26 febbraio 2014 ore 16:50 CAMILLE SAINT – SAENS (1835-1921)—–E PROUST—-E STRAVINSKI!

 

 

 

 

http://www.marcelproust.it/musica/saintsaens.htm

 

 

chiara: infelizmente non ho trovato nessuna delle due sinfonie citate!

 

 

Se lo trovo, mettero’ un brano che anch’io ho imparato a cantare da ragazza quando ero ancora mezzo-soprano. A parte questa informazione che vi sarà camminare storti come storditi, ho una mini storiella: da sempre cantiamo con la Do, un tempo si univa a noi un’altra amica molto brava, Mariella, che poi si è persa dietro i suoi amori e amanti con pieno lucro del tempo impiegato. Da anni non canto più perché la vecchiaia (anche i sessanta o un po’ prima) mi ha fatto diventare stonata. Un po’ mi dispiaceva, con tutto il mio passato musicale…Qualche anno fa, siamo andati in una pensioncina immersa nel bosco, un bosco grandissimo, non mi viene il nome, siamo stati una settimana a trovare Mons. Alberto Ablondi (Don Alberto) che da molto tempo aveva il morbo di Parkinson  al punto che era quasi impossibile riuscire a capire cosa voleva dirci. E il bisogno enorme che aveva di parlare e di farsi capire! Non poteva stare senza comunicare. Tutta la sua vita era stata fondata sul dialogo, sullo scambio,  sulla diversità. Ebbene, pur non essendo sempre in tono, cantava delle ore, anzi era lui che “tirava” il gruppo di studenti che riuniva all’estate a Realdo e d’inverno a San Romolo (paesini dell’entroterra, subito sopra Sanremo)  a fare graduali, ma pesantissime passeggiate in montagna, che culminavano nel famoso “gitone” nel quale stavamo in giro quattro giorni dormendo alla bella e meglio nei rifugi.

Ebbene, siamo in montagna in questo bosco,  alla sera dopo cena tutto felice inizia a cantare (il repertorio era dei più vasti, dalle canzoni di montagna, gli alpini, i partigiani…ma, ultimamente, la sua passione erano diventate le canzoni di Modugno): questa persona, certamente per come era fatto lui, mi ha sempre fatto sentire “accettata” per quello che ero, anche quando verso i 15 anni gli ho raccontato che avevo perso la fede e non potevo più andare in chiesa. Le cose che gli insegnanti prendeva per degli affronti, lui sapeva spiegarli loro partendo dalla mia realtà, che non mi hanno mai punito perché capivano.  Ebbene, con tutto queste premesse che, scrivo solo per me, evidentemente,  alla fine cantavano ed io ero ritornata molto intonata come un tempo, ma non solo, mi ha anche detto che avevo proprio una bella voce.  L’ho vissuto come un miracolo, ma non ultraterreno. L’unica spiegazione che mi sono data è stata che tutto era venuto da questa “accettazione”. Ho anche rifletutto un po’: quando andiamo da anni, a fare la passeggiata al mattino presto, il mio bipide inizia a cantare (anche lui ha un repertorio vastissimo, genitori dell’Ottocento, fratelli e sorelle di oltre ventanni più di lui, i suoi in Italia fino al ’52, più quarantanni di Brasile…ma ne sa solo pezzetti e non sa mai dove prenderli: insomma non era uno che studiava)–Qualche anno fa cantava spesso : “E  la regina Elena è andato in areoplano, voleva mostrar la figa al popolo italiano..” ma poi veniva un “zumpa zumpa” che volevo cantare anch’io. Allora mi miscelavo alla sua voce. Dopo un secondo stava zitto e mi lasciava cantare da sola. Forse dopo 20-30 anni e forse più, persino io capivo che non ero gradita. E per qualche associazione che non so ricostruire più, sono diventata stonata. Adesso non lo sono più, ma è molto difficile che canti perché trovare una persona che non sia ambivalente nei miei confronti e non abbia mille e più riserve, è veramente non dico neanche difficile, ma impossibile. Se pensate che la mia grande risorsa è stare delle ore a parlare con coi e -soprattutto-con tutti i grandi che non conosco. Loro mi brillano un po’ di luce ed io mi vedo “meglio”— ciao, chiara

 

 

 

Original French ]S’apre per te il mio cuor
come schiudonsi i fior
quando spunta l’aurora!
O dolce amante mio,
a tergere il mio pianto,
parlami, deh, parla ancora!
A Dalila, mio ben,
di’ la nota d’amor!
Perché beata spiri,
parlami col sospir,
tanto caro al mio cuor!
Rispondi ai miei deliri,
ah, mi versa in sen l’ebbrezza,
fa tua la mia carezza,
fa tua la mia carezza,
ah, versami in sen l’ebbrezza!
Singable English

Mon cœur s’ouvre à ta voix,
comme s’ouvrent les fleurs
aux baisers de l’aurore!
Mais, ô mon bienaimé,
pour mieux sécher mes pleurs,
que ta voix parle encore!
Dis-moi qu’à Dalila
tu reviens pour jamais.
Redis à ma tendresse
les serments d’autrefois,
ces serments que j’aimais!
|: Ah! réponds à ma tendresse!
Verse-moi, verse-moi l’ivresse! :
Dalila! Dalila! Je t’aime!

Ainsi qu’on voit des blés
les épis onduler
sous la brise légère,
ainsi frémit mon coeur,
prêt à se consoler,
à ta voix qui m’est chère!
La flèche est moins rapide
à porter le trépas,
que ne l’est ton amante
à voler dans tes bras!
|: Ah! réponds à ma tendresse!
Verse-moi, verse-moi l’ivresse! :
Dalila! Dalila! Je t’aime!

 

io l’avevo imparata su una voce mezzo-soprano “più amabile”: Ebe Stignani (Napoli11 luglio 1903 – Imola6 ottobre 1974) è stata un mezzosoprano italiano.

http://www.youtube.com/watch?v=NScB52jM39c

 

niente oggi mi riporta l’incantesimo di una voce accompagnata dall’arpa—cinquantanni fa—ma di tanto girato, questa di Marilyn Horne è non solo l’unica che “mi calma l’ebbrezza”, ma la trovo più brava di tutte le altre (Tebaldi, Simionato, Cossotto…comprese)

 

http://www.youtube.com/watch?v=PXiawmR-OB0

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2 risposte a 26 febbraio 2014 ore 16:50 CAMILLE SAINT – SAENS (1835-1921)—–E PROUST—-E STRAVINSKI!

  1. DONATELLA scrive:

    Cantare è una cosa bellissima, ti fa uscire da te stesso, mentre canti ti senti in comunicazione con il mondo e cerchi di esprimerti nel modo migliore possibile. Beati quelli che possono vivere cantando!

  2. nemo scrive:

    Sì, domenica abbiamo cantato ‘Bella ciao’ …

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