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Pubblicato 72 anni fa, tradotto in più di 200 lingue,Il Piccolo Principe di Antoine de Saint-Exupéry appassiona i lettori di tutto il mondo. Ecco 5 cose che abbiamo imparato leggendolo.
Sarà presentato fuori concorso a Cannes, proprio in questi giorni, il film tratto dal superbestseller Il Piccolo Principe di Antoine de Saint-Exupéry con un cast di voci stratosferico (da Rachel McAdams a James Franco, da Paul Rudd a Marion Cotillard). Intanto il libro – una favola metaforica che contiene preziosi consigli di vita – non smette di vendere e di incantare i lettori (e le lettrici: è uno dei testi preferiti dalleCosmogirls!). Piace anche a noi di Cosmo, che qui abbiamo scelto i passaggi più “istruttivi”.
1) – Ma sì, io ti voglio bene, – gli disse la rosa. – È colpa mia se non l’hai mai saputo. Ma non importa. Siamo stati due stupidi. Cerca di essere felice…
Hai presente tutte le volte che per timidezza, pudore, insicurezza, orgoglio o qualunque altro motivo scegli di non dire una cosa importante a una persona a cui vuoi bene? Ecco: la prossima volta che stai per (non) farlo, pensa alla rosa capricciosa del Principino, che solo nel momento in cui lui sta per abbandonarla, decide di sputare il rospo. Ok, grande liberazione: però poi quello la molla lì. Morale: tenersi dentro le emozioni a volte è più facile che confessarle, ma (a meno che tu non esca con un mentalista) gli altri non ti leggono nel pensiero. Quindi, se vuoi essere capita, amata e rispettata nei tuoi sentimenti: esprimili!
2) – Allora giudicherai te stesso, – gli rispose il re. – È la cosa più difficile. È molto più difficile giudicare se stessi che giudicare gli altri. Se riesci a giudicare bene te stesso, sei un vero saggio.
Sante parole! Le dice il re al Piccolo Principe quando questi, investito del ruolo di Ministro della Giustizia, gli fa notare che lì non c’è proprio nessuno da giudicare. Nella vita di tutti i giorni, invece, di persone da giudicare intorno a te ne troverai tante, sempre. E la tentazione di stabilire tu dove stiano il torto e la ragione sarà sempre in agguato. Ma sai cosa? Alla fine, chi se ne frega di quello che fanno gli altri: la sola cosa che ti farà veramente crescere è conoscere te stessa e imparare dai tuoi errori. Quindi concentrati su di te, impara a fare autocritica e la saggezza ti pioverà addosso.
3) – E certo, – disse la volpe. – Tu per me ora non sei che un ragazzino identico a centomila altri ragazzini. E io non ho bisogno di te. E neanche tu hai bisogno di me. Per te io non sono altro che una volpe, uguale a centomila altre volpi. Ma se tu mi addomestichi, avremo bisogno l’uno dell’altra. Tu diventeresti per me unico al mondo. Io diventerei per te unica al mondo…
No, parliamone. Questo è uno dei passaggi più dolci e sentimentali di tutto il librino. In pratica, dietro la simpatica metafora dell’addomesticamento c’è tutto il significato dell’amore. Cosa fa sì che un ragazzo si distingua dagli altri e appaia, ai tuoi occhi, assolutamente “unico” (anche se nessuna delle tue amiche lo trova degno di nota?). Il fatto che vi siete scelti, riconosciuti, “addomesticati”. Certo, come fa notare il Principe alla volpe: legarsi a qualcuno ti rende più esposta alla sofferenza. E quindi? Se è un modo perché il mondo diventi un posto più luminoso, è davvero così grave correre il rischio di versare qualche lacrimuccia? No. Quindi coraggio, non restare nel tuo guscio: vai incontro al mondo. Addomesticalo. E fatti addomesticare.
4) È molto semplice: si vede bene soltanto col cuore. L’essenziale non lo vedono, gli occhi.
Vabbè, che vogliamo aggiungere? La frase è inflazionata, scontata e pure un po’ melensa. Ma… ahhh, com’è romantica! Quindi clap clap clap. E basta.
5) – Gli uomini delle tue parti, – disse il piccolo principe, – coltivano cinquemila rose nello stesso giardino… e non trovano quello che cercano…
Ok, qua ci sarebbe da fare un ragionamento filosofico/esistenziale di un certo peso e di una certa lunghezza. Limitiamoci all’essenziale: è vero o no che a volte, anche se ti circondi di amici, fai shopping compulsivo, ottieni una promozione, esci ogni sera con un ragazzo diverso, continui a sentire che ti manca qualcosa? Ecco, da questo passaggio si può imparare la seguente verità: non è la quantità (di rose o di altro) che può darti la felicità. Ma il saper apprezzare quello che hai: che sia una rosa, un abito, un lavoro… o un fidanzato!
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