il video di ” comunicazione ” della mostra :::” l’inscenazione è di tipo spettacolare, le stanze al buio, sulle pareti illuminato il quadro…”
molte immagini DA: ALESSIA 1974
http://hal1974.com/2016/02/04/
Al Centro Galileo Chini, Icaro (1907) visto dalla sala col Ciclo “Il poema della vita umana” di Giulio Aristide Sartorio (1906 – 1907)
Quanto mi piaceresti, o notte, senza quelle tue stelle la cui luce parla un linguaggio conosciuto! Perch’io cerco il vuoto, e il buio, e il nudo!
Ma anche le tenebre sono tele dove vivono, sgorganti dal mio occhio a migliaia, esseri scomparsi alla vista consueta.
(C. Baudelaire, Ossessione, da I fiori del male)
. Azione, da Un Guanto – Max Klinger, 1881 (sezione 6b)
Un guanto precipitò da una mano desiderata
A toccare il pavimento del mondo in una pista affollata.
Un gentiluomo, un infedele lo seguì con lo sguardo.
E stava quasi per raggiungerlo, ma già troppo in ritardo,
E stava quasi per raggiungerlo, ma troppo in ritardo.
(F. De Gregori, Un Guanto)
L’Eroica – Gaetano Previati, 1907 (sezione 7)
Spesso la musica mi rapisce come un mare!
Verso la mia stella pallida, sotto una volta di bruna
o in uno spazioso etere, alzo la vela.
(C. Baudelaire, La Musica, da I Fiori del Male)
10. L’Amore – Galileo Chini, 1919 (sezione 17)
Mentre attendevo a questo lavoro, venivo pensando a tante cose… Pensavo alle logge fiorite delle città italiane, ai giardini della nostra patria, immenso giardino del mondo, al sole che indora e vivifica, alla luna che inargenta e carezza, alla primavera che allieta questa dolce Venezia quand’essa accoglie gli artisti di tutto il mondo, all’arte, primavera spirituale che eternamente rispunta
(G. Chini, Catalogo XI Biennale di Venezia)
L’amore è seducente, puro e mortale. Non crederci! Come un bimbo, attratto passo dopo passo dal fiume, vi si guarda, vi si bagna e vi annega
(V. Hugo)
Il peccato – Franz Von Stuck, 1908 (sezione 12)
Io sono bella, o mortali!, come un sogno di pietra
(C. Baudelaire, La Bellezza, da I Fiori del Male)
6. Tritone e Nereide (Le Sirene) – Max Klinger, 1895 (sezione 11)
Nulla, spuma, vergine verso
A non designar che la coppa;
Tal si tuffa lungi una frotta
Di sirene, il dorso riverso.
(S. Mallarmé, Saluto)
5. Orfeo morto – Jean Delville, 1893 (sezione 9)
E quando all’improvviso
il dio la fermò e con dolore
pronunciò le parole: Si è voltato!-,
lei non comprese e disse piano: Chi?
(R. Rilke, Orfeo, Euridice, Ermes)
RCULT
Simbolismo
Quando l’Europa della pittura sognava a occhi aperti
ARMANDO BESIO
Fernand Khnopff : “L`arte o la Sfinge o le carezze”::
l’immagine nella foto è quasi intera…
questa è intera! —
La carezza (1896, Musées Royaux des Beaux-Arts de Belgique)
un video-lettura dell’opera…di cui non so dire né voglio (ch.)
http://www.arte.rai.it/articoli/fernand-khnopff-larte-o-la-sfinge-o-le-carezze/1702/default.aspx
Memories (1889)
Fernand Khnopff nel 1900
( Belgio, 1858 – Bruxelles, 1921) è stato un pittore belga, appartenente al movimento del Simbolismo.
per chi ha voglia, notizie sull’autore da wiki
https://it.wikipedia.org/wiki/Fernand_Khnopff
Ferdinand Hodler L’eletto, 1903. Olio e tempera su tela, 222 x 298 cm. Hagen, Osthaus Museum © Hostaus Museum Hagen / foto Achim Kukulies, Düsseldorf
MILANO
È un viaggio emozionante oltre i confini della realtà. Un’odissea nello spazio del mistero. Una discesa negli inferi dell’inconscio, nel cuore di tenebra di un mondo cupo e incantato. Fatto di foreste e ghiacciai, mari gialli in tempesta e salici piangenti. Abitato da angeli e demoni, sfingi e veneri, sirene e meduse, donne serpente e ciclopi.
È il mondo mitico e magico rievocato nella mostra Il Simbolismo. Arte in Europa dalla Belle Époque alla Grande Guerra, fino al 5 giugno al Palazzo Reale di Milano. Prodotta dal Comune con 24 Ore Cultura e Arthemisia Group, è curata da Claudia Zevi, Fernando Mazzocca (uno dei nostri più raffinati studiosi dell’Ottocento) e Michael Graughet, direttore dei Musei Reali di Bruxelles. Da dove arriva, per la prima volta in Italia, il quadro simbolo dell’esposizione: Carezze ( L’Arte) di Fernand Khnopff: una sfinge con il corpo di ghepardo, seducente e minacciosa allegoria della lussuria, corteggia guancia a guancia un giovane dai tratti efebici. Tra i dipinti mai visti da noi spiccano anche L’eletto di Ferdinand Hodler, rito iniziatico di un fanciullo officiato da sei femmine angeliche (da Hagen) e Il silenzio della foresta di Arnold Böcklin, una donna a cavallo di un unicorno (da Poznan).
Là, tutto è ordine e bellezza, lusso, calma e voluttà
(C. Baudelaire, L’invito al viaggio, da I Fiori del Male)