28 maggio 2013 ore 18:53 filippo ceccarelli, quel sindaco circense tra pajata e parentopoli—rep. di oggi, dal sito di manuela ghizzone—IMPORTANTE: QUASI TUTTI GLI ARTICOLI CHE PUBBLICO DA REPUBBLICA SONO SUGGERITI DAL GRANDE NEMO: E GIUSTIZIA E’ FATTA! CIAO A VOI TUTTI, SIAMO SOLO A MARTEDI’…

 

[audio:https://www.neldeliriononeromaisola.it/wp-content/uploads/2013/05/Louis-Armstrong-Mack-the-Knife.mp3|titles=Louis Armstrong – Mack the Knife]

 

MANUELA GHIZZONE

Foto

QUI SEMBRA UNA BIMBA, COME DIREBBE NICOLO’, UN ANNO E MEZZO

dal blog di manuela ghizzone, deputata del Partito Democratico, vicepresidente VII Commissione cultura, scienza, istruzione.

(se ti interessa, puoi vedere dopo l’articolo, la simpatica presentazione che fa di se stessa)

 

FILIPPO CECCARELLI (1955)

Opere

  • Lo stomaco della Repubblica (Longanesi, 2000)
  • Il teatrone della politica (Longanesi, 2003)
  • Il teatrone della politica. Come lo spettacolo ha preso il potere (TEA, 2005)
  • Il letto e il potere. Storia sessuale d’Italia da Mussolini a Vallettopoli bis (Longanesi, 2007-prima edizione 1994)
  • Apotesi dei corrotti. Disegni preparatori per un fregio celebrativo (Coniglio Editore, 2009)
  • La suburra. Sesso e potere: storia breve di due anni indecenti (Feltrinelli, 2010)
  • Come un gufo tra le rovine (Feltrinelli, 2013)

 

 

 

“Quel sindaco circense tra pajata e parentopoli”, di Filippo Ceccarelli

Alemanno uguale Aledanno. Ma per una volta, e con l’aiuto degli elettori, il danno è tutto per lui. O quasi. Si dirà: alla buon’ora! Troppi guasti paiono ormai difficilmente rimediabili, per Roma. Ma che almeno sia d’insegnamento ai romani, anche fuori tempo massimo, l’aver accordato fiducia a un politico rivelatosi tra i peggiori sindaci che la recente storia capitolina ricordi.
E adesso si avrebbe persino scrupolo ad assestare il classico calcio del somaro, guai ai vinti, ma gli scrupoli necessariamente si attenuano rispetto alla più colpevole mancanza di memoria, per cui i potenti dispongono di costosi apparati adibiti a «far credere» e nessuno ricorda nulla, soprattutto con quali slanci e aspettative cominciano le esperienze e le avventure del potere municipale, per cui Alemanno, da poco eletto, si consentì addirittura di proclamare, con cieca determinazione: «Siamo stanchi dei troppi cretini al comando». Anvedi.
Era il marzo del 2009, e aver visto il sindaco di notte alle prese con la possibile inondazione del Tevere, autenticamente preoccupato sotto la pioggia sui muraglioni del fiume, poteva perfino rendere innocente quella sua smaniosa e temeraria risolutezza. Ma guai a considerare la stupidità una categoria po-litica! E men che meno guadagnare voti sulle tragiche vicende della cronaca nera!
Così ora che Roma è vissuta da ciascuno come una città divenuta inesorabilmente violenta, e che il vertice dell’amministrazione pare guidato dalla più balorda e surreale inconcludenza, non solo si consuma la classica nemesi, ma finisce per suonare minaccioso il nome stesso della fondazione di Alemanno: «Nuova Italia» – e non sia mai, per carità. E acquista amaro, sarcastico rilievo, oltre a fare sintomatico cortocircuito con certe abitudini degli amici del sindaco, che in una delle ineluttabili sfilate in costume da antichi romani incoraggiate dall’amministrazione si segnali una «Legio Rapax», laddove la rapacità dei suddetti amici è sotto gli occhi di tutti.
Il problema, semmai, o meglio il paradosso, è che Parentopoli, Monnezzopoli e Ladropoli, con l’opportuno e anche vorace contributo di Fascistopoli, hanno messo in ombra o addirittura gettato nell’oblio la prima incredibile fase della epopea alemanniana, con un misto di furbizia e ingenuità incentratasi su una logica tipo panem et circenses di cui i rigatoni con Bossi a piazza Montecitorio e il sogno dei bolidi di Formula 1 all’Eur costituiscono gli esempi più rinomati nella loro fantasmagorica cialtroneria.
E non solo perché Alemanno ha poi rinnegato la pajata, anzi disse con eleganza: «Mi è andata di traverso, con la Lega neanche una bruschetta»; e anche il Gran Premio, con il dovuto indotto di speculazioni, andò a farsi benedire. A quel punto, ma sempre invano, il sindaco cercò di acchiappare le Olimpiadi; arrivando a promettere, nel caso le avesse ottenute, un pellegrinaggio a piedi alla Madonna del Divino Amore, già obiettivo di analoghe visite propiziatorie. E anche di questo toccherà purtroppo ricordarsi: dell’uso pervicace della religione – e della Chiesa e del suo ex Pontefice ancora di più – come strumento di consenso, per cui resoconto mediatico di estasi a Lourdes, baci di mano, benedizioni di atti comunali, inflazione di presepi (tre solo in casa), menu quaresimale nelle scuole, doni al pontefice (con impicci amministrativi) sbandieramenti vaticani, figurarsi.
E «i Valori» prima di tutto. Dio Patria e Famiglia come uno scudo piatto e insieme coloratissimo. Sennonché, come è noto, il potere acceca, e nella Città Eterna ancora di più, per cui a parte scegliersi come testimonial un prete poi accusato di pedofilia, un certo giorno (dedicato all’Aids) Alemanno, che pure come tutti è una creatura imperfetta, per non dire un medio peccatore, ebbe l’idea di raccomandare ai giovani la castità pre-matrimoniale, che può essere anche un’idea, ma non si capisce bene cosa c’entri con l’amministrazione di una città che tra assedio di caldarrostai e risse di centurioni andava visibilmente a pezzi.
E dunque: Alemanno, Aledanno, Retromanno (perché spesso cambiava idea) Alemagno (Alè, Magno! con gesto di forchetta che si arrotola), Malemagno (secondo Pietrangelo Buttafuoco) e anche Brancalemanno (per gentile concessione di
Dagospia).
Sta di fatto che «sbullonato» il veltronismo, almeno a livello culturale, se così si può dire, il sindaco ha finito per sostituirlo con un suo succedaneo, però virato a destra. Quindi, a parte l’ideona di far cucinare grandi chef per i senza tetto (ma il sindaco e i maggiorenti al piano di sopra), vanno ricordate sbronze di futurismo, mascherate militari, saggi ginnici, calcetto da spiaggia, svariati test antidroga, oltre a matrone, senatores e antiche macchine da guerra che alimentano gli ammortizzatori psicologici dell’eterno scetticismo romano.
Fino alla fine, allorché durante l’ultimo Natale di Roma, culminato con il lancio di paracadutisti con tanto di fumogeni sul Circo Massimo, è parso che anche dal cielo provenisse il segno dell’imminente caduta dell’ardimentosa e ridicola giunta Alemanno (numero 3 o 4), per cui a causa del vento uno dei volatori è finito su un tetto di via dei Cerchi e sono dovuti intervenire i vigili del fuoco a tirarlo giù.
Nel frattempo il sindaco ha scalato torri, spalato la neve, prodotto video di lui in moto, litigato con conduttori televisivi, cambiato un numero notevole di spin doctor, distribuito uova di Pasqua ai passanti, a riprova che la sovraesposizione è una scienza esatta e che la fantasmagoria a vuoto prima o poi presenta il conto.
Ma poi, o intanto, anche quelli che speravano che la destra, proprio perché incontaminata, si sarebbe tenuta più pura, si sono dovuti ricredere scoprendo che i post-fascisti, specie in difficoltà, non solo erano più famelici, ma per trarsi dai guai individuavano settori deboli della società per proclamarli nemici sociali e dargli addosso: e in questo senso forse da parte dei media e dell’opposizione si è detto troppo poco riguardo alla stolida e inutile campagna scatenata contro la prostituzione e contro i crudeli raid per distruggere i campi dei rom, costretti a gironzolare per la città ricostruendo gli accampamenti.
In compenso, Alemanno ha promesso: di abbattere la teca dell’Ara Pacis e di «radere al suolo» (da Cortina) Tor Bella Monaca, nonché di costruire due stadi, insediare il Parco Fluviale, la Disneyland della Romanità e, visto che c’era, anche un paio di isole a largo di Ostia. Di concluso, per la verità, resta solo la problematica statuona di Giovanni Paolo II, cui un giorno fu appeso il cartello: «Wojtyla, perdona Alemanno perché non sa quello che fa». A quattro anni dalla vittoria, più che una beffa, sembra un ragionevole punto di vista.

La Repubblica 28.05.13

 

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Mi presento:   manuela ghizzone

Sono nata nel 1961; sposata con Carlo.
Sono ricercatrice in storia medievale presso la facoltà di Scienze della formazione dell’Università di Bologna.

La mia passione per la politica è iniziata con l’impegno nel volontariato sociale e culturale (negli anni ’80 nel Comitato di gestione dei consultori familiari di Carpi e, successivamente, nel locale Circolo Gramsci). Sono stata consigliera comunale a Carpi e, dal luglio 2004, assessore alle politiche culturali e al progetto memoria, carica che ho ricoperto fino alla candidatura per le elezioni politiche 2006.

Nel 2006 sono stata eletta per la prima volta alla Camera dei deputati e sono entrata nella VII Commissione (Cultura, scienza e istruzione), ricoprendo l’incarico di capogruppo del PD. Tale ruolo mi ha permesso di coordinare l’articolata attività del gruppo in merito alle molte competenze che attengono alla commissione: scuola, università e ricerca, editoria, sport, informazione, beni culturali. In commissione sono stata inoltre relatrice di maggioranza di vari provvedimenti: da ultimo la legge finanziaria 2007. Più in generale mi sono occupata di università (reclutamento docenti e ricercatori, accesso programmato ai corsi di laurea), di scuola (finanziamenti alle istituzioni scolastiche, precariato dei docenti), di professioni relative alle attività motorie e sportive e di disturbi specifici dell’apprendimento. In Aula, sono stata relatrice del disegno di legge delega al Governo in materia di riordino degli enti di ricerca (ora legge n.165/2007), che promuove, rilancia e razionalizza le attività nel settore garantendo autonomia, trasparenza ed efficienza nella gestione degli enti pubblici nazionali di ricerca. Ho inoltre presentato tre interrogazioni a risposta immediata sulla stabilizzazione dei ricercatori negli enti pubblici di ricerca, sulla situazione finanziaria degli istituti scolastici e sul recupero dei debiti formativi. Ho presentato 5 progetti di legge relativi alle agevolazioni fiscali e ai contributi per il sostegno del settore cinematografico e audiovisivo; agli incentivi fiscali in favore delle attività di produzione cinematografica; all’istituzione dell’insegnamento di repertorio vocale nei conservatori musicali; alle disposizioni concernenti l’esercizio delle professioni relative alle attività motorie e sportive e, infine, all’istituzione della Giunta storica nazionale e alle disposizioni concernenti gli istituti storici nazionali. Sul tema della memoria, che per ragioni di lavoro e per passione mi è molto caro, ho presentato, insieme a colleghi, la proposta di legge “Norme per la promozione dei sentieri della memoria e disposizioni per la tutela e la promozione della memoria dei crimini nazifascisti” e la risoluzione sulla Giornata della Memoria,approvata in Commissione nel gennaio 2007.

Alle recenti elezioni politiche del 2008, sono stata rieletta alla Camera. La convinzione che il sapere, l’istruzione e la formazione siano le risorse strategiche decisive per lo sviluppo sociale, civile ed economico del nostro Paese, mi ha indotto ad accettare la proposta di proseguire il mio lavoro nella VII Commissione, ancora nella veste di capogruppo del PD. Insieme all’impegno per dare maggiore centralità al sapere ed alla conoscenza, intendo proseguire il lavoro iniziato nella scorsa legislatura per far sentire la voce del territorio e della periferia presso le istituzioni centrali, cercando di dare risposte alle esigenze locali e alle istanze dei cittadini e offrendo alla politica nazionale l’esempio del buon governo, del senso civico e dell’etica del fare che caratterizzano le nostre comunità.

La mia scheda personale sul sito della Camera Legislatura XVII

 

 

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