“Come nasce la follia”, D di REPUBBLICA del 24/3/2007 n° 541 pag.86, a cura di Carlo Falciola e Manuela Lehnus.
SCHEDA DI DONATELLA D’IMPORZANO
Il ‘900 viene considerato, secondo lo storico Marcello Flores, il periodo più distruttivo della storia umana (200 milioni di persone uccise in modo violento, compresi carestie ed “effetti collaterali” di conflitti).
Secondo il criminologo americano Lonnie Athens della Seton Hall University, il meccanismo da cui parte la violenza è connesso allo scambio tra l’individuo e l’ambiente e non è direttamente legato o alle sue condizioni mentali o sociali. “ La ricerca degli ultimi decenni ha smentito il mito secondo cui una persona che soffre di disturbi mentali, anche gravi come la schizofrenia, sia statisticamente più violenta degli altri” spiega Adolfo Ceretti, che insegna Criminologia all’Università di Milano Bicocca. Lorenzo Natali, ricercatore in Diritto Penale e Criminologia, afferma: “ La nostra identità è in continua costruzione. Fin dalla nascita si modifica in un processo di dialogo ininterrotto con l’esterno, esperienze e persone”. Si tratta di una sorta di “parlamento interiore” o di “ comunità fantasma” alla quale ci rivolgiamo costantemente nel dubbio. ““Il processo che conduce una persona a diventare violenta si chiama, secondo Athens, violentizzazione” dice Ceretti. “ La persona subisce una serie di traumi e, riflettendo sul suo vissuto, cerca di individuare delle risposte. Se mette in pratica una risposta violenta e questa, a suo parere, è efficace, diventerà costante. Ma l’iter non è mai scontato. Ci si può sempre fermare in tempo. L’esempio è proprio rappresentato dall’esperienza di Athens: sin da quando era piccolo, il criminologo veniva picchiato dal padre. Un giorno, a quattordici anni, ha reagito minacciando di morte il genitore. La sua comunità fantasma era violenta, ma, in seguito, lui ha fatto una scelta diversa: ha studiato legge e ha deciso di indagare i fenomeni che aveva vissuto di persona.
NOTA DI CHIARA: Questo tema, in questa scheda, è appena abbozzato: ci riserviamo di migliorarlo man mano che noi stessi riusciamo a documentarci e a capire qualcosa.
1. Marcello Flores è attualmente più noto in Italia come Marcello Flores D’arcais, direttore di Micromega, è docente all’Università di Urbino dal 2001. Qui si fa riferimento, tra le tante pubblicazioni dell’autore, a “Tutta la violenza di un secolo”, Feltrinelli 2005. Tutti i suoi libri, che riguardano la fine del comunismo, il genocidio degli Armeni, il sessantotto, il Colonialismo eccetera, si trovano su Internet scontati.
2. Adolfo Ceretti (Milano 1965) è professore di criminologia all’Università-Bicocca di Milano. Vedi articolo successivo a questo.
Mettiamo in risalto un suo libro su Lonnie Athens:
Editore: Aracne
3. Lorenzo Natali (figlio del più noto Lorenzo Natali deputato della Dc, eletto nel ’48, ha vari incarichi di governo tra cui quello di ministro), è ricercatore di criminologia e co-autore con Ceretti del libro appena citato su Athens.
Interessante e convincente sulla non maggiore violenza degli ammalati mentali. Sul ‘900 come periodo più distruttivo non ci dovrebbero essere dubbi: se si tiene conto del numero di persone coinvolte (centinaia di milioni ) e delle armi usate ( una bomba= 300/400 mila morti in un secondo ).
Sono molto contenta che tu sia ritornato caro Nemo, ho capito che i miei ultimi articoli non ti hanno interessato, forse il tono troppo gridato ti disturba, forse altro ma se ti fosse possibile amerei ascoltare le tue critiche messe ben in chiaro, sempre fatte con la tua caratteristica gentilezza, perché è di critiche che ho bisogno “per darmi una regolata”: tutti noi abbiamo bisogno di “controlli esterni” o, forse, io ne ho bisogno più di altri per non sbandare troppo da una parte o dall’altra. La mia non è la solita retorica: una cara amica di tanti anni mi ha detto che sono ridicola, che anche se non me ne accorgo neanche, sono veramente ridicola…questa non è una critica utile perché non ti dà “nessuna informazione che tu possa approfittare” per cui, pur nelle buone intenzioni, diventa più simile ad un insulto. Avrei bisogno invece di critiche anche severe ma fatte in modo che mi aiutrino a modificarmi. grazie ch.
Non si tratta di ‘interesse’ o no. Nessuno ( e io meno di tutti ) può ‘parlare ed esprimersi’ su tutto. Vi possono essere argomenti che si prestano a un commento, altri no o molto meno. Non credo di ‘poterti fare critiche’ specifiche: l’ importante è che il ‘blog’ ti corrisponda, che i ‘temi’ e lo ‘stile’ col quale li scrivi e corredi li senta ‘tuoi’. Che farebbe ogni tuo ‘lettore’ ? Un altro ‘blog’, non credi ? Insomma, qui sei tu che ‘balli e che canti’. Ai tuoi lettori, il piacere di ‘spettatori’ ( non paganti !! ).