“I ladri di beni privati passano la vita in carcere ed in catene, quelli di beni pubblici nelle ricchezze e negli onori” —CATONE
MARCO PORCIO CATONE DETTO IL CENSORE-
III / II sec. a. C.—politico, generale, scrittore
E’ detto così non solo per la carica di “Censore” che ricoperse, ma perché la sua severa morale, memore dei tempi di semplicità rustica della vita romana, prendeva di mira chiunque si slegasse dalle virtù sulle quali era stata costruita la grandezza di Roma. Veniva da un’antica famiglia di origine plebea, che aveva preso parte alle conquiste, ma non si era affatto nobilitata rifiutando le più importanti cariche civili. Lui stesso, una volta consolidata la sua virtù militare sui campi di battaglia, preferì servire lo Stato da casa : esaminando la condotta morale dei candidati alle cariche pubbliche e dei generali sul campo. Revisionò con inflessibile severità la lista dei senatori e degli equites, cacciando da ogni ordine coloro che riteneva indegni, sia per quanto riguarda la moralità sia per la mancanza dei requisiti economici previsti. L’espulsione di Lucio Quinzio Flaminino per ingiustificata crudeltà fu un esempio della sua rigida giustizia.
LA SCULTURA ROMANA “VERISTA” –deriva dalla scultura ellenistica—più che da quella etrusca sulla quale invece ha influenza; ma si instrada – almeno dal I sec. a.C. al I d. ma prima di quella trionfalistico-imperiale (Augusto imperatore)—nel cosiddetto “verismo” : se il ritratto ellenistico era già caratterizzato da una superficie mossa tendente all’individuazione, questo periodo romano, cui appartiene la testa di Catone il Vecchio o Catone il Censore, accentua l’individuazione attraverso un lavoro della superficie a base di una serie di tagli di diversa profondità, gonfiore (occhi e in parte naso), buchi …insomma è meglio che la guardiate voi! (da WIKI varie)
A mio modesto parere, più che di “verismo”— parere non solo modesto ma modestissimo—nel senso di una vera “ritrattistica” personale–( che, da quello che ci insegna nel suo splendido libro Ranuccio Bianchi Bandinelli, appartiene piuttosto alla tarda romanità quando i cosiddetti Barbari fanno già parte dell’Impero anche se, non ancora, della capitale) mi appare piuttosto come una “maschera” ossia una caratterizzazione così forte ed accentuata da suggerire “un modello” che impersona in un caso un valore, in un altro caso un altro. Ragazzi, preferirei essere “asfaltata” piuttosto che “rottamata” perché…potreste capire…in rottami, chiara– c’è già da sola. grazie.
per chi vuole, nel link sotto, si inizia a dire de “Il ritratto ellenistico” al min. 8,35
partendo dall’esame di questo ritratto di Alessandro Magno
https://www.youtube.com/watch?v=EyVMZhiPN9A
Roma. La fine dell’arte antica | |
Autore | Bianchi Bandinelli Ranuccio |
Prezzo Promozione -25% |
€ 12,38 (Prezzo di copertina € 16,50)
usato, a 8 euro e qualcosa
ricordatevi della spedizione che, in genere, è 4 euro–e la carta prepagata —la mammina! |
Dati | 2002, 480 p., ill. |
Editore | BUR Biblioteca Univ. Rizzoli (collana Arte) |