Corrido de Rubén Jaramillo
Come ben racconta Carlos Fuentes – uno dei più grandi scrittori latinoamericani contemporanei – nel suo “Tutti i soli del Messico” (Il Saggiatore, 1998), le aspettative popolari che accompagnarono la Rivoluzione messicana degli anni ’10 del secolo scorso furono ben presto tradite: l’assassinio di Zapata prima, quello di Villa qualche anno più tardi… ben presto, fatti fuori i protagonisti più scomodi e irriducibili, “le forze che un tempo erano di liberazione si esaurirono e divennero forze di ingiustia” (ma è mai possibile che tutte le rivoluzioni finiscano in vacca? ndr).
Come paradigma di quanto accadde allora – e continua ad accadere anche oggi, in un Messico lacerato dalle contraddizioni del neoliberismo selvaggio – Carlos Fuentes racconta la vicenda di Rubén Jaramillo, il protagonista di uno dei più famosi corridos popolari messicani…Rubén Jaramillo, appena quattordicenne, aveva combattuto al fianco di Zapata nell’Ejercito Libertador del Sur. Dopo la Rivoluzione era stato eletto presidente di una cooperativa zuccheriera nel Morelos, a Zacatepec, ed era riuscito ad ottenere che quei terreni coltivati a canna fossero ufficialmente istituiti in gestione comunitaria, affinchè non fossero mai più strappati ai contadini. Ma le “forze dell’ingiustizia” avevano altri piani: a Zacatepec volevano farci una diga idroelettrica e un villaggio turistico esclusivo… Le manifestazioni di protesta dei contadini furono duramente represse. Allora Jaramillo riprese il fucile e salì in montagna con alcune decine di compagni, per continuare la Rivoluzione tradita… Non lo presero mai. La sua clandestinità e la sua lotta si protrassero per quasi vent’anni. Poi, nel 1962, depose le armi e fu ricevuto dalle autorità in una cerimonia ufficiale di riconciliazione.
Nel maggio dello stesso anno venne sequestrato dall’esercito e trucidato, insieme a tre figli e alla moglie incinta, nei pressi delle rovine tolteche di Xochicalco.
Ya esta llorando la tierra
herida por un cuchillo
lo que le duele en el vientre
la muerte de Jaramillo
Iban muy bien disfrazados
los malditos asesinos
eran soldados de línea
vestidos de campesinos
Como el estaba durmiendo
no se pudo defender
le mataron a sus hijos
y también a su mujer
Cayó abatido a balazos
ese líder campesino
en el palacio central
se burlaba el asesino
Usaba su paliacate
como Gabino Barrera (*)
quería como Zapata
para los pobres la tierra
Este corrido señores
se puede cantar gritando
pero mejor que cantarlo
hay que vengarlo peleando
Combatiente zapatista
obrero de la labranza
ya está sonando el clarín
pa que cobres tu venganza
Tres jinetes en el cielo
cabalgan con mucho brío
y esos tres jinetes son
Che, Zapata y Jaramillo
inviata da Alessandro – 19/6/2006 – 22:29
Versione italiana di Riccardo Venturi
25 dicembre 2005
Già sta piangendo la terra
ferita da un coltello
quanto fa male nel ventre
la morte di Jaramillo
Se ne andavan ben mascherati
quei maledetti assassini,
erano soldati regolari
travestiti da contadini
Siccome stava dormendo
lui non poté difendersi,
gli uccisero i figli
e anche la moglie
Cadde abbattuto a fucilate
questo capo dei contadini
mentre nel palazzo del governo
se ne faceva beffe l’assassino
Usava il suo “paliacate” [1]
come Gabino Barrera [2]
voleva, come Zapata
per i poveri la terra
Questo “corrido”, signori,
lo si può cantare gridando
ma, meglio che cantarlo,
si deve vendicarlo combattendo
Combattente Zapatista,
lavoratore agricolo,
già sta suonando il richiamo
perché tu abbia vendetta
Tre cavalieri nel cielo
cavalcano a forte andatura
e questi tre cavalieri
sono il Che, Zapata e Jaramillo.
NOTE ALLA TRADUZIONE
[1] Celebre fuorilegge, protagonista di molti corridos.
[2] Il “paliacate” (nella foto) è un panno di tela che, in Messico, si usa o si usava annodato al collo, e che serviva da fazzoletto. Sull’origine del nome del paliacate esistono due versioni, una leggendaria ed una notevolmente più verosimile. Secondo l’ipotesi leggendaria, si tratterebbe del nome di un misterioso luogo scomparso nel Kashmir (!), Palyakat, dal quale sarebbe stato diffuso nel mondo. Secondo l’ipotesi verosimile, si tratterebbe di un ibrido spagnolo-náhuatl, pa’ y yacatl (dove “pa’ ” è l’apocope di “para”, per), alla lettera “(fazzoletto) per il collo”.

25/12/2006 – 01:22
El corrido a Rubén Jaramillo, es autor José de Molina, cantautor mexicano ampliamente conocido en los movimientos sociales de México. Fui compañero de escenarios de José de Molina y es lamentable que no se le de credito a una de las canciones mas significativas del autor.
Para mas información de este cantautor comunicarse con Víctor Guerra. Cantautor Mexicano. Miembro del comite 68 pro-libertades democráticas. México.
E Mail:lavozdelcantor@hotmail.com o llamar al teléfono 5783-9370 de la Ciudad de México
Victor Guerra – 24/12/2006 – 03:33
Willy – 25/12/2006 – 14:58
Ti può interessare anche…
Bullets Of Mexico (Phil Ochs) |
Corrido de Arturo Gámiz (Judith Reyes) |
Itinerant Child (Ian Dury) |
Tlatelolco III (José de Molina) |
Rebeldía rural (Judith Reyes) |
Corrido a Efrain Calderon (José de Molina) |
https://www.antiwarsongs.org/canzone.php?id=4136&lang=it
Affascinante questo eroe campesino, di cui non sapevamo proprio nulla. Grazie di avercelo fatto scoprire! Io ho fatto un’altra scoperta, leggendo un libro di Maria Rosa Cutrufelli ” La donna che visse per un sogno”, pubblicato nel 2004 da Frassinelli. Il libro ricostruisce l’ultimo anno di vita di Olympe de Gouges, scrittrice, drammaturga, rivoluzionaria, autrice della ” Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina”, che fu ghigliottinata durante il Terrore. L’autrice, in una postfazione del libro, riferendosi alla Dichiarazione dei Diritti della de Gouges, dice : “Le donne prendono parte alla fondazione dello Stato proprio in quanto ” soggetto differente”. E in questo Olympe de Gouges si rivela davvero moderna…”.
Per fare un riferimento all’attualità, nell’articolo XVI della Dichiarazione si afferma che “…la Costituzione è nulla se la maggioranza degli individui che compongono la Nazione non ha cooperato alla sua redazione”.