«L’AMACA» DEL 24 OTTOBRE 2013 (Michele Serra)
A proposito di antipolitica: che senso ha cambiare periodicamente nome alla tassa sulla casa, ogni volta abolendola per bassi calcoli elettorali, ogni volta reintroducendola perché le casse dei Comuni sono vuote? Anche chi è vaccinato contro il qualunquismo, e immune dall’ira sorda e sciocca che avvelena il dibattito pubblico, non può non trarne un giudizio drasticamente ostile nei confronti di legislatori così ripetitivi, prigionieri dei calcoli furbastri di leader di bassissimo profilo (in questo caso, per fare nomi, la star indiscussa è Silvio Berlusconi), incapaci di sortirne con una botta di fantasia o di ribellione a una logica fraudolenta. Nessuno che abbia la dignità di ammettere che tanto valeva mantenere la vecchia Ici, si risparmiavano tempo e fatica; e che l’opinione pubblica è stata trattata come una massa credula e truffabile. Non si offendano gli elettori del Pdl, ma è loro la palma della credulità se davvero hanno votato Berlusconi per la promessa dell’abolizione dell’Imu: ora, con la Tasi, pagheranno di più, e gli sta bene. Tra il truffatore e il truffato, così come tra il plagiatore e il plagiato, c’è sempre un sottile, ambiguo margine di complicità.