Trovo bellissimo questo quadro. Non so se prima c’era stato qualche pittore che avesse riprodotto così realisticamente e potentemente la donna. Sembra un uomo che amasse davvero le donne!
Cara Donatella, sono molto d’accordo sul tuo giudizio sul quadro, ancor più con quello che mi hai detto al telefono: “non c’è nessun segno di peccato…..Quello che diro’ è legato al tuo commento e non al quadro: non so se tu sai… fatta eccezione per tuo marito che, per bene mio, non conosco biblio-ficalmente, ho verificato sia per quanto riguarda la mia espereienza, sia tra i tanti che erano interessati ad una blanda terapia nonché gratis e soprattutto i pazienti, dicevo che ho verificato che trovare un uomo che ami veramente una donna- è più difficile che trovare il solito ago in un pagliaio (devono averne uno per tutti i pagliai!). L’ho vista anche in chi smania 24 ore al giorno per…
Amare una donna vuol dire per prima cosa “conoscerla” (e qui la Bibbia ci serve) per come è fatta “LEI” cioè nei suoi organi genitali e anche nella sensibilità o no del suo sfintere anale. Dagli anni Cinquanta sono state fatte ricerche e studi, tutti pubblicati in italiano, come sai, a cominciare dal rapporto Kinsey, poi un’altra, che è sempre una ricerca sul campo, “più avanzata” di Master & Jonhson (forse scrivo male il nome, entrambi sono all’ultimo piano della mia libreria..non posso controllare: forse da tempo e tempo, ho rinunciato al sesso, come-credo-accada alla maggioranza delle donne, anche giovani–lo dico con dati-). Ricordo che il secondo libro spiegava molto bene le differenze “organiche e funzionali” tra uomo e donna, e devo dire che erano fondamentali. Recentemente, una ragazza di circa 27 anni, che non andava bene a letto con il compagno è venuta a trovarmi: le ho spiegato quel poco o tanto che sapevo, facendole anche il disegno che si è voluta tenere per portarlo al marito: in seguito mi ha detto che andava molto meglio. Naturalmente io non avevo chiesto niente, non c’era ragione di mentirmi. Ma questa era un aparentesi, torniamo al libro. Per fare un esempio su come entrambi i sessi raggiungono l’orgasmo (alle regole ci sono eccezioni): gli uomini che ricevo degli stimoli sessuali percorrono una curva che sale senza interruzioni descrivendo una curva ” quasi” dritta verso l’alto; le donne necessitano all’inizio di stimolazioni gentili e progressive, così inizia la loro eccitazione che, ad un certo momento, raggiunge un punto della curva che si chiama “plateau”(il tratto della curva, oltre che avere una certa durata, è completamente piatto); e’ un periodo di tempo che in cui l’eccitazione non cresce, ma se continua la stimolazione fisica o psichica, ad un certo momento parte una curva simile a quella degli uomini fino a segnare il punto dell’orgasmo. Dico solo questo senza starmi ad addentrare in piccole-grandi labbra e clitoride e sul fatto che a me hanno insegnato (non so se sia stato scoperto qualcosa di diverso, era a meta’ degli anni 60) che la vagina di per sé non ha terminazioni nervose, quindi di suo non avrebbe possibilità di sentire qualcosa (per l’amor di carità, poi c’è il fatto di ricevere l’amato, ma parlo prescindendo dai “grandi amori”, quelli che hanno per esempio un orgasmo o almeno si bagnano o gli vien duro solo a pensarlo-a…); tornando alla nostra vagina…lei, quindi, si erotizza per contagio, diciamo così, dall’eccitazione precipuamente del clitoride e dalle carezze in genere, perché le donne (se gli uomini amino le carezze non lo so, forse sentono piacere, ma non vogliono “perdere tempo”) hanno una sessualità diffusa su ogni cm. di pelle. Solo che “accarezzare stanca”, come avrebbe detto Pavese! Naturalmente, da molti anni mi chiedo la ragione di questa non-curiosità del sesso altrui. Vale, credo, per entrambi i sessi, ma credo che per varie ragioni, è più facile che gli uomini siano soddisfatti che le donne.I motivi che ho trovato per rispondermi sono vari e non so neanche metterli in ordine di valore: 1. la paura di “un’immagine sessuale” totalmente sconosciuta e così diversa dalla propria; 2. in qualche moda la donna, specie quella “eletta”, ha un parentesco con la madre e deve sopportare i sentimenti che hanno contraddistinto quel rapporto; 3. due uomini mi hanno detto di non poter toccare i genitali della loro donna perché ne provavano schifo. Lascio di commentare, tanto la mia è solo un’ipotesi. 4. In finale, penso che sia gli uomini (molto prima delle donne che, prima di ogni interesse sessuale, hanno dovuto disinibire la propria sessualita’ che tra scuola e famiglia era-in genere- chiusa sotto settecento chiavi) che adesso, le donne ( ma non a livello di massa) sentivano viva la propria parte omosessuale e questo portava ad alcune conseguenze che cercherò di dire. Secondo Freud, lo sviluppo sessuale avviene partendo dalla bisessualità con cui nasciamo e che manteniamo da bambini fino ad un certo punto che puo’ variare da uno all’altro; dopo aver affrontato i vari conflitti ed attrazioni per i genitori (non si sente dire molto in giro, ma per Freud l’Edipo è duplice cioè riguarda sia il genitore dello stesso sesso che l’altro, ma purtroppo devo chiudere) l’essere umano fa “una scelta”: o va a destra o a sinistra. Secondo Chiara occorre nella sessualità quello che accade nello sviluppo amoroso in relazione ai sentimenti opposti che, per brevità, chiameremo genericamente “amore e odio”. Ogni persona-secondo la sua storia- vive questo dilemma e in qualche modo lo risolve, ognuno in modo unico, anche se puo’ variare nel tempo quando maturano le sorbe. C’è chi ha eliminato l’odio espulso dalla coscienza, chi è arrivato a 2/3 di amore e un terzo di odio; chi è almeno al 51% e questo lo situa-sempre a mio parere – nelle persone sufficientemente “integrate”, una parte ha una sufficientemente egemonia sull’altra (certo, è altrettanto integrato uno “solo” cattivo, ma non voglio affrontare l’argomento); parlando in generale tutte le persone sono ambivalenti: ho potuto osservare delle persone che sembrano scisse a metà alle quali la maturazione non porta benefici. Come vedete, tutto quello che scrivo è molto schematico e quindi falso di fronte alla realtà vivente. Appunto, parlo di schemi e non di persone. Ecco, questa stessa varietà si puo’ trovare nella sessualità: una persona per esempio è etero, ma (ben per lui!) non ha represso in fondo ad un pozzo la sua omosessualità, è viva ma per mille motivi rimane virtuale. A proposito delle amicizie, Freud dice una cosa che ho sperimentato e in cui, quindi, credo molto: la tua evoluzione sessuale ti porta, sempre per motivi vari, a scegliere un uomo da amare, se sei donna o viceversa. La tua parte di energia “omosessuale”, cioè che ama il simile a te, rimane, più o meno soffocata, ed è energia “utile” per mantenere rapporti di amicizia che durino a lungo con persone del tuo sesso. La mia non credo che si perda un milligrammo nel “soffocamento” perché ho amicizie con donne che durano dalla prima elementare; e almeno una dall’asilo. Le altre sono mancate. Inoltre – forse perché saro’ un’omosessuale nascosta, ma non ha importanza – sento una vera solidarietà “con” le donne, nel senso che sto sempre dalla loro parte, anche vedendo cose che non vanno e che posso far notare. Nella mia vita ( magari non è per quello, magari sono proprio io come sono), ho notato che è difficilissimo trovarla….forse perché il pantalone con il pistolino dentro- è nella natura- tira di più; ma la cosa più sconcertante che non so proprio spiegarmi è che trovo questo implicito disprezzo per il loro sesso, proprio in persone che si dichiarano “femministe”–Se qualcuno me lo sapesse spiegare! chiudo, ragazzi, per pena di entrambi, ma questi argomenti, parlarne, meglio un dialogo, lo trovo molto importante. Voi no? chiara
Cara Chiara apprezzo moltissimo la tua disamina, con contenuti ‘scientifici’, del problema. Anch’ io ho visto, con dispiacere, molte volte, la mancanza di ‘solidarietà’ tra le donne. Spesso a causa della ‘presenza’ di un maschietto ( ma alle volte anche senza ). Vabbe’, chiamami pure Gustave ….
Pittore straordinario.
Trovo bellissimo questo quadro. Non so se prima c’era stato qualche pittore che avesse riprodotto così realisticamente e potentemente la donna. Sembra un uomo che amasse davvero le donne!
Cara Donatella, sono molto d’accordo sul tuo giudizio sul quadro, ancor più con quello che mi hai detto al telefono: “non c’è nessun segno di peccato…..Quello che diro’ è legato al tuo commento e non al quadro: non so se tu sai… fatta eccezione per tuo marito che, per bene mio, non conosco biblio-ficalmente, ho verificato sia per quanto riguarda la mia espereienza, sia tra i tanti che erano interessati ad una blanda terapia nonché gratis e soprattutto i pazienti, dicevo che ho verificato che trovare un uomo che ami veramente una donna- è più difficile che trovare il solito ago in un pagliaio (devono averne uno per tutti i pagliai!). L’ho vista anche in chi smania 24 ore al giorno per…
Amare una donna vuol dire per prima cosa “conoscerla” (e qui la Bibbia ci serve) per come è fatta “LEI” cioè nei suoi organi genitali e anche nella sensibilità o no del suo sfintere anale. Dagli anni Cinquanta sono state fatte ricerche e studi, tutti pubblicati in italiano, come sai, a cominciare dal rapporto Kinsey, poi un’altra, che è sempre una ricerca sul campo, “più avanzata” di Master & Jonhson (forse scrivo male il nome, entrambi sono all’ultimo piano della mia libreria..non posso controllare: forse da tempo e tempo, ho rinunciato al sesso, come-credo-accada alla maggioranza delle donne, anche giovani–lo dico con dati-). Ricordo che il secondo libro spiegava molto bene le differenze “organiche e funzionali” tra uomo e donna, e devo dire che erano fondamentali. Recentemente, una ragazza di circa 27 anni, che non andava bene a letto con il compagno è venuta a trovarmi: le ho spiegato quel poco o tanto che sapevo, facendole anche il disegno che si è voluta tenere per portarlo al marito: in seguito mi ha detto che andava molto meglio. Naturalmente io non avevo chiesto niente, non c’era ragione di mentirmi. Ma questa era un aparentesi, torniamo al libro. Per fare un esempio su come entrambi i sessi raggiungono l’orgasmo (alle regole ci sono eccezioni): gli uomini che ricevo degli stimoli sessuali percorrono una curva che sale senza interruzioni descrivendo una curva ” quasi” dritta verso l’alto; le donne necessitano all’inizio di stimolazioni gentili e progressive, così inizia la loro eccitazione che, ad un certo momento, raggiunge un punto della curva che si chiama “plateau”(il tratto della curva, oltre che avere una certa durata, è completamente piatto); e’ un periodo di tempo che in cui l’eccitazione non cresce, ma se continua la stimolazione fisica o psichica, ad un certo momento parte una curva simile a quella degli uomini fino a segnare il punto dell’orgasmo. Dico solo questo senza starmi ad addentrare in piccole-grandi labbra e clitoride e sul fatto che a me hanno insegnato (non so se sia stato scoperto qualcosa di diverso, era a meta’ degli anni 60) che la vagina di per sé non ha terminazioni nervose, quindi di suo non avrebbe possibilità di sentire qualcosa (per l’amor di carità, poi c’è il fatto di ricevere l’amato, ma parlo prescindendo dai “grandi amori”, quelli che hanno per esempio un orgasmo o almeno si bagnano o gli vien duro solo a pensarlo-a…); tornando alla nostra vagina…lei, quindi, si erotizza per contagio, diciamo così, dall’eccitazione precipuamente del clitoride e dalle carezze in genere, perché le donne (se gli uomini amino le carezze non lo so, forse sentono piacere, ma non vogliono “perdere tempo”) hanno una sessualità diffusa su ogni cm. di pelle. Solo che “accarezzare stanca”, come avrebbe detto Pavese! Naturalmente, da molti anni mi chiedo la ragione di questa non-curiosità del sesso altrui. Vale, credo, per entrambi i sessi, ma credo che per varie ragioni, è più facile che gli uomini siano soddisfatti che le donne.I motivi che ho trovato per rispondermi sono vari e non so neanche metterli in ordine di valore: 1. la paura di “un’immagine sessuale” totalmente sconosciuta e così diversa dalla propria; 2. in qualche moda la donna, specie quella “eletta”, ha un parentesco con la madre e deve sopportare i sentimenti che hanno contraddistinto quel rapporto; 3. due uomini mi hanno detto di non poter toccare i genitali della loro donna perché ne provavano schifo. Lascio di commentare, tanto la mia è solo un’ipotesi. 4. In finale, penso che sia gli uomini (molto prima delle donne che, prima di ogni interesse sessuale, hanno dovuto disinibire la propria sessualita’ che tra scuola e famiglia era-in genere- chiusa sotto settecento chiavi) che adesso, le donne ( ma non a livello di massa) sentivano viva la propria parte omosessuale e questo portava ad alcune conseguenze che cercherò di dire. Secondo Freud, lo sviluppo sessuale avviene partendo dalla bisessualità con cui nasciamo e che manteniamo da bambini fino ad un certo punto che puo’ variare da uno all’altro; dopo aver affrontato i vari conflitti ed attrazioni per i genitori (non si sente dire molto in giro, ma per Freud l’Edipo è duplice cioè riguarda sia il genitore dello stesso sesso che l’altro, ma purtroppo devo chiudere) l’essere umano fa “una scelta”: o va a destra o a sinistra. Secondo Chiara occorre nella sessualità quello che accade nello sviluppo amoroso in relazione ai sentimenti opposti che, per brevità, chiameremo genericamente “amore e odio”. Ogni persona-secondo la sua storia- vive questo dilemma e in qualche modo lo risolve, ognuno in modo unico, anche se puo’ variare nel tempo quando maturano le sorbe. C’è chi ha eliminato l’odio espulso dalla coscienza, chi è arrivato a 2/3 di amore e un terzo di odio; chi è almeno al 51% e questo lo situa-sempre a mio parere – nelle persone sufficientemente “integrate”, una parte ha una sufficientemente egemonia sull’altra (certo, è altrettanto integrato uno “solo” cattivo, ma non voglio affrontare l’argomento); parlando in generale tutte le persone sono ambivalenti: ho potuto osservare delle persone che sembrano scisse a metà alle quali la maturazione non porta benefici. Come vedete, tutto quello che scrivo è molto schematico e quindi falso di fronte alla realtà vivente. Appunto, parlo di schemi e non di persone. Ecco, questa stessa varietà si puo’ trovare nella sessualità: una persona per esempio è etero, ma (ben per lui!) non ha represso in fondo ad un pozzo la sua omosessualità, è viva ma per mille motivi rimane virtuale. A proposito delle amicizie, Freud dice una cosa che ho sperimentato e in cui, quindi, credo molto: la tua evoluzione sessuale ti porta, sempre per motivi vari, a scegliere un uomo da amare, se sei donna o viceversa. La tua parte di energia “omosessuale”, cioè che ama il simile a te, rimane, più o meno soffocata, ed è energia “utile” per mantenere rapporti di amicizia che durino a lungo con persone del tuo sesso. La mia non credo che si perda un milligrammo nel “soffocamento” perché ho amicizie con donne che durano dalla prima elementare; e almeno una dall’asilo. Le altre sono mancate. Inoltre – forse perché saro’ un’omosessuale nascosta, ma non ha importanza – sento una vera solidarietà “con” le donne, nel senso che sto sempre dalla loro parte, anche vedendo cose che non vanno e che posso far notare. Nella mia vita ( magari non è per quello, magari sono proprio io come sono), ho notato che è difficilissimo trovarla….forse perché il pantalone con il pistolino dentro- è nella natura- tira di più; ma la cosa più sconcertante che non so proprio spiegarmi è che trovo questo implicito disprezzo per il loro sesso, proprio in persone che si dichiarano “femministe”–Se qualcuno me lo sapesse spiegare! chiudo, ragazzi, per pena di entrambi, ma questi argomenti, parlarne, meglio un dialogo, lo trovo molto importante. Voi no? chiara
Forse, amava soprattutto i … ‘figoncini’ ….
Ti chiamero’ Gustave…
Cara Chiara apprezzo moltissimo la tua disamina, con contenuti ‘scientifici’, del problema. Anch’ io ho visto, con dispiacere, molte volte, la mancanza di ‘solidarietà’ tra le donne. Spesso a causa della ‘presenza’ di un maschietto ( ma alle volte anche senza ). Vabbe’, chiamami pure Gustave ….
l’hai letto prima che potessi correggerlo, avrai perdonato? grazie di arrivare! chiara