Gender Bender, dal 26 ottobre sul palco contro i pregiudizi
Il festival dedicato all’identità di genere nella cultura torna in città dal 26 ottobre con un ricco programma di eventi. L’assessore Ronchi difende “Rosaspina”. Annullato lo spettacolo “Lolita”
Bologna, 23 ottobre 2013 – Teatro, danza, musica, fumetto, letteratura. Ma anche feste, incontri e mostre. Non si fa mancare niente il festival internazionale Gender Bender, che prenderà il via ilsabato 26 ottobre, dedicato alle rappresentazioni del corpo e delle identità di genere e orientamento sessuale nella cultura e nelle arti contemporanee. L’11esima edizione del festival si intitola “Il pelo nell’uovo” perché, spiega Daniele Del Pozzo, direttore di Gender Bender, “l’identità di genere può diventare un tema fastidioso, come un pelo nell’uovo ma noi, come sempre, l’abbiamo inteso come un’immagine di bellezza. Inoltre, l’uovo rappresenta un momento di cambiamento”.
Ed è proprio il cambiamento il tema di alcuni spettacoli messi in scena come “L’adolescenza di Victor” (rappresentazione di danza) e “La bella Rosaspina addormentata” di Emma Dante, che con la sua Rosaspina che si sveglia e si scopre innamorata di una donna, ha sollevato non poche polemiche a Bologna. “Il festival vanta un programma molto ampio e trasversale di appuntamenti – spiega Alberto Ronchi assessore comunale alla Cultura – che non solo approfondisce in modo intelligente queste tematiche ma permette al pubblico di incontrare anche artisti nazionali e internazionali. Le critiche sullo spettacolo di Emma Dante – conclude – sono assurde nel 2013 e in un Paese laico”.
La critica sollevata, spiega il presidente del Cassero Vincenzo Branà, “merita molta leggerezza ma ci riguarda. Non è un problema prettamente culturale, ma strutturale e sul palco non portiamo solo teorie, ma spunti per dibattiti”. Nel suo rinnovarsi, aggiunge l’assessore regionale alla Cultura, Massimo Mezzetti, “il Gender Bender, con l’offerta culturale a tutto tondo proposta, contribuisce ad abbattere il pregiudizio”.
Lo spettacolo di Emma Dante, tra l’altro, aprirà anche il progetto Teatro Arcobaleno: un progetto che durerà un anno e vedrà la messa in scena di spettacoli tutti dedicati ai ragazzi e alle famiglie, promosso da Gender Bender in partnership con Teatro Testoni Ragazzi-La Baracca, Fondazione Ert Emilia-Romagna Teatri, Pubblico Teatro di Casalecchio e Famiglie Arcobaleno. Ed ancora, per la danza, “Parkinson”, in scena all’Arena del Sole, lo spettacolo teatrale “Se la mia pelle vuoi” sul palco del Mambo, le proiezioni del documentario “Queen of the desert” e della commedia “Dual” (entrambe in prima nazionale), il concerto della rapper Sookee al Tpo il 30 ottobre, i party e i congressi.
Un cartellone ricco che conta, fino al 2 novembre, 25 prime nazionali, 23 film e documentari, 22 repliche di spettacoli, tre mostre, cinque party, 19 incontri, sei concerti, 102 ospiti, 30 volontari, la collaborazione di 50 soggetti tra pubblici e privati e un progetto europeo. Alla manifestazione si affianca anche la settima edizione di Soggettiva, il festival di cultura lesbica che intreccia il suo programma con quello del Gender Bender in un incastro perfetto. “Il titolo di quest’anno è ‘Cerca il beat’ – spiega la curatrice del festival Antonia Ciavella – l’invito è rivolto a tutti gli omofobi affinchè vengano a vedere dove batte il cuore di una lesbica, senza rinchiudere le nostre vite in etichette o in climi asfissianti, d’altronde, la cultura ha questo compito”.
Unica nota stonata l’annullamento dello spettacolo “Lolita”, previsto il 30 e il 31 ottobre all’Arena del Sole, sospeso poichè la Direzione territoriale del lavoro di Bologna ha chiesto una variazione del copione dello spettacolo per garantire la salute fisica e salvaguardare la moralità della minore nella parte di Lolita, interpretata da Olga Bercini che ha 11 anni.
Da Babilonia Teatri, scrivono, che “il lavoro svolto con Olga in questi mesi va ben oltre lo spettacolo. È un lavoro che riflette sull’immagine di bambini-adulti, bambini-sexy e bambini di successo che tutti i giorni i media ci propongono. Un lavoro che si interroga su cosa significhi essere bambino oggi, che modello venga loro proposto e cosa loro introiettino. Per questi motivi non acconsentiamo a cambiare il copione dello spettacolo perchè avvertiamo questa richiesta come una forma di censura del nostro lavoro e dello spettacolo”. Info e programma su: www.genderbender.it.
(fonte Dire)
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