primitivo 02 di Mario Bardelli
MI PRESENTO: HO 28 ANNI.
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Sono nato a Sanremo, una città che mi è sempre stata stretta perché mi ha impedito di essere me stesso.
A Sanremo credono che l’unica realtà “oggettiva”, sia la loro. Quella che vedono attraverso i loro occhi miopi.
Questo succede perché Sanremo è un paesello di provincia che gira intorno al Casinò, e al turismo che, attualmente, è del tipo “mordi e fuggi”, visto che la cittadina non sa offrire nulla per divertirsi se non un’atmosfera di vecchietti e pensionati!
Ma questo, i veri “sanremaschi” (quelli che non hanno mai abitato fuori), non lo sanno: per il Casinò e la vicinanza con la Francia, e soprattutto con Montecarlo, si credono una grande città cosmopolita! Una grande città che si nutre di pettegolezzi sugli altri: “quello è l’amante di…ha un figlio ma non si sposa…ha fatto i soldi ma non si sa come…” eccetera. Questi discorsi che senti fare da chiunque, anche per strada dalle persone che si fermano a chiacchierare tra loro, rappresentano la mentalità e gli interessi (“culturali”?) di questo paesotto.
Molto presto mi è nato il bisogno di fuggire verso il grande mondo. E legato a questo, il bisogno di sgropparsi di dosso tanti giudizi beceri.
Il mio più grande desiderio è viaggiare, conoscere tanti paesi e il loro modo di vivere diverso dal nostro, anche perché mi viene a volte il dubbio che qualcosa della cittadina dove ho abitato fino alla fine del liceo, abbia ottenebrato anche la mia mente che sento così diversa.
Io sogno tutto il mondo: la gente in generale è pigra, spesso i miei amici si accontentano di andare al mare e star lì tutto il pomeriggio sulla spiaggia: per me felicità è trottare per l’universo fino alle grandi stelle.
Bisogna anche dire che il mondo che ho visto finora, l’ho visto da uno spioncino, voglio dire distaccato senza potermi assimilare agli altri miei coetanei che sentivo troppo diversi da me. Parlano di ragazze, di trombate, quante ne fanno al giorno ecc., ma io sono un ragazzo che ha sempre creduto nei valori e, confrontandomi, non riesco a “vedermi” negli altri: questo è un mondo “usa e getta” dove tutti “si abbandonano all’onda che va” e nessuno è pronto a lottare per dei valori veri.
Ultimamente mi sto rendendo conto che questi valori non ci sono più e mi sento un soldato che ancor prima di partire per la guerra ha già perso in partenza.
il cappello, acquarello di Mario Bardelli
Ho avuto rapporti con ragazze e mi piacciono parecchio, ma tutto finisce molto presto: vado a letto alcune volte e subito mi sento sufficientemente soddisfatto senza la curiosità di sapere come andrebbe avanti: tanto che il rapporto mi viene a noia. Mi allontano, la ragazza non capisce, richiede attenzioni che non sento più di dare, insiste e a a volte succede che perdo anche l’amicizia.
Allo specchio (Siluttes, raccolta) di Mario Bardelli
So che la mia vera attrazione sono gli uomini tra i trenta e i quaranta, i ragazzi invece sono “ragazzini”, eccitare mi eccitano, ma non mi danno quel senso di virilità che mi danno gli uomini. Già fisicamente sono diversi (sono belli formati) e questo aspetto fisico è già molto per me.
La giacca chiara, tecnica mista su tela, 1990 Mario Bardelli
Non è vero come sostieni tu Chiara che da sempre sono innamorato di mio padre, della grande protezione che mi dava da piccolo, dell’affetto e dei castighi. Secondo te lo cerco in questi uomini più grandi di me: solo all’idea mi viene schifo, chi ha questi rapporti è gente malata. Io ho un grande schifo solo al pensarci.
Sono consapevole di avere troppe censure morali: ho preso troppe bacchettate su molte cose, sono stato circondato e ho dovuto ingollare troppe maestrine con la bacchetta in mano sempre pronta.
Pietro, il mio ultimo ragazzo, invece, ha un rapporto simbiotico con la madre erotizzato, quel tipo di simbiosi in cui ciascuno ci mette qualcosa e in due formano una persona che sta in piedi. Ma se l’altro crolla, crollano tutte e due insieme. Questo tipo di rapporto non lo voglio.
Per dire della mia anima, non so in che mondi sarò stato da quando è nata la vita sulla terra, ma da qualche parte c’ero, altrimenti non capirei “come mai dopo tanti millenni io sia venuto fuori proprio adesso?”
Ma non credo a quello che dice il buddismo cioè che a seconda di come ci comportiamo, rinasciamo in forme più vili o più alte.
Pagare paghi già su questa terra: sbagli a relazionarti con le persone, le persone se ne vanno.
Sì, è vero, la cosa più importante e che mi preoccupa di più è come relazionarsi con le persone.
un’immagine della Via Lattea
In quanto alle nostre molteplici vite ce le facciamo tutte, magari in un passato non troppo lontano ero un astro bello e chiaro nel firmamento e sentivo la musica che viene dalla Via Lattea. (continua)
In una piccola città è sicuramente molto difficile essere se stessi senza subire pettegolezzi, critiche, condanne, giudizi superficiali. Una condizione complessivamente dura da reggere, soprattutto se si è giovani, che non si può spiegare riandando alla infanzia e/o ai rapporti famigliari. Le ‘propensioni’ affettive e/o sessuali sono ‘naturali’ e strettamente individuali, connaturate e acquisite, tutte legittime e degne di stare alla luce del sole. Purtroppo, è facile dirlo impossibile realizzarlo perché i pregiudizi e le discriminazioni permangono. Il cambiamento della mentalità popolare è lento: speriamo che proceda sempre più rapidamente.
Tutto giusto meno l’ingenua convinzione, a mio parere, che la natura sia…naturale. “Natura” è quella “cosa” che si trasforma man mano che l’uomo la trasforma e trasforma se stesso. La Natura è “STORIA” e così le nostre scelte naturali. Almeno, in questo momento, la vedo cosi’.
Discussione che viene da lontano quella sulla ‘natura’ … si pensi al concetto di ‘legge naturale’ ( tanto abusato dalla Chiesa e dagli ipocriti -spesso la stessa cosa – ) … non a caso ho scritto ‘naturale’ fra virgolette ….
Belle le ‘illustrazioni’ bardelliane. Complimenti.