NON HO SOLDI BIANCHI, NE’ DITTE BIANCHE, NE’ VILLE BIANCHE NE’ RESIDENZE BIANCHE, MA A VOI OFFRO LE PIU’ PRECISE ISTRUZIONI PER PORTARE TUTTO IL VOSTRO BIANCO-OMO ALL’ESTERO (da rileggere con calma, ma l’ansia di pubblicarlo è irresistibile!)

 

Quello che letteralmente pubblichiamo (bb e ch.) è un interessante articolo della rivista bimestrale “PATRIMONI”, il cui sottotilo è:  “il primo mensile per crearli, gestirli, accrescerli” (Class Editori), uscito l’11 febbraio come supplemento del fondamentale e fatto molto bene quotidiano finanziario “MILANO FINANZA” che, al sabato, ha anche uno speciale di tutta la settimana. Che io sappia, ci sono due quotidiano finanziari di larga stesura: questo è il più diffuso. Per es. a Sanremo, l’altro non arriva. Mi incrimineranno per pubblicità abusiva? Ma la faccio col cuore!

 

TITOLO DI COPERTINA:  SVIZZERA & C.

TORNA IL BOOM DEI CAPITALI ALL’ESTERO.

ECCO DOVE E QUANDO CONVIENE.

 

“Private Bank e fiduciarie ticinesi lavorano a pieno rimo con i capitali degli italiani che cercano riparo da un possibile euro-crack.  Il Cantone va oltre il semplice wealth management (finanza)  e offre agevolazioni fiscali alle aziende estere che delocalizzano in Svizzera. Oltre a linee di credito fra il 3,5 % e il 7% per le Società con i conti in regola. Ma Lussemburgo e Austria non stanno a guardare e muovono guerra alla confederazione con le stesse armi: meno tasse, più certezza del diritto e sicurezza.

ZEB è un docile, giocherellone cucciolo di labrador di un anno. Un paio di mesi fa si è guadagnato una pallina da tennis come ricompensa per aver fatto bene il suo lavoro. Ha riconosciuto l’odore del contante, 65.000 euro appena ritirati da una banca elvetica, nelle scarpe e nel reggiseno di una coppia di italiani di ritorno dalla Svizzera attraverso il valico autostradale di  Como – Brogeda. I due hanno dovuto pagare sul posto il 5% di quanto non dichiarato eccedente la franchigia di 10.000 euro, ovvero 2.775 euro. Zeb è il primo “cash dog”, cane specializzato nel fiuto del denaro, giunto a Ponte di Chiasso dopo il corso per unità cinofile anti-valuta fatto nell’allevamento della Guardia di Finanza di Castiglione del Lago, fuori Perugia.

Del resto pare che nelle casseforti degli istituti di credito svizzeri, vi siano ancora 120 – 140 miliardi di euro non dichiarati appartenenti a italiani.

La novità, oggi, è che la crisi dell’area euro sta spingendo oltre confine anche i capitali in chiaro, quelli che possono tranquillamente muoversi con un semplice bonifico bancario, spinti dalla paura di un crack economico del Vecchio continente e che si creino due aree con due divise differenti: quella che raggruppa  i paesi a tripla A (Svizzera – Lussemburgo – Austria, Germania, per esempio) che avranno un euro forte, e quella con tutti gli altri,  Italia compresa.

FIDUCIARIE TICINESI E PRIVATE BANK IN POLE

“Ciò che è entrato con lo scudo in Italia fino ad oggi sta succedendo di nuovo in Svizzera in seguito alla serie di manovre apportate nel corso dell’ultimo anno”, ha spiegato a “Patrimoni” Michele De Michelis, manager di Frame Asset Management, sgr con sede in Svizzera. “I clienti sono spaventati dalle banche e dallo stato italiano: si stanno attrezzando per il piano B, rivolgendosi a banche svizzere che non sono coinvolte nel prestito di denaro e quindi paiono più sicure e affidabili tra –ha proseguito-. Ecco perché le storiche boutique private come Lombars Odier, banque Syz e Zarattini stanno beneficiando più di altre di questo ritorno dei capitali in Ticino, stavolta in chiaro (nota di Chiara: non essendo pratica, purtroppo, non capisco).Ho una trentina di operazioni sul tavolo da portare a compimento”.

A fine dicembre Lukos, la controllante di Banca Zarattini, ha acquisito per 50,5 milioni di franchi svizzeri Banca Euro Mobiliare Suisse dal Credem per rinforzare il proprio servizio di private banking (finanziaria).

“Le fiduciarie ticinesi sono molto impegnate in questo periodo, ma non stanno lavorando su massa in nero”,  ha confermato Riccardo Esposito,  fondatore di Lantern Research società di consulenza di Lugano. Del resto “il bollettino di Bamkitalia segnala che nell’ultimo anno sono stati prelevati da conti correnti 340 miliardi che sono spariti dalla circolazione. Visto che i consumi sono stagnanti, è facile prevedere che parte di quel denaro abbia preso la strada di approdi sicuri, come la Svizzera”, ha commentato al Corriere Giancarlo Cervino, direttore del Centro Studi Fiscali di Lugano.

LINEE DI CREDITO LOW COST PER LE DITTE CHE DELOCALIZZANO

Ma non si tratta solo di capital che si muovono. I tre scudi fiscali firmati da Tremonti, hanno molto indebolito le banche ticinesi nell’ultimo decennio, che storicamente sono vissute specialmente sui depositi degli italiani. Una situazione così difficile che ha spinto il Cantone a prendere serie contromisure.  Come quella di rendere fiscalmente appetibili alle società straniere lo spostamento della sede oltrefrontiera o almeno la creazione di una filiale estera. “A fine novembre l’associazione “Ticino for finance” si è ufficialmente presentata: lo scopo è di attirare oltre confine gli imprenditori e i capitali in chiaro, ha raccontato Fabrizio Vedana, responsabile legale di Unione Fiduciaria. Si tratta di una associazione nata per favorire l’insediamento di attività finanziarie ad alto valore aggiunto, frutto della collaborazione tra il Dipartimento delle finanze e dell’economia del Canton Ticino e l’Associazione bancaria ticinese”, ha aggiunto. Ne sa qualcosa un italiano che ha preso la residenza in Svizzera nel 2008, Gianluca Marano. La sua Sva Swiss Valor Advisory sa, si è convertita dalla gestione dei patrimoni alla consulenza per le aziende estere che vogliono insediarsi in Ticino. “A partire dall’agosto scorso, quando i mercati hanno registrato una forte crisi, ho ricevuto un centinaio di richieste di delocalizzazione o di creazione di filiali di imprenditori italiani in Svizzera”, ha raccontato a Patrimoni. “Qui le imposte personali non vanno oltre il 20%” ha proseguito Marano, “anche perché le si può contrattare con l’amministrazione locale, mentre l’imposizione sulle aziende in Svizzera viaggia a una media del 15%, ma in alcuni comuni scende fino al 3-4%”. In più, l’investitore estero può beneficiare di una defiscalizzazione societaria per i primi cinque anni e di un costo del lavoro più che dimezzato da quando l’economia è in crisi. Non solo.  Oggi vi son pacchetti concorrenziali messi in campo dalle banche svizzere: grazie a fondi federali e locali possono erogare linee di credito a condizioni molto interessanti, a patto che le aziende dimostrino di essere sane e di avere bilanci in ordine. “Una linea di credito di 500.000 / un milione di euro può ottenere un tasso variabile compreso fra il 3,5% e il 7,5% a 10 anni espresso in euro o in franchi svizzeri”, ha confermato Marano. Le erogazioni possono arrivare anche da istituti di credito italiano attivi in Ticino, quali Bsi (gruppo Generali) e Popolare di Sondrio (Suisse).

VECCHI E NUOVI ITALIANI ECCELLENTI A LUGANO

Marano non è l’unico italiano che ha preso la residenza in Ticino nel corso degli ultimi anni. C’è anche Marco Silvani, direttore generale di Lemanik Sa, ex responsabile del Private Banking di Intesa Sanpaolo. Da circa un anno si è spostato in Ticino Michele Villa ex Banca Leonardo, proveniente da una famosa famiglia di agenti di borsa a Milano. Qui opera attraverso Monumentum Alternative Investments.

Nel 2008 si è costituita a Lugano Saint George Capital Management, società di investimento presieduta da Gioacchino Paolo Ligresti, figlio di Salvatore. De Michelis, invece, lavora a Lugano ma tiene la residenza in Toscana, dove vive la sua famiglia.

Da non scordare la vecchia guardia degli italiani eccellenti che si sono spostati a Lugano fra gli anni ’70 e ’80, preoccupati da possibili sequestri e dalle tensioni sociali. Hanno importanti residenze distribuite fra il Comune di Collina d’oro, appena fuori Lugano (molto amato dallo scrittore Hermann Hesse) e il quartiere di Castagnola dove si trova Villa La Favorita dei baroni Thyssen. Qui risiedono le famiglie Fabbri, Giuliani, Recordati, i conti Orsi Mangelli, ex proprietari delle calze Omsa, nonché i Preziosi e i Perfetti, ricorda Luca Venturi, professionista della comunicazione finanziaria ticinese, egli stesso italiano con residenza in Svizzera. A Lugano vivono anche i Bassani, ex proprietari della Ticino, nonché, di Banca Adamas poi divenuta BPL Bank Suisse, confluita prima nella Popolare di Lodi di Giampiero Fiorani, poi nel Gruppo Banco Popolare.

I COSTI DI UN CONTO IN SVIZZERA

Attenzione, però, che non è tutto oro quel che luccica. Spostare il patrimonio in Svizzera ha un costo. Secondo de Michelis l’entrata minima dovrebbe essere sui 100.000 euro, visto che “la gestione patrimoniale annua è dell’1,5%” (nota: spese bancarie) mentre altri operatori sostengono che si ottimizzano le uscite a partire da un milione di euro. Al quale bisogna aggiungere le spese per “l’intermediazione di una fiduciaria che opera da sostituto d’imposta per il fisco italiano e può costare lo 0.12% l’anno per importi fino a due milioni di euro, con una fissa minima di 1.000 euro” ha aggiunto Vedana. In mancanza di una fiduciaria, bisogna compilare gli impegnativi moduli RW in sede di dichiarazione dei redditi.

Chi ha portato il denaro in chiaro fuori confine non sarà soggetto all’Euro ritenuta, applicata dal primo luglio scorso a chi non vuole rendere noto il proprio nome all’amministrazione finanziaria, nella misura del 35% sui proventi in Svizzera”, ha spiegato Roberto Lenzi, avvocato specializzato nella gestione di grandi patrimoni.

NUOVA TASSA DI SUCCESSIONE AL 20%

I grandi patrimoni oltre confine stanno iniziando a impensierirsi. Perché il Partito evangelico svizzero, insieme ad altri, ha presentato un’iniziativa popolare federale che propone l’introduzione di un’imposta su successioni e donazioni. La raccolta delle firme è partita la scorsa estate, avrebbe già raggiunto 40.000 adesioni e dovrebbe arrivare alle 100mila richieste prima del termine del 16 febbraio 2013.- Quindi si andrà al voto quasi con certezza.

Quello che non piace ai grandi patrimoni in Svizzera è che gli immobili sono già tassati al 3,5 per mille l’anno. Una villa per esempio che vale 4 milioni di franchi determina entrate per il fisco pari a 705.600 franchi dopo quarant’anni (i primi 200.000 franchi di valore sono esentasse, va calcolato un moltiplicatore Wmedio dell’80%), che corrispondono al 17,6% del valore dell’edificio. A questo andrebbe a sommarsi (nota: se passasse) la tassa di successione di 400.000 franchi, che farebbe salire la pressione fiscale al 27,6%.

Nota: seguono articoli di contenuto simile, per il Lussemburgo, e per l’Austria; non si dice niente, almeno in questo numero, su Montecarlo, a noi così comodo, e altri paradisi fiscali. Ma ci pare interessante aggiungere le informazioni che si trovano in un riquadro alla pagina 23.

ARRIVANO ANCHE DAGLI USA LE SIRENE DEI TASSI BASSI
PRESTITI FINO A 15 ANNI AL COSTO IMBATTIBILE DEL 3% FISSO
La stessa notizia è stata pubblicata sul Corriere della Sera del 16 dicembre scorso in un’inserzione pubblicitaria che è pubblicata in questa pagina e che riproduciamo.

POOL DI MERCHANT BANKS OFFRONO FINANZIAMENTI
(Nel rispetto delle norme vigenti)
AD IMPRESE DA EURO 500.000 AL TASSO ANNUO DEL 3% FISSO PER L’INTERA DURATA DEL PRESTITO DI 6 – 10 – 15 ANNI.

INTERESSI RIMBORSABILI A RATE SEMESTRALI A PARTIRE DAL SECONDO ANNO
(12 MESI DI PRE-AMMORTAMENTO)
CAPITALE RIMBORSABILE IN UN’UNICA SOLUZIONE ALLA SCADENZA DEL PRESTITO.

INVIARE RICHIESTE A: V.E.C. 110 WALLSTREET &ANDASH: New York, N.YORK – U.S.A.

FAX + 12129432300

EMAIL:CONTACT@CURTISASSOCIATES.BIZ

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