24 ottobre 2013 ore 22:43 RABUZIN. DALMAZIA E PANNONIA FINO ALLA FINE DEL ‘700: questo per darvi un’idea del crogiulo infinito da cui sorsero i famosi “NAIFS JUGOLASLAVI” DI CUI OGGI UN COMMENTO—poi, c’è chi ama la storia, anche guardando correndo:chiara è allibita di cosa devono aver passato questi popoli, gente come noi, e—non è poco—sopravvivendo!

 

File:ILLYRICUM SPQR png.png

piantina dell’Illiricum (Roma): Dalmazia e Pannonia

 

 

 

Preistoria

L’area dell’attuale Croazia presenta tracce di insediamenti umani risalenti all’età della pietra. Nel 1899, su una collina nei pressi della città di Krapina, l’archeologo e paleontologo Dragutin Gorjanović-Kramberger trovò oltre 870 resti fossili di uomini di Neanderthal[1] risalenti a circa 100.000 anni fa.
Nel primo neolitico si svilupparono nell’area le culture di Starčevo-Körös, Vinča, Sopot, Vučedol e Hvar, risalgono invece all’età del ferro le tracce della cultura di Hallstatt (proto-Illiri) e di quella di La Tène (proto-Celti).

Storia antica (VIII secolo a.C.- 476)

A partire dal VIII secolo a.C. La regione fu influenzata dal diffondersi di colonie greche create sulla costa adriatica, sono di origine greca le città di Stari Grad (Pharos, in italiano Cittavecchia) sull’isola di Lesina e di Lissa (Issa) sull’isola omonima e la città di Traù (Tragurion). Nelle fonti greche del V secolo gli abitanti di questa regione vengono definiti “Illiri”, nome con il quale si designò una delle tante popolazioni di origine indoeuropea che popolarono la regione fino all’arrivo dei romani. Il regno degli Illiri raggiunse la massima espansione all’epoca del re Agrone (che regnò dal 250 al 230 a.C.) che dominò anche le colonie greche; furono gli abitanti di Issa a chiedere l’intervento dei romani contro le vessazioni degli Illiri. L’intervento romano, dapprima diplomatico e in seguito militare, ebbe luogo però solo dopo la morte di Agrone.
I Romani riuscirono con due successive spedizioni, una nel 229 a.C. e l’altra nel 219 a.C., a conquistare la regione che nel 9 d.C. fu annessa da Tiberio all’Impero romano con il nome di “Illyricum” e divisa fra le province di Pannonia e Dalmazia. Tra il 102 e il 107 la Pannonia fu nuovamente divisa in due regioni da Traiano.
Nella regione si diffuse la cultura latina e con essa il Cristianesimo.
Nel 285 d.C. vi fu una prima divisione dell’impero romano da parte di Diocleziano ma solo da un punto di vista amministrativo: l’impero veniva diviso tra impero romano d’oriente e occidente; la linea di confine passava dal lago di Scutari (Skadarsko jezero) fino alla Sava. Circa cento anni più tardi, fu fatta una nuova divisione da parte di Teodosio, che separava la stessa regione anche da un punto di vista politico.

 

L’età delle invasioni – i Croati

Oton Iveković. L’arrivo dei Croati sull’Adriatico
Interessata a più riprese dalle invasioni barbariche (Unni, Eruli), dopo la caduta dell’Impero romano d’Occidente nel 476 la Dalmazia rimase sotto il controllo romano dell’ex-imperatore d’Occidente Giulio Nepote, sino alla conquista da parte degli Eruli di Odoacre, passando sotto la formale autorità di Bisanzio. Attraversata dalle orde degli Ostrogoti di Teodorico inviati in Italia dall’imperatore Zenone, la regione fu ricondotta nell’effettivo dominio dell‘Impero romano d’Oriente da Giustiniano nel 535.

Nel VII secolo l’intera area balcanica venne interessata dalle migrazioni di popoli slavi, e in Dalmazia e Pannonia giunsero i Croati, una popolazione che, secondo il De administrando imperio di Costantino VII, proveniva dalla Croazia bianca (regione forse situata nell’attuale Polonia meridionale) e che fu probabilmente invitata dall’imperatore Eraclio per allontanare il pericolo degli Avari, autori di numerose incursioni che minacciavano la sicurezza di Bisanzio.

 

I nuovi arrivati premendo sulle popolazioni autoctone, tra cui gli Illiri, di lingua latina (istrorumeno e dalmata), li obbligano, per sopravvivere a rifugiarsi nelle aree più impervie (monte durmitor, montenegro, etc) oppure a concentrari nelle città ed isole della costa dalmata, lasciando ai Croati l’entroterra e le campagne.

 

All’inizio del IX secolo, in seguito alla vittoria di Carlo Magno sugli Avari, la Pannonia entrò a far parte dell’impero dei Franchi mentre la Dalmazia rimase nell’orbita di Bisanzio. In tale periodo nacquero due ducati, a settentrione quello della Croazia pannonica (Panonska Hrvatska) guidato da Ljudevit Posavski e, lungo la costa, quello della Croazia dalmata (Dalmatinska Hrvatska), guidato da Borna. Il duca croato Trpimir I (845–864), fondatore della dinastia Trpimirović,a est fino alle rive della Drava.

 

Il regno di Croazia

L’incoronazione di Tomislav (Oton Ivekovic)
Il primo stato croato si formò nel 925, quando il re Tomislav riuscì ad unire la Croazia Pannonica (settentrionale) e quella dalmata (costiera) in una sola entità.
IX-X secolo: gli slavi vennero cristianizzati e venne creato per loro un alfabeto ad opera dei fratelli Cirillo e Metodio con il quale poter mettere per iscritto la loro lingua e con il quale ufficiare la messa anche se i croati, fieri della loro cultura legata all’Occidente e al mondo latino, rimarranno fedeli alla messa in latino e all’alfabeto latino con l’aggiunta di segni diacritici. Rimane comunque importante quest’alfabeto chiamato “glagolitico” perché il suo utilizzo (adattato al dialetto čakavo della Dalmazia) è la base della letteratura croata e servì per numerosi testi non religiosi e per la vita quotidiana.

925: primo sinodo di Spalato
927: secondo sinodo di Spalato con il quale si vietò di ufficiare in slavo.

 

Basso Medioevo (1000-1492)

 

Cercano pretendenti al trono, e fu così che fu chiamato a regnare Ladislao I d’Ungheria, che ne assunse il regno.

1102: alla morte di Ladislao I, viene chiamato il suo successore, Colomanno d’Ungheria, che nel 1102 stipulò i celeberrimi “pacta conventa”, un accordo con il quale le sorti della Croazia pannonica furono da allora in poi legate in maniera indissolubile a quelle ungheresi fino al crollo dell’Impero austro-ungarico nel 1918. Koloman concesse alla Croazia l’autonomia per quanto riguardava la politica interna, ma vi pose un “bano” o “viceré” che talvolta era un nobile ungherese, talvolta un nobile croato.

 

Storia moderna (1492-1789)

Dalmazia

Serenissima Repubblica di Venezia
1526: in seguito alla Battaglia di Mohács e alla pace del 1540, ai veneziani rimasero solo le città costiere.
1571: dopo la vittoria con le truppe cristiane contro i turchi, Venezia riprese i territori che aveva perduto.
1699: dopo uno scontro con il pascià di Bosnia, Venezia perse Creta ma riuscì a mantenere tutti gli altri territori.
1671: viene fissata la “linea Nani”.
1699: a seguito del trattato di Carlowitz (Karlovac), i veneziani ottennero la Morea e altri territori che furono annessi al loro territorio attraverso la “Linea Grimani”. La Repubblica di Ragusa, invece, pagando un tributo annuo ai turchi, riuscì a mantenere la sua indipendenza e per evitare dissidi con Venezia il territorio di Ragusa fu delimitato da entrambe le parti da quello veneto con una sottile striscia di terra appartenente all’impero turco.

 

Croazia Pannonica

1573: la storia della Croazia rientra da questo momento nella storia più generale di quella d’Ungheria con le sue crisi interne, le lotte contro i turchi e le agitazioni contadine che culminarono nel 1573 con la ribellione nelle campagne slovene guidata da un capo croato: Matija Gubec.

1578: venne formata una particolare marca conosciuta con il nome di “Confine militare” (Vojna krajina) che verrà abolita circa 300 anni più tardi: una regione croata settentrionale confinante con la Bosnia disseminata di fortezze per difendere la Croazia dai turchi; per questo confine furono chiamati molti serbi ad abitare e difendere la zona che da allora in poi diverranno i più fedeli dell’Impero austro-ungarico.
1699: trattato di Carlowitz: i turchi cedettero all’impero asburgico tutta la Croazia-Slavonia e la maggior parte dell’Ungheria.
1779: Croazia e Ungheria trasferiscono il potere croato sotto quello ungherese, poiché fino ad allora era stato sotto quello di Vienna, e Fiume fu dichiarata parte integrante dell’Ungheria.

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