Indagine Mps, i conti non tornano: bonifici per 17 miliardi per un’acquisizione da 10,3
Questo articolo è stato pubblicato il 28 gennaio 2013 alle ore 19:42.
I tre sostituti procuratori titolari dell’inchiesta su Banca Monte dei Paschi di Siena, Antonino Nastasi, Aldo Natalini e Giuseppe Grosso, stanno passando al setaccio l’operatività dell’istituto senese negli ultimi anni. E dalle carte in loro possesso sono emersi bonifici internazionali per circa 17 miliardi di euro; operazioni effettuate dal 30 maggio 2008 al 30 aprile 2009, ossia nei mesi successivi il perfezionamento dell’acquisizione di banca AntonVeneta. Una cifra nettamente superiore ai 10,3 miliardi di euro che corrispondono all’esborso per l’acquisizione dell’istituto.
Secondo quanto si è appreso sotto la lente dei pm ci sarebbero in particolare due bonifici, rispettivamente da 2,5 miliardi e da 123,3 milioni, a favore di Abbey National Treasury Service Plc di Londra. Queste operazioni interessano gli inquirenti perchè si tratterebbe di cifre che, secondo fonti vicine alle indagini, sarebbero successivamente rientrate in Italia, usufruendo dello scudo fiscale (DI TREMONTI).
In serata sono emerse alcune indicazioni sui reati contestati agli indagati: oltre a quella di manipolazione del mercato, ostacolo alle funzioni di vigilanza e aggiotaggio, gli inquirenti potrebbero contestare anche il reato di truffa ai danni degli azionisti.
Ma i pm vogliono anche capire come sia stato possibile che in soli due mesi il prezzo di Antonveneta sia salito dai 6,6 miliardi pagati dal Banco Santander (SPAGNA, PATRON BOTIN-PR. COME LEGGI–CHE L’AVEVA DA POCHISSIMO COMPRATA DALL’OLANDESE AMB AMRO, IL CUI ESPONENTE IN ITALIA E’ … “UN CERTO” TEDESCHI (PERDONATE L’ALZEIHMER) OGGI INDAGATO PER LO IOR, O BANCA VATICANA… sempre se chiara non inventa…ecco, è GOTTI TEDESCHI!)) ai 9,3 (più oneri vari che hanno fatto salire il prezzo definitivo a a10,3 miliardi circa) tirati fuori da Mps. Ai quali vanno aggiunti almeno altri 7,9 miliardi di debiti Antonveneta, che l’istituto senese si è accollato.
Nel frattempo la Fondazione Mps si muove: per la propria “sopravvivenza” e il suo equilibrio economico e finanziario l’ente fa sapere che non trascurerà la possibilità di procedere alla cessione di un altro pacchetto di partecipazione in Mps con relativa discesa sotto alla soglia del 33,5%. È quanto si legge nella bozza del documento programmatico della Fmps (Fondazione MPS) non ancora reso noto.
La Fondazione Mps, si ricorda ancora nel documento programmatico 2012, non ancora reso noto, con l’aumento di capitale da 1 miliardo (con esclusione del diritto di opzione), previsto dalla Banca entro il 2015, diluirà comunque la sua partecipazione nel Monte. L’obiettivo, perciò, si spiega ancora, sarà quello di mantenere comunque il legame con la conferitaria (la banca) ed il territorio senese e toscano.
chiara volgare: se non fallisce prima…non voglio che la compri lo Stato, altri debiti!, cosa ce ne facciamo, oltre a quello pubblico, di uno privato? L’America…va be’, è appunto “L’America!”… quella del “madre mia dammi cento lire che in America voglio andar…”, noi poveri italiani, ridotti come siamo, ci mettiamo a fare l’America? Ma quei soldi lì, per l’amor del cielo, usiamo per il mondo del lavoro! Tante cose validissime del Quattrocento sono morte, una in più amen!
SI’ C’E’ SIENA LA PROVINCIA E LA TOSCANA…
MA NON CI SARA’ UN ALTRO MODO?