
ARABIA SAUDITA. “Quote di genere”, per la prima volta le donne entrano in politica
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gennaio 27, 2013
ARABIA SAUDITA. “Quote di genere”, per la prima volta le donne entrano in politica
Il decreto reale di re Abdullah, pubblicato l’11 gennaio scorso, ha stabilito che d’ora in avanti il 20% dei 150 componenti della Shura saranno donne. Si tratta di un Consiglio Consultivo i cui membri sono designati ogni quattro anni dal re. L’organismo non ha poteri legislativi ma può solo sottoporre proposte di legge al monarca, che è l’unico ad avere il potere di legiferare. Può inoltre esprimere pareri su questioni, anche di politica estera, sottoposte dal re, dare interpretazioni delle leggi e convocare i ministri per avere spiegazioni sulla loro politica.



Il 17 giugno 2011 si tenne la prima giornata nazionale di protesta contro il divieto alla guida, capeggiata dalla giovane attivista Manal al-Sharif, fondatrice del movimento “Women to Drive” divenuto poi parte della più ampia iniziativa “My Right to Dignity”.
Il dicembre scorso il Ministero del Commercio e dell’Industria ha permesso la registrazione all’Ufficio di Gestione dei servizi pubblici di donne saudita. Anche questo rappresenta un passo avanti in un paese dove sono numerose le donne imprenditrici con lauree e specializzazioni in ingegneria, business legale e altro, ma a cui non viene data la possibilità di esercitare tali professioni arabpress.eu.

A smuovere le acque stagnanti della società saudita ha contribuito anche la componente femminile della famiglia reale tra cui, in particolare, la giovane figlia del re Adila, nota per il suo impegno per i diritti delle donne contro le violenze domestiche, nonché alcune ricche e potenti donne saudite come l’imprenditrice Khood al Dukheil o Lubna Olayan a capo di una grande banca unimondo.org
L’ingresso delle donne in politica è un passaggio molto importante in un Paese in cui le donne non possono ancora viaggiare, lavorare o subire interventi medici senza il permesso formale di un maschio di famiglia ed alle quali è vietato guidare l’automobile.
Tuttavia Human Rights Watch denuncia che il decreto del re, al di là dell’apertura alle donne, non cambia nulla, in un Paese dove la monarchia assoluta non è stata scalfita dalla Giornata della Collera, duramente repressa e poi messa a tacere con una manovra economica da 15 miliardi di dollari che ha ignorato del tutto la transizione richiesta verso la monarchia costituzionale lettera43.it .
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