Capitolo 8. 1
il Professore
è uno
psichiatra
E certamente molti altri
con lui
anche se
nella mia ignoranza
non li conosco
che ha aperto
una strada maestra
nella terapia
dei pazienti psicotici
basata
- sul diritto dello psicotico
ad esistere
e ad esistere come persona
- e sul dovere
dei curanti
a testimoniare
a lui, paziente,
la sua esistenza
come centro integrato e integrale di tutta la cura.
Il Professionista o i vari professionisti, le varie teorie sui pazienti psicotici cui attenersi per diagnosticarlo e curarlo, non sono più al centro della storia, come era ai miei tempi.
C’è stata una rivoluzione che
entusiasticamente
voglio chiamare
rivoluzione copernicana o galileiana
della psichiatria
perché
- al centro c’è il paziente
(di fatto, perché a parole c’è sempre stato)
che
torna
vivo
esistente
fuori dalle pagine
dei manuali
non più oggetto
di deduzione
da classificazioni
svariate
come primo approccio
ma
come primo
approccio
il paziente
- soggetto di osservazione partecipante
è
allora che
bisogna sapere
cosa osservare 3.
e qui rientra
la teoria
riformulata
dall’osservazione
ripetuta
a partire
da ipotesi
prima di mettersi
ad osservare
oltre che
- sapere osservare:
QUALI SONO I VERI BISOGNI
del paziente?
Voglio, per mio diletto e amore alla scienza, chiamarla
“rivoluzione copernicana o galileiana”
perché non solo il paziente è posto al centro della cura
e le varie specializzazioni e i vari specialisti
con tutto il rispetto del mio cuore,
ruotano intorno a lui
altri
avranno
preso iniziative
altrettanto
importanti
qui
e
all’estero
il Professore
ha costituito
un’équipe
di professionisti
e, quindi,
una Scuola
di Terapia
Integrata
per insegnare
agli operatori
un mestiere
quasi
impossibile
ma
perché
è scienza sperimentale
che
come tutti sanno
grossolanamente parlando
è fatta di osservazione ipotesi e verifica o falsificazione
ed è pubblica.
Purtroppo posso dire ben poco di questa bellissima esperienza
per ignoranza
ma quello che so e che dico
lo dico con certezza.
Espongo i motivi per cui a mio parere questa esperienza appartiene alla scienza sperimentale e in questa dovrebbe essere acquisita.
Quello che il Professore ha imparato dagli psicotici sugli psicotici nelle sue ricerche e verifiche, tramite colloqui clinici e terapie, lo ha verbalizzato nei suoi scritti, apportando anche varie riscritture e modifiche alle sue teorie e pratiche; ha insegnato le sue scoperte di volta in volta agli operatori psichiatrici che, raccolti in équipe, le hanno applicate e verificate nel loro lavoro negli ospedali pubblici; alcuni di questi operatori hanno verbalizzato le loro verifiche, e i nuovi apporti teorici, nei loro scritti che hanno contribuito a diffondere queste scoperte ulteriormente specialmente a livello di categoria di operatori.
Non ho idea cosa potrebbe dire un filosofo della scienza
Giorello nella sua scanzonata severità?
ma nella mia ingenuità,
queste scoperte, anche se andranno ulteriormente verificate da altri,
hanno già da subito le caratteristiche della scoperta e della scienza sperimentale
ammesso che non si sia rimasti all’idea
che scienza sperimentale
è solo quella
di un disinfettato laboratorio
con quattro camici appesi in croce
a svolazzare nel vento
che entra da una finestra dimenticata aperta.
E Tutto Ciò
Può Essere Comunicabile
Verificabile
Ripetibile
Per Tutto l’Edificio Vuoto.
8. 2
Quando ho iniziato l’analisi con Judith in Brasile
non avevo molte parole per descrivere il mio mondo interno
e lei maternamente me le imprestava
una ad una ogni volta
come si fa ad un bambino cui si vuole insegnare a parlare.
Con questo metodo ho imparato
a parlare e a pensare
momenti questi che stanno uno con l’altro
come un labbro sta con l’altro.
Ho ritenuto in seguito di essere riuscita
ad aver assimilato
un linguaggio difficile
e di essere diventata brava
quasi come la mia maestra.
Ma quando sono entrata in analisi
con il Professore
la situazione è molto cambiata.
Erano passati undici anni
Io ero molto cambiata
il Professore era un’altra persona dalla Judith
e usava un metodo opposto a quello cui ero abituata:
stava in silenzio
e aspettava in tutta calma
che io riuscissi
a tirar fuori
parole e sentimenti miei.
Un metodo che ho
In seguito
Apprezzato
Molto
Perché era il giusto correttivo
Allo stile-Judith,
ma non solo.
Quando ho potuto esercitarmi ad usarlo
ed imparare ad esprimermi esclusivamente
con l’uso della mia testa
formando parole mie
ho avuto la felicità di sentire che era la mia mente
che si era messa a funzionare
pregio inestimabile
vorrei ripeterlo : ” pregio inestimabile “
perché
oltre al piacere di sentir muovere la propria muscolatura
piacere che bisogna provare per sapere che è così grande
nessun crollo o delusione del terapeuta o di te stessa
potrà rubartelo:
come il dirupo che è diventato
quel giardino dell’Eden che era
il mio rapporto umano con Judith
(idealizzato abbastanza, ma realistico nelle basi),
non mi ha tolto quel esercizio che ho voluto fare
di leggere nella mia mente senza etichette
o paio di occhiali degli autori.
Certamente c’erano gli occhiali di Judith:
sono una persona molto credulona
ma con un retrogusto
tipo-vino
ineliminabile con chiunque
di profonda diffidenza.
Per questo gli occhiali di Judith
c’erano e non c’erano.
8. 3
Il metodo del Professore
che in seguito mi ha obbligato
a lavorare così tanto
e cosi tante soddisfazioni mi ha date
allora, all’inizio, mi ha dato delle sofferenze inutili
perché stavo troppo male e dovevano essere evitate.
Quel male che è così totale da non riuscire
Neanche a comunicare al terapeuta
Come ci si sente precisamente
Nonostante dieci anni di analisi
Se non dicendo in panico: “sto male sto male”.
E niente altro fino a che
io stessa annoiata stavo zitta e ascoltavo.
Questo accadeva
forse per lo sfascio totale che
aveva subito il mio mondo interno
un’implosione
per aver dovuto ritirare la mia “fiducia” a Judith
soprattutto
per essermi dovuto dovuta riprendere
il mio “affidarmi” a lei totalmente
senza sapere assolutamente che farmene di me stessa.
Non mi era sembrato vero di cedere “questo coso” che ero io dall’adolescenza
e che mi portavo dietro come peso,
in più
tutto aggrovigliato
come gomitolo lasciato dalla culla in mano ad un gatto.
A trent’anni, quando ho iniziato l’analisi con Judith,
non avevo ancora idea
da che parte iniziare a gestirlo
per la sua complessità
e contraddittorietà
nonostante non avessi tentato
di fare altro tutta la vita
io con i miei diari
e le persone che avevo consultato.
Questa implosione è stata contemporaneamente un’esplosione
come veder saltare
in aria
una macchina
per i panni
e vedere
tutti i panni
stravasare nell’aria
e per i corridoi
dell’Istituto
di
Psicoanalisi.
8. 4
Forse per il rifiuto totale che avevo per la vita
e ancor di più per la terapia
per qualunque cosa volesse spingermi in avanti
mi accadeva di osservare
il mio mondo interno
(questa facoltà mi era rimasta)
e di non riuscire a far combaciare
ad un fatto sentito
una parola
o l’altra
perché nessuna la sentivo adeguata.
Ero muta
psichicamente o mentalmente
perché
non avevo le parole
per dire
al Professore
cosa mi faceva star male
e
cosa mi faceva star bene
né di cosa avevo urgentemente bisogno
né di cosa avrei avuto bisogno in prospettiva.
Ero diventata nuovamente un pacchetto
come
durante la mia prima crisi
quando mi sono addormentata per terra nella pizzeria
ed è arrivata la polizia
e poi gli infermieri a sollevarmi di forza.
Essendo un pacchetto
Il Professore ha dovuto indovinare da solo
Di cosa avevo bisogno.
Per questo motivo so che noi psicotici
quando stiamo male
non abbiamo una lingua per esprimere il nostro mondo
e farvelo conoscere
e che voi operatori psichiatrici
con molta pazienza
ci dovete dare il tempo di impararla
ascoltandovi
ascoltandoci balbettare
imitandovi e
insegnandocela
e insegnandovela con i nostri suoni.
Senza avere una parola
da accostare
ad un sentimento
non potevo neanche sapere
chi ero
chi
esistevo?
chi?
Il tavolo?
Il Professore?
O… ?
A mio modesto modesto (parziale, parzialissimo) parere, vengono prima le parole per formare e dare origine, non dico ai bisogni primarissimi,
ma agli altri bisogni che ci tengono in vita;
perché sono le parole che balbettiamo
e poi formiamo
a dare corpo a quelle energie
disarticolate
irrelate
che si trovano dentro di noi.
sei una grandissima persona che mi lascia muto.
(ci son capitato sopra per caso, ovviamente)
un abbraccio strettisssssimo!
mi hai stritolata tutta…
🙂