ORE 11:22 Found footage ———–Da Wikipedia—-SE NON LO CONOSCETELE, PER RICORDARVELO, LEGGETELO : “FUTITU-TA”

 

Found footage

 

 

 

in ambito cinematografico, è un termine che si usa per descrivere film realizzati parzialmente o interamente con un metraggio preesistente, successivamente riassemblato in un nuovo contesto. Si tratta di una pratica di prelievo e recupero. Un cinema che parte dai nastri di celluloide impressionata per rimodellarli in una nuova forma. Non va confuso con il documentario o con i materiali di repertorio. Il termine ammicca all’object trouvé della storia dell’arte. Il found-footage ha un significato vicino, ma non assimilabile, a quello del film-collage, del film di montaggio e del film ct-up[1]. Spesso la tecnica del found-footage è stata usata da artisti del cinema underground, dai video artisti e dagli anni novanta anche in ambito commerciale. Il film di recupero nasce nel momento in cui il montaggio si afferma come momento di elaborazione secondario. Le pellicole lasciate all’abbandono vengono recuperate e riutilizzate, favorendo l’elaborazione di una pratica differente del cinema, il found footage.   L’uso di questo espediente nel cinema ha scopo prima di tutto economico: non ci sono riprese e si utilizzano solo documenti preesistenti. Vari segmenti dei film vengono incollati pezzo per pezzo, oppure vengono prelevate delle parti d’insieme che poi sono ridistribuite secondo un ordine diverso. Il collage è ciò che fa nascere il senso. Il collegamento può essere logico, analogico o a carattere assurdo. La nozione inglese di found footage evoca l’idea di oggetto trovato e convoca anche la nozione di ready-made cara a Duchamp. In effetti, il found footage, è pellicola trovata (spesso per caso), ma è soprattutto della pellicola selezionata e ridistribuita. Lo spostamento (deplacement) dell’intenzione, che va dal prelevamento, a una forma di appropriazione che si può chiamare “rabattement”. Il procedimento del found footage fa frequentemente appello alla citazione e alla parodia, rinviando alla fonte come oggetto di referenza. Il found footage accentua necessariamente il montaggio come procedimento ludico e questo indipendentemente dal risultato finale del film. La capacità del cineasta si manifesta attraverso la sua abilità nel padroneggiare la relazione dei piani e delle sequenze che usa. Ciascun cineasta usa i materiali secondo i suoi bisogni e i suoi obbiettivi. Il found footage, o cinema di riciclo, possiede almeno tre caratteristiche distintive : autonomizza le immagini, privilegia l’intervento sulla pellicola considerata come materia e ricerca nuovi sistemi (per esempio, gli strati di emulsione) o delle nuove forme di montaggio. Tra le fonti artistiche di montaggio delle pratiche di found footage, ci sono il fotocollage e il fotomontaggio degli anni ’20 ; le forme moderne dell’ intertestualità letteraria, da LautréamontJoyce ed Ezra Pound; il collage cubista; e soprattutto il détournement Dadaista, secondo il quale l’arte non consiste più nel produrre delle riflessioni e delle beffe, ma a spostare simbolicamente degli oggetti o dei processi. Le note preparatorie di Fernand Léger per Le Ballet mécanique(1976) rappresentano il primo abbozzo di un trattato di found footage : « [E]mployer des chutes de film quelconque — sans choisir — au hasard. » Si individuano 5 tipi di usi di found footage: elegiaco, critico, strutturale, materiologico e analitico.

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