chiara

 

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MARINA CANTUCCI, IL MANIFESTO 19 OTTOBRE :: «Siamo un mare». Tutta New York si oppone al «re». +++ IL MANIF. 18 OTTOBRE LUCA CELADA , No Kings, si replica. ====Ma stavolta Trump usa l’antiterrorismo. America oggi. Oggi 2600 cortei in centinaia di città.— La Casa Bianca già grida al terrore rosso e schiera nuove leggi, polizia e agenti delle tasse ++ MATTEO MIAVALDI, NO KINGS 4 MESI FA, iL Manifesto, giugno 2025

 

 

 

 

 

IL MANIFESTO 19 ottobre 2025 

https://ilmanifesto.it/siamo-un-mare-tutta-new-york-si-oppone-al-re

 

«Siamo un mare». Tutta New York si oppone al «re».

 

 

 

 

 

 

 

 

La manifestazione No Kings di New York foto di Daniel Perkins

La manifestazione No Kings di New York – foto di Daniel Perkins / AP

 

Marina Catucci

NEW YORK

Già dal giorno precedente a New York si vedevano gruppi di persone preparare cartelli e striscioni No Kings per la manifestazione di ieri: cinque cortei, uno per ogni quartiere della città, dove le persone hanno cominciato a radunarsi ben prima dell’orario stabilito: le 11 del mattino locali, le 17 italiane. La manifestazione principale, quella di Manhattan, aveva Times Square come punto di partenza: già dalle 10 si era formato un miscuglio di turisti e manifestanti con i secondi che, man mano che passava il tempo, hanno sovrastato i primi.

I PIÙ CONFUSI sono stati gli attori in costume che a Times Square fanno le foto con i turisti, e che venivano scambiati per attivisti, visto il numero di manifestanti arrivato in maschera: uno degli elementi caratterizzanti di questa ondata di proteste sono i costumi, specialmente quelli gonfiabili. Un’armata di unicorni, papere, dinosauri, rane, topolini, Winnie the Pooh si è riversata nelle strade per dire no a questa amministrazione, su tutta la linea.

 

 

foto di Daniel Perkins

foto di Daniel Perkins / AP

 

 

«Non so davvero cosa mi preoccupi di più – dice Noah, 56 anni, che è a Times Square con sua figlia Sarah di 25 anni – Nel 2017 eravamo a Washington alla Women’s March, era la prima manifestazione di mia figlia. Abbiamo fatto cortei per 4 anni e siamo pronti a rifarlo. Oggi sembra che finalmente l’America abbia cominciato a reagire. Trump pensa che il suo potere sia assoluto, ma in America non abbiamo re. Qui a New York aspettiamo l’elezione del sindaco, con Mamdani le cose andranno meglio, Trump non la prenderà bene e invierà la Guardia nazionale. Affronteremo anche questo».

Dello stesso parere è anche Peter, 35 anni, che è arrivato a Times Square vestito da Batman con un cartello contro l’Ice, Immigration and Customs Enforcement, l’agenzia governativa che sta operando arresti violenti di immigrati senza documenti. «Oggi sono qui perché so che la Guardia Nazionale arriverà anche da noi, dopo Washington DC, Chicago e Portland, e il messaggio che voglio mandare al presidente è ‘be NY guest’, accomodati, ti stiamo aspettando».

 

IL CORTEO SFILA con poca polizia ai lati, in un clima tranquillo. Non ci sono elicotteri, non si percepisce alcuna tensione, i manifestanti arrivano a scherzare e chiacchierare con i poliziotti, una scena che a New York non si vedeva da anni – almeno dalle manifestazioni contro l’intervento di Bush jr. in Iraq. Qquando chiediamo a un agente se ha delle stime sull’affluenza lui ride, e risponde: «Tantissimi. La stima precisa è un sacco di gente».

Alle 14 locali a Times Square c’era ancora gente che aspettava di mettersi in marcia, mentre la testa del corteo era arrivata da tempo alla 14esima Strada, a quasi 3 km e mezzo di distanza, dove si era formata una festa spontanea, con musica, balli e canti. «È liberatorio per un giorno essere circondati da persone così – dice Lena, 27 anni – Vengo da una zona della Pennsylvania molto reazionaria. Avevo bisogno di respirare di nuovo».

 

foto di Mike Levine

foto di Mike Levine

A SFILARE non è un corteo omo

geneo: ci sono persone di tutte le età, molte famiglie, non solo bianche anche se, almeno a Manhattan è stato il gruppo principale. «È innegabile che abbiamo un privilegio – afferma Sheena – Io sono una giornalista in pensione, vivo fra Los Angeles e New York, ho 65 anni. Cos’altro dovrei fare se non manifestare contro Trump cercando di difendere il sistema democratico americano? Sta cercando di imbavagliare la stampa e di diffondere una lettura della cronaca che non ha nessun aggancio con la verità, non posso stare a guardare. E manifestare non basta, abbiamo bisogno di uno sciopero generale come fate voi in Europa». La richiesta di indire uno sciopero generale compare, infatti, su molti cartelli e striscioni.
«Trump e i suoi capiscono una cosa sola, i soldi – dice Robin 47 anni – Uno sciopero generale qui è una cosa difficile vista la precarietà dei nostri contratti di lavoro, ma bisogna pensare a qualcosa di questo genere, bisogna fermare tutto perché tutto sta crollando».

Durante tutto il percorso del corteo, ogni cinqe isolati ci sono punti di ristoro, medici, bottigliette d’acqua e cartelli per chi non li ha portati. Vengono distribuite mappe dove sono segnalati tutti i bagni disponibili sulla settima Avenue fra Times Square e 14esima strada, il percorso del corteo.

«C’È UN MARE di gente, non so quanto ma è un mare – dice uno dei volontari che distribuisce i cartelli – ora dobbiamo restare in piazza ma era importante cominciare».

 

 

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IL MANIFESTO –18 ottobre 2025
https://ilmanifesto.it/no-kings-si-replica-ma-stavolta-trump-usa-lantiterrorismo

 

No Kings, si replica. Ma stavolta Trump usa l’antiterrorismo.

 

La protesta a Chicago, Illinois, foto Getty Images

La protesta a Chicago, Illinois – foto Getty Images

 

Il secondo “No Kings Day” che si articolerà in 2600 manifestazioni in centinaia di città, coinciderà oggi col 250mo anniversario dell’arma dei Marines. Per l’occasione il presidente aspirante Nobel per la pace ha predisposto un’esercitazione in California che prevede manovre di guerra, uno sbarco anfibio e potenzialmente missili lanciati da incrociatori su obiettivi nella base di Camp Pendleton. Inizialmente era stata prevista la chiusura della I-5, l’autostrada costiera che è principale arteria di collegamento fra Los Angeles e San Diego. Soprattutto si tratterà di una grande contro-programmazione nel giorno in cui l’America anti-trumpista si è data nuovamente appuntamento nelle piazze del paese.

LA MANIFESTAZIONE è stata receduta da un’escalation di operazioni Ice (NOTA AL FONDO DELL’ARTICOLO ), particolarmente a Portland e Chicago dove le squadre paramilitari hanno intensificato raid e rastrellamenti provocando proteste e ricercando di proposito colluttazioni con i manifestanti. Mentre diversi tribunali hanno bloccato il dispiegamento di reparti della guardia civile, Ice costituisce una forza speciale che risponde solo al presidente, non rientra nelle ingiunzioni e agisce liberamente ed extra-legalmente, applicando metodi sbrigativi e violenti per detenere gli immigrati e forza militare contro il dissenso.

L’INVASIONE di molte città democratiche da parte di reparti armati pone un preoccupante interrogativo sulla possibilità di una maggiore repressione delle manifestazioni di oggi. Da quando la ministra per la sicurezza Kristi Noem, dieci giorni fa, ha equiparato Antifa a Hamas e Hezbollah (parole riprese a distanza di 48 ore da Meloni) l’amministrazione ha alzato i toni di una criminalizzazione a oltranza della «di sinistra radicale».

La mobilitazione è stata ribattezzata «comizio di odio contro l’America» dallo speaker repubblicano della camera Mike Johnson. «Sarà un raduno di marxisti, socialisti, militanti Antifa, gli anarchici e l’ala pro-Hamas del partito democratico di estrema sinistra», ha affermato il presidente della Camera appartenente ad una setta integralista protestante che considera «demoniaco» opporsi a Trump.

LA VERSIONE semplificata è solo l’ultima, propedeutica ad una narrazione mirata ai sostenitori politici Maga ma anche plausibile preludio a un intensificarsi della repressione. Dopo il decreto con cui Trump ha inserito o Antifa nella lista delle «organizzazioni terroriste» la ministra della giustizia Pam Bondi è stata fra le più entusiaste fautrici della persecuzione del «nemico interno», promettendo pugno duro e indagini” su «fiancheggiatori e finanziatori» del movimento. Bondi ha specificamente fatto riferimento a George Soros, la cui Open Society contribuisce ad organizzazioni progressiste e per la tutela dei diritti civili).

LA PERSECUZIONE penale di sostenitori progressisti sarà agevolata da leggi come quella che rende punibili con la decertificazione fiscale le ong che sostengono cause designate come eversive dal regime. Sempre a questo scopo, a fine settembre, Trump ha promulgato un memorandum in cui ordina all’agenzia delle entrate (Irs) di «attenzionare associazioni di sostegno della rete terroristica interna».

ALLA VIGILIA delle proteste, al coro si sono sommati il ministro della difesa Pete Hegseth, quello dell’economia Scott Bessent e perfino dei trasporti Sean Duffy, oltre alla portavoce Katherine Leavitt che nelle sue requisitorie da sala stampa ha sentenziato che «immigrati clandestini, terroristi di Hamas e violenti criminali sono la base politica del partito democratico». Il più eloquente è stato il vice presidente JD Vance che ha tenuto ad ulteriormente esplicitare il progetto di criminalizzazione, parlando di manifestanti «ben pagati» per delinquere. «Lo stato profondo presume automaticamente che la violenza politica di sinistra sia tutelata dal primo emendamento mentre quella di destra è un delitto», ha detto Vance, già fautore della grazia per i 1.500 condannati dell’assalto del 6 gennaio 2021 a Capitol Hill. «(Ora dobbiamo) riorientare l’intero apparato giudiziario per correggerne le priorità. Forse non velocemente come vorremmo, ma lo stiamo facendo».

MENTRE IL REGIMEMENTRE  non fa più segreto dello scontro a tutto campo che persegue, gli organizzatori del No Kings, come Move On, sostengono che gli attacchi stanno incitando la mobilitazione popolare. In un video diffuso da Indivisible, Robert De Niro afferma che «la prima No Kings si tenne 250 anni fa quando gli americani decisero che non volevano vivere sotto re Giorgio terzo d’Inghilterra».

Nel suo appello, Michael Moore ha esortato i concittadini a «non mancare l’occasione di far parte della maggiore libera espressione di pensiero di sempre. Questa è la nostra ultima occasione per fermare questa follia. Vi imploro di partecipare.

 

Michael Moore, American filmmaker, speaks during a campaign event for Senator Bernie Sanders, an Independent from Vermont and 2020 presidential candidate, during a town hall event in Rochester, New Hampshire, U.S., on Saturday, Feb. 8, 2020. Sanders is favored to win New Hampshire, but recent polls showed Pete Buttigieg cutting into his lead. Photographer: Adam Glanzman/Bloomberg via Getty Images

 michael moore–(Flint23 aprile 1954) è un registasceneggiatoreproduttore cinematografico e autore televisivo statunitense, vincitore dell’Oscar al miglior documentario con Bowling a Columbine (2002) e della Palma d’oro al Festival di Cannes con Fahrenheit 9/11 (2004).

Attraverso i propri documentari e libri ha affrontato con spirito critico i problemi e le contraddizioni del sistema politico, economico e sociale degli Stati Uniti, conquistando un grande successo di pubblico, ma procurandosi anche una folta schiera di detrattori, che ne hanno messo in discussione idee e metodi.

Nel 2005 la rivista Time lo ha inserito nella lista delle 100 più influenti persone del mondo.

 

testo da :    https://it.wikipedia.org/wiki/Michael_Moore

 

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NOTA DA:

Wired Italia

https://www.wired.it/article/ice-lagenzia-federale-americana-donald-trump-deportazione-di-massa/

 

COS’E’ L’ICE

Ice, l’agenzia federale americana che Trump sta usando per attuare la sua politica di deportazione di massa.

 

 

David Dee Delgado/Getty Images

 

Controlla immigrazione e dogane e ha arrestato un numero record di persone nelle ultime settimane, nell’ambito della più vasta operazione di enforcement ( = ESECUZIONE CONTRO ) immigratorio della storia americana

 

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LA MANIFESTAZIONE ” NOT KINGS– 4 mesi fa 

 

Il movimento «No Kings» ora divampa negli Stati Uniti. Usa. Proteste in decine di cittàste contro Trump e Ice

 

 

Il movimento «No Kings» ora divampa negli Stati uniti

Le proteste contro l’Ice a New York – Ansa

Le proteste contro le politiche repressive del presidente statunitense Donald Trump e i raid della Immigration and customs enforcement (Ice) che da mesi rastrellano il Paese a caccia di migranti cosiddetti «irregolari» non interessano più soltanto Los Angeles, ma stanno divampando in tutti gli Stati uniti.

Dodici anni dopo la mobilitazione nazionale dal basso di Black lives matter, un altro movimento di protesta nazionale sta prendendo forma in questi giorni attorno allo slogan «No Kings»: chi scende in strada grida per respingere la deriva autocratica di un presidente ormai percepito come un despota da migliaia di cittadine e cittadini. Sono persone che scendono in strada spontaneamente, rispondendo alla chiamata dei sindacati e di collettivi nati dalla società civile all’alba del secondo mandato Trump; gruppi come «50501», cioè 50 proteste in 50 stati per un solo movimento. E con un solo obiettivo: resistere a un trumpismo che da ideologia dispotica negli ultimi giorni si è fatto plasticamente meccanismo repressivo per mano delle forze armate federali.

 

MARTEDÌ 10 GIUGNO migliaia di persone sono scese in strada a New York in una manifestazione largamente pacifica: in pochi, fino a tarda notte, si sono scontrati con la polizia, che ha arrestato qualche dozzina di persone.

Lo stesso copione è andato in scena a Boston, Chicago, Washington D.C., Philadelphia, Denver, Dallas, Austin, Seattle e San Francisco, solo per citare le città demograficamente più significative. Ma la dimensione della protesta è già nazionale e capillare, tanto da aver già ispirato una prima emulazione repressiva in Texas, dove il governatore repubblicano Gregg Abbott ha annunciato che anche nel suo Stato si farà ricorso alla Guardia nazionale per sedare le proteste, esattamente come ordinato dal presidente Trump per Los Angeles.

Secondo l’organizzazione diffusa del movimento «No Kings», piattaforma orizzontale e decentralizzata in costante espansione, gli appuntamenti nelle piazze continueranno a moltiplicarsi fino ad arrivare alla data simbolo del 14 giugno, quando per le strade della capitale Washington D.C. è prevista una imponente parata militare per celebrare il 250esimo anniversario dalla fondazione dell’esercito degli Stati uniti. Che cade lo stesso giorno del 79esimo compleanno di Donald Trump.

 

«VOGLIAMO SIA un evento che tutta la nazione possa celebrare con noi», aveva dichiarato all’emittente Cbs un mese fa il colonnello Dave Butler, portavoce dell’esercito statunitense. «Vogliamo che gli americani conoscano l’esercito e i suoi soldati. Una parata può far parte di questo progetto e pensiamo sia un’aggiunta eccellente a quello che già abbiamo pianificato».

I piani preliminari, resi pubblici da settimane, prevedono tra le altre cose una «gara di fitness» e performance musicali di alcuni nomi relativamente noti come Noah Hicks e Scotty Hasting, ex soldato di fanteria ferito in Afghanistan. Lungo il percorso prestabilito, che occuperà l’intera Constitution avenue dalle 18:30 alle 21:30, sfileranno 6.600 soldati, 28 carri armati M1 Abrams, 28 veicoli da combattimento Bradley, quattro cannoni howitzer e 50 elicotteri Apache, Black Hawk e Chinook.

La stampa locale statunitense riporta che per evitare che l’asfalto del centro di Washington D.C. ceda sotto i mezzi pesanti dell’esercito – solo gli Abrams possono pesare più di 60 tonnellate ciascuno – l’esercito procederà a installare lungo il percorso delle placche di metallo, oltre ad aver predisposto una «nuova copertura in gomma» per i cingolati che sfileranno lungo il percorso. In caso di danni, l’esercito si è impegnato a pagare di tasca propria gli interventi di ripristino necessari.

 

IL COSTO dell’intera operazione non è stato ufficialmente divulgato, ma dovrebbe oscillare tra i 30 e i 45 milioni di dollari.

Il momento clou della serata, appena prima dell’inizio del discorso celebrativo del presidente, dovrebbe prevedere un atterraggio di un paracadutista sul palco che consegnerà una bandiera a stelle e strisce all’altro festeggiato di giornata: Donald Trump.

Le proteste di questi giorni potrebbero essere solo le prove generali di una più ampia manifestazione che si sovrapponga allo sfoggio bellico previsto per il 14 giugno nelle strade di Washington.

Dallo Studio ovale, parlando con la stampa, «re Donald» ha avvertito: «Chi intende protestare sarà contrastato con grande forza». (m.m.)

 

 

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