ore 16:26 BEPPE GIULIETTI —LIBERTA’ DI STAMPA IN SPAGNA FRANCIA ITALIA: CONTRO I BAVAGLI /// PRETESTO DEL TERRORISMO– DA IL FATTO DEL 14 APRILE 2015 (GUARDATE LA DATA!)

Libertà di stampa: uniamo tutte le forze contro la Ley Mordaza e il bavaglio

di | 14 aprile 2015

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Portavoce di Articolo 21

ley-mordazaCentinaia di cittadine e cittadini spagnoli hanno creato il loro ologramma (SOTTO) per dire  no alla Ley Mordaza, il bavaglio in salsa spagnola.
In realtà la legge, approvata con i soli voti del Partito Popolare è una sorta di manifesto del pensiero autoritario e repressivo che con il pretesto della lotta contro il terrorismo, sanziona e punisce chi commette “apologia di reato”, chi esalta gli atti di terrore, chi coltiva e fuma canne e chi informa o propaganda iniziative o manifestazioni “non autorizzate o atte a turbare l’ordine pubblico”, recuperando per altro un gergo tipico dei codici franchisti e fascisti.

Questa dizione consentirà agli organi di polizia di denunciare chiunque sia in odore non di essere un terrorista, ma più semplicemente un oppositore non addomesticato.
Il legislatore ha pensato bene di non insistere con il carcere, ma di prevedere sanzioni economiche crescenti,così un fotografo si è visto condannare per aver scattato foto ad una manifestazione non autorizzata e segnata da alcuni incidenti e da duri interventi della polizia. Sarà vietato manifestare davanti ai palazzi delle istituzioni e sarà sanzionata la diffusione di notizie ed immagini, persino un semplice tweet potrebbe costare una salata multa, in modo tale da scoraggiare chiunque altro volesse provarci.

 

La legge, approvata in via definitiva, dovrebbe entrare in vigore dal prossimo primo luglio. Nel frattempo anche il governo socialista francese sta provando, usando il pretesto della lotta al terrorismo, di spostare il reato di diffamazione e apologia di reato dalla legge sulla stampa al codice penale, così da poter ricorrere al carcere, ma anche alla chiusura di siti e blog senza la preventiva autorizzazione del magistrato.
A completare il quadro l’Italia, dove si tenta, nella legge sulla diffamazione e in quella annunciata sulle intercettazioni, di aumentare le sanzioni, estendere il divieto di pubblicazione e non porre argine alcuno alle cosiddette “querele temerarie” diventate un vero e proprio strumento di intimidazione preventiva.

Il tutto mentre, al contrario, la Corte dei diritti umani di Strasburgo continua ad emettere sentenze a tutela del diritto di cronaca, ricordando che è dovere del giornalista dare sempre tutte le notizie, comunque ottenute, che abbiano il requisito della rilevanza sociale e della pubblica utilità.

Per queste ragioni sarebbe il caso di unire tutte le forze che lottano contro “Mordaza e Bavaglio” e di realizzare un grande ologramma comune a tutela non solo del diritto dei giornalisti ad informare ma, anche e soprattutto, del diritto dei cittadini ad essere informati

 

 

nota: da http://www.focus.it/tecnologia/innovazione/cose-un-ologramma-e-come-si-ottiene

Con il termine ologramma si identificano in genere le immagini tridimensionali, e in particolare quelle stereoscopiche, ovvero quelle che appaiono con prospettive diverse a seconda del punto di osservazione.

 

 

Beppe Giulietti

Portavoce di Articolo 21

 

Giuseppe Giulietti è nato a Roma il 19 ottobre 1953. Le scuole elementari le ha fatte a Napoli, le medie e il liceo classico a Venezia, l’Università invece a Roma, dove ha pensato bene di laurearsi in Lettere dedicando la tesi agli anabbatisti perché già allora provava una irresistibile attrazione per gli eretici, gli irregolari, quelli che diffidano dei dogmi e delle sante o laiche inquisizioni. Alla Rai ci è arrivato nel 1979 dopo aver vinto il primo concorso che l’azienda decise di bandire per giornalisti praticanti. Dopo un decennio trascorso nella sede del Veneto, fondò con tanti altri il gruppo di Fiesole, da qui la successiva attività sindacale nell’Usigrai, il sindacato dei giornalisti della Rai, e nella Federazione della Stampa. Attualmente è il portavoce di Articolo 21, associazione fondata e presieduta da Federico Orlando, siede in Parlamento nel gruppo misto ed è componente della commissione cultura della Camera dei deputati. Non coltiva grandi sogni salvo quello di vedere unite tutte le opposizioni, politiche e sociali, non solo per mandare a casa Berlusconi, ma soprattutto per liberare l’Italia dal berlusconismo, una malattia che ha già contagiato milioni di italiani e persino chi crede di esserne immune.

 

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